Hard-Rain |
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| Del resto è vero che ci sono molti che si sono opposti alla identificazione ma anche tanti altri studiosi che l'hanno sostenuta. In genere l'opposizione si basa sul concetto che è ben difficile pensare a un Vangelo, fosse anche un proto Marco, già scritto in greco prima del 50 d.C. (la datazione massima ammessa da Roberts per 7Q5). Sul piano strettamente papirologico non vi sono grossi ostacoli, anche l'omissione di epi then ghen è perfettamente lecita e possibile. La Montevecchi, una autorità in materia di papirologia, sostiene da molto tempo l'identificazione. Anche a me risulta difficile credere a un proto Vangelo già composto in greco nel 50, tanto più che se la teoria di Carmignac è vera, allora quando sarebbe stato composto il testo ebraico da cui proviene la traduzione in greco? Però sul piano strettamente papirologico è certamente vero che la proposta di O'Callaghan è la migliore che si possa proporre. In alternativa dobbiamo dire che non sappiamo a quale testo appartenesse quel pezzo di papiro, del resto anche il non sapere non costituirebbe un problema perchè esistono altri frammenti greci di Qumran ritrovati nella grotta 4Q e persino nella grotta 7Q che non hanno un testo al quale attribuirli, sebbene abbiano molte più lettere di 7Q5. Io in genere tendo ad utilizzare il 7Q5 in modo estremamente prudenziale, proprio perchè la storia dell'intero cristianesimo non può restare appesa a un pezzettino di papiro così malridotto. L'ipotesi è certamente affascinante e interessante. Sono molto grato al 7Q5 perchè è per mezzo di quel piccolo papiro che ho iniziato a studaire un po' di papirologia e paleografia e questo mi ha aperto la strada ad altri studi. Diciamo che affrontare l'argomento 7Q5 è molto interessante anche da un punto di vista didattico.
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