Studi sul Cristianesimo Primitivo

Tipologie di esegesi, Dal blog di Mauro Pesce

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Hard-Rain
view post Posted on 6/1/2008, 01:51     +1   -1




Un piccolo e modesto commento ai tre tipi di esegesi che il prof. M. Pesce delinea nel suo blog il 4 Gennaio: esegesi apologetica, pastorale e storica.

http://www.mauropesce.net/dblog/articolo.asp?articolo=56

Una classificazione fondamentale e importante, quella di cui parla il professore. Si è però dimenticato di citare almeno un quarto tipo di esegesi, che costituisce l'opposto dell'esegesi apologetica. Se l'esegesi apologetica è per definizione quella utilizzante "la ricerca storica per dimostrare che le ricerche dei non credenti sono false storicamente", a essa si contrappone, e lo sappiamo bene, un tipo di esegesi che utilizza le fonti più disparate ed eterogenee, spesso arbitrariamente selezionate (all'insegna del tutto fa brodo, se è utile alla causa), con il solo obiettivo di privare completamente alcuni testi sacri particolari (ad esempio i vangeli canonici) di una loro autenticità storica: l'idea è che negando i fondamenti documentali stessi di una religione, crollino tutti i dogmi e i costrutti fideistici che su di essi si basano, esattamente lo scopo contrario che si prefigge l'esegesi apologetica. Significativo, in tal senso, mi pare il fatto che qualcuno abbia pensato di utilizzare un testo apologetico come Adversus Haereses di Ireneo di Lione per ottenere il risultato diametralmente opposto (vedi discussione nell'altro thread sul protovangelo di Giacomo e l'utilizzo di un passaggio di Ireneo).
 
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Frances Admin
view post Posted on 6/1/2008, 02:07     +1   -1




Credo che il prof. Pesce abbia operato la sua classificazione sulla scorta delle "esegesi" esistenti. L'esegesi "Cascioli" non è riconosciuta, e mai lo sarà. Eliminando quest'ultima e l'esegesi "apologetica", le uniche due che hanno diritto di mantenere lo status sono:

a) esegesi pastorale
b) esegesi storica

Per inciso, io mi riconosco nell'esegesi storica, ovvero:

"La terza la potremmo chiamare storica. Il suo scopo è comprendere i testi come prodotti storici al fine di ricostruire una vicenda storica. Si applica a qualsiasi fonte storica utile (e non solo al Nuovo Testamento che è una collezione che certamente non esiste nei primi due secoli). L’obiettivo finale dell’indagine non è il testo dei diversi scritti. Essa cerca, tramite i testi, di ricostruire i fatti storici di cui i testi possono essere testimonianza più o meno attendibile. Il suo orizzonte ermeneutico non è offerto dal dogma o dal magistero che sono entità dottrinali e istituzionali che non esistevano nel momento in cui gli scritti protocristiani dei primi due secoli furono prodotti"

http://www.mauropesce.net/dblog/articolo.asp?articolo=56
 
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kopf
view post Posted on 6/1/2008, 14:58     +1   -1




Il problema però è che questi testi spesso non si prestano affatto ad una ricerca storica "al fine di ricostruire una vicenda storica". Un bell'articolo di D. Boyarin grandissimo giudaista di Berkeley aveva già messo in dubbio l'uso "storico" di testi della tradizione del secondo tempio. Liverani l'ha fatto per i testi biblici. Dovremmo anche liberarci definitivamente del pregiudizio che permette di usare i vangeli come testi storici. Potete immaginarvi Levi-Strauss che usa i suoi dati per ricostruire una storia? O usare la mitologia greca per ricostruire la storia della civilizzazione ellenica? Un grandissimo latinista del secolo scorso Fritz Leo aveva a ragione sottolineato che la storiografia romana svolge a Roma lo stesso funzione che la mitologia svolgeva in Grecia...
Io credo che la vera risposta all'apologia o all'idiota distruzione alla Cascioli non sia affatto la storia ma una lettura di testi che sia piu attenta alla lettera, non ai presunti rapporti della lettera con la realtà esteriore...
 
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JohannesWeiss
view post Posted on 6/4/2008, 03:57     +1   -1




Mi riallaccio a ciò che ha scritto Hard-Rain per aggiungere che, qua e là, ci sono anche pubblicazioni da parte di storici seri che inseriscono le loro ricostruzioni del Gesù storico - di per sè anche molto condivisibili - all'interno di un contesto sibillino che sembra fatto ad arte per insinuare nella testa del lettore credente il tarlo che, forse, la sua fede è priva di reale fondamento, o si regge su malintesi millenari.
Vado al concreto e cito due pubblicazioni ben precise.

1. B. Ehrman, Jesus. Apocalyptic Prophet of the New Millenium (1999).
Questo volume di Ehrman su Gesù non sarà probabilmente una pietra miliare della ricerca (è un'opera sostanzialmente divulgativa, e, a mio modesto avviso, ha il difetto - probabilmente dovuto al target editoriale - di applicare con un po' troppa faciloneria i criteri di autenticità, non arrivando mai ad impegnarsi in una vera e propria analisi critica di singoli logia), ad ogni modo è un buon libro (mi pare che anche Meier lo citi all’inizio del terzo volume di “Un ebreo marignale”).
Il volume ripropone la tesi classica (e a mio avviso corretta) di un Gesù profeta escatologico/apocalittico (che da Weiss e Schweitzer va fino a Sanders e Meier, passando pure per Bultmann). Fin qui tutto bene.
La cosa particolare è che Ehrman sceglie di cominciare il suo lavoro con un capitolo che, sostanzialmente, non ha proprio niente a che fare col Gesù storico.
Egli ripercorre a ritroso una Wirkungsgeschichte di quella è che era la convinzione centrale di Gesù: l'imminenza del regno di Dio, dell'eschaton (o, più volgarmente, della "fine del mondo").
Il lettore viene quindi istruito - in modo anche abbastanza divertente - su un certo E. Whisenant che negli anni ‘80 pubblicò negli U.S.A. un libro intitolato "Why the Rapture Will Be in 1988", e, poi, accortosi che nel frattempo la fine del mondo non era arrivata, fece la sua retractatio nel volume "The Final Shout Rapture Report: 1989" (dove metteva però prudentemente le mani avanti, ammettendo la possibilità che Gesù potesse ritardare ancora un pochetto, ma di certo non oltre il 1992).
Ehrman prosegue a ritroso nel tempo raccontando le convinzioni di diversi altri pazzi scatenati del novecento e dell'ottocento, dopodiché fa un bel saltone indietro fino a Gioacchino da Fiore, ai Montanisti, agli autori del Nuovo Testamento, e infine a Gesù stesso.
In sintesi, scrive Ehrman: "For nearly two thousand years there have been christians who have thought that the world was going to end in their own lifetimes. The thesis of this book is that this belief is as ancient as the Christian religion itself, that it can be traced all the way back to the beginning, to the teaching of Jesus of Nazareth".
E, a conclusione del volume: "Everyone who has predicted the end of their world has intuited one aspect of Jesus' teaching that appears to be historically accurate (...). For those anticipating the imminent end of their own world have been able to base their expectations on the words of the historical Jesus, a first-century apocalyptic prophet who expected the imminent end of his".
Ora, mi sembra che l'intento di Ehrman sia piuttosto chiaro. Che Gesù si aspettasse la venuta imminente venuta del regno di Dio con potenza (che evidentemente non venne) è qualcosa su cui, credo, ogni buon studioso dovrebbe concordare. Ma il fatto di inquadrare l'attesa escatologica di Gesù in una Wirkungsgeschichte che va finire dritta dritta nei simpatici pazzerelloni fondamentalisti americani, beh, mi sembra che costituisca una mossa ermeneutica ben precisa. Ehrman, vuole dire (sottovoce) al suo lettore: "Amico, la pietra angolare della tua fede è soltanto il primo tassello di una serie di sognatori che, in ogni epoca, si aspettano la fine del mondo e la comparsa del paradiso in terra: sveglia, non dirmi che vuoi portare avanti pure tu questa folle illusione!".

2. G. Luedemann, The Great Deception. And What Jesus Really Said and Did (1998).
Già il titolo è un programma. Dopodichè, l'introduzione è una vera chicca. Luedemann (unico tra i membri del Jesus Seminar a portare avanti l'idea che Gesù fosse un profeta escatologico), indirizza una lettera a Gesù in persona (Dear Lord Jesus ...), dove gli spiega i motivi per cui non può più credere in lui, e dove - assai gentilmente - lo informa che "you aren't at all the one depicted by the Bible and the church tradition. You weren't without sin and you aren't God's Son. You didn't at all want to die for the sins of the world. And what was particularly painful for me, you didn't institute the eucharist which for years I celebrated every Sunday in memory of you", e via dicendo.
Ora, questo libricino di Luedemann è semplicemente un "assaggio" di un lavoro veramente valido (forse un po' radicale, ma comunque valido) che avrebbe pubblicato l'anno successivo, ossia "Jesus After 2000 Years", un buon commentario sui quattro vangeli canonici + Tommaso, dedicato esclusivamente alla valutazione circa l'autenticità storica delle varie pericopi (in pratica, una sorta di “The Five Gospels”, ma senza “colori” e di qualità nettamente superiore). Come Ehrman, anche Luedemann inserisce quindi un lavoro storico serio (che lo si condivida o meno) all'interno di una cornice che non ha assolutamente niente a che vedere col Gesù storico.
Credo non sia necessario specificare in questo forum che tra dogmi teologici quali quelli in cui Luedemann non può più credere (l'assenza di peccato, la figliolanza divina, la morte espiatrice e salvifica, l'istituzione dell'eucarestia) e l'ebreo Gesù, ci passa di mezzo il "largo e brutto fossato" di Lessing.
Luedemann finge però di non saperlo, e cerca sin dall'inizio di insinuare nel lettore l'idea che una onesta ricerca storica su Gesù conduce necessariamente ad appendere la fede al chiodo.

In sintesi: i casi di Ehrman e Luedemann rappresentano un tipo di esegesi storico-critica condotta in modo serio, ma inserita in un contesto ermeneutico decisamente rozzo e discutibile. Alla fin fine, si tratta proprio di un'esegesi speculare a quella apologetica. Entrambe condividono il medesimo errore: ritenere che la fede si regga e cada insieme all'autenticità storica di ciò che è narrato nei vangeli.
Ma un credente non fondamentalista è in grado benissimo di recitare il Credo di Nicea anche se ritiene che il Gesù storico non sapesse di essere il Logos incarnato, che non abbia pronunciato i grandi discorsi giovannei, che si sbagliò circa l'imminenza dell'eschaton (anche se non di troppo!, vista la risurrezione ... benché soltanto la sua) etc... C'è quindi un tipo di esegesi storico-critica seria e scientifica, ma viziata da un'ermeneutica che prende i credenti per fessi o per fondamentalisti, immaginando di poter scalzare la fede a colpi di critica storica.


P.S. mi scuso per la lunghezza dell'intervento (ma l'argomento mi stuzzicava proprio) e anche per non essermi presentato a dovere (visto che sono nuovo qui dentro): mi chiamo Johannes Weiss e sono uno sfegatato cultore - tanto appassionato quanto sprovvisto di reale competenza - del problema del Gesù storico.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 6/4/2008, 08:53     +1   -1




Buongiorno e benvenuto nel nostro forum. Ci sono moltissime delle cose che lei ha detto (praticamente tutte) sulle quali sono pienamente d'accordo. Anche io sono un seguace del Gesù apocalittico. Io non considero composta post eventum la profezia sinottica sulla distruzione del tempio e la fine del mondo. Non penso però a un Gesù fariseo e l'ipotesi storica secondo cui avrebbe seguito un diverso calendario religioso (fatto gravissimo per il giudaismo del tempo) mi affascina moltissimo anche se è difficile dimostrarlo con prove certe e inconfutabili.

Ora però vorrei fare una osservazione. Il fedele cattolico medio non ha molta preparazione e la stessa Chiesa fa poco per informare i propri fedeli, sebbene diversi risultati sulla ricerca storica siano capziosi e discutibili un effetto mediatico "politico" deleterio io ritengo che lo ottengano.

D'altra parte mi rendo conto che non si può pensare che un parroco e neppure il Papa in persona invece che della tradizionale omelia si mettano a tenere dall'altare delle lezioni di filologia neotestamentaria o sul Gesù storico.

CITAZIONE
mi chiamo Johannes Weiss

Ovviamente ... in arte. Molto piacere, io invece mi chiamo Emile. Moi je suis francais.

CITAZIONE
tanto appassionato quanto sprovvisto di reale competenza

Che vuol dire con questa frase? Non mi sembra uno sprovveduto! Nel suo blog ho visto che ha fatto molte letture.

Saluti.

Edited by Hard-Rain - 6/4/2008, 10:56
 
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Ahimsa_72
view post Posted on 6/4/2008, 09:55     +1   -1




Caro Johannes intanto benvenutissimo, ho dato un veloce sguardo al tuo blog e anche già da questo post non si direbbe che la tua preparazione sia scarsa.
Se non ho capito male sei un credente che da quanto ho letto nel blog è affascinato dalla storia ma ad un certo punto fa quel salto di fede necessario, questo è il divario secondo me tra chi da storico trae alcune conclusioni e chi da fedele ne trae altre.
Io le trovo entrambe rispettabili e legittime, quindi il messaggio “subliminale” di Ehrman non ha nulla di biasimevole, se si trae questa impressione dalla lettura è perché questa è la posizione di chi non fa il salto della fede.
La ragione si ferma al dato storico, a quello che di certo si può dire.
Il discorso di fede è altro per forza di cose.
Vedo però che sei anche abbastanza obiettivo sulle affermazioni di area confessionale (così come quella aconfessionale, di Flores D‘arcais, sul quale se vorrai tornare mi piacerebbe sapere in cosa è arrangiato o poco ferrato come dici nel tuo blog in particolare nel festival della filosofia)
E comunque io non vedo nulla di sbagliato anzi direi che è piuttosto importante rivelare che non esiste nessuna certezza apocalittica dati i gruppi più o meno cristiani, ma anche new age e gnostici che prevedono la fine dei tempi tanto vicina da rischiare per la suggestione di dare loro vita ad una Armageddon. Insomma dire che questo genere di fede non trova nessuna evidenza scritturale e anzi è invalidata dalla ricerca storica non è qualcosa di male, tuttaltro.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 6/4/2008, 09:57     +1   -1




Ahimsha perdona la mia ignoranza ma chi sono quei signori nella fotografia se si può dire?
 
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Frances Admin
view post Posted on 6/4/2008, 10:03     +1   -1




CITAZIONE
Ehrman prosegue a ritroso nel tempo raccontando le convinzioni di diversi altri pazzi scatenati del novecento e dell'ottocento,

Con questi commenti dozzinali e inopportuni, scordati di essere preso in considerazione e di appartenere al filone della ricerca seria. Noi qui abbiamo un approccio molto diverso: gli studiosi, da qualsiasi parte provengano, devono essere sempre rispettati e se sbagliano, si rilevano gli errori e se ne discute con serenità. In questo forum le dichiarazioni apodittiche volte a screditare gli studiosi, non hanno valore e personalmente, mi irrita molto il fatto che uno studioso sia apostrofato con epiteti quali "pazzo scatenato". Un pò più di diplomazia e tatto non guasterebbe.
Per il resto, benvenuto nel forum.
 
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Ahimsa_72
view post Posted on 6/4/2008, 10:15     +1   -1




hard si va un po' fuori tema, va be te lo dico qui poi quando hai leto cancelli la domanda tua e la mia risposta eh? che oggi ci'ho la mania dell'ordine,
dunque sono richard dawkins, biologo evoluzionista, daniel dennet filosofo della mente crhistopher hitchens giornalista e filosofo e sam harris, credo un comico, c'è uno stralcio in un altro thread di un suo spettacolo, un vero flame eheheh

dawkins ha scritto l'illusione di dio, hitchens dio non è grande, dannet qualcosa sulla religione di cui prioprio non ricordo il titolo, due o tre di loro si definiscono bright e.. se vuoi sapere qualcos'altro chiedi pure
 
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JohannesWeiss
view post Posted on 6/4/2008, 11:58     +1   -1




CITAZIONE (Frances Admin @ 6/4/2008, 11:03)
CITAZIONE
Ehrman prosegue a ritroso nel tempo raccontando le convinzioni di diversi altri pazzi scatenati del novecento e dell'ottocento,

Con questi commenti dozzinali e inopportuni, scordati di essere preso in considerazione e di appartenere al filone della ricerca seria. Noi qui abbiamo un approccio molto diverso: gli studiosi, da qualsiasi parte provengano, devono essere sempre rispettati e se sbagliano, si rilevano gli errori e se ne discute con serenità. In questo forum le dichiarazioni apodittiche volte a screditare gli studiosi, non hanno valore e personalmente, mi irrita molto il fatto che uno studioso sia apostrofato con epiteti quali "pazzo scatenato". Un pò più di diplomazia e tatto non guasterebbe.
Per il resto, benvenuto nel forum.

Amico, scusa, ma faccio un po' fatica a capire cos'è che ti urta ... immagino che tu mi abbia letto con attenzione, e quindi non dovresti aver fatto l'errore di pensare che io stia screditando Ehrman (del quale mi pare d'aver fatto chiaramente capire di sottoscrivere sostanzialmente la visione sul Gesù storico).
Perciò, devi aver capito bene, ossia che i "pazzi scatenati" si riferisce a quella serie di pubblicazioni sensazionali o di movimenti settari, come appunto i casi citati da Ehrman: Edgar Whisenant, che prima offre un calcolo "scientifico" per dimostrare che la parousia avverrà nel 1988, dopodichè, avendo visto che tuttto va avanti come prima, aggiusta il tiro verso il 1989, massimo massimo 1992; oppure Hal Lindsey che in diverse e successive pubblilcazioni (veri e propri best-seller) identifica la crisi finale che porterà all'Armageddon con le diverse congiunture politiche del momento (dove il ruolo decisivo lo gioca prima l'URSS, dopodichè, una volta crollata, il fondamentalismo islamico), o ancora il caso di William Miller e seguaci che attendevano il ritorno di Cristo per il 1843.

Se dunque hai capito che "pazzi scatenati" si riferiva a questo genere di soggetti (che mi sembra sinceramente inopportuno definire "studiosi"), ed è proprio questo che ti offende, allora ti porgo sinceramente le mie scuse, precisando che:

1. E' Ehrman a dipingere (senza dirlo direttamente, ovviamente, ma non ci vuole un genio a capirlo) costoro e l'idea stessa di poter calcolare la fine del mondo, come una follia: io mi sono limitato a sintetizzare in modo colorito la prospettiva del libro di Ehrman.

2. Non mi aspettavo che in questo forum qualcuno potesse offendersi a veder coloritamente liquidati come "folli" gente che ritiene di poter calcolare la venuta di Cristo, o dell'Anticristo (e ripeto: io mi limitavo a sintetizzare in modo colorito il giudizio negativo che su costoro Ehrman suggerisce). Se in questo forum c'è quindi qualcuno che si è sentito tirato in causa da questa definizione spregiativa, mi scuso sinceramente. Ognuno ha diritto - se ritiene di poterlo fare - di fare tutti i calcoli che gli pare con le profezie bibliche, di scriverci e venderci quanti più libri gli riesce, e di guadagnare alla sua causa il maggior numero di proseliti possibili.
Non è mai buona educazione offendere nessuno, nemmeno per scherzo, e nemmeno quando sintetizzi l'opinione di un altro.
Cercherò in futuro di avere più tatto verso tutte le possibili convinzioni di tutti i possibili e immaginabili utenti di questo forum.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 6/4/2008, 12:14     +1   -1




Signor Weiss la mia collega amministratrice allude al fatto che è probito qui affibbiare epiteti agli altri studiosi, anche se affermano delle vere o presunte sciocchezze. Qui non abbiamo grande considerazione di certi studiosi (vedi Luigi Cascioli per dirne uno in Italia) ma non ci sogneremmo mai di insultarli, semmai confutiamo punto per punto le loro teorie quando non le condividiamo.
 
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JohannesWeiss
view post Posted on 6/4/2008, 12:29     +1   -1




CITAZIONE (Ahimsa_72 @ 6/4/2008, 10:55)
Caro Johannes intanto benvenutissimo, ho dato un veloce sguardo al tuo blog e anche già da questo post non si direbbe che la tua preparazione sia scarsa.
Se non ho capito male sei un credente che da quanto ho letto nel blog è affascinato dalla storia ma ad un certo punto fa quel salto di fede necessario, questo è il divario secondo me tra chi da storico trae alcune conclusioni e chi da fedele ne trae altre.
Io le trovo entrambe rispettabili e legittime, quindi il messaggio “subliminale” di Ehrman non ha nulla di biasimevole, se si trae questa impressione dalla lettura è perché questa è la posizione di chi non fa il salto della fede.
La ragione si ferma al dato storico, a quello che di certo si può dire.
Il discorso di fede è altro per forza di cose.
Vedo però che sei anche abbastanza obiettivo sulle affermazioni di area confessionale (così come quella aconfessionale, di Flores D‘arcais, sul quale se vorrai tornare mi piacerebbe sapere in cosa è arrangiato o poco ferrato come dici nel tuo blog in particolare nel festival della filosofia)
E comunque io non vedo nulla di sbagliato anzi direi che è piuttosto importante rivelare che non esiste nessuna certezza apocalittica dati i gruppi più o meno cristiani, ma anche new age e gnostici che prevedono la fine dei tempi tanto vicina da rischiare per la suggestione di dare loro vita ad una Armageddon. Insomma dire che questo genere di fede non trova nessuna evidenza scritturale e anzi è invalidata dalla ricerca storica non è qualcosa di male, tuttaltro.


Un po' di risposte...


La mia preparazione è totalmente autodidatta, di recente data e quindi (comprensibilmente) molto limitata. Non è umiltà di facciata, ma onesta coscienza di sè. Nemmeno so il greco! :1160.gif: Quanto a passione per ll'argomento, però, non ho proprio niente da invidiare a nessuno!

Sì, sono un credente, ma il blog che c'è nella mia firma rappresenta la mia pura coscienza storica (Johannes Weiss dichiara nel blog di non intendere minimamente seguire Johannes DeSilentio - che sono sempre io, in un altro blog - nel fare il salto della fede), priva (per quanto è possibile) di interessi per le implicazioni, positive o negative, che la ricerca storica su Gesù può avere per la fede.

Quanto a Ehrman e Luedemann, io trovo assai rispettabili e nient'affatto biasimevoli le loro ricostruzioni di Gesù, ma ritengo che siano un po' "rozze" e assai discutibili le implicazioni che essi suggeriscono per il credente, come se ignorassero che la fede (pur non prescindendone del tutto) non si regge semplicemente sull'autenticità storica delle narrazioni evangeliche (qualcuno potrebbe anche ipotizzare che forse Ehrman, non ha in effetti molta confidenza con l'esistenza di questo enorme e irriducibile "dislivello qualitativo" tra piano storico e piano di fede, dal momento che egli stesso, prima di diventare agnostico, aveva una visione sostanzialmente fondamentalista della Bibbia, ma io credo che sarebbe troppo irrispettoso sospettare questa cosa).
Tu dici, giustamente che la ragione si limita al dato storico. Ebbene, sono proprio Ehrman e Luedemann che non vogliono limitarsi al dato storico, bensì suggeriscono delle implicazioni in merito al problema di fede. Se leggi gli altri autori che stanno dal loro medesimo lato della barricata (ossia i proponenti di un apocalyptic Jesus), come Sanders, Meier, Allison e Fredriksen, ti accorgi che loro si guardano bene dal trarre implicazioni d'ordine teologico dalla propria ricostruzione storica.
Per cui ribadisco la mia posizione: questi due libri (che sono buoni libri!), pur distinguendosi radicalmente dall'esegesi apologetica per un uso serio del metodo storico-critico, presentano nondimeno un aspetto che li rende, in un certo senso, speculari ma opposti alle opere apologetiche: mancato rispetto per il "largo e brutto fossato", un passaggio troppo diretto e quindi indebito dal piano della storia a quello della fede.

Detto questo, io dico: W Ehrman e Luedemann, abbasso Crossan, Patterson, Mack e Borg! :B):
 
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JohannesWeiss
view post Posted on 6/4/2008, 14:28     +1   -1




Per Hard_Rain

Afferrato! :) Ma, con me si sfonda una porta aperta: benché Frances mi abbia forse preso un po’ per il verso sbagliato (ma sono cose che succedono nei forum), io in realtà sono un vero integralista della moderazione e dei toni pacati e concilianti!
Mi si conceda solo di restare scettico circa la sensatezza di identificare come “studiosi” i vari Whisenant, Lindsey e (soprattutto) Miller su cui si dilunga Ehrman. Scrivere e vendere un libro (di qualunque cosa si tratti – e Miller non ha fatto nemmeno quello) non credo proprio che basti a meritare la qualifica! Altrimenti bisognerebbe definire “studiosi” gli autori di una quantità infinita di panzane che popolano le peggiori librerie (a confronto dei quali Cascioli è sul serio un luminare)… ma qui ci troviamo sullo scivolosissimo terreno delle “materie d’opinione”.

Preferisco quindi sgonfiare il caso, rendendo omaggio alla memoria del santo protettore di tutti i profeti incompresi di tutti i tempi: il grandissimo Gesù figlio di Anania, che si prese del “pazzo”, beccandosi oltretutto una sonora flagellazione, quando invece c’aveva azzeccato di brutto! :D

P.S. non mi si dia del "Lei", per carità, mi imbarazza!
 
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Ahimsa_72
view post Posted on 6/4/2008, 16:40     +1   -1




continuo a non condividere Johannes quello che dici, ma a dire il vero mi appassiona poco la questione della fede o non fede degli autori quanto più gli argomenti che trattano, quindi rispetto il tuo punto di vista e aspetto che apri nuove discussioni credo avrai molto da dire anche su tante altre questioni.
 
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Frances Admin
view post Posted on 6/4/2008, 17:48     +1   -1




CITAZIONE
Amico, scusa

Sarei felice di essere tua amica. :wink3.gif:

CITAZIONE
Perciò, devi aver capito bene, ossia che i "pazzi scatenati" si riferisce a quella serie di pubblicazioni sensazionali o di movimenti settari, come appunto i casi citati da Ehrman: Edgar Whisenant, che prima offre un calcolo "scientifico" per dimostrare che la parousia avverrà nel 1988, dopodichè, avendo visto che tuttto va avanti come prima, aggiusta il tiro verso il 1989, massimo massimo 1992; oppure Hal Lindsey che in diverse e successive pubblilcazioni (veri e propri best-seller) identifica la crisi finale che porterà all'Armageddon con le diverse congiunture politiche del momento (dove il ruolo decisivo lo gioca prima l'URSS, dopodichè, una volta crollata, il fondamentalismo islamico), o ancora il caso di William Miller e seguaci che attendevano il ritorno di Cristo per il 1843.

Amico Johaness, ti capisco e devo confessarti che probabilmente la mia avversione per questi testi sensazionalistici è la stessa. Il mio intervento si riferiva piuttosto all’uso incontrollato di aggettivi denigratori, che se anche giustificati dal contesto, potrebbero rovinare il tuo scritto. Non devi preoccuparti, io non mi sono offesa affatto per le considerazioni del tuo articolo di cui ci hai fatti partecipi e credo che neanche il resto dell’utenza si sia offesa. Tuttavia, ti spiegavo che il nostro approccio cerca di evitare, quando possibile, l’insulto giustificato o ingiustificato degli studiosi o presunti tali e cerchiamo di stare molto attenti nel dosare parole ed espressioni. Probabilmente Lindsey e compagnia bella li considero meno studiosi di quanto li consideri tu, ma ciò non toglie che potrebbero essere considerati “autorità” da altri utenti del forum.
Tieni conto, inoltre, che apostrofare studiosi del calibro di Lindsey quali "pazzi scatenati" non rende giustizia della loro immensa erudizione, nonché serietà e competenza in materia. Lindsay è un'autorità del campo e molto apprezzato dalla scuola che fa capo a E. P. Sanders. Mi sembra ingiustificato apostrofarlo "pazzo scatenato". Inoltre, quando si critica uno studioso bisogna sempre accompagnare le critiche con argomentazioni che riguardano le sue teorie . Non basta apostrofare, non si può screditare uno studioso con un'espressione irriguardosa senza essersi addentrati nel merito delle sue tesi.

p.s Ho dato un'occhiata al tuo blog e ho votato per il sondaggio che hai proposto. Il mio voto è andato a R. Horsley.

Edited by Frances Admin - 6/4/2008, 19:40
 
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21 replies since 6/1/2008, 01:51   449 views
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