Studi sul Cristianesimo Primitivo

Vangelo segreto di Marco, Un discusso ritrovamento

« Older   Newer »
  Share  
Frances Admin
view post Posted on 26/8/2008, 12:10 by: Frances Admin     +1   -1




Io qui sono una delle poche che ha letto i libri di Smith, Brown, Carlson e altre monografie e articoli incentrati sul "vangelo segreto di Marco" e confermo quanto affermato dall'amico El Teo, ovvero che in "Gesù Mago" non c'è traccia di tesi sulla figura storica di Gesù come omosessuale. Addirittura in questa monografia Smith cita il vangelo di Marco en passant, due volte in tutto.
Carlson mi ha molto delusa: prima di leggere quel groviglio di stupidaggini che va sotto il nome di "The Gospel Hoax" credevo che fosse un libro serio, forse perché mi ero lasciata traviare dalle recensioni positive e dalla firma prefazionale di L. W. Hurtado, che è uno studioso un tantino di parte, ma comunque ancorato al metodo storico-critico. Ebbene, quando si legge che Smith avrebbe lasciato delle impronte "apocrife" nel manoscritto con dei vocaboli, giocando sulla sua calvizie, viene proprio da chiedersi come questo Carslon possa essere considerato una persona seria. Che non è un studioso del campo lo si sapeva già e l'analisi filologica maccheronica nella quale si cimenta nella sua monografia, è delle peggiori nelle quali io mi sia imbattuta. Tra l'altro, M. Smith non era certo un burlone che giocava con la sua carriera accademica. Se ha falsificato il manoscritto non era certo per prendersi il gioco del mondo accademico, tanto meno per divertimento personale. Anzi, il fatto che abbia sempre ambito ad una cattedra accademica stabile (obbiettivo raggiunto in età piuttosto matura), mette il luce il suo desiderio di essere preso sul serio dai colleghi. Queste considerazioni prescindono dall'attendibilità delle testi di Smith sulla figura storica di Gesù, come dal suo approccio professionale ai testi in lingua greca. E' stato un formidabile semitista, uno dei migliori del periodo.

Addendum

L'analisi statistica di Criddle, la quale ho letto, è precisa e attendibile, tranne per alcuni aspetti particolari, che sono statti brillantemente confutati da S. G. Brown nelle sue due monografie (di cui una è la sua tesi di dottorato).

CITAZIONE
Basterebbe il cammeo iniziale del suo arrivo in Palestina, così denso di chiaro scuri onirici e di apparizioni , per rendere un testo indimenticabile, se poi si va avanti si percepisce con quale prudenza e professionalità Smith è avanzato nelle sue ipotesi, e di quanti e quali insigni studiosi abbia chiesto prima parere e collaborazione.

Le prime pagine del libro sono una perla retorica da cineteca. Smith aveva un grande talento narrativo. Non dimenticherò mai il suo racconto relativo al diseredato di fronte a quella farmacia che lo aveva lasciato pietrificato.
Smith intraprese una fitta corrispondenza con il suo amico G. Scholem (i due comunicavano in ebraico) e quest'ultimo espresse sempre molte riserve sulle tesi di Smith. Critiche che Smith accettava di buon grado.
 
Top
88 replies since 29/4/2008, 20:07   3919 views
  Share