Studi sul Cristianesimo Primitivo

Regole di McGaughy e Colwell, Greco neotestamentario

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Hard-Rain
view post Posted on 20/3/2011, 20:13     +1   -1




REGOLE DI MC GAUGHY E COLWELL

I lavori di L. McGaughy e di E.C. Colwell vengono utilizzati come criteri guida per stabilire qual è il soggetto grammaticale in una frase greca in cui compare un verbo copulativo. Discuteremo a parte i problemi legati alla “concordanza” in greco, in questa sede diciamo che in una frase con verbo copulativo il predicato nominale concorda normalmente con il soggetto in genere, numero e caso (quest’ultimo è normalmente al nominativo). Sono esempi di verbi copulativi: ειμι (= “(io) sono”, il verbo copulativo per eccellenza, il verbo “essere”, ειναι in greco); ma anche: γι(γ)νομαι, δοκεω, φαινω, ευρισκω ed altri.

Sottolineiamo che le regole di McGaughy e di Colwell hanno validità solo nel contesto del greco neotestamentario. Queste regole, così come quella di Granville Sharp, non si trovano nei manuali di sintassi di greco classico (es. Basile, Tusa Massaro, ecc...) proprio perchè non sono state verificate in generale ma solo nel caso specifico del NT greco. Inoltre esprimono delle tendenze grammaticali, non delle regole ferree e meccaniche, cioè nell’ambito del greco del Nuovo Testamento si è visto che tipicamente i verbi “copulativi” si comportano nel modo che diremo in rapporto al soggetto e al predicato nominale, ma vi sono significative eccezioni.

La regola di McGaughy ha come riferimento ad esempio il lavoro del medesimo, A Descriptive Analysis of EINAI as a Linking Verb in NT Greek (Missoula, MT: Scholar Press, 1972). Essa afferma che se due sostantivi concordano in genere, numero e caso e sono combinati con un verbo “copulativo”, vi sono tre possibilità per stabilire quale dei due sia il soggetto grammaticale:

(i) se uno dei due sostantivi è un pronome dimostrativo oppure un pronome relativo, allora è il soggetto;

(ii) se uno dei sostantivi ha l’articolo, allora è il soggetto;

(iii) se entrambi hanno l’articolo, allora il primo che compare in ordine sintattico è il soggetto.

Esempi di applicazione:

(1) ουκ ουτος εστιν ο τεκτων; = “non è costui il carpentiere?”, il soggetto è il pronome ουτος, anche se ο τεκτων è articolato (cfr. p.to i);

(2) εγω ειμι το φως του κοσμου = “io sono la luce del mondo” (e non: “la luce del mondo sono io”), il soggetto è il pronome personale εγω che vince sul sostantivo articolato το φως (cfr. p.to i);

(3) μαρτυς μου εστιν ο θεος = “Dio è mio testimone” (e non: “mio testimone è Dio”), il soggetto è il sostantivo articolato ο θεος, anche se compare dopo il verbo copulativo (cfr. p.to ii);

(4) και θεος ην ο λογος = “e il verbo era Dio” (e non: “e Dio era il verbo”), cfr. p.to ii; in base alla regola di McGaughy, se ci fosse stato scritto και ο θεος ην ο λογος, allora si sarebbe dovuto intendere “e Dio era il verbo” (cfr. p.to iii);

(5) ο λυχνος του σωματος εστιν ο οφθαλμος = “la lanterna del corpo è l’occhio” (e non “l’occhio è la lanterna del corpo”) poiché anche se entrambi i sostantivi sono articolati, ο λυχνος compare prima di ο οφθαλμος (cfr. p.to iii).

La regola di Colwell è descritta invece in A Definite Rule fort the Use of the Artiche in the Greek NT, JBL 52 (1933), pp. 12-21. Essa stabilisce che nel caso di un sostantivo definito utilizzato in combinazione con un verbo “copulativo”, se esso precede il verbo “copulativo” allora nell’87% dei casi esso non è articolato; se invece esso segue il verbo “copulativo”, allora nel 90% è articolato. Vi è quindi una probabilità molto elevata che un sostantivo determinato sia articolato se è posto dopo il verbo, mentre invece non sia articolato se è anteposto al verbo.

Tale regola che, come quella di McGaughy, ha validità limitata al greco neotestamentario ha i segg. limiti:

(i) essa è stata determinata ipotizzando in anticipo quali siano i sostantivi determinati e quali no e valicandola in base a queste assunzioni; per esempio il celebre verso del prologo giovanneo “και θεος ην ο λογος” sembra dirci che θεος sia qui determinato (cade prima del verbo ed è anarticolato), ma ciò in base al fatto che si presuppone che θεος sia “determinato”;

(ii) è solo una generalità esprimente una tendenza stilistica, non una regola ferrea, difatti sono citate delle percentuali (87% e 90%);

(iii) non si applica quando sono coinvolti dei pronomi relativi o dei nomi propri.

Edited by Hard-Rain - 22/3/2011, 10:58
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 21/3/2011, 02:23     +1   -1




CITAZIONE
Sottolineiamo che le regole di McGaughy e di Colwell hanno validità solo nel contesto del greco neotestamentario.

Devo essere sincero. Da un punto di vista filologico e storico, non lo capisco il criterio di "greco neotestamentario". Cioè, è come si desse per scontato che tutti i 27 scritti del NT avessero coscienza e consapevolezza di appartenere tutti a un canone, che solo quelli scritti dovessero seguire tutti le stesse regole grammaticali e non altri.

E poi di che canone stiamo parlando? Di quello cattolico odierno. Perchè un tempo il canone neotestamentario aveva anche Lettera di Barnaba, lettera di Clemente Romano ai Corinzi, Didachè, Pastore di Erma...e se quelle lettere vi fossero state incluse tutt'oggi nel canone, sottostarebbero alle regole di McGaughy e Colwell? Oppure pensiamo al fatto che molte epistole vennero considerate dubbie e discusse e che 2-3 Giovanni, Giuda, Giacomo, Ebrei e Apocalisse rischiavano di non entrare nel canone cattolico...e che succedeva, che queste lettere non veniva applicata la regola di McGaughy e Colwell, per il semplice fatto che non sarebbero state accolte nel canone neotestamentario? Ecco, è proprio questo criterio arbitrario e aleatorio che mi lascia davvero perplesso....perchè quelle regole valgono proprio e solo per i testi attuali del nuovo testamento agglomerati da una certa chiesa cristiana nel IV secolo e non per altri scritti? Cioè non la capisco sinceramente....
 
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Hard-Rain
view post Posted on 21/3/2011, 08:41     +1   -1




La precisazione di "greco neotestamentario" in questo contesto serve soltanto a dire che McGaughy e Colwell hanno effetuato le loro ricerche in quel corpus di scritti che conosciamo come Nuovo Testamento greco. Non siamo quindi autorizzati ad applicare tali regole ad altri testi semplicemente perchè questi studiosi non se ne sono occupati: tali regole potrebbero valere oppure no. Devo dire che un criterio guida come quello di McGaughy spesso vale anche altrove e non solo nel NT greco, anche se non ho percentuali o cifre da darvi.

QUOTE
perchè quelle regole valgono proprio e solo per i testi attuali del nuovo testamento agglomerati da una certa chiesa cristiana nel IV secolo e non per altri scritti?

Chi ha detto che non valgono per altri scritti? Per gli altri scritti non si può dire niente, nè che valgono, nè che non valgono: semplicemente nessuno ha verificato così nulla si può dire. Ci sono altre regole grammaticali che sono state verificate solo nel contesto neotestamentario, non solo queste due. Le vedremo strada facendo.
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 22/3/2011, 00:36     +1   -1





CITAZIONE
Chi ha detto che non valgono per altri scritti? Per gli altri scritti non si può dire niente, nè che valgono, nè che non valgono: semplicemente nessuno ha verificato così nulla si può dire. [...] Non siamo quindi autorizzati ad applicare tali regole ad altri testi semplicemente perchè questi studiosi non se ne sono occupati: tali regole potrebbero valere oppure no. Devo dire che un criterio guida come quello di McGaughy spesso vale anche altrove e non solo nel NT greco, anche se non ho percentuali o cifre da darvi.

Ah ho capito. In realtà non si sa e la cosa si potrebbe estendere benissimo a molti altri scritti solo che nessuno lo sa. Allora ho equivocato. Comunque eccezioni concrete della regola di Colwell all'interno del Nuovo Testamento quali sono? Perchè mi sembra di capire che si parli di una "tendenza probabilistica" forse a volte pure arbitraria e non una certezza matematica, se non sbaglio.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 22/3/2011, 08:17     +1   -1




QUOTE
mi sembra di capire che si parli di una "tendenza probabilistica" forse a volte pure arbitraria e non una certezza matematica, se non sbaglio.

Sì, è esattamente così: nel caso di un sostantivo definito utilizzato in combinazione con un verbo “copulativo”, se esso precede il verbo “copulativo” allora nell’87% dei casi esso non è articolato (ma nel rimanente 13% dei casi lo è); se invece esso segue il verbo “copulativo”, allora nel 90% è articolato (ma nel rimanente 10% dei casi non lo è).
 
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view post Posted on 25/4/2011, 21:30     +1   -1
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ma, mancando delle grammatiche analoghe alle nostre, in cui le regole sono normalizzate, come si possono distinguere regole di un greco testamentario, da una koiné alessandrina, o un greco ionico-attico? La risposta è solamente, a mio parere, nella lettura dei testi contemporanei, si ricaveranno le regole dal modo in cui sono scritti. Ma quindi, perché distinguere un greco neotestamentario, che inevitabilmente è del I secolo della nostra era, da uno scritto che so, di Plutarco o di altri che operarono nello stesso periodo?

Forse solo perché gli uni sono atticheggianti e l'altro è più "popolare"? Ma in tal caso, ci saranno bensì rimasti altri testi, profani, con lo stesso greco neotestamentario che pure non ha alcuna attinenza ai testi sacri, oppure no?
 
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Hard-Rain
view post Posted on 26/4/2011, 10:47     +1   -1




QUOTE
ma, mancando delle grammatiche analoghe alle nostre, in cui le regole sono normalizzate, come si possono distinguere regole di un greco testamentario, da una koiné alessandrina, o un greco ionico-attico? La risposta è solamente, a mio parere, nella lettura dei testi contemporanei, si ricaveranno le regole dal modo in cui sono scritti. Ma quindi, perché distinguere un greco neotestamentario, che inevitabilmente è del I secolo della nostra era, da uno scritto che so, di Plutarco o di altri che operarono nello stesso periodo?

Scusa posso farti una domanda? Che senso ha per te un dizionario o un lessico di un determinato autore o corpus? Il greco è una lingua che abbraccia migliaia di anni e come abbiamo detto innumerevoli volte, tantissimi lemmi hanno significati diversi, a volte persino in opposizione tra loro (es. l'aggettivo δεινος! Oppure παραδοξος! O, ancora, una parola ambigua come λαβη). Quando si traduce un autore, disporre di un lessico o di una concordanza è di grande importanza per semplificare il lavoro e capire meglio ciò che si sta leggendo. Vedi ad esempio la questione della parola διατριβη che compare nella lettera a Teodoro di Clemente di Alessandria: questa parola greca, da Omero ad oggi, ha tanti significati anche molto diversi tra loro: "scuola (filosofica)", "ozio, tempo inutile", "soggiorno in un luogo", ecc... Se io disponessi di uno strumento che mi dice ad es. che Clemente non usa mai questa parola in un dato senso mentre invece la usa quasi sempre in un altro, non avrei un grande aiuto da questa informazione, fermo restando che in greco si possono avere molti più significati? Allo stesso modo le regole di McGaughy e Colwell aiutano a muoversi nel greco neotestamentario, senza essere per questo "normative" e vincolanti in senso stretto, sulla corretta individuazione di soggetto grammaticale e predicato nominale nel caso di verbi copulativi. Che poi la grammatica non sia una scienza esatta, questo è evidente e non si possono richiedere a fatti linguistici delle dimostrazioni matematiche e delle certezze assolute che non possono offrire.

QUOTE
Forse solo perché gli uni sono atticheggianti e l'altro è più "popolare"?

In che senso utilizzi l'aggettivo "atticheggiante"? La tendenza è in parte legata allo stile letterario e in parte al rispolvero di antiche forme morfologiche. Non mi pare che Plutarco sia particolarmente atticista eppure scrive in una maniera generalmente più complessa degli autori neotestamentari. Hai presente la differenza di scrittura che c'è tra un Enzo Biagi e un ragazzo delle scuole medie? Forse esagerando un po' la differenza tra un Plutarco e Marco è grosso modo quella.

Edited by Hard-Rain - 27/4/2011, 11:57
 
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view post Posted on 26/4/2011, 14:21     +1   -1
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CITAZIONE (Hard-Rain @ 21/3/2011, 09:41) 
La precisazione di "greco neotestamentario" in questo contesto serve soltanto a dire che McGaughy e Colwell hanno effetuato le loro ricerche in quel corpus di scritti che conosciamo come Nuovo Testamento greco.

Ora è più chiaro cosa questi due studiosi hanno focalizzato.

Interessante sarebbe sapere perchè hanno scelto questo
determinato perimetro per i loro studi, cioè perchè
vi abbiano ravvisato (semprechè sia avvenuto) dei motivi per i quali questi scritti eterogeneii (diversi cioè per autori, tempi, luoghi e fini) costituiscano secondo loro un corpus; lo hanno specificato?



 
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Hard-Rain
view post Posted on 26/4/2011, 14:28     +1   -1




Ma non hanno specificato niente, semplicemente come esistono grammatiche, lessici o concordanze di un autore o di un particolare corpus di scritti (che so: tutto Platone), allo stesso modo costoro si sono focalizzati su quegli scritti convenzionalmente definiti "Nuovo Testamento greco" piuttosto che su "Plutarco, Moralia"... Peraltro, come ho già detto, non è che quella tendenza sintattica non valga assolutamente al difuori del Nuovo Testamento greco, semplicemente nulla si può dire, potrebbe anche valere con % maggiori, semplicemente si sono concentrati solo sul Nuovo Testamento greco. Peraltro se parliamo di complessità e stile, all'interno del Nuovo Testamento greco ci sono libri o scritti certamente più complessi del smplice vangelo di Marco. La lettera agli Ebrei dello pseudo Paolo oppure la lettera di Giacomo sono più complessi del vangelo di Marco, per intendeci, per lessico, per costruzioni sintattiche, per il periodare più ampio. Questo non toglie, comunque, che nel complesso il greco neotestamentario abbia un periodare più semplice e regolare del greco colto della koinè (per non parlare poi del greco classico), un vocabolario più limitato, l'unica vera difficoltà è data dai semitismi presenti in alcuni scritti e da tutto il linguaggio religioso che allude o cita la scrittura ebraica.
 
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8 replies since 20/3/2011, 20:13   354 views
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