Studi sul Cristianesimo Primitivo

Protestantesimo, concepimento verginale e parto verginale

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askerella
view post Posted on 1/10/2015, 23:24 by: askerella     +1   -1




Ritornando in topic, cioè tornando alle prime 2 pagine di questa discussione, personalmente concordo con quanto sostiene JohannesWeiss. Per riassumere il tutto tra le diverse tesi e sfumature riportate ne scelgo una, postata da Johannes, che afferma il concetto centrale molto semplicemente:

MULLER – SATTLER: La dottrina della virginitas in partu non fa un’affermazione fisiologica, bensì tipologica.
Alois Muller – Dorothea Sattler, “Mariologia” in Nuovo corso di dogmatica vol. 2, Queriniana, Brescia, 1995, p. 212.
“Importante per un’odierna comprensione della virginitas in partu è il riconoscimento che neppure questa verità di fede vuole fare un’affermazione biologico-fisiologica, ma si serve piuttosto di questa per concretizzare la contrapposizione tipologica fra la vecchia umanità simboleggiata in Eva e soggetta al dominio del peccato e la nuova umanità manifestantesi in Maria e pienamente aperta allo Spirito di Dio”.

Vorrei aggiungere qui una mia riflessione e chiedere un vostro parere.

Joseph Ratzinger afferma lo stesso presupposto "tipologico" (contrapposto a presupposti biologici) quando, in "Introduzione al Cristianesimo", Queriniana, ultima edizione 2005 (prima edizione 1968), scrive a pag. 265 e seguenti riferendosi alla divinità di Gesù:
"(...) la divergenza centrale sta nel fatto che, nei testi pagani, la divinità appare quasi sempre come una potenza fecondante, generatrice, ossia sotto un aspetto più o meno sessuale e quindi come 'padre' in senso fisico del bimbo redentore.
Nulla di tutto ciò, come già abbiamo visto, nel Nuovo Testamento.
Il concepimento di Gesù è una nuova creazione, non una procreazione da parte di Dio. Dio non diventa così il padre biologico di Gesù e tanto il Nuovo Testamento quanto la teologia della Chiesa non hanno in sostanza mai visto in questo racconto, e nell'evento ivi narrato, il fondamento per la vera divinità di Gesù, per la sua 'figliolanza divina'. Questa, infatti, non significa assolutamente che Gesù è mezzo Dio e mezzo uomo, ma per la fede è sempre stato fondamentale il fatto che Gesù è interamente Dio e interamente uomo. Il suo essere Dio non comporta una sottrazione al suo essere uomo: questa è stata la strada seguita da Ario e da Apollinare, i grandi eretici dell'antica chiesa. Contro di essi venne energicamente difesa l'intatta integrità della natura umana di Gesù, rifiutando così l'assimilazione del racconto biblico al mito pagano del semidio generato dalla divinità. La figliolanza divina di Gesù, secondo la fede ecclesiale, non poggia sul fatto che Gesù non abbia alcun padre terreno; la dottrina della divinità di Gesù non verrebbe intaccata qualora Gesù fosse nato da un normale matrimonio umano. Infatti, la figliolanza divina, di cui parla la fede, non è un fatto biologico, bensì ontologico; non è un processo avvenuto nel tempo, bensì nell'eternità di Dio: Dio è sempre Padre, Figlio e Spirito; il concepimento di Gesù non significa che nasce un nuovo Dio-Figlio, ma che Dio, in quanto Figlio nell'uomo-Gesù, attrae a sè la creatura uomo tanto da essere lui stesso uomo.
(...)
Non c'è dubbio: la formula della filiazione divina 'fisica' di Gesù è quanto mai infelice e ambigua; essa dimostra come la teologia, nell'arco di quasi duemila anni, non sia ancora riuscita a liberare il suo linguaggio concettuale dai gusci delle sue origini ellenistiche. L'aggettivo 'fisico' è qui inteso nel senso dell'antico concetto di phýsis, ossia di natura o, meglio, di essenza. Esso denota ciò che appartiene all'essenza.
(...)
Ovviamente, l'essere-da-Dio, che viene indicato col termine 'fisico', non è inteso in senso generativo-biologico, ma sul piano dell'essere divino e della sua eternità.
(...)
È certo possibile che si scontenti qualcuno dovendo dire espressamente che il piano della metafisica non è quello della biologia.
(...)
...radicalità che è assai più ampia e profonda delle idee biologiche di uomo-dio del mito. Su tutto ciò abbiamo già diffusamente riflettuto in precedenza; qui dovevamo però richiamarlo alla memoria, perché si impone l'impressione che l'odierna avversione contro il messaggio della nascita verginale, come pure contro la piena professione di fede nella figliolanza divina di Gesù, poggi su un fondamentale fraintendimento di ambedue, nonché sull'errata reciproca connessione in cui sembra largamente vederli."

Anche in base alle parole di Ratzinger, e da tutto ciò che avete già scritto sul significato della verginità di Maria, CHIEDO: quel concetto "tipologico/ontologico" non viene forse rafforzato e confermato dal dogma dell'Immacolata Concezione?
A me pare di sì. In pratica: essendo Maria esente dal peccato originale, qualsiasi atto sia attivo che passivo (non solo sessuale) da Lei compiuto non risente di quel peccato. Quindi non solo il "parto virginale" sarebbe già compreso nella verginità sostanziale perpetua (nel senso "tipologico, non biologico" già evidenziato da voi), ma vi sarebbe compresa anche un'eventuale unione matrimoniale comprendente attività sessuali.
In parole povere, senza peccato originale il rapporto sessuale sarebbe verginale al 100% in ogni caso.
Attenzione: "verginale" si distingue da "casto".
(Chi nasce col peccato originale e poi viene battezzato può essere "casto" anche in una relazione sessuale, ma chi nasce senza peccato originale...a rigor di logica è "vergine" qualsiasi cosa faccia. Cambia proprio la natura della persona)

Il primo dogma afferma: vergine prima, durante e dopo il parto.
Ma se in una creatura non è presente alcuna conseguenza del peccato originale non ci servirebbe nemmeno indagare se si trattava di "astensione dalle unioni fisiche matrimoniali" oppure di "unioni pure, esenti da conseguenze di peccato". Proprio perché ci troviamo in un ambito "tipologico", sostanziale, e non più "fisiologico".

Infatti, noi parliamo per i cristiani/cattolici battezzati di possibilità di scelta di "castità" oppure di "unioni caste matrimoniali" (che significa esercitare certe attività 'castamente'). Si tratta però, in termini di fede e teologici, di persone "liberate" DOPO la nascita dal peccato originale, quindi ancora sotto le sue conseguenze (cioè affetti da "concupiscenza" in tutte le loro azioni, non solo sessuali).
Mentre Maria, secondo il dogma dell'Immacolata Concezione, è NATA SENZA peccato e senza le sue conseguenze (concupiscenza).
È appunto, in sostanza, in realtà, la nuova Eva.
(nel senso che per il credente non si tratta di una metafora, ma dell'inizio di una nuova umanità).
Ragionando teologicamente (e sostanzialmente) sono possibili alcune ipotesi: una creatura con tali caratteristiche può essere che non sia "interessata" a scambi fisici sessuali come da noi intesi, ma magari attua la donazione di sè stessa-fisica in modo sostanziale diverso (ad esempio donarsi alla famiglia, al figlio, ai parenti, alla società, ecc.). Oppure può essere una creatura che ha relazioni fisiche-sessuali col marito con valenze sostanziali-tipologiche-ontologiche che noi, creature 'normali', non conosciamo.
Ma il punto è che non sarebbe così importante definire cosa ha fatto o non fatto fisicamente Maria, proprio grazie al dogma del 1854, Immacolata Concezione.

Ora io non so se nel formulare originariamente entrambi i dogmi la Chiesa aveva in mente queste riflessioni che sto esponendo....probabilmente no! Anzi...credo proprio di no.

Tuttavia a me pare che questa ipotesi di interpretazione possa essere valida e che possa consentirci di "rimanere cattolici" - per chi lo è - cioè di riconoscere i dogmi, parte integrante della fede, anche se con un significato "non usuale" per il senso comune - ma che in realtà va proprio al cuore degli stessi.
L'unico problema, già rilevato da alcuni qui, è semmai dirlo apertamente in ambienti cattolici senza creare scandalo o fraintendimenti in chi non ha un minimo livello di studio teologico alle spalle...cioè la maggioranza dei fedeli (ma anche la maggioranza degli atei/agnostici in ascolto...che lo intenderebbero forse come una via di fuga dei cattolici per guadagnarsi una dignità 'moderna').

Mi piacerebbe conoscere il parere di JohannesWeiss e dei forumisti che volessero intervenire. In sintesi: trovate anche voi che i due dogmi mariani sono in realtà complementari - e il secondo fornisce la chiave del primo? Qualcuno conosce dei teologi che hanno affermato questo collegamento?
Grazie.

Edited by askerella - 2/10/2015, 00:45
 
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