| Ciao a tutti, sono relativamente nuovo in questo forum, e volevo iniziare con voi una discussione che a me appare davvero interessante (ma che magari è davvero stupida): cos'è la salvezza per gli autori del NT? Parto col dire che non ho una grande cultura in fatto di cristianesimo primitivo, contrariamente a molti di voi, quindi cercherò di sviluppare una personale riflessione alla quale (sarei ben contento), se vorrete, aggiungerete il vostro aiuto. Facendo un breve excursus sul significato della parola "salvezza" nella Bibbia (a partire dall'AT), mi sono accorto che essa assume vari significati. Nei profeti -- e specialmente in Isaia -- la salvezza è per lo più militare, la liberazione di Israele dall'oppressore politico. Certo, spesso questa liberazione viene accompagnata da un cambiamento del modo di agire di Israele (ad esempio Is 45,22; 66,19.23), ma esso risulta in secondo piano rispetto alla vera e propria liberazione del popolo. Peraltro, davvero raramente, nei profeti, la liberazione (salvezza) è collegata alla resurrezione, sebbene vi siano rari accenni ad essa (ad esempio il ben citato Dan 12,2, che, per quel che ne so, è l'unico passo che menziona la resurrezione finale, nell'AT). Nel cristianesimo, poi, questa salvezza viene trasposta alla salvezza dalla morte. Difatti, non si può negare che spesso (anzi, quasi sempre) la Vita Eterna è collegata alla resurrezione, senza specificare alcuna differenza tra buoni e cattivi (si pensi ad esempio che Gesù parla di "essere ritenuti degni della resurrezione", Lc 20,35; si pensi peraltro a tutti i passaggi di Gesù in cui si dice che egli resuscita quelli che hanno creduto in lui, ma non menziona i malvagi, Gv 6,39.40.44.54, giusto per fare qualche esempio; si pensi poi a tutti i passi di Paolo, specialmente nella prima lettera ai Corinzi, in cui la Resurrezione è vista come una cosa bella a prescindere, si pensi a tutto il cap. 15 di 1Cor; si veda anche At 23,6). Dunque, difatti, dai passi appena citati, tanto quanto da altri ancora, sembra venire fuori l'idea secondo la quale la Resurrezione riguarda solo quelli che sono santi, non anche i malvagi. Differente è la situazione nel libro dell'Apocalisse, libro che tuttavia è molto più tardo. Certo, non si può negare che ci sono passaggi che sono collegati alla Resurrezione (ad esempio Matteo 25,46), e possiamo essere abbastanza certi che tutti gli apostoli, compreso Paolo, credessero nella Resurrezione degli empi (At 24,15), però mi viene da chiedere se non fosse possibile che, in un primitivo stadio teologico, la salvezza non fosse che la salvezza dalla morte, quindi la resurrezione, la quale è vista in una luce positiva a prescindere. Che ne pensate?
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