CITAZIONE (Lycanthropos @ 15/3/2011, 14:45)
Il ragionamento è direi semplice, invece, talmente banale: non ci sono prove per dire che Dio esiste, ergo, non ritengo esista. Come l'esempio di lino: è chi afferma qualcosa che deve dimostrarlo. Si chiama onere della prova.
Le cose esistono anche se non vi sono "prove" (qualunque cosa tu intenda come "prova"), mi sembra evidente.
Dare un senso al fatto che esista un universo, e che esistiamo noi a interrogarci su Dio soffrendo la malinconia di giorni randagi, è un'esigenza. Come rispondi a quest'esigenza? Il credente risponde con Dio (l'esigenza stessa può essere una prova schiacciante), mentre altri troveranno risposte diverse ma tutte egualmente indimostrabili.
Tu che risposta indimostrabile scegli?
CITAZIONE
E finché qualcuno di Dio non dimostra l'esistenza, io ho tutto il diritto non solo di non credervi, ma anche di comportarmi etsi Deus non daretur
Tu hai il diritto di fare quello che vuoi quando vuoi finché vuoi. Certo, se nell'incertezza orienti la scelta per quella più vantaggiosa, allora con Pascal ti conviene scegliere Dio.
CITAZIONE
Attenzione, è qua che invece sta la questione: di fronte al bivio(Dio c'è, Dio non c'è), l'ateo debole semplicemente dice che non può affermare nulla, né sulla prima né sulla seconda con certezza ma che, dato davanti allo stesso bivio ha sempre girato sulla seconda, perché non aveva alcun motivo valido per fare diversamente(vd esempi di altre entità metafisiche), gira anche in questo caso sulla seconda(Dio non c'è), lasciandosi aperta la possibilità di tornare indietro e cambiare idea, nel caso in cui le condizioni della scelta iniziale dovessero cambiare(ma vedi più sotto).
Se uno ha già scelto uno strada, e gli piace, non ha motivo per cambiarla. Mi pare ovvio. Ma se non gli piace, deve chiedersi perchè non gli piace e capire se l'altra strada offre qualcosa di meglio.
A te cosa non piace della strada che hai imboccato? Cosa potresti trovare di meglio?
CITAZIONE
Le prove, proprio in quanto prove, non sono sggette a interpretazioni. La forza di gravità è provata, e su questo siamo tutti d'accordo,
Non lo siamo affatto. Per Newton la gravità era un forza che esprimeva un'interazione tra due masse, mentre per Einstein è la proprietà della materia di deformare lo spazio-tempo. Per alcuni è una radiazione, per altri esiste un mediatore chiamato gravitone. Per altri ancora è un fenomeno illusorio, quindi non esiste affatto.
Strano mondo, vero? Ogni prova, un'interpretazione. Eppure le mele continueranno a caderci sulla testa.
CITAZIONE
e anche a prescindere che ci fosse qualcuno che non sia d'accordo, quella cosa e la sua esistenza non cambia.
Lo stesso vale per Dio. Il fatto che esista e tu non ci creda, credi che cambi qualcosa?
CITAZIONE
Semplicemente, sapendo tutto quello che noi sappiamo, per mettere insieme tutte queste conoscenze non abbiamo bisogno di Dio.
E ci mancherebbe altro. Al limite ti servirebbe uno scatolone bello grande. Che c'entra Dio col mettere insieme tutte le conoscenze? A te serve sapere perché, non come.
CITAZIONE
E invece qua commetti un errore banale. Se io aggiungo un elemento ad un'equazione, a meno che quell'elemento non sia uno 0(e allora non serve praticamente a nulla, ma anzi complica il calcolo), il risultato non solo non sarà lo stesso, ma sarà reso ancora più complesso. Non significa, fuor di metafora, che Dio non c'è, ma semplicemente che è un ente inutile, e che anzi provoca più problemi che soluzioni.
Dio non può essere l'elemento di un'equazione, perchè il ruolo di Dio non è quello di risolvere equazioni. In tale ruolo, è effettivamente inutile.
Quindi questo cosa dimostrerebbe?
CITAZIONE
Ahi, anche qua sbagli, perché l'ipotesi uomo è sottesa al ragionamento di Laplace, in quanto qualsiasi osservazione scientifica è possibile soltanto grazie a un osservatore, appunto, capace di farla in modo scientifico. Ecco che quindi l'uomo è posto a priori dell'osservazione, come indispensabile premessa.
Allo stesso modo può essere indispensabile premessa anche quella di Dio, pur non comparendo nelle equazioni. Sto solo cercando di spiegarti che ciò che non compare nelle equazioni può comunque essere indispensabile premessa, e allo stesso tempo non conmparire nelle equzioni.
CITAZIONE
Il meccanicismo determinista è una teoria filosofica, prima ancora che scientifica.
Come dicevo, la scienza non fa altro che porre come premessa l'ottimismo gnoseologico: ovvero l'idea che l'ambito di ricerca(l'universo, in questo caso) segua delle leggi specifiche e che queste leggi siano comprensibili e teorizzabili, in particolar modo con il linguaggio dei muneri. Questa premessa non è mai stata disattesa: le operazioni possono essere lunghe, complesse, magari inintelligibili per chi non ha studiato a sufficienza, ma comunque portano sempre ad un risultato che le prove osservative confermano. Ma questo non è una questione di perché, come fai notare, ma di come:
Non proprio. Il fatto che le leggi siano comprensibili all'intelletto, traducibili ed addirittura predicibili tramite il linguaggio matematico, è una cosa che rimanda di nuovo alla domanda "perché", in quanto il "come" nessuno può spiegarlo.
CITAZIONE
l'unica domanda veramente scientifica: il perché viene dopo, e a livelli ascientifici. Ma dato che quel perché esula, in ogni modo, da qualsiasi certezza o prova, per sua natura, qualsiasi risposta venga data a tale domanda può, per il solito principio per cui ciò che senza prove viene affermato, senza prove può essere negato, tranquillamente essere messa fra le cose di cui nulla in effetti si può dire.
Ma se ritieni che il "perché" sia domanda inutile in quanto esula da certezze o prove, allora non chiedertelo neppure e abbandona le domande su Dio.
CITAZIONE
Sarebbe da capire cosa intendi per dimostrazione scientifica e per vero e falso, a questo punto, perché la mia posizione è diametralmente opposta. Prova a vivere tutti i giorni mettendo in dubbio i risultati scientifici. Se metto in dubbio questi, metto in dubbio praticamente tutto,
I risultati scientifici sono messi in dubbio tutti i giorni 365 giorni all'anno, c'è gente che lo fa di mestiere. Si chiama metodo scientifico. E certe cose che si credeva esistessero non esistono più, certe teorie cosmologiche da vere sono diventate false mentre idee vecchie tornano nuove, e via così verso il progresso della conoscenza (mentre il salumiere continua a non farmi lo scontrino).
.. Quindi certo che devi mettere in dubbio tutto, non ricordi? Cogito ergo sum!
CITAZIONE
(sarebbe da capire in che modo la credenza in Dio farebbe vivere in modo migliore),
Beccato! Sei insoddisfatto, vuoi capire se credere in Dio ti farebbe vivere più pienamente la vita. La risposta è sì, è un fattore antropologico comune a tutte le società umane - basta leggere, ad es., qualcosa di Jung.
Questo ti dice qualcosa su Dio? La consideri una prova della sua esistenza, o solo un bizzarro capriccio della genetica?
CITAZIONE
Dipende anche qui cosa si intende per scientifico e cosa si intende per vero. Per me vero è soltanto ciò che è sempre uguale a prescindee dall'osservatore/colui che lo afferma. Il metodo scientifico, che si basa sulla ricerca di prove, permette di arrivare ad affermazioni vere. Ci sono altri metodi che permettono questo? Non che io sappia.
Tu dici che "Il metodo scientifico, che si basa sulla ricerca di prove, permette di arrivare ad affermazioni vere" e pour parler me lo faccio andare bene. Ma io ti ho chiesto un'altra cosa, che ripeto: credi che solo ciò che è scientificamente dimostrabile (= metodo scientifico) sia vero ?
Ciao,
Talità
CITAZIONE (lino85 @ 15/3/2011, 20:51)
P.S.: dati gli inquietanti eventi che stanno accadendo in questi giorni dall'altra parte del globo, non so quanto sia condivisibile una visione "escatologica" dell'impresa scientifico-tecnologica vista come disegno che si realizza nella storia (che guarda caso anche da qui viene "rivelato" all'inizio da un "Galileo") ma le cui speranze di un "giudizio finale" che porterà la salvezza e la beatitudine all'umanità sconfiggendo gli "oscurantisti" mi sembra sostituire una religione a un'altra che ha di "laico" solo un travestimento posticccio mantenendo della religione tutta la sostanza e a cui Nietzsche avrebbe reagito in modo negativo tanto quanto ai valori più religiosi che erano diffusi ai suoi tempi...
Ciao.
Menzione speciale! Fantastica parabola apocalittica dell'impresa scientifico-tecnologica!!! Al tempo stesso divertente e efficace, grazie Lino.
CITAZIONE (Lucifero ~Sapere Aude~ @ 15/3/2011, 21:00)
Tra l'altro non mi ha mai convinto l'argomentazione del "desiderio di infinito" di alcune persone o il fatto che esistano dei sentimenti di speranza, amore, altruismo, etc. dovrebbero implicitamente supporre un "Dio". Non mi ha mai convinto per il semplice fatto che l'assunzione del credente si basa su dei presupposti soggettivi non scientificamente o matematicamente quantificabili o esprimibili.
Quello che ti sfugge è che tali emozioni esistono a prescindere dal fatto che non siano matematicamente esprimibili. Il fatto che la matematica non riesca a descriverle, è un problema della matematica e dello scopo per cui è stata inventata. Non so se mi spiego. O forse siamo tornati ai tempi in cui l'aria non esisteva perchè è invisibile?
Ciao,
Talità