Studi sul Cristianesimo Primitivo

Rispondo qua 2, era UAAR

« Older   Newer »
  Share  
peppetre
view post Posted on 24/6/2008, 08:32     +1   -1




E questa è una CLASSICA considerazione fatta da quelli che sono a FAVORE...


CITAZIONE
Il cammino cristiano



Esistono contraddizioni nella Bibbia?



INTRODUZIONE

Attraverso la storia il cristianesimo ha sempre sostenuto che le parole della Sacra Scrittura sono ispirate e che questa ispirazione include ogni parte della Scrittura.

La Bibbia stessa si dichiara ispirata nella sua totalità. In 2 Timoteo 3:16, ad esempio, leggiamo che "ogni Scrittura è ispirata da Dio". L'ispirazione include ogni suo libro, tutti i particolari storici, geografici, genealogie, insegnamenti di Gesù, ecc., ogni sua parte.

Un'accusa comune nei confronti della Bibbia è che essa sia "piena di contraddizioni", ma c'è una grande differenza fra contraddizioni reali e contraddizioni apparenti. Le prime non sono mai state provate, mentre le altre, in quanto apparenti, tendono a sparire alla luce di uno studio più approfondito del brano in questione. Non dobbiamo comunque mai dimenticare che "noi conosciamo in parte" (1 Corinzi 13:9), e che l'uomo non può presumere di poter comprendere o spiegare ogni cosa con alla propria mente. (QUESTI STUDI SONO ACCESSIBILI SOLO AI PROFESSORI E QUINDI UN GIOCO DI SOCIETA' PER POCHI...)


ESISTONO DELLE REALI CONTRADDIZIONI ?

Le principali obiezioni si possono dividere nelle seguenti categorie:


A. Difficoltà basate sull'ignoranza dei fatti storici

Dati storici incompleti che avevano omesso Belsatsar dall'elenco dei re babilonesi sono un esempio di questo tipo di difficoltà. Ulteriori scoperte archeologiche non hanno fatto che confermare l'esattezza della Bibbia.

Il popolo degli Hittei è menzionato 46 volte nella Bibbia, ma per lungo tempo gli storici non avevano riconosciuto la sua esistenza, perché di questo popolo non ce n'era alcuna traccia se non nella Bibbia (vedi Esodo 3:8; 2 Re 7:6), finché nel 1906 gli archeologi scoprirono la capitale ittita e le rovine rivelarono che tale nazione era una delle tre civiltà più grandi del tempo antico, che si estendeva dal nord e dall'ovest del fiume Eufrate al Mar Nero, in Asia Minore.

Nel vangelo di Marco è scritto che Gesù, nel lasciare la città di Gerico, guarì un cieco. Anche nel vangelo di Marco è scritto che Gesù guarì un cieco nei pressi di Gerico; apparentemente potrebbe trattarsi dello stesso evento, ma notiamo che nel secondo caso è scritto che Gesù si stava avvicinando a Gerico quando compì il miracolo.
Quest'apparente contraddizione è presto spiegata. Gli scavi compiuti da Ernest Sellin della German Oriental Society nel 1907-09 dimostrarono che al tempo di Gesù esistevano due città "gemelle" entrambe chiamate Gerico: una era un'antica città ebraica, l'altra era una città romana; distavano l'una dall'altra soltanto un miglio. Marco e Luca si riferivano dunque a queste due diverse città.(QUESTA MI RISERVO DI CONTROLLARLA...)

Queste e altre difficoltà bibliche del genere si risolvono semplicemente con la conoscenza dei fatti storici.


B. Difficoltà basate sull'ignoranza dei fatti biblici

Un esempio di questo tipo di difficoltà lo vediamo confrontando Numeri 25:9, in cui si legge che morirono 24.000 persone col flagello, e 1 Corinzi 10:8 che, riferendosi allo stesso fatto, dice che morirono circa 23.000 persone in uno stesso giorno. Un'attenta lettura delle esatte parole dei due testi mostra che non c'è affatto alcun contrasto: il versetto in 1 Corinzi ricorda a titolo d'esempio il numero di quelli che morirono in un solo giorno, mentre l'altro, nei Numeri, calcola il numero totale dei caduti (inclusi i capi del popolo, ecc); il flagello, lo ricordiamo, durò più di un giorno prima che venisse arrestato da Fineas.


C. Difficoltà dovute all'accettare pregiudizialmente che Dio non esista

Un opuscolo pubblicato da un'organizzazione atea alcuni anni fa è un buon esempio per evidenziare come certi oppositori del cristianesimo si abbassano a tal punto da fare dichiarazioni false nel tentativo di sradicare le convinzioni che i credenti hanno sulla Bibbia.

L'opuscolo affermava che la Bibbia pone Methushelah (Matusalemme), che nacque prima del diluvio, tra i viventi dopo il diluvio. Dal momento che questi non era nell'arca durante il diluvio e che secondo l'affermazione biblica nessuno scampò (eccetto Noè e la sua famiglia), la Bibbia evidentemente si sarebbe contraddetta. Probabilmente molti hanno letto l'opuscolo ed hanno accettato questa accusa senza rendersi conto direttamente se essa fosse vera oppure no.

Basta comunque leggere la Bibbia per rendersi invece conto che essa afferma che Matusalemme morì nello stesso anno in cui avvenne il diluvio (egli visse 187 anni prima della nascita di Lame, che visse 182 anni prima della nascita di Noè. Questi aveva 600 anni quando avvenne il diluvio, dunque 187+182+600=969. Matusalemme aveva infatti 969 anni quando morì, secondo Genesi 5:25; 27-29; 6:11; l'età è coerente con quella di altri patriarchi vissuti nell'atmosfera terrestre esistente prima del diluvio, e con i dati di quel periodo disponibili nella letteratura babilonese).

Un ateo di nome David Nelson lesse le opere di diversi autori atei e, sebbene si opponesse al cristianesimo, a proposito degli scritti di atei famosi come Voltaire (e altri, come Thomas Paine) egli scrisse:

"Queste obiezioni sono state il più delle volte costruite su affermazioni davvero false... Egli (Voltaire) deve essersene reso conto certamente al tempo in cui scriveva... Non c'era un solo articolo che non fosse una specie di scherno e che, del resto, non provava affatto quanto cercasse di affermare. Perché ricorrere a delle bugie come armi se stiamo dalla parte della ragione?"


D. Difficoltà risultanti dall'incredulità

La Bibbia dichiara che l'intelletto di coloro che non hanno mai sperimentato personalmente la salvezza tramite Gesù Cristo, è ottenebrata e necessita di illuminazione dallo Spirito Santo per poter ricevere e accettare la verità divina (1 Corinzi 2:14-16).

Ad esempio, quando una persona dice: "Non riesco a credere nella risurrezione corporea di Cristo", egli dimostra una difficoltà derivata dalla sua incredulità verso Dio.
Spesso questa incredulità è un problema che riguarda piuttosto la volontà che l'intelletto: cioè, è che non si vuole credere piuttosto che non si può credere. Accettare la Bibbia significa mettersi faccia a faccia con Dio e questa è una responsabilità che molti non vogliono prendere perché dovrebbero così riconoscere che Dio ha parlato direttamente riguardo alla condizione peccaminosa dell'uomo e alle relative conseguenze.


E. Difficoltà relative a traduzioni o trascrizioni imperfette

Non è possibile che una traduzione in italiano o in inglese renda perfettamente il significato delle parole contenute nei testi biblici originari ebraici e greci nelle loro sfumature. Per questo motivo, quelle che non erano difficoltà nei testi originali, appaiono tali nelle traduzioni.

Per esempio, leggiamo in 2 Samuele 24:24 che Davide comprò un'aia per 50 sicli d'argento, mentre invece 1 Cronache 21:22-25 dice che pagò 600 sicli d'oro.

In realtà i due racconti si riferiscono a due transazioni diverse e nella lingua originale si usano due parole completamente diverse: una si riferisce all'aia sola, che costò molto poco, solo 50 sicli. L'altra parola, invece, si riferisce a tutto il luogo su cui si trovava l'aia, e costava, naturalmente, molto di più, 600 sicli.

Un altro esempio di traduzione imperfetta si nota nel confrontare due affermazioni che si riferiscono chiaramente allo stesso gruppo di persone che erano con Paolo al momento della sua conversione. Atti 9:7 dice che essi sentirono una voce, ma Atti 22:9 dice che essi non sentirono la voce. Può sembrare una contraddizione, ma non lo è affatto.

Studiando la costruzione grammaticale del testo greco originale, notiamo infatti che la traduzione letterale del verso è "essi non udirono il suono". Il verbo "udire" (akouo) associato al caso genitivo significa "udire un suono", mentre associato al caso accusativo significa "udire con comprensione", ossia comprendere ciò che si ode. Il genitivo è usato nel verso 9:7, mentre l'accusativo è usato nel verso 22:9 (qui il termine è phonen, voce). Dunque gli uomini che viaggiavano con Saulo udirono il suono della voce (9:7), ma non compresero nulla di ciò che Cristo diceva (22:9).

In quanto alle trascrizioni, esse sono state effettuate nel corso dei secoli da numerosi copisti al fine di preservare il contenuto dei testi originali della Scrittura (ad esempio, vi sono più di 24.000 trascrizioni del solo Nuovo Testamento, un numero enorme se confrontato col numero di trascrizioni di altri antichi testi).

Abbiamo detto che i manoscritti originali in lingua ebraica e greca erano ispirati da Dio e assolutamente privi di errori. Le trascrizioni possono invece aver riportato lievi cambiamenti che possiamo catalogare come:

*
Dittografia - cioè scrivere due volte ciò che andava scritto una sola volta (ad esempio, scrivere "note" invece di "notte");
*
Fissione - dividere una parola in due parole (ad esempio, "crepapelle" in "crepa" e "pelle");
*
Fusione - combinare l'ultima lettera di una parola con la prima della successiva (ad esempio, la frase "sul ripiano vi erano cera lacca e guanti" può essere erroneamente trascritta come "sul ripiano vi erano ceralacca e guanti");
*
Aplografia - l'opposto della dittografia;
*
Omofonia - scrivere una parola che ha la stessa pronuncia di un'altra, ma che ha un significato differente (ad esempio, "l'oro" in "loro");
*
Metatesi - uno scambio nell'ordine delle lettere (ad esempio, "torta" in "trota").

Ad esempio, a causa di un errore di trascrizione, in 2 Samuele si parla di 700 carri, mentre in 1 Cronache i carri sono 7000 (in questo caso specifico, lo studioso J. Haley fa notare che durante la trascrizione, il nun finale fu confuso per uno zayin puntato; pertanto è molto probabile che il numero esatto sia 7000).
Un altro caso è quello di 2 Cronache 22:1, dove si legge che Acazia divenne re all'età di 42 anni, mentre in 2 Re 8:26 leggiamo che egli aveva 22 anni (quest'ultima è l'età esatta; Acazia infatti salì al trono alla morte di suo padre, che aveva 40 anni). La discrepanza di due decenni è dovuta a uno dei rari errori di copista; ai tempi di Ezra, infatti, la notazione numerica consisteva di "ganci" orizzontali che rappresentavano le decadi. Se un "gancio" veniva macchiato o si scrostava dal papiro, appariva un cambiamento di dieci anni o di un fattore di dieci nella data; l'errore passava quindi di copia in copia.
Il fatto che si sia verificati questi rarissimi errori di copia non invalida in alcun modo l'ispirazione o l'autorità delle Scritture. Nessuna sua parte dottrinale è stata mai alterata.

Il contenuto e il significato degli scritti che abbiamo oggi è essenzialmente identico all'originale ispirato da Dio; inoltre, si calcola che almeno il 98,5% del testo della Bibbia sia assolutamente privo di errori di copia, nonostante i molti secoli di trascrizioni manuali.


F. Difficoltà derivanti da interpretazioni erronee

Non di rado si accusa la Bibbia di inesattezze solo perché si è frainteso ciò che essa dice. È bene quindi, prima di rivolgerle tale accusa, accertarsi che la propria interpretazione sia esatta.

Per esempio, in riferimento alla fine dei tempi ed alla Sua seconda venuta, Gesù dice: "Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte. Io vi dico in verità che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute" (Matteo 24:33,34).

Alcuni hanno supposto che "questa generazione" si riferisse alle persone che erano davanti a Gesù in quell'occasione, ma questa interpretazione è sbagliata in quanto quella generazione non è vissuta tanto da vedere la seconda venuta del Signore.

Il termine "generazione", nel greco si può usare in riferimento ad un gruppo etnico. Se viene accettato tale significato, allora Gesù diceva che gli ebrei, come razza, sarebbero esistiti fino alla sua seconda venuta. D'altra parte, se consideriamo che una generazione dura circa 30-100 anni, non era la generazione alla quale Gesù parlava che avrebbe visto il ritorno del Signore Gesù e la fine dei tempi, ma piuttosto la generazione che avrebbe visto l'inizio dei segni che avrebbero preannunziato la fine dei tempi, e in modo particolare i segni specifici della grande tribolazione (Matteo 25:21-35; Luca 21:20-33).

Altri ancora credono che gli elenchi relativi alla genealogia di Gesù Cristo riportati in Matteo 1:1 e in Luca 3:23 si contraddicano, perché diversi tra loro. Luca elenca la genealogia da Adamo fino a Davide, mentre Matteo elenca quella da Abrahamo a Davide. Poi da Davide le genealogie si dividono con i suoi figli: Nathan (famiglia di Maria) e Salomone (famiglia di Giuseppe).
Non vi sono discrepanze, dunque, in quanto una è la genealogia da parte di Maria e l'altra è quella da parte di Giuseppe. (MA LA DONNA CONTAVA DAVVERO TANTO??? A QUEL TEMPO???)

Un'altra apparente contraddizione la troviamo nella narrazione che i quattro vangeli fanno circa l'apparizione degli angeli al sepolcro di Gesù. Matteo riporta che apparve "un angelo del Signore" (28:1-2), Marco parla di "un giovane" (16:5), Luca di "due uomini" (24:4), e Giovanni di "due angeli" (20:1-2).

In realtà non vi è alcuna discrepanza. Infatti, un angelo del Signore rotolò la pietra dall'apertura e vi si sedette sopra (Matteo 28:2). I "due uomini" di cui parla Luca erano due angeli, gli stessi di cui parla Giovanni (in Genesi 18:16 e seguenti abbiamo altri esempi in cui gli angeli vengono chiamati semplicemente "uomini" in quanto appaiono in sembianze umane). Lo stesso vale per il "giovane" descritto da Marco (si legga il verso nel contesto).
Dunque non vi sono contraddizioni: se c'erano due angeli al sepolcro, significa che ce n'era almeno uno. Abbiamo semplicemente quattro testimonianze complementari dello stesso evento; Matteo e Marco hanno descritto solo l'angelo che ha rivolto la parola alle donne che erano accorse al sepolcro; Luca e Giovanni li hanno descritti entrambi.

E ancora, in Matteo 27:3-8 si legge che Giuda, dopo aver tradito, si impiccò. In Atti 1:16-19 si legge che si squarciò il ventre. Può apparire come una contraddizione, ma basta leggere con un po' più di attenzione per capire che non ci sono contraddizioni. Il testo in Atti dice infatti: "...poi, essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre..." (verso 18). L'idea è quella di una persona che cade da una certa altezza (cf. testo originale: prhnhv genomenov). Giuda si impiccò, la corda si spezzò sotto il peso del suo corpo ed egli cadde, e con l'impatto della caduta al suolo gli si squarciò il ventre. Dunque, Matteo ha descritto il modo in cui Giuda tentò di uccidersi, mentre Pietro ha descritto il risultato effettivo della sua azione.

Di contraddizioni apparenti simili a queste ve ne sono diverse, sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento, e quelli che leggono la Bibbia nella speranza di trovare delle contraddizioni vi inciamperanno a causa della loro incredulità.

"Perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi, e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché Io li guarisca" (Matteo 13:15).

"In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete affatto nel regno dei cieli" (Matteo 18:3).


G. Difficoltà derivanti dall'incapacità degli uomini a capire Dio
(SE LE SUE CREATURE, SUO PROGETTO CREATIVE SONO INCAPACI DI CAPIRE CHI LE HA CREATE; NON VUOL DIRE CHE QUESTO DIO HA DEI LIMITI???)
Alcuni dubitano del giudizio e dell'amore di Dio perché Egli permette delle cose che essi ritengono essere ingiuste. Perché Dio comandò ad Israele di sterminare i Cananei (Det. 20:12-18)? Come possiamo conciliare questo fatto con l'affermazione di 1 Giovanni 4:16 che "Dio è amore"?

Dalla Bibbia si evince chiaramente che la società che abitava Canaan meritò la distruzione in quanto corrotta da ogni sorta di pratica malvagia, tra cui l'abominazione del sacrificio umano di bambini (Deut. 9:1-6, 12:29-31, 18:9-14; 1 Re 14:24; 2 Cronache 33:1-9, Esdra 9:11).
Il ritrovamento di letteratura religiosa cananea nel periodo 1929-37 a Ras Shamra (l'antica Ugarit nella Siria settentrionale) rivela l'adorazione di dèi immorali come El e Baal e la prostituzione sacra nel culto di Anath, Asherah e Astarte. Questa letteratura conferma pienamente le notizie dell'Antico Testamento sulla depravazione religiosa e la degradazione morale dei Cananei. Gli oggetti di culto, le immagini e la letteratura mostrano quanto la religione cananea fosse incentrata sul sesso, sui sacrifici umani, sul culto di serpenti, sulla prostituzione sacra e sui sacerdoti eunuchi. Lo squallido baratro di degradazione sociale a cui conducevano gli aspetti erotici dei culti cananei è scarsamente immaginabile.
Perciò Dio usò gli Israeliti per amministrare una giustizia specifica, proprio come più tardi usò altre società per amministrare giustizia contro gli Israeliti corrotti (cfr. libro di Geremia).

Altri si chiedono: perché Dio permette il male e rimanda il giudizio sugli empi? Anche il salmista, nel Salmo 73, si poneva il problema del bene e del male. Perché gli empi prosperano nel mondo, mentre spesso coloro che amano Dio sembrano rimanere senza ricompensa (Salmo 73:12,13)? L'invidia, insieme all'autocommiserazione, lo avevano portato ad una profonda disperazione e ribellione nei confronti di Dio (versi 16,21,22), ma egli capì quando entrò nel tempio di Dio (v. 73:17-21). Là si era reso conto che la fine dei pochi anni di vita terrena degli empi sarebbe stata quella di essere giudicati da Dio per l'eternità, mentre lavita e il destino di tutti coloro che amano Dio, sono nelle Sue mani. Il credente è sicuro della protezione e della cura di Dio (Romani 8:28,29).
2 Pietro 3:9 ci aiuta a concludere: "Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento". Se Dio non fosse paziente verso tutti noi, nessuno escluso, l'umanità intera non avrebbe scampo.


H. Difficoltà derivanti dal non sapere distinguere tra Dio, l'uomo e Satana

Molte persone, quando sentono dire che la Bibbia è Parola di Dio e che la sua origine e la sua autorità sono di natura divina, pensano che questo significhi che ogni parola in essa scritta sia proceduta direttamente dalla bocca di Dio, cioè che sia stato Lui a pronunciare ogni frase scritta.

Non è affatto vero: Dio ha ispirato degli uomini perché riportassero per iscritto non solo ciò che Lui stesso ha effettivamente detto, ma anche ciò che altri hanno detto. La Bibbia riporta cioè affermazioni fatte da uomini retti, da uomini non ispirati, da angeli, da demoni, da Satana stesso. Dio ha guidato gli scrittori ad includere queste affermazioni. È vero che essi le dissero, questo è stato registrato accuratamente, ma non può essere vero ciò che dissero.

Per esempio, in Genesi 3:4 Satana dice: "No, non morrete affatto". È vero che Satana ha detto queste parole, ma ciò che egli ha detto non corrisponde alla verità: è un'infame bugia che ha rovinato la razza umana. Ciò che Satana ha detto è incluso nella Parola di Dio, cioè è riportato nella Bibbia, ma non è stato Dio a dirlo, ma Satana.

Molti lettori, negligenti della conoscenza della Bibbia, non badano a chi parla, se Dio, uomini buoni, uomini cattivi, uomini ispirati, non ispirati, angeli o Satana... Essi tolgono una frase dal suo contesto senza considerare a chi appartiene, e dicono: "Ecco, Dio l'ha detto!". In effetti, però, Dio non ha detto nulla del genere.

È una cosa molto comune sentire citare le parole pronunziate dagli amici di Giobbe (Elifaz, Bildad, e Tsofar) come se fossero autentiche parole di Dio solo perché sono riportate nella Bibbia. Esse vengono citate nonostante che Dio abbia detto di loro: "non avete parlato di me secondo verità!" (Giobbe 42:7).

Allo stesso modo il libro dell'Ecclesiaste (Qohelet) viene spesso citato per sostenere delle dottrine chiaramente contrarie al resto delle Sacre Scritture, senza considerare il fatto che la maggior parte di questo libro, pur essendo parte della Scrittura, è stato scritto per evidenziare il punto di vista puramente umano. È evidente, quindi, che le Scritture contengono le parole esatte o i pensieri veri dello scrittore, ma che esse devono essere confrontate con le verità che si trovano in altre parti della Bibbia.


CONCLUSIONE

Ci sono molti altri esempi che potrebbero essere citati per ciascuna delle difficoltà considerate, ma questi che abbiamo studiato mostrano che esistono sempre delle spiegazioni coerenti con ciò che ci si aspetterebbe da un libro ispirato da Dio, cioè da un libro senza contraddizioni. ( TEODORO, QUANTO TI E' COSTATO...???)

Non c'è assolutamente alcun bisogno di turbarsi quando certe persone incredule e irresponsabili affermano che nessuna persona intelligente potrebbe accettare l'ispirazione della Bibbia. Tali affermazioni potrebbero intimidire un giovane credente finché non abbia imparato che gli "errori biblici" non sono altro che difficoltà sotto l'aspetto di errori. Un istituto francese, a Parigi, pubblicò un elenco di 82 errori biblici ( IO HO POSTATO UN LINK DOVE QUESTI ERRORI SALGONO A 700...) che credevano avrebbero distrutto il cristianesimo. Oggi nemmeno uno di questi "errori" rimane... È imperativo dunque distinguere fra apparenti contraddizioni ed "errori".

Gesù disse: "Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto" (Matteo 5:18). (S'ERA DIMENTICATO DEI FAMOSI COPISTI...)

fonte> http://camcris.altervista.org/contrad.html

peppe
 
Top
view post Posted on 24/6/2008, 11:36     +1   -1
Avatar

Celebrità

Group:
Administrator
Posts:
3,155
Reputation:
0
Location:
Roma

Status:


Guarda peppe io non credo affatto, come i protestanti, che la Scrittura sia esente da errori. La Bibbia è un libro scritto da uomini in un periodo di tempo eccezionalmente ampio, con tutti i problemi che ciò comporta sia per la nostra comprensione (ormai avulsa dal contesto di origine del testo), che per la trasmissione del testo stesso. Questo argomenti (se di argomenti si può parlare) possono interessare un protestante o un testimone di Geova, non un filologo.
Cordialità,
 
Top
El Teo
view post Posted on 27/7/2008, 21:28     +1   -1




QUOTE (Teodoro Studita @ 24/6/2008, 12:36)
Guarda peppe io non credo affatto, come i protestanti, che la Scrittura sia esente da errori. La Bibbia è un libro scritto da uomini in un periodo di tempo eccezionalmente ampio, con tutti i problemi che ciò comporta sia per la nostra comprensione (ormai avulsa dal contesto di origine del testo), che per la trasmissione del testo stesso. Questo argomenti (se di argomenti si può parlare) possono interessare un protestante o un testimone di Geova, non un filologo.
Cordialità,

Solo per cercare la pagliuzza nell'occhio del mio vicino che faccio la seguente rettifica : i protestanti "FONDAMENTALISTI" o "TRADIZIONALISTI" pensano che la Scrittura sia esente da errori, tutti gli altri protestanti possono vantarsi che la loro confessione è all'origine dello studio critico della Bibbia (Vedi Harnack, Wellhausen, Von Rad), mentre ciò non si può dire dei teologi cattolici che ancora oggi sono alle prese o con l'ira inquisitoria della CDF, o con piroette ermeneutiche per far combaciare i dogmi con la ricerca biblica o intenti a distruggere la critica biblica a colpi di dogma, come nel caso del "Gesù di Nazareth" di un certo professor Ratzinger !
 
Top
pcerini
view post Posted on 28/7/2008, 13:57     +1   -1




"come nel caso del "Gesù di Nazareth" di un certo professor Ratzinger !"

^_^ ^_^ ^_^ Penso che son pochi nel mondo accademico a concordare con la tesi della coincidenza del gesu' storico con quello della fede....

A proposito,conosci la scuola di Tubinga e in particolare Jeremias?

 
Top
El Teo
view post Posted on 28/7/2008, 15:45     +1   -1




QUOTE (pcerini @ 28/7/2008, 14:57)
"come nel caso del "Gesù di Nazareth" di un certo professor Ratzinger !"

^_^ ^_^ ^_^ Penso che son pochi nel mondo accademico a concordare con la tesi della coincidenza del gesu' storico con quello della fede....

A proposito,conosci la scuola di Tubinga e in particolare Jeremias?

Ho conoscenze scolastiche, apprese nei corsi di storia dell'esegesi. Poi per i miei lavori sono stato influenzato dalla scuola liberale, naturalmente integrata dai nuovi approcci storico-critici legati alle scoperte di Qumrân e alle analisi dei testi "apocalittici" (la cosidetta "third quest"). Resto però, da buon liberale, molto scettico quanto alla possibilità di armonizzare in un modo o nell'altro il "Gesù" storico col "Cristo" della fede, anche con la fede in Gesù Cristo testimoniata dai vangeli. In sostanza abbiamo da districare all'interno dei vangeli tre o quattro strati : il Gesù storico, la comunità messianica portatrice del suo messaggio (fede di Gesù, se così si può dire), la comunità cristiana annunciatrice della fede in "Gesù Cristo" e forse un quarto strato più tardivo portatore di una cristologia elevata. Che ne pensi? Se puoi anche rinfrescare la mia memoria sulla scuola di Tubinga e Jeremias ti sarei grato. saluti
 
Top
pcerini
view post Posted on 28/7/2008, 18:25     +1   -1




Be',la scuola di Tubinga e' una famosa scuola esegetica tedesca della meta' dell'800 nata in seno all'Universita' di Tubinga,da cui sono venuti fuori autori tedeschi della "Old Quest" come per esempio Baur , Weiss, nella fase intermedia della ricerca storica (No quest) troviamo Joachim Jeremias (morto guarda caso proprio a Tubinga nel '79, senza pero' che fosse un'esponente dell'universita' di Tubinga),orientalista.

Se non sbaglio Jeremias scrisse varie opere in merito ai problemi neotestamentari e credo che si possa piazzare nella seconda fase della ricerca storica,tra coloro che tentano di armoniazzare per l'appunto il gesu' storico su quello della fede dopo la rottura avvenuta nella prima fase.

Ma,e questo e' curioso,la scuola di Tubinga viene caratterizzata anche da uno sfondo "idealistico" come per l'appunto quello di indagare la fede dal punto di vista razionale,considerando il cristianesimo secondo una logica Hegeliana.

Be',la scuola di Tubinga ha questa forte tradizione idealistica,e non a caso,Ratzinger e' stato considerato un teologo di eccellenza e professore anche a Tubinga,oltre che a Ratisbona.

Insomma,una tradizione nel segno della continuita',se ci ritroviamo oggi un testo di Ratzinger che tenta per l'appunto si superare il binomio Cristo della Fede - Cristro della Storia.

Ti cito Jeremias e Tubinga perche' ancora oggi c'e' chi dice di esserne un sostenitore,tanto per far capire che tipo di tradizione maggioritaria ha avuto questo tipo di scuola.


Chiedo scusa per le mie eventuali imprecisioni,ogni tipo di chiarimento sara' il benvenuto.

Paolo
 
Top
Hard-Rain
view post Posted on 28/7/2008, 21:54     +1   -1




Jeremias non è molto stimato presso gli studiosi ebrei, pare che volesse fare proselitismo filo cristiano o abbia fatto parte di una istituzione che si poneva questo fine, una cosa del genere.
 
Top
JohannesWeiss
view post Posted on 29/7/2008, 00:04     +1   -1




CITAZIONE (pcerini @ 28/7/2008, 19:25)
Ti cito Jeremias e Tubinga perche' ancora oggi c'e' chi dice di esserne un sostenitore

Beh, non c'è di per sé niente di male ad essere un sostenitore o estimatore di Jeremias: che si condividano o meno le sue analisi e le sue conclusioni, è comunque innegabilmente un grande studioso e un punto di riferimento importante.

Quanto al disamore da parte ebraica verso Jeremias (riallacciandomi a Hard),
annoto che pure E.P. Sanders pare l'abbia accusato di "antisemitismo" (vedi:http://www.jstor.org/pss/3267782; che è una difesa di Jeremias da parte di Ben Meyer), anche se non so esattamente perché (di certo anche nel suo "Gesù e il giudaismo" Sanders non ci va leggero, criticando a più riprese certe descrizioni del giudaismo fornite da Jeremias).
 
Top
El Teo
view post Posted on 29/7/2008, 07:10     +1   -1




Ho velocemente rispolverato i miei appunti ed ho infatti visto che Baur, Weiss avevano dato inizio alla scuola di Tubinga proprio per reagire alla scuola liberale. L'uso della dialettica hegeliana è appunto un elemento costituente della scuola. Mi sono poi ricordato che in un mio recente passaggio a Camaldoli ho incontrato un monaco estimatore della scuola di Tubinga e che mi ha prestato il libro "Gesù" di Klaus Berger, che se non sbaglio è un continuatore della scuola. Il fatto che tale lettura mi sia passata di mente è un segno della stizza che ho provato nel leggere quel libro. Già sono poco hegeliano filosoficamente parlando, per di più sono appunto scettico riguardo tale imprese ermeneutiche che talvolta fanno a calci col metodo critico. A questo proposito metterò presto un nuovo topic per chiedere il vostro parere su alcune invasioni della soggettività sul campo della ricerca storica su Gesù.

Grazie e a presto
 
Top
JohannesWeiss
view post Posted on 29/7/2008, 10:54     +1   -1




Klaus Berger, per quanto ne so, era stato per lungo tempo un rispettabile esegeta storico-critico (ad es.: è l'autore che colleziona più riferimenti nell'indice onomastico del Gesù. La storia di un vivente di Edward Schillebeeckx") ...poi, evidentemente, a un certo punto qualcosa è cambiato... :blink:
 
Top
El Teo
view post Posted on 29/7/2008, 12:56     +1   -1




QUOTE (JohannesWeiss @ 29/7/2008, 11:54)
Klaus Berger, per quanto ne so, era stato per lungo tempo un rispettabile esegeta storico-critico (ad es.: è l'autore che colleziona più riferimenti nell'indice onomastico del Gesù. La storia di un vivente di Edward Schillebeeckx") ...poi, evidentemente, a un certo punto qualcosa è cambiato... :blink:

Difatti il monaco che mi aveva prestato il libro me lo presentò con questa fama di buon esegeta. Quello che difatti era più difficile per me durante la lettura (se la memoria non mi gioca un brutto tiro) era che mescolava riferimenti esegetici corretti e di punta con ragionamenti logici gratuiti e non più sostenuti da tali elementi. Per il lettore non avvertito il cambio di genere può sfuggire e dare l'impressione che "in toto" l'opera poggia su solide basi scientifiche. Tale metodo è usato molto anche da esegeti protestanti e pure dal mio ex professore di Nuovo Testamento (Losanna), tal Daniel Marguerat, che forse conoscete, visto che è stato tradotto dalla Claudiana. Questi usa un metodo che con un amico patristico abbiamo definito "margueratiano", tanto è tipico in lui operare salti logici tra una corretta esegesi critica e conclusioni idealistiche. In Facoltà chiamavamo anche tale metodo quello de "capitolo in più", che in esegesi consiste nell'aggiungere ad un'analisi rigorosa una sedicente "ripresa teologica" che cerca appunto di fare teologia neotestamentaria col proposito di attualizzare il messaggio di fede, cioè fare teologia nel senso di razionalizzare il discorso della fede, ma che finisce spesso son l'allontanarsi dal rigore scientifico fin lì utilizzato. Sia detto per inciso, per me i teologi sono liberissimi di esercitarsi ancora in questo genere letterario, che ha il merito di aprire le porte ad una volgarizzazione presso le masse colte delle chiese cristiane. Però bisogna dire che solo pochi teologi, secondo il mio punto di vista, riescono a fare della buona volgarizzazione, della buona teologia e della buona ermeneutica, senza tradire il lavoro critico. Tra i migliori c'è Thomas Römer, Gerd Theissen, Charlesworth (anche se questi è forse più elitista, ma è stato veramente chiaro e molto accessibile in una sua partecipazione al bellissimo documentario della BBC su Gesù [tra l'altro non credo sia un teologo, però riesce ad attualizzare il messaggio di Gesù in maniera molto profonda e, credo, giusta])... .
 
Top
Frances Admin
view post Posted on 29/7/2008, 13:00     +1   -1




CITAZIONE
Tale metodo è usato molto anche da esegeti protestanti e pure dal mio ex professore di Nuovo Testamento (Losanna), tal Daniel Marguerat, che forse conoscete, visto che è stato tradotto dalla Claudiana. Questi usa un metodo che con un amico patristico abbiamo definito "margueratiano", tanto è tipico in lui operare salti logici tra una corretta esegesi critica e conclusioni idealistiche.

Ho letto il suo lavoro sul vangelo di Luca e hai azzeccato il suo profilo metodologico.
 
Top
JohannesWeiss
view post Posted on 29/7/2008, 13:19     +1   -1




Marguerat...sì, pensandoci bene, è vero che non è affatto insolito vederlo fare degli accenni a implicazioni teologiche dei risultati esegetici. Tuttavia - almeno nelle cose che ho letto io - il fenomeno mi pare che abbia una portata piuttosto ridotta, e, soprattutto, l'Autore lascia capire chiaramente quando sta facendo il "saltino" da un piano all'altro, e non lo dissimula. Insomma, devo prendere le difese del tuo prof. contro l'accostamento a Klaus Berger (il quale ha, in pratica, del tutto ripudiato l'approccio storico-critico) : Marguerat è mooolto più in alto.... :)
Ne avessimo noi, tra gli esegeti cattolici italiani, di gente come Marguerat!!!
 
Top
El Teo
view post Posted on 29/7/2008, 13:22     +1   -1




QUOTE (Frances Admin @ 29/7/2008, 14:00)
Ho letto il suo lavoro sul vangelo di Luca e hai azzeccato il suo profilo metodologico.

Sono contento che la pensi come me, perchè Marguerat è un idolo presso le masse colte cristiane, anche in Italia ho incontrato persone affascinate dai suoi scritti. Però è snobbato dai ricercatori più seri a quanto sembra...

QUOTE (JohannesWeiss @ 29/7/2008, 14:19)
Marguerat...sì, pensandoci bene, è vero che non è affatto insolito vederlo fare degli accenni a implicazioni teologiche dei risultati esegetici. Tuttavia - almeno nelle cose che ho letto io - il fenomeno mi pare che abbia una portata piuttosto ridotta, e, soprattutto, l'Autore lascia capire chiaramente quando sta facendo il "saltino" da un piano all'altro, e non lo dissimula. Insomma, devo prendere le difese del tuo prof. contro l'accostamento a Klaus Berger (il quale ha, in pratica, del tutto ripudiato l'approccio storico-critico) : Marguerat è mooolto più in alto.... :)
Ne avessimo noi, tra gli esegeti cattolici italiani, di gente come Marguerat!!!

Sì, se dovessi prendere le sue difese utilizzerei il tuo argomento...però non in tutti i suoi libri i saltini sono evidenti....
 
Top
13 replies since 24/6/2008, 08:32   227 views
  Share