CITAZIONE (*Rainboy* @ 16/12/2008, 12:42)
Parli delle due condizioni animale e umana quasi come fossero in opposizione, o ci fosse un abisso di distanza.
a me sembra che questo abisso esista, gli animali non fanno storia, non fanno cultura, vivono in base al loro istinto e alla vita psicologica tipica della loro specie. Non ho visto mantidi religiose chiedersi se è lecito uccidere e mangiarsi il proprio partner.
CITAZIONE
Il che è coerente con il fatto che vuoi tracciare una divisoria teologica fra gli uomini e gli animali.
così come il contrario nel tuo caso, ma significa ben poco. Nel cristianesimo vi sono diverse figure di santi che parlano, interagiscono predicano e perfino "convertono" animali, per cui non è una questione dogmatica (almeno non da parte mia), semplicemente non vedo negli animali quella libertà che vedo negli uomini, solo una vita psicologica più o meno evoluta, perchè è ovvio che un cane è diverso da una mosca.
CITAZIONE
Ma proprio questo dovrebbe essere argomento di riflessione; non credi che animali progressivamente più intelligenti potrebbero essere maggiormente capaci di acquisire una graduale libertà di coscienza sui propri istinti?
potrebbe anche, ma le scimmie sono tali da millenni, i leoni idem, ecc., E da allora sempre uguali sono le loro vite e le loro consuetudini come i loro istinti, non cambiano, non fanno storia. E i cambiamenti che eventualmente avvengono sono subiti, non scelti. Insomma, mi sembra che sinora il salto ontologico dell'autocoscienza e della sua coscienza sia avvenuto solo nell'uomo. Avverrà anche negli animali? Non lo so. Per adesso però le indicazioni non mi sembrano vadano in questa direzione.
CITAZIONE
Viceversa, per quanto noi umani ci si possa collocare al vertice di questa piramide, sostenere che solo perché noi siamo particolarmente intelligenti si sia anche liberi di scegliere in modo perfettamente responsabile, come se la nostra razionalità fosse del tutto slegata e indipendente dalle nostre pulsioni, è un'arroganza intellettuale che viene contraddetta dai fatti di ogni giorno (oltre che dagli studi scientifici) in maniera evidente.
ma io non ho parlato di perfezione, figuriamoci, ma lo stesso fatto che tu possa porti una domanda del genere, del tutto estranea alle necessità dell'istinto, parla della tua diversità rispetto ad un cervo.
Tuttavia quando tu compi un atto illegale grave non è un caso che l'unico modo che hai per non finire in galera è che tu venga riconosciuto incapace di intendere e di volere. La libertà implica assunzione delle proprie azioni, poichè se ne è coscienti, altrimenti nessuno sarebbe condannabile per stupro, poichè potrebbe difendersi dicendo che è un suo istinto per cui non è stata una sua libera scelta.
Ma un delfino può essere condannato per stupro o un leone per leocidio?
Umanizzare gli animali significa renderli soggetti di vita morale e dunque degli assassini crudeli.
CITAZIONE (tosefta @ 16/12/2008, 12:50)
CITAZIONE (-Waylander- @ 16/12/2008, 11:27)
....Ma il leone che uccide i cuccioli del rivale è in grado di porsi queste domande? O piuttosto non segue semplicemente il suo istinto, ovvero non è soggetto ma oggetto delle proprie azioni predeterminate dalla natura? Se è così il comportamento del leone è neutro, segue semplicemente la propria natura perchè non può fare altro, in caso contrario è un mostro assassino da sterminare.
Credo che la differenza tra esseri umani e animali dunque sia nella differenza di qualità dell'anima, dove quella umana è razionale, autocosciente, libera dal determinismo dell'istinto e dotata di libero arbitrio.
Certo però che è davvero curioso come in alcuni animali si registrino delle azioni se non contro-natura, cmq singolari e sostanzialmente estranei ad altri animali della stesse specie. Di norma non si rimane granchè meravigliati del cagnolino che va in cerca d' aiuto, per portare soccorso al proprio padrone in pericolo; il cane è istintivamente portato a ciò, ma quando capita che lo faccia un gatto, nei riguardi di uno sconosciuto (come è capitato tempo fa proprio in Italia)? Questo mi stupisce. Ho 7 gatti e nessuno di loro farebbe per me una cosa del genere, ne io me l'aspetterei mai!
ma ogni animale, soprattutto i mammiferi, avendo cmq una propria vita psicologica hanno una propria individualità per cui diversi sono i comportamenti, ma sempre nei binari dell'istinto. Quando il mio gatto mi portava i passerotti che cacciava, il che è strano perchè il gatto generalmente non condivide il suo cibo, lo faceva perchè ero parte di un legame istintivo, perchè il suo istinto lo spingeva a farlo, non perchè lo ritenesse moralmente giusto.
CITAZIONE
Mi viene in mente anche il tenerissimo caso di quella leonessa dal forte "istinto materno" che adotto un cucciolo di antilope e se ne prese cura fino all'età adulta, e sino a quando il resto del branco non se la divoro in un sol boccone e lei disperata ne adottò un'altro (cucciolo di antilope!)... che pazzo mondo!
ma sempre all'interno del suo istinto, infatti non si faceva problemi, se non ricordo male, a cacciare altri animali, semplicemente la sua variante la spingeva in quella direzione, ma non si è mai posta il problema se per un leone fosse moralmente giusto cacciare e uccidere o fosse meglio diventare vegetariano.
La questione non è la varietà di comportamenti, la natura è di per se varietà, ma la coscienza e l'autocoscienza del senso di tali comportamenti.