| Vorrei sottoporre all’attenzione dei partecipanti a questa discussione alcune interessanti osservazioni di Glen Warren Bowersock (1) a proposito delle circostanze in cui si svolse il conflitto tra Antipa ed Areta. In relazione all’ importanza di questo evento é deplorevole, afferma il Bowersock, che vi sia confusione per quanto concerne sia la data che la località in cui tale battaglia ebbe luogo. Il testo trasmesso da Giuseppe Flavio stabilisce che la vittoria occorse nel territorio di Gamala (Γαμαλικῇ), a nord dello Yarmuk. Ora questa regione era parte della tetrarchia di Filippo fino alla sua morte nel 34, e non é immediatamente evidente il motivo per il quale Areta avrebbe dovuto invadere il dominio di Filippo al fine di punire Antipa. Dopo la morte di Filippo (34 d.C.), Tiberio annesse il territorio alla provincia di Siria, e sussiste qualche ragione per credere che la campagna di Areta avvenne proprio in quel momento. Infatti Antipa, dopo la sua sconfitta, inviò una protesta ufficiale proprio a Tiberio, il quale ordinò a Vitellio, il governatore di Siria di entrare in azione. Vitellio non arrivò in Siria prima del 35, un anno dopo la morte di Filippo (L. Vitellius console nel 34, andò in Siria l’anno seguente quale legato della provincia, cfr. Tacito Ann. 6.32). Mentre é possibile ovviamente emendare il testo di Giuseppe in modo da situare l’invasione di Areta più a sud che era noto appartenere ad Antipa (2), é probabilmente più logico seguire le indicazioni cronologiche offerteci dal governatorato di Vitellio e assumere che Areta, il quale sapeva benissimo che il momento era quello più propizio, essendo i Romani contemporaneamente impegnati nella guerra (terminata solo nel 36 d.C.) contro Artabano III re di Persia, marciò verso lo Yarmuk, nei vecchi territori di Filippo, in modo da approfittare della nuova instabilità creatasi nell’area e per minacciare il territorio specifico di Antipa attraverso il controllo del Golan e delle regioni ad est di esso. Antipa non avrebbe certamente gradito un potere ostile ai suoi confini nel Golan che ha sempre offerto un territorio strategico per il controllo sulla Galilea. Una volta che Areta si mosse al nord, non solo nella speranza di minacciare Antipa ma anche in attesa di recuperare siti con tradizioni nabatee, Antipa si sarebbe sentito costretto ad intervenire nell’area con le sue truppe. Una buona indicazione che questi movimenti ebbero luogo dopo la morte di Filippo é la presenza attestata da Giuseppe di “fuoriusciti” (Ant. 18,114) dalla tetrarchia di Filippo nell’ esercito di Erode (3). Nella battaglia che ne seguì, l’esercito di Erode fù distrutto quando alcuni fuorusciti venuti dalla tetrarchia di Filippo si unirono all’esercito di Erode e tradirono il loro comandante passando dalla parte degli arabi. Probabilmente furono allettati dalla prospettiva di ritornare nella loro madrepatria sotto il benevolo regno del sovrano nabateo. Sembra dunque che Areta avesse calcolato molto attentamente l’occasione per prendere la sua vendetta su Antipa, colpevole di aver ripudiato sua figlia. Sebbene sia possibile avanzare solo delle ipotesi sul momento in cui ella rientrò da suo padre, è chiaro comunque che Areta non agì immediatamente. L’opportunità giunse con la morte di Filippo, l’annessione della sua tetrarchia alla provincia di Siria, e l’esistenza di fuoriusciti scontenti nell’ esercito di Antipa. La rottura con Antipa procurò ad Areta un’opportunità ideale per tentare di recuperare le aree di passata influenza nabatea al nord. Dopo un regno così lungo e pieno di successi, egli avrebbe potuto realmente tentare di recuperare non solo la tetrarchia di Filippo, ma anche Damasco stessa, dove l’ultimo re di nome Areta aveva una volta battuto moneta. È facile ipotizzare che Areta avesse sempre in mente i risultati raggiunti dai suoi predecessori, quali Obodas I e Malichus I, ed in particolare di Areta III, i cui domini, anche se non completamente organizzati, erano certamente stati i più estesi di quelli di qualunque altro re nabateo. Quando Filippo mori nel 34, non c’era probabilmente nessun governatore in Siria, e noi sappiamo che nessun governatore dopo Flacco è conosciuto prima che Vitellio entri in carica nel 35 (4). NOTE: -1 Cfr. G. W. Bowersock, Roman Arabia, Harvard University Press, 1994, pp. 65-67. -2 È stato suggerito di correggere la parola con Gabalitis, una regione che si suppone estendersi a sud della Perea Giudaica, ma si tratta, secondo Bowersock, di una emendazione non necessaria. Infatti la presenza di fuoriusciti della tetrarchia di Filippo nel territorio della Gamalitide (come parte della Gaulanitide) durante la battaglia si spiega benissimo se questi soldati, un tempo mercenari al soldo di Filippo e quindi ‘disoccupati’ dopo la sua morte, fossero stati assoldati dall’Antipa in loco per la battaglia contro Areta. -3 Ant.18.114 “καὶ μάχης γενομένης διεφθάρη πᾶς ὁ Ἡρώδου στρατὸς προδοσίας αὐτῷ γενομένης ὑπ᾽ἀνδρῶν φυγάδων, οἳὄντεςἐκτῆς Φιλίππου τετραρχίας Ἡρώδῃ συνεστράτευον”. Il testo greco porta la parola φυγάδων (fugades). Tali fuoriusciti (o esuli, esiliati) non avrebbero molto senso nell’ esercito di Erode durante l’esistenza di Filippo, suo alleato e parente, ma potevano ragionevolmente figurarvi una volta che la loro madrepatria era stata annessa alla provincia di Siria. Questi fuoriusciti furono in ogni caso la causa della sconfitta di Antipa. -4 W. Orth, Die Provinzialpolitik des Tiberius. Dissertationsdruck Novotny, Munich, 1970, pp. 82-85.
|