Saulnier |
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| Uno degli argomenti più in voga tra i detrattori dell’ipotesi zelota, anche in questo forum, è costituito dal fatto che i suoi sostenitori si appoggino in continuazione, per poterla supportare, su presunti falsi e interpolazioni sugli autori antichi ad opera degli scribi ecclesiastici che, è bene ricordarlo, hanno avuto il monopolio assoluto, sulla trasmissione dei manoscritti di tutte le opere dell’antichità durante il Medio Evo. E’ possibile immaginare un’interpolazione che si sia praticata, su tutti i manoscritti, conservati nei luoghi più diversi d’Europa senza che alcuna protesta si sia sollevata? La riuscita di una tale operazione dovrebbe presupporre un disegno criminoso, concepito da un organizzazione così forte e ramificata, da poter estendere la sua influenza su tutto il suolo europeo. Si tratta di un’ipotesi utopistica? Apparentemente sì. Fantascienza. Apparentemente. Il Testimonium Flavianum, interpolazione parziale o integrale che sia, è la dimostrazione che una tale operazione è potuta riuscire nell’antichità. Tutti i manoscritti che possediamo, latini e greci, contenenti il cap. XVIII delle Antichità Giudaiche, contengono il Testimonium. Come è potuto accadere tutto ciò? Il Testimonium un tempo sbandierato dalla Chiesa come una delle prove dell’esistenza di Gesù Cristo si rileva dunque una terribile arma a doppio taglio. Il Testimonium Flavianum diventa oggi il Testimonium dei tanti falsi (tagli, aggiunte e interpolazioni) operati dalla Chiesa sugli scrittori dell’antichità.
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