Per AbramoCITAZIONE
“Polymetis, oggi, dopo la fondazione dello Stato di Israel, il centro di studi ebraici si è spostato qui in Israel e i maggiori professori ebrei anch'essi si sono spostati nel maggiore e il più approfondito ed autoritario centro di studi di cultura e letteratura ebraica”
Ho la pretesa di dire che negli Stati Uniti non sarebbero d’accordo. Come ripeto vivono ancora più Ebrei all’estero che in Italia. Se vi interessa un parallelo, i migliori studiosi di Dante stanno ad Harvard, non a Firenze, e i migliori studiosi di Omero stanno in Germania, non in Grecia. Il mondo accademico non funziona a “popolazioni”.
CITAZIONE
“La nuova nazione ebraica ha raccolto dalla diaspora, dall'estero, maestri di grosso calibro che conferiscono una maggiore autorità agli studi israeliani rispetto agli stessi studi affrontati all'estero.”
Può aver raccolto quanto vuole, ma resta il fatto che, per quanto grande sia stata questa raccolta, sarebbe comunque una minoranza numerica rispetto al numero di ebrei fuori da Israele.
CITAZIONE
“Come sostiene anche Elisha (utente del Forum Biblico), se uno scrive in Israel e in lingua ebraica avrà filo da torcere perché le sue opere saranno lette dalle persone più specializzate in materia di Ebraismo.”
Se uno scrive in inglese le sue opere potranno essere lette tanto dagli ebrei della diaspora, che come ripeto sono di più degli Ebrei in Israele, tanto dagli Ebrei in Israele (sempre che, come tutti oggi, parlino anche inglese). L’inglese non restringe il campo dei lettori, lo aumenta. C’è gente che non è affatto interessata a scrivere in ebraico, o a essere contestato da studenti delle yeshivot, perché sono un mondo alieno per lui, un mondo che dà un’ interpretazione religiosa di testi che invece lui vorrebbe studiare in modo laico.
CITAZIONE
“Si consideri che l'affermazione della lingua ebraica come lingua ufficiale dello Stato di Israel ha aperto le porte alla comprensione di opere ebraiche sconosciute in occidente.”
Questo non è rilevante, perché quelle opere sono disponibili per i ricercatori, ebrei o meno, di tutto il mondo. Il fatto che gli ebrei di Israele parlino ebraico, non toglie in nulla il fatto che fuori da Israele altra gente sappia l’ebraico. Essi probabilmente sanno l’ebraico come seconda lingua, esattamente come coloro che hanno deciso di “resuscitare” l’ebraico moderno. Gli Ebrei che ci sono oggi in Israele vengono dalla diaspora, e, se hanno portato con loro delle conoscenze, erano delle conoscenza che erano in Europa o in America, e che non si vede proprio perché dovrebbero essere sparite visto che la maggior parte degli ebrei non è migrata in Israele.
CITAZIONE
“Vedo che periodicamente riaffiora questa infantile polemica su chi ne sa di più e che chi ne sa di più debba essere, secondo te, per forza un anglofono, mentre mi sembra oltremodo evidente che gli studi scritti in ebraico possono essere valutati solo da chi sa bene l'Ebraico.”
Quest’affermazione non ha rilevanza. E’ verissimo che gli studi in ebraico possono essere valutati solo da chi sa l’ebraico, ma questo non ci dice nulla circa il fatto che questi studi siano migliori di quelli scritti all’estero. Io inoltre non ho detto che i migliori siano gli anglofoni. Dove l’avrei detto? Ho detto qualcosa di diverso, e cioè che non c’è alcuna prova che gli studi anglofoni siano peggiori di quelli prodotti in Israele. La polemica infantile non la faccio io, la fa chi si ostina a scartare qualunque cosa non sia opera di ebrei israeliani. Questo sì che è un pregiudizio.
CITAZIONE
“L'Ebraismo è molto complesso e tradurlo in una lingua priva delle particolari ed uniche caratteristiche semitiche viene a perdere praticamente gran parte della sua essenza che viene invece mantenuta negli studi condotti direttamente in Ebraico”
Questo è un problema qualora degli ebrei debbano far capire a dei non ebrei cosa significhino dei concetti, ma quest’obiezione non ci dice nulla sul perché questi ebrei anglofoni dovrebbero fraintendere di più la loro cultura. Se si dice che chi ha l’ebraico come seconda lingua non è in grado di capirla bene, e anzi la fraintende, dovremmo allora dedurne che tutti gli ebrei degli ultimi 2000 anni abbiano frainteso quello che tramandavano. Infatti, sebbene costoro negli ultimi 2000 anni parlassero ebraico nelle occasioni di studio e nella liturgia, non erano madrelingua ebraici, bensì parlavano la lingua del luogo. Pare che il primo ebreo madrelingua dei tempi moderni sia stato il figlio di Eliezer Ben Yehuda. Voglio cioè dire che questi ebrei che oggi sono nella diaspora, e che parlano ebraico non come lingua madre ma solo nello studio e nella liturgia, sono esattamente nella situazione in cui sono stati tutti gli ebrei negli ultimi duemila anni, nella condizione cioè di chi ha dovuto studiare testi ebraici dopo aver studiato l’ebraico, ma non avendolo come lingua madre. E se questa condizione è scadente come tu dici, se ne dovrebbe dedurre che gli ultimi duemila anni di studi ebraici siano stati fatti da persone non competenti, in quanto tutti costoro vivevano fuori da uno Stato in cui si parlasse ebraico, perché tale stato non esisteva ancora …
CITAZIONE
“da persone che hanno una conoscenza molto più vasta di opere ebraiche molto di più di quanto ne abbiano gli ebrei o gli studiosi occidentali”
A meno che tu non conosca tutti gli studiosi di ebraismo dell’Occidente, viene da chiedersi come possa tu affermare una cosa del genere.
CITAZIONE
“Nel Forum Biblico abbiamo letto e criticato opere occidentali che presentavano errori grossolani, impossibili da commettere in lingua ebraica. Spesso abbiamo anche constatato come studiosi autorevoli avevano una scarsa conoscenza della lingua ebraica.”
Questo errore di ragionamento invece si chiama “errore del tacchino induttivista”. Non è un nome da presa in giro, si chiama proprio così in filosofia. Quest’errore consiste nel credere che dall’induzione, cioè dal ripetersi di un fenomeno, se ne possano ricavare delle leggi generali. Invece è un errore… Se vedi 100 cigni bianchi questo non implica che tutti i cigni siano bianchi. Esattamente come il fatto che tu abbia letto cento studiosi ebrei occidentali scadenti non implica che tutti siano scadenti. O tu li conosci tutti, oppure il tuo giudizio è una generalizzazione indebita.
CITAZIONE
“Ma come è possibile che uno studioso di Ebraismo non sappia bene l'Ebraico, che è la lingua delle fonti?”
Infatti lo dovrebbe sapere. Sei tu a dovermi spiegare come pretendi di sapere che tutti gli studiosi di ebraismo occidentale non sappiano l’ebraico. Se anche tu passassi tutta la vita a leggerli, non potresti neppure leggere un decimo delle opere che producono. Quindi, non so proprio da dove possa venire questo tuo giudizio oltranzista che esclude a priori che dall’Occidente possa venire qualcosa di serio.
Tra l’altro, non è l’essere madrelingua ebraici israeliani il discrimine tra quello che si pensa in Occidente e quello che si pensa nelle yeshivot. Come è noto Israele ha studiosi ebrei israeliani che insegnano in università laiche, ad esempio quella di Tel-Aviv, e che giungono alle medesime conclusioni della filologia praticata dai loro colleghi occidentali. E, ovviamente, pubblicano per la maggior parte in inglese, perché non sono interessati a confrontarsi con chi ha un approccio meramente religioso dei testi sacri, ma a chi li affronta con metodo scientifico. Pubblicando in inglese si ottiene il duplice effetto d’essere letti tanto da quegli studiosi israeliani che sono aperti al dibattito accademico, quanto all’esterno. Tu stai cercando di far passare l’idea che chi ha una visione storico-critica nei riguardi della Bibbia o del Talmud possa credere a quello che crede solo perché è ignorante e non conosce l’ebraico. Per tua sfortuna Israele è pieno di archeologi e biblisti che mostrano chiaramente come le conclusioni del metodo scientifico occidentale siano trasversali ad ogni paese, e che l’essere israeliani non c’entra nulla col rendersi conto che la Bibbia è un libro da studiare come qualsiasi altro libro. Questi studiosi, li trovi nelle bibliografie di qualunque testo occidentale, perché sono studiosi che per l’appunto scrivono in inglese. Potranno stare antipatici all’establishment dei rabbini ortodossi, ma questa gente, ovviamente, dei rabbini ortodossi e del loro placet non se ne fa nulla, esattamente come gli studiosi di cristianesimo occidentali non se ne fanno nulla del placet del papa.
CITAZIONE
“ora in questa discussione leggo cose davvero disgustose”
I miei sono esperimenti mentali che parlano di nazisti che rigettano il loro passato e si pentono dei loro criminali. In che modo queste affermazioni, che postulano il pentimento di costoro e dunque la condanna dei loro errori, sarebbero disgustose?
CITAZIONE
“. Noi ebrei oggi non ci arrendiamo di fronte a simili affermazioni o idee filosofiche da te esposte”
Quali di grazia?
CITAZIONE
“Comprendi che certe idee filosofiche hanno contribuito allo sterminio di un terzo del popolo ebraico”
Per nulla. Non c’è nulla in quanto ho esposto che porti a pensare che sia lecito o giustificabile uccidere.
CITAZIONE
“credo che il resto non è da prendersi in minima considerazione.”
Grazie al cielo quando dico che il non v’è alcuna prova che esista una Torah orale che si trasmette integra dai tempi di Mosè non ho bisogno della tua considerazione, ho quella di gran parte del mondo accademico occidentale e di una altrettanto notevole fetta di ebrei che non si fanno problemi ad affrontare in maniera scientifica la loro religione, così come fanno i cristiani, che non si sognano di giudicare inerranti o senza errori i propri testi sacri.
Per BarionuCITAZIONE
“nello stesso modo la cosa vale quindi per tutto il Nuovo Testamento
!”
Che cosa vale anche per il NT? La considerazione che non basta capirlo e sapere che cosa dice per sapere se quello che c'è scritto sia storico? Mi sembra ovvio. Si può essere i migliori grecisti del mondo, capire tutto quello che si legge, ecc. ma questo non ci dice nulla sul fatto che quello che viene raccontato sia vero. Per verificare una cosa simile occorre un confronto tra NT e quello che sappiamo del mondo coevo…
Ad maiora