| La nascita verginale di Cristo è attestata con certezza da scritti apocrifi del II-IV secolo (Odi di Salomone 19, 7 SS.; Protovangelo di Giacomo 19-2o; Ascensione di Isaia 11, 7 ss.) e da scrittori della Chiesa, come IRENEO (Epid. 54; Adv. haer. III, 21, 4-6). CLEMENTE ALESSANDRINO (Strom. VII, 16, 93), ORIGENE (In Lev. hom. 8, 2; diversamente In Luc. hom. 14). La verginità post partum di Maria fu avversata dagli ariani (es. Gioviniano, vescovo di Milano, morto nel 405). La dottrina tradizionale della Chiesa fu difesa da S. AMBROGIO (Ep. 42, 4-7), da S. GEROLAMO (Adv. Iovinian. 1 31; Ep. 49, 21) e da S. AGOSTINO (Enchir. 34). Per illustrare il mistero i Padri, e con loro i teologi, si servono di diverse analogie: l'uscita di Cristo dal sepolcro sigillato, il suo passaggio attraverso le porte chiuse, la penetrazione dei raggi solari attraverso il vetro, la nascita del Logos dal seno del Padre, la nascita del pensiero umano dall'intelletto. E' vero quindi che la verginità di Maria ha tradizioni molto antiche, ma non tanto: erano trascorsi duecento anni dalla morte del Figlio,tanti quanti separano noi da Napoleone!
Inoltre nel II e III secolo la verginità di Maria è contestata dagli Ebioniti , dai pagani che, soprattutto con Celso, ritenevano disdicevole che Dio si sia incarnato nel seno di una donna, dagli gnostici e dai doceti che, in base alla loro concezione negativa della materia e della corporeità, ritenevano che l'umanità di Cristo fosse solo apparente. Per alcuni di questi, come Valentino, Gesù è semplicemente «passato» attraverso Maria, come attraverso un canale, per cui ella è «una via, ma non una madre»: non può essere quindi un retaggio di origine gnostica il concetto di verginità intra e postpartum? La citata “Ascensione di Isaia”racconta così la nascita di Gesù: " E dopo due mesi di giorni, Giuseppe stava nella sua casa, assieme a Maria sua sposa, ambedue soli, ed avvenne, quando stavano soli, che Maria guardò con i propri occhi e vide un bimbo, e ne fu spaventata, e dopo questo turbamento, il seno rimase come prima di aver concepito. E quando il suo sposo Giuseppe le disse: "Che cos'è che ti spaventa?" i suoi occhi si aprirono e vide il fanciullo e lodò il Signore, perché il Signore era venuto nella sua dimora " (Ascensio Isaiae, XI, 7-10, non si parla quindi di concepimento (la “nube divina” ed un po' paganeggiante di Luca) né di gravidanza e parto.. Il protovangelo di Giacomo parla di un parto naturale con allegata perizia ginecologica, mentre già Ireneo descrive un parto difforme dalle leggi naturali: ovvio, Maria non era soggetta alla maledizione divina conseguente alla cacciata dall'eden. La verginità di Maria è quindi contestuale alla graduale divinizzazione dell'uomo Gesù, assente in Paolo, incerta nei sinottici, delineata in Giiovanni e consolidata dalle dottrine gnostiche e poi dal cattolicesimo nel suo Credo. Però dalla morte di Cristo al concilio di Efeso passarono quattrocento anni, quanti separano noi dal rogo di Giordano Bruno. Cari saluti a tutti dal Cenobita
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