Studi sul Cristianesimo Primitivo

La morte degli Apostoli

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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 4/6/2009, 16:20     +1   -1




Il motivo , il come e il quando della morte degli Apostoli, conosciamo esattamente quelli che corrispondono ai figli di Giuda il Galileo:


Giuda, Decapitato nel 45 "riportato da Giuseppe Flavio"Ant. Giud. XX, 5.1 -97-99"
Giacomo, crocifisso nel 46 "riportato da Giuseppe Flavio Ant. Giud. 20. 5.2-102
Simone, crocifisso nel 46 "riportato da Giuseppe Flavio" Ant. Giud. 20. 5.2-102"
Giuseppe, fu ucciso durante la guerra giudaica nel 66 d.c. Giuseppe Flavio in "La guerra giudaica II, 17".

Degli altri apostoli del Gesù Nazareno futuro Cristo e Figlio di Dio, sappiamo solo, forse, probabilmente, presumibilmente e più spesso secondo la tradizione, che significa in questi casi mi fa, comodo così pensare.

Tale situazione avvalla fortemente l'ipotesi che il Gesù Nazareno nella realtà storica non fosse altro che il quinto dei quattro fratelli citati nei vangeli dei figli di Giuda il Galileo.

In poche poche, di storico c'è solo la famiglia di Giuda il Galileo, tutto il resto appartiene alla fede dove ognuno può pensare giustamente quello che vuole.


Solo una semplicissima osservazione mia , personale.


Un caro saluto a tutti.
 
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Deicida
view post Posted on 4/6/2009, 17:18     +1   -1




In realtà dietro i 12 apostoli si celano i 5 fratelli zeloti che furono promotori di disordini contro Roma.Tutti fecero una fine orribile per questo:Gesù crocifisso assieme a due zeloti(quasi sicuramente arrestati con lui sul monte degli Ulivi) per aver tentato di rovesciare il potere a Roma verosimilmente nel 36.
Sicuramente Teuda fu promotore disordini se la sua testa mozzata venne portata a Gerusalemme.Il fatto che fu decapitato ricorda la vicenda di un altro individuo che si fece re e finì senza testa pure lui:

- Vi era anche Simone, uno schiavo del re Erode, uomo di bell'aspetto, di corporatura eminente dal quale si aspettava che facesse progressi. Dall'attuale sconvolgimento di ogni cosa egli prese coraggio e osò porsi in capo il diadema; messa assieme una raccolta di persone farneticanti si fece proclamare re, lusingan¬dosi di essere meritevole al pari di ogni altro…[…]…ebbe luogo una battaglia lunga e feroce e gli abitanti della Perea erano disorganizzati e combattendo con più sconsideratezza che conoscenza, furono distrutti. Simone cercò di fuggire per salvarsi tra le vallate, ma Grato lo intercettò e gli tagliò la testa. (Ant. Giud. XVII, 273-276)

E’ evidente che gli apostoli debbano essere 12 per rappresentare simbolicamente le 12 tribù di Israele;per fare questo gli evangelisti li sdoppiano,o se li inventano.
Pensiamo ad esempio a Simone lo Zelota…doppione di Simone Pietro,che oltre a comparire nelle liste non fa nulla.
Oppure Giacomo il Minore…doppione di Giacomo Maggiore…il cui unico gesto rilevante lo abbiamo nel cap. 15 degli Atti…dopodiché scompare anche lui…e Luca,redattore degli Atti,tralasciandolo per poi continuare con un’apologia di Paolo,il santo folgorato,non ne cita nemmeno la morte che secondo la tradizione cristiana avvenne per lapidazione.
Oppure ancora…Giuda...che troviamo addirittura triplicato in Giuda Taddeo,Giuda Tommaso e Giuda Iscariota…in realtà fu una sola persona.
Pensiamo all’apostolo Tommaso detto Didimo: Thomas e Didimo,significano entrambi “gemello”(il primo in greco e il secondo in dialetto semita),probabilmente per la somiglianza che aveva con uno dei suoi fratelli;da questi due appellativi,i redattori dei vangeli trassero fuori ”Tommaso detto Didimo”,che in realtà significando “Gemello detto Gemello” rimane privo di significato.

Non dimentichiamoci Lazzaro,figura importante per ricollegare “Gesù” alla famiglia di Giuda Galileo,la cui figura viene totalmente censurata nei sinottici.

Un caro saluto Giovanni.
 
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view post Posted on 5/6/2009, 08:57     +1   -1

Celebrità

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PER GIOVANNI

In genere quando si racconta una storia ,vera o falsa che sia,ci si concentra su alcuni personaggi e meno su altri,e quelli minori o meno importanti per i fini del redattore prima o poi finiscono per scomparire.
Paolo di Tarso nei vangeli canonici non compare mai ,e gli apostoli di serie b come Filippo,Simone il cananeo, Natanaele,Taddeo,Tommaso,scompaiono senza lasciare traccia,
Negli atti scompaiono personaggi importanti come Giovanni e poi lo stesso Pietro ecc
Pero non significa che quei personaggi non siano mai esistiti , o meglio non lo possiamo asserire solo da questo.
Il problema e’ di chi fidarci?
Tutto ciò che riguarda il cristianesimo e storie parallele ’sono state scritte da personaggi di dubbia onestà ,da Flavio a Paolo ad evangelisti compresi.
Se poi ci metti anche i padri della chiesa,persone di dubbia sanita’ mentale, ci si accorge che alla verita’ non arriveremo mai !!

Un saluto

 
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Deicida
view post Posted on 8/6/2009, 18:37     +1   -1




Per Giovanni Dalla Teva.
Mi sono soffermato sui famosi passi del libro VII,252 e seg. di Guerra Giudaica e ho rilevato,personalmente, quanto segue:


“D'altra parte, poi, Simone figlio di Ghiora quale delitto non commise? Quale sopruso risparmiò a
coloro che come liberi cittadini lo avevano eletto a loro capo?”(Libro VII,265)

Ora,la situazione a Gerusalemme era disperata:

Libro IV:558 Così per il popolo Simone era, fuori le mura, un nemico più terribile dei romani, mentre all'interno
più feroci degli altri due erano gli Zeloti, fra i quali si distingueva per i disegni delittuosi e per la temerità il gruppo
dei Galilei;
Libro IV:559 erano stati infatti costoro a portare al potere Giovanni, ed egli li ricompensava del predominio che
gli avevano procurato concedendo a ciascuno di fare ciò che voleva.

Libro IV:560 Con un insaziabile desiderio di preda frugavano le case dei ricchi, uccidevano gli uomini e
stupravano le donne come fosse un gioco;


E ancora:


Libro V:11 - 1, 3. Simone figlio di Ghiora, che il popolo vinto dalla disperazione aveva scelto come tiranno e fatto
entrare nella città sperandone aiuto

Coloro che eleggono questo Simone(par. 265) non lo eleggono certo come “liberi cittadini”,ma perché costretti dalla necessità di fronteggiare i soprusi di Giovanni e degli Zeloti appena accennati.E infatti non può dirsi “libera elezione” una scelta effetuata nottetempo,radunando velocemente i sommi sacerdoti onde evitare l’attacco di Giovanni,nonché in una situazione in cui la città era in mano all’oppressione dei banditi:


Libro IV:566 - 9, 11. Ma tra le forze di Giovanni scoppiò la rivolta, e tutti gli Idumei che ne facevano parte si
staccarono e insorsero contro il despota, invidiosi della sua potenza e stanchi della sua crudeltà…[…]…Libro IV:571 Questi [gli Idumei] ebbero paura non tanto del loro attacco, essendo più forti in combattimento, quanto della
loro follia, pensando che quelli di nottetempo potevano fare una sortita dal tempio, ucciderli e dar fuoco alla
città.

Libro IV:572 Si radunarono allora a consiglio con i sommi sacerdoti per deliberare come difendersi dal loro
assalto.

Libro IV:573 Ma il Dio sconvolse le loro menti ed essi pensarono di ricorrere a un rimedio peggiore del male;
infatti per liberarsi di Giovanni decisero di far entrare Simone, cioè di attirarsi un secondo padrone, e per di più
sollecitandolo con le preghiere.
Libro IV:574 La decisione venne eseguita e il sommo sacerdote Mattia fu inviato a pregare quel Simone, che
tanto avevano temuto, di voler entrare in città.

Non è certo “libera” un’elezione avvenuta in questa situazione:

Libro V:528 Quando la città era angariata dagli Zeloti, cui s'era unito anche Giovanni, egli aveva persuaso il
popolo a far entrare in loro aiuto Simone

Il riferimento alla “libera elezione” del Simone falsamente denominato “bar Ghiora”,in realtà si riferisce a ben altra epoca,nonché situazione.Un’epoca in cui verosimilmente,dopo la morte di Giovanni Galileo,venne nominato liberamente come capo Simone figlio di Giuda Galileo,che finirà crocifisso col fratello Giacomo.
L’elezione infatti in quest’epoca potè essere libera perché non c’era né necessità,né disperazione,né fame,né scontri tra capi-banditi che costrinse invece all’elezione (che si sarebbe felicemente evitata), di Simone bar Ghiora nella guerra del 70.


Nel famoso Flash-back di Giuseppe,si parla di una empietà che avrebbe commesso Giovanni al tempo della Guerra Giudaica:



Libro VII:264 La sua mensa era infatti imbandita con cibi proibiti ed egli aveva abbandonato le tradizionali regole
di purità, sì che non poteva più far stupore se uno che era così follemente empio verso il Dio non osservava più
la bontà e la fratellanza verso gli uomini.

Ma sinceramente…E’ ridicolo pensare che Giuseppe abbia voluto evidenziare come colpa di Giovanni di Giscala tale “empietà”(tra l’altro in un flash back) dal momento che costui commetteva empietà ben più gravi e non paragonabili con banale divieto di norme alimentari.Basta leggere Guerra Giudaica per trovare conferma delle gravi empietà commesse dal figlio di Levi,e che per contro,testimoniano che il Giovanni rievocato in questo ricordo non può essere Giovanni di Giscala:


Libro V:36 Giovanni arrivò a impiegare il legname destinato ad usi sacri per fabbricare macchine da guerra

Libro V:39 - 1, 6. Con tali macchine costruite senza scrupoli di empietà Giovanni sperava di farla finita con i
nemici,

Libro II:587 e mentre fingeva mitezza era prontissimo a uccidere anche solo per la speranza di un guadagno.

Libro V:562 - 13, 6. Giovanni, quando non ci fu più nulla da strappare al popolo, si diede a spogliare il tempio, e
fece fondere molti doni votivi e molti oggetti necessari alle cerimonie sacre, coppe, vassoi e tavole, e non
rispettò nemmeno i vasi per contenere il vino puro
offerti a suo tempo da Augusto e da sua moglie.

Libro VI:124 - 2, 4. Tito, in preda alla più viva costernazione, rivolse ancora una volta le sue rampogne agli
uomini di Giovanni: “Non foste proprio voi, sporchi profanatori, a innalzare questa balaustra dinanzi ai luoghi
sacri?

Libro VI:125 A mettervi tutte le lapidi che recano inciso in lingua greca e in lingua nazionale il divieto per
chiunque di oltrepassarla?
Libro VI:126 E non vi abbiamo noi permesso di mettere a morte chi l'avesse oltrepassata, anche se si fosse
trattato di un romano? E perché ora, o infami, calpestate all'interno di essa perfino i morti? Perché contaminate
il tempio con sangue straniero e nazionale?


Al contempo la situazione a Gerusalemme era disastrosa e rievocare come empietà,i cibi impuri è assolutamente fuori luogo:


Libro V:393 Voi invece - e tralascio ciò che succede entro la città perché non sarei capace di dare un quadro
preciso dei vostri misfatti - lanciate improperi e proiettili contro di me che vi esorto a salvarvi, infuriandovi a
sentir ricordare le vostre colpe e intolleranti di sentir solo parlare di quelle azioni che pur commettete quotidianamente.

Libro V:397 Quelli tuttavia si arresero dopo un assedio di tre mesi, sebbene non si fossero macchiati delle
vostre colpe verso il tempio e verso le leggi

Quanto non siete più empi degli antenati che furono sconfitti in passato?
Libro V:402 Voi non trascuraste le colpe occulte, intendo dire furti, agguati, adulteri, e inoltre fate a gara nelle
rapine e negli assassini, e aprite nuove strade al delitto; il tempio è diventato il ricettacolo di tutti i delinquenti e il
luogo santo è profanato da mani di connazionali
mentre anche i romani lo rispettarono tenendosene lontani, e
trascurando molti dei loro usi in ossequio alla vostra legge.

Libro V:411 Un portento simile si vide prima d'ora alla caduta della città, quando il babilonese sopra ricordato
arrivò col suo esercito, la prese e incendiò il tempio, senza che i giudei di allora avessero commesso empietà
paragonabili alle vostre;




Libro V:566 Non posso trattenermi dal dire ciò che l'animo sconvolto mi detta: se i romani avessero tardato a
punire i colpevoli, la terra si sarebbe spalancata per inghiottire la città, o questa sarebbe stata spazzata via dal
diluvio o sarebbe stata incenerita dai fulmini come la terra di Sodoma; essa infatti aveva allevato una stirpe
assai più empia di quelle che subirono tali flagelli
, e per la sua follia il popolo intero fu votato allo sterminio.


Libro VI:102 Chi non compiangerebbe amaramente la città per lo strano capovolgimento subito, dato che degli
stranieri, e per di più nemici, si preoccupano di mettere riparo alla tua empietà, mentre tu, che sei un giudeo e
sei stato educato all'osservanza delle nostre leggi, le offendi assai più gravemente di loro?


Libro IV:386 Ogni legge umana fu da loro violata, furono messe in burla le cose divine e derise le predizioni dei
profeti come chiacchiere di ciarlatani.


Libro IV:560 Con un insaziabile desiderio di preda frugavano le case dei ricchi, uccidevano gli uomini e
stupravano le donne come fosse un gioco;



Per quanto riguarda la fine dei personaggi nominati dai famosi paragrafi del libro VII 252 e seguenti,ho voluto verificare in tutta Guerra Giudaica in che situazioni Giuseppe parlasse di qualcosa simile alla morte descritta nel paragrafo 272:

Libro VII:272 infatti tutti i castighi che mai possono colpire un uomo si abbatterono su di loro anche fino all'ultimo
istante di vita, facendoli morire fra i più atroci tormenti d'ogni sorta.

E ho trovato questo:

La madre di Ircano torturata:

Libro I:58 A questo spettacolo nell'animo di Ircano l'ira cedeva alla pietà e al timore, mentre la madre, senza
piegarsi né ai supplizi
, né alle minacce di morte, tendeva le braccia e implorava il figlio di non lasciarsi abbattere
dalle torture che lei subiva,

Le torture inflitte da Erode il Grande:

Libro I:496 Così un giorno, improvvisamente, lo fece imprigionare e sottopose a tortura i suoi amici. Molti
morirono senza aprir bocca o senza dir nulla più di quello che realmente sapevano; gli altri, costretti dai supplizia mentire, dissero che Alessandro congiurava contro di lui

Libro I:594 Trasportata dinanzi al re, questi la fece riavere - era stordita per la caduta - e poi le chiese per quale
ragione si fosse gettata giù, giurando che, se gli avesse detto la verità, le avrebbe condonato ogni pena, ma se
avesse cercato di mentire, le avrebbe fatto sbriciolare il corpo sotto i supplizi senza farne restare nulla per la
sepoltura.


Libro I:635 perché, se sono un parricida, io non debbo morire senza
tormenti”.


La morte di Menahem,ultimo figlio di Giuda Galileo:


Libro II:448 Quanto a Menahem, che era scappato nel quartiere detto Ofel e vi si era vigliaccamente nascosto,
fu preso, tirato fuori e dopo molti supplizi ucciso,


Soldati romani dilaniati da “atroci sofferenze” dovute all’olio bollente:


Libro III:273 Ciò mise lo scompiglio nella formazione dei romani, che piagati dalle ustioni si rotolavano giù dal
muro fra atroci sofferenze;

Combattente di Lotapata torturato prima della crocifissione:


Libro III:321 giacché in precedenza uno di Iotapata fatto prigioniero, sebbene sottoposto a ogni sorta di
supplizio, aveva resistito, e per quanto i nemici lo torturassero col fuoco nulla aveva rivelato sulla situazione
della città, e aveva subito la crocifissione affrontando la morte col sorriso.



Giudei torturati da Zeloti e Idumei:

Libro IV:329 Terribili furono i supplizi cui vennero sottoposti dopo il rifiuto; furono flagellati e torturati, e solo
quando il corpo non era più in grado di resistere ai tormenti, a stento concedevano loro il colpo di grazia.


Giudei torturati da Simone Bar Ghiora:

Libro IV:541 Chiunque usciva dalle porte per raccoglier erbe o legna, anche se disarmato o vecchio, egli lo
faceva catturare e uccidere fra i tormenti,
inferocito al punto che per poco non divorava le carni dei morti

Torture dei banditi:


Libro V:435 Ed escogitarono terribili forme di supplizio per farsi dire dov'era nascosto il cibo, ad alcuni di quei
miseri occludendo con dei ceci il meato delle urine e trapassandone il sedere con aguzzi bastoncini, e c'è da
inorridire al solo sentire quali tormenti infliggevano a qualcuno per farsi dire che aveva anche un solo pezzo di
pane o dove nascondeva una manciata di farina.

Ma il riferimento più interessante riscontrato riguarda questi giudei torturati e suppliziati prima di essere crocifissi(quello che verosimilmente accadde al Giovanni Galileo rievocato nel par. 263,libro VII)


Libro V:449 La fame li rendeva arditi a sortire, ma se riuscivano a svignarsela finivano con l'essere catturati dai
nemici. Al momento della cattura essi di necessità cercavano di difendersi, e dopo essersi battuti sembrava
troppo tardi per chiedere pietà. Così venivano flagellati e, dopo aver subito ogni sorta di supplizi prima di morire,
erano crocifissi di fronte alle mura.


Un caro saluto.
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 8/6/2009, 21:00     +1   -1




Sig. Deicida, con profonda ammirazione ho letto e riletto le sue interessanti osservazioni al brano di Guerra Giudaica libro VII 252 e seguenti.

Ora gentilmente, vorrei chiederLe se nei suoi studi riguardo gli scritti di Giuseppe Flavio, avesse mai notato qualche accenno, qualche allusione di cibi proibiti, di mensa imbandita, di abbandono delle tradizionali regole di purità riferite a Giovanni di Giscala.

Io ho sempre cercato tali indizi ma non ho trovato mai niente. Lampanti invece tali caratteristiche, risultano essere, con il Gesù Nazareno la controfigura del Giovanni figlio di Giuda il Galileo, rimaste così scandalosamente impresse nel ricordo del nostro storico.

Ancora un grazie sincero.
 
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view post Posted on 8/6/2009, 21:27     +1   -1

Simpatizzante

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Mi permetto anche io di esternarle , Deicida, i miei complimenti per le osservazioni contenute nel suo post che sto leggendo con grande interesse.
Ne approfitto per dirle che la leggo sempre con grande piacere e profitto.
La prego quindi di rimanere sempre lucido e costruttivo (come ci ha abituati)

Il suo apporto a questo splendido forum é, a mio umile avviso, molto importante e le sarei grato se continuasse ad approfondire sempre di piu le sue posizioni

Sono assolutamente d'accordo con le ammirate parole di Giovanni DallaTeva (che saluto caramente)

Sono altresi certo che in un prossimo futuro le nostre strade all' interno di questo poliedrico forum convergeranno e avremo modo di confrontare piu da vicino le rispettive ipotesi di lavoro e ragionarci assieme...

cordiali saluti
 
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Deicida
view post Posted on 9/6/2009, 10:10     +1   -1




Ringrazio vivamente l’amico Giovanni e l’amico jehoudda per i loro ringraziamenti riguardo il commento.

CITAZIONE
Giovanni Dalla Teva: Ora gentilmente, vorrei chiederLe se nei suoi studi riguardo gli scritti di Giuseppe Flavio, avesse mai notato qualche accenno, qualche allusione di cibi proibiti, di mensa imbandita, di abbandono delle tradizionali regole di purità riferite a Giovanni di Giscala.

La risposta è no.Ho letto e riletto Guerra Giudaica ma nulla sui cibi proibiti.C’è da dire però che non ho letto l’autobiografia di Flavio e nemmeno “Contro Apione”,scritti minori,ma che meriterebbero di essere indagati anch’essi.
Le mie osservazioni riguardo i paragrafi 252, e seg. mi portano ad identificare nel flash-back un ben altro Giovanni e Simone.I motivi principali sono:

-la spietatezza verso i parenti prossimi(par 266) che li ricollega inesorabilmente ai seguaci di Giuda Galileo (Ant. Giud. XVIII,23).

-la libera elezione di Simone,che proprio in quanto libera avvenne in ben altro periodo e non in quello travagliato della guerra del 70

-il riferimento ai cibi proibiti,assolutamente fuori luogo se pensiamo che poi è anche un flash back,dal momento che come sopra ho dimostrato,Giovanni figlio di Levi compiva cose ben più empie e gravi.Tale riferimento ricollega il Giovanni del par 263 al Gesù dei vangeli criticato per le sue usanze impure sui cibi.

-la fine dei personaggi tra “ atroci tormenti fino all’ultimo istante di vita”:espressione forte che Giuseppe Flavio,come ho mostrato sopra,utilizza per descrivere tormenti e supplizi terribili.Quelli che subì sicuramente il figlio di Giuda Galileo:Giovanni.



CITAZIONE
jehoudda: Sono altresi certo che in un prossimo futuro le nostre strade all' interno di questo poliedrico forum convergeranno e avremo modo di confrontare piu da vicino le rispettive ipotesi di lavoro e ragionarci assieme...

cordiali saluti

Spero di poter fornire sempre lucide osservazioni per chiarire tutte le questioni che si porranno in futuro.

Ringrazio ancora una volta Giovanni e jehoudda e li saluto caramente entrambi.

 
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Saulnier
view post Posted on 9/6/2009, 21:40     +1   -1




Deicida, ho appena letto anche io il suo commento.
Sono rimasto colpito in particolar modo da uno dei passi da lei citati. Nei prossimi giorni spero di riuscire ad entrare un più a fondo in quest'argomento per tentare di svilupparlo, con il suo aiuto e con quello degli altri utenti del forum, in un 3d apposito.

Nel frattempo la saluto

Saulnier
 
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Deicida
view post Posted on 10/6/2009, 01:33     +1   -1




CITAZIONE
Deicida, ho appena letto anche io il suo commento.
Sono rimasto colpito in particolar modo da uno dei passi da lei citati. Nei prossimi giorni spero di riuscire ad entrare un più a fondo in quest'argomento per tentare di svilupparlo, con il suo aiuto e con quello degli altri utenti del forum, in un 3d apposito.

Nel frattempo la saluto

Saulnier

Sig. Saulnier,la ringrazio per il suo interessamento,e attendo l'apertura del 3d.
Spero che potremo approfondire tutti insieme l'argomento.

Un caro saluto.
 
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Cecco D'Ascoli
view post Posted on 10/6/2009, 10:17     +1   -1




Per Saulnier

Chiedere alla libreria “La Bibliofila” San Benedetto del Tronto (AP)
Via UGO BASSI 38 [Tel. 0735 587513] Saluti Cecco D’Ascoli
 
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Saulnier
view post Posted on 10/6/2009, 12:12     +1   -1




La ringrazio Cecco

Ho contattato la libreria già un mese fa grazie alle indicazioni che mi ha dato un allievo del prof. Filipponi. Mi hanno detto che non c'erano problemi ma purtroppo ad oggi il libro non mi è stato ancora inviato.
Ritententerò in questi giorni a chiamare.

Grazie ancora

Saulnier
 
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Giovanni Dalla Teva
view post Posted on 10/6/2009, 14:32     +1   -1




CITAZIONE
Deicida
-la spietatezza verso i parenti prossimi(par 266) che li ricollega inesorabilmente ai seguaci di Giuda Galileo (Ant. Giud. XVIII,23).

Credo sia maturato il tempo, per verificare se effettivamente Giuseppe Flavio fosse il nipote del sommo sacerdote Caifa, ricordando che tale scoperta è opera del Sig. Emilio Salsi, a cui va riconosciuto il merito.
Ciò dimostra che tra le famiglie di Giuda il Galileo e la tribù di Giuseppe Flavio, sebbene parenti ci fu, (per ora presuppongo) una vera e propria faida, in modo da giustificare la frase citata sopra, dal carissimo Deicida.

Interpretando alcune parti di "La guerra giudaica" di Giuseppe Flavio VII -8-252 e seguenti, anche io nutrivo forti dubbi che quel Giovanni potesse essere il figlio di Giuda il Galileo e non invece Giovanni di Giscala, però osservando a fondo e indagando attentamente, emergono sempre nuovi elementi che giustificano tale interpretazione.

Un saluto a tutti.
 
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Deicida
view post Posted on 11/6/2009, 10:35     +1   -1




CITAZIONE
Giovanni Dalla Teva: Credo sia maturato il tempo, per verificare se effettivamente Giuseppe Flavio fosse il nipote del sommo sacerdote Caifa, ricordando che tale scoperta è opera del Sig. Emilio Salsi, a cui va riconosciuto il merito.

Ho letto la grande tale scoperta del grandissimo Salsi,ma non ho mai approfondito personalmente tale questione sicuramente interessante.Se ha trovato qualcosa,sarebbe bello aprire una discussione anche su questo.
Purtroppo ho notato che da alcuni giorni è impossibile accedere al suo sito,nè è al corrente?

Comunque, il suo ultimo intervento mi ha spinto ad analizzare ulteriormente Guerra Giudaica per quanto concerne il par. 266 libro VII.
Invito anche jehoudda e Saulnier a prendere parte a questo approfondimento,che,secondo il mio umile parere,sta dimostrando sempre maggiormente come il Giovanni e il Simone nominati in Guerra Giudaica (libro VII 252 e seg.) siano da identificarsi con i figli di Giuda Galileo.
Dunque:

Libro VII:266 Quale amicizia, quale parentela non rese questi due più audaci nelle loro stragi quotidiane? Essi
infatti consideravano un atto d'ignobile cattiveria far male a degli estranei, mentre ritenevano di fare una bella
figura mostrandosi spietati verso i parenti prossimi.


Ebbene rileggendolo,appare sempre più convincente l’identificazione di Simone e Giovanni con i figli di Giuda Galileo.Ne sono sempre più convinto.Difatti in nessun punto di Guerra Giudaica(se mi sbaglio sono gradite segnalazioni) si narra né di amici,né di parenti uccisi da parte dei due capi-banditi.Non solo,ma addirittura Giuseppe sottolinea che “consideravano un atto d'ignobile cattiveria far male a degli estranei”…mentre tutta Guerra Giudaica non fa altro che rimarcare l’atteggiamento criminale di Giovanni di Giscala e Simone bar Ghiora, rivolto verso chiunque tentasse di ostacolare i loro intenti.Giovanni di Giscala e Simone bar Ghiora erano ben spietati verso gli estranei…mentre di parenti prossimi uccisi non ve n’è traccia.E questo silenzio è importante se pensiamo che Giuseppe era personalmente ostile a Giovanni di Giscala,e attribuirgli l’uccisione addirittura di parenti prossimi sarebbe stata una buona maniera per denigrarlo.(Ricordiamoci che Giovanni di Giscala tentò di ammazzare Giuseppe-Guerra Giudaica libro II:618).

E’ bene quindi ricordare le infauste gesta di Simone bar Ghiora e Giovanni di Giscala,dove Giuseppe narra di tutto tranne che di spietatezza o stragi verso parenti prossimi:



Libro II:589 [Giovanni di Giscala] Alla loro testa saccheggiò tutta la Galilea e vessò le masse che erano già preoccupate per la guerra
imminente.



Libro IV:260 Se voi entrerete in città, non come nemici vincitori, potrete vedere le prove di ciò che dico: case
svuotate dalle loro ruberie, mogli e figli degli uccisi in lutto, gemiti e lamenti per tutta la città; infatti non v'è
nessuno che non abbia subito le scorrerie di quegli empi.
[Giovanni di Giscala e Simone bar Ghiora]


Libro IV:509 - 9, 4.[Simone bar Ghiora] Appena ebbe ai suoi ordini una banda abbastanza forte si diede a fare incursioni contro i
villaggi di montagna
…[…]…Libro IV:511 Ed egli prese a battere non solo la toparchia di Acrabatene, ma anche la regione fino alla grande Idumea;…[…]…Libro IV:517 Qui per un'intera giornata Simone si batté contro di loro,[gli Idumei] ma senza risultare né vincitore né vinto;

Libro IV:529 - 9, 7. Simone, essendo inaspettatamente penetrato nell'Idumea senza colpo ferire, con un attacco
di sorpresa s'impadronì per prima della cittadina di Hebron, dove fece molto bottino e asportò grandi quantità di viveri.


Libro IV:534 Da Hebron Simone prese a fare le sue incursioni in tutta l'Idumea, non soltanto saccheggiando
villaggi e città, ma divorando anche la campagna
perché i viveri non bastavano a una sì grande moltitudine:
oltre gli armati lo seguiva una turba di quarantamila persone.

Importanti i seguenti passi che dimotrano come Simone bar Ghiora era feroce e spietato verso gli estranei,e non considerava per nulla "ignobile" infliggere danni a loro:

Libro IV:535 A tali bisogni si aggiungeva la sua ferocia e l'odio per quella popolazione, onde ancor più gravi
risultarono i guasti inflitti all'Idumea.
Libro IV:536 Come si può vedere un bosco completamente spogliato dopo che son passate le cavallette, così
alle spalle dell'esercito di Simone restava il deserto;
Libro IV:537 qui incendiavano, lì demolivano, e poi distruggevano tutta la vegetazione del paese o calpestandola
o tagliandola, e la terra lavorata diventava sotto i loro piedi più dura di quella non lavorata. Insomma, di
quello che essi distruggevano non restava nemmeno un segno che fosse mai esistito.


Libro IV:540 E invece non da pietà, ma da furore egli[Simone bar Ghiora] fu preso per il rapimento e, avvicinatosi alle mura di
Gerusalemme, sembrava una belva ferita che, non potendo sfogarsi sui feritori, si sfogava su chi capitava.Libro IV:541 Chiunque usciva dalle porte per raccoglier erbe o legna, anche se disarmato o vecchio, egli lo
faceva catturare e uccidere fra i tormenti



Libro IV:542 [Simone bar Ghiora] Molti anche ne rimandò indietro con le mani mozzate, col proposito di atterrire i nemici e, insieme,
di istigare il popolo contro i colpevoli.

Libro IV:543 Per mezzo di essi mandò a dire che Simone aveva giurato sul Dio cui nulla sfugge che, se non si
fossero affrettati a restituirgli la moglie, avrebbe sfondato le mura e inflitto il medesimo castigo a tutti gli abitanti
della città, senza nessun riguardo per l'età e senza distinzione fra innocenti e colpevoli.

Libro IV:557 Egli li inseguì fino alla città e, circondate di nuovo le mura, metteva a morte tutti quelli che uscivano
per lavorare in campagna e cadevano nelle sue mani.


Libro IV:559 erano stati infatti costoro a portare al potere Giovanni, ed egli li ricompensava del predominio che
gli avevano procurato concedendo a ciascuno di fare ciò che voleva.
Libro IV:560 Con un insaziabile desiderio di preda frugavano le case dei ricchi, uccidevano gli uomini e
stupravano le donne come fosse un gioco;


Libro IV:563 [I Galilei,che avevano portato al potere Giovanni] estraendo le spade da sotto alle vesti dai
colori sgargianti trafiggevano chiunque capitava.


Libro IV:576 ma quando fu dentro[Simone bar Ghiora] col suo esercito non pensò che al suo potere, considerando quelli che
l'avevano invocato non meno nemici di coloro contro cui era stato invocato.


Libro V:5 - 1, 2. [Eleazar] fingendo ora di essere sdegnato per le quotidiane ribalderie di Giovanni, che non metteva
termine alle sue stragi,


Libro V:30 tutti i luoghi erano sottoposti a sorveglianza, e i capibanda - che per il resto erano in contrasto -
ammazzavano come nemici comuni chi propugnava la pace con i romani o chi era sospettato di voler disertare,
e si trovavano d'accordo soltanto nel far strage di quelli che invece meritavano di vivere.


Libro V:423 Però gli uomini di Giovanni e di Simone sorvegliavano con più cura per impedire l'uscita di costoro
che l'ingresso dei romani, e chi dava adito soltanto a un'ombra di sospetto veniva immediatamente passato per
le armi.



Libro V:424 - 10, 2 Intanto
la fame esaltava il furore omicida dei ribelli, e questi due flagelli infierivano ogni giorno di più.
Libro V:425 Poiché non si trovava grano da nessuna parte, essi piombavano nelle case per rovistare, e se ne
trovavano percuotevano gli abitanti per aver negato di averne, se non ne trovavano li torturavano come se
l'avessero nascosto troppo bene.


Libro V:435 Ed escogitarono terribili forme di supplizio per farsi dire dov'era nascosto il cibo, ad alcuni di quei
miseri occludendo con dei ceci il meato delle urine e trapassandone il sedere con aguzzi bastoncini, e c'è da
inorridire al solo sentire quali tormenti infliggevano a qualcuno per farsi dire che aveva anche un solo pezzo di
pane o dove nascondeva una manciata di farina.


Libro V:439 - 10, 4. Queste le angherie che i comuni cittadini subivano ad opera degli scherani, mentre i cittadini
di rango e di censo più elevati erano trascinati dinanzi ai capi.


Libro V:440 Chi era stato spogliato da Simone veniva poi mandato da Giovanni, e chi era stato spogliato da
Giovanni passava poi nelle grinfie di Simone; essi brindavano l'uno alla salute dell'altro col sangue dei cittadini e
si spartivano le spoglie delle loro vittime.



Libro V:529 Ma quando Simone mise piede in città e se ne fece padrone, considerò Mattia nemico al pari degli
altri,
anche se aveva perorato la sua causa, giudicando che lo aveva fatto per stolta ingenuità.
Libro V:530 Così allora se lo fece trascinare al suo cospetto e con l'accusa di parteggiare per i romani lo
condannò a morte
, senza permettergli di difendersi, insieme con tre figli, perché il quarto aveva fatto in tempo a
rifugiarsi presso Tito. E quando Mattia lo supplicò di ucciderlo prima dei figli, chiedendogli questa grazia in
ricompensa di avergli fatto aprire le porte della città, Simone lo fece uccidere per ultimo.
Libro V:531 Così egli fu ammazzato sopra ai suoi figli,
che già erano stati trucidati sotto i suoi occhi, e dopo
essere stato condotto in un luogo dove i romani potevano vederlo


Libro V:532 Dopo di essi furono passati per le armi un sacerdote di nome Ananias, figlio di Masbalo, che era
uno dei personaggi di rilievo, e il segretario del sinedrio Aristeo, nativo di Emmaus, e assieme a loro quindici
degli uomini più eminenti del popolo.


Libro V:540 E quando alla fine Tito si apprestava ad avvicinarsi al muro alla testa di un reparto, Simone raggiunto
dalla notizia accorse a prendere sotto controllo la torre; catturati i traditori, li uccise sotto gli occhi dei
romani e, mutilati i cadaveri, li scaraventò davanti alle mura.



Libro VI:358 - 7, 1. I ribelli assaltarono il palazzo reale, dove molti per la sua solidità avevano depositato i loro
beni, ne respinsero i romani e, dopo aver sterminato tutti i cittadini che vi si erano raccolti in numero di circa
ottomila e quattrocento,
s'impadronirono delle cose di valore.


Libro VI:372 Per il momento, ad ogni modo, facendo affidamento sui sotterranei, essi appiccarono più incendi
dei romani, e la gente che dalle case in fiamme usciva a cercar rifugio in quelle gallerie essi l'uccidevano senza
pietà e la spogliavano
, e se addosso a qualcuno trovavano un po' di cibo glielo strappavano e lo divoravano
tutto insozzato di sangue.



Libro VI:380 Ma mentre gli Idumei si preparavano a partire, Simone se ne accorse e immediatamente ordinò di
uccidere i cinque, che erano andati a parlamentare con Tito, e di mettere in prigione i capi, di cui il più
ragguardevole era Giacomo figlio di Sosa;


Libro VI:382 Queste tuttavia non riuscivano a impedire le diserzioni, e sebbene molti venissero uccisi erano
assai più numerosi quelli che riuscivano a fuggire.




Il seguente passo è importante,perché Giuseppe Flavio ammette che è impossibile narrare nei particolari tutte le nefandezze di Giovanni di Giscala e Simone bar Ghiora:



Libro V:442 - 10, 5. Sarebbe impossibile raccontare nei particolari la storia delle loro nefandezze, ma per dirla in
breve nessun'altra città ebbe mai a subire un tale martirio né, da che mondo è mondo, vi fu una generazione più
capace di mal fare.


Ora,va bene non scendere nei particolari…Ma Giuseppe avrebbe sicuramente parlato(e anche in diretta) dell’eventuale uccisione di parenti prossimi da parte dei due capi-banditi(narra tanto di gente sconosciuta che veniva suppliziata da Simone e Giovanni,figuriamoci se non avesse parlato di spietatezza verso i parenti prossimi)…e guarda caso…a Giuseppe,sarebbe rimasta impressa la spietatezza di Giovanni e Simone verso parenti prossimi, a tal punto da rievocarla in un flash back(!)(Libro VII – 266),mentre durante la guerra non ne fa parola.Dunque ricapitoliamo:

-Giuseppe non parla di stragi di parenti prossimi in diretta, sebbene questi eventi sarebbero stati, oltre che parte della cronaca di guerra, ottimi pretesti per denigrare i banditi(Giuseppe odiava i banditi dal momento che portarono alla distruzione di Gerusalemme e del Tempio)

-Giuseppe narra di un Giovanni e di un Simone che “consideravano un atto d'ignobile cattiveria far male a degli estranei”,mentre Giovanni di Giscala e Simone bar Ghiora non si facevano scrupolo di nessuno come ampiamente dimostrato con i passi riportati precedentemente.In particolare Giovanni di Giscala “era prontissimo a uccidere anche solo per la speranza di un guadagno.” (Guerra Giudaica Libro II:587)

-Giuseppe parla di questi Giovanni e Simone come di individui che “ritenevano di fare una bella figura mostrandosi spietati verso i parenti prossimi” mentre in tutta Guerra Giudaica non viene narrato nulla del genere…e puff!…Questo particolare abominevole sarebbe saltato fuori in un flash back!

Tutto questo a mio parere rappresenta un’ulteriore conferma a favore dell’identificazione di tali Giovanni e Simone con i due figli di Giuda Galileo,e per contro esclude che il verso 266,libro VII possa riferirsi a Giovanni di Giscala e Simone bar Ghiora.

Un caro saluto a tutti.



 
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peppetre
view post Posted on 11/6/2009, 11:08     +1   -1




Perché gli apostoli dovevano essere 12???
riferimenti...
Grazie.
 
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Deicida
view post Posted on 11/6/2009, 11:14     +1   -1




Perchè 12 erano le tribù di Israele:

"E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. "(Mt 19,28)
 
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101 replies since 4/6/2009, 16:20   5813 views
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