Studi sul Cristianesimo Primitivo

Il Dio Indiano Krishna era il re di Gerusalemme!

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Maitra
view post Posted on 25/10/2009, 19:24 by: Maitra     +1   -1




Sono venuto casualmente a conoscenza di questo dibattito (per via dei collegamenti al mio sito Jambudvipa). Il testo farneticante di apertura mi induce a questo intervento, a difesa della verità, e specialmente a promozione della corretta attitudine critica. Le falsità (o dovrei dire scemenze) contenute nel testo sono troppe e troppo marchiane per meritare un commento puntuale. Qualche esempio qua e là:
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“Cristo e Krishna discesero da Noah”

La forma “Noah” è impossibile in sanscrito. La storia di NyUha del Brahmavaivarta PurANa (mi scuso per la traslitterazione rudimentale cui sono costretto a ricorrere, ma a quanto pare il forum non accetta caratteri Unicode) cui forse si fa riferimento è stata riconosciuta spuria e composta al tempo della dominazione coloniale inglese.
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“Krishna era il padre di Abramo (Brahma)”

Questa è una perfetta idiozia; BrahmA è una persona della trimUrti e non ha padre; inoltre, e più in generale, una semplice assonanza non basta per ritenere equivalenti due parole di lingue diverse. Come ogni glottologo sa, esistono precise norme che regolano le corrispondenze fonetiche, in base alle quali consta, per esempio, che ashva, equus e hippos sono in realtà la stessa parola in sanscrito, latino e greco, anche se ben poco somiglianti, mentre deus e theos, malgrado l’apparente somiglianza, hanno origine completamente diversa.
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“Krishna era al tempo stesso incarnazione di Vishnu e Shiva”

KRShNa è un avatAra di ViShNu, o, secondo alcuni, non un semplice avatAra ma il Signore in persona. Shiva, propriamente parlando, non possiede avatAra.
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“Un titolo di Krishna, che significa amore, devozione, è stato Yesu”

La forma yesu è impossibile in sanscrito; la forma che più si avvicina, yeShu, è semplicemente il locativo plurale del pronome relativo: ‘nei quali’.
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“Krishna è stato ucciso da una freccia di un cacciatore e impalato su un albero. Più tardi, è tornato alla vita”

Come si narra nel MahAbhArata, Mausala Parvan, cap. 4, KRShNa fu ucciso dalla freccia vagante di un cacciatore di nome Jara (un nome simbolico: jarA significa ‘vecchiaia’), non fu certamente impalato bensì ascese al cielo e non è mai tornato in vita. Non c’è niente nel testo, d’altronde assai breve, che possa anche vagamente far pensare all’impalamento e alla resurrezione, che dunque si devono ritenere invenzioni fraudolente dell’autore.
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“Krishna aveva un'ammiratrice femmina di nome Marya Maghadalena”

Potete risparmiarvi la lettura della vita di KRShNa nel BhAgavata PurANa: non c’è, né ci può essere, alcuna traccia di una Marya Maghadalena. Marya significa ‘(uomo) mortale’; la forma femminile maryA non è attestata in alcun modo, e tantomeno come nome di persona, ma soltanto menzionata da lessici indigeni nel significato di ‘confine’. Maghadalena non esiste.

Etc. etc.

Ma quel che mi preme di più non è il rigetto di questo cumulo di assurdità, bensì porre la domanda: perché persone intelligenti che coltivano interessi intellettuali come i membri di questa lista dovrebbero lasciarsi indurre a sprecare il loro tempo con questa spazzatura? E qui mi permetto di esortare tutti quanti, specialmente nell’interesse della salute spirituale delle giovani generazioni, a una corretta attitudine critica. La maggioranza delle scuole filosofiche indiane ammettono tre criteri di evidenza per accertare una qualunque verità: percezione, inferenza e parola autorevole. Quando ci troviamo di fronte a un’affermazione qualsiasi, dobbiamo vagliarla con questi tre criteri. Ora, nel caso del testo in questione, evidentemente le dottrine di cui l’autore vorrebbe convincerci non hanno il supporto dell’esperienza diretta percettiva, e neppure dell’inferenza, perché l’autore non adduce argomentazioni degne di questo nome. O meglio, le poche argomentazioni riposano su premesse, che l’autore ci chiede semplicemente di accettare perché lo dice lui. Ciò ci conduce al terzo criterio, la parola autorevole. È la famigerata auctoritas medievale, che è davvero indispensabile, anche se oggi non gode di buona stampa, perché non possiamo verificare tutto di persona, e di qualcuno dobbiamo pur fidarci. Quel che conta è scegliere bene chi è degno della nostra fiducia: purtroppo la spiritualità della new age si alimenta spesso di una credulità sesquipedale.

Nella fattispecie: chi è il signor Gene D. Matlock, autore del testo in esame? Una voce di Wikipedia che lo riguardava è stata rimossa il 24 febbraio 2008, in quanto non corrispondeva ai criteri di notability che stabiliscono quando (nella fattispecie) un personaggio è sufficientemente rilevante da meritare un’inclusione. Nella discussione relativa, si dice di lui: “Non-notable retired high-school teacher with some strange ideas about history. All the books appear to be self-published, the "magazine" article seems to be a blog; the one reliable source that mentions him does so in passing in an article on fringe historians who make outrageous claims without evidence”. La motivazione finale della rimozione recita: “Non-notable academic. Is only known as fringe historian with theories that don't seem to have any references from reliable sources. No significant coverage of the subject or his theories by reliable sources unaffiliated with the subject”.

Questo è esattamente il punto: senza bisogno del parere autorevole degli assessori di Wikipedia, ognuno può rilevare per conto proprio che nell’articolo di Matlock non è contenuta alcuna fonte attendibile che permetta di verificare la veridicità delle sue affermazioni, almeno per quanto riguarda il versante indiano (lascio a voi il giudizio sulla correttezza della citazione e dell’utilizzo delle fonti scritturali). (Per inciso: anch’io non ho citato fonti a supporto di molte mie affermazioni perché si tratta di cose troppo note (almeno agli addetti); e inoltre perché mi sono consentito un risparmio di tempo, essendo questo un semplice intervento a un forum. Ma nei miei saggi io, come qualunque studioso serio, documento minuziosamente tutte le mie affermazioni. Comunque, se qualcuno non fosse convinto, sono pronto a citare le mie fonti (o ad addurre i miei argomenti) in ogni singolo caso).

In generale, non c’è bisogno di citare fonti a sostegno del fatto che Napoleone fu sconfitto a Waterloo, perché si tratta di cosa nota a tutti (anche se non al brillante giovane manager la cui arringa che esortava i dipendenti a seguire la geniale strategia di Napoleone a Waterloo è stata resa famosa da YouTube). Ma quando si afferma, per esempio, che KRShNa fu impalato e poi risorse, poiché si è consapevoli di rivelare una novità inaudita e sconvolgente, che sarebbe inesplicabilmente rimasta finora ignota all’indologia e agli stessi devoti indiani, si ha evidentemente l’obbligo di produrre qualcosa che abbia almeno l’apparenza di uno straccio di documentazione.

In conclusione: fatevi un favore, ed evitate di dare diffusione a scritti deliranti di mitomani che non fanno che fomentare la già deplorevole confusione in cui versa il mondo in questo scorcio di kaliyuga ;).

Paolo Magnone


P.S. - Un’altra chicca, che mi è venuta sott’occhio proprio adesso:
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“Se, giunti fino a qui, non vi siete ancora convinti che Melchisedec era Lord Krishna, e che Gesù è l'incarnazione di Krishna (Melchisedek), come Paolo stesso ha spiegato, non ho più altra risorsa, se non darvi una prova solida direttamente dalla bocca degli Indù stessi! Questo dovrebbe porre fine alla questione. Si tratta di un fatto verificabile che uno dei nomi di Krishna era Sàdhaka. Essendo un re, a Krishna ci si sarebbe dovuti rivolgere come Malika (Re) Sadhaka”

(dice l’ineffabile Matlock). Ma sAdhaka non è un nome di KRShNa, bensì una parola molto comune che significa ‘adepto’. Inoltre a KRShNa non ci si sarebbe mai potuti rivolgere con il termine malika, perché si tratta di un tardo vocabolo derivato dall’arabo che non era ancora in esistenza all’epoca della vita di KRShNa (morto, secondo la leggenda, nel 3102 aev (= avanti l’era volgare). Il sanscrito abbonda di termini nativi per ‘re’ (e anzitutto rAja (cf. lat rex), che in effetti ricorrono a proposito di KRShNa (e di altri) nel MahAbhArata, nel ViShNu e nel BhAgavata PurANa e altrove, senza aver bisogno di prendere a prestito termini dall’arabo, che, a prescindere dalla loro inappropriatezza in un contesto tradizionale, a ogni modo poterono penetrare in India non prima delle prime incursioni arabe nel Sind del 712 ev, e più probabilmente secoli dopo, con la dominazione musulmana del secondo millennio fino all’avvento degli inglesi.

 
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28 replies since 13/10/2009, 08:17   2104 views
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