Studi sul Cristianesimo Primitivo

La libertà dell'università cattolica

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pcerini
view post Posted on 30/10/2008, 10:09     +1   -1




Articolo un pò datato ma quanto mai attuale

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da http://www.we-are-church.org/it/rassegna/vallauri.htm

LA LIBERTA’ DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA


di Mario Jori
Ordinario di Filosofia del diritto presso l'Università statale di Milano

Luigi Lombardi Vallauri , professore ordinario di Filosofia del diritto nell'Università (statale) di Firenze, ha insegnato per vent'anni Filosofia del diritto all'università Cattolica di Milano con un contratto rinnovato di anno in anno. Per il prossimo anno accademico il contratto non gli è stato rinnovato; il Consiglio di facoltà di Giurisprudenza non ha potuto conferirglielo perché Lombardi ha perso il nulla osta dell'autorità ecclesiastica. I1 nulla osta, come noto, è condizione dell'ottenimento o mantenimento del posto di insegnamento per ciascun docente della Cattolica, sia egli precario o di ruolo.


I1 professor Lombardi, come titolare di un contratto annuale non ha alcun diritto giuridico alla conservazione del posto di lavoro, ne sostiene di averlo. Inoltre, la Chiesa e l'università Cattolica hanno un forte argomento dalla loro: entrando in una università cattolica Lombardi sapeva assai bene a quali condizioni si impegnava; tali condizioni gli sono state accettabili per vent'anni, è una sua libera scelta ora rifiutarle. Bisogna anche riconoscere alla Chiesa cattolica e all'università Cattolica il merito di aver proceduto in questo caso senza infingimenti e alla luce del sole, allegando come ragioni della decisione le vere motivazioni, cioè il fatto che la Chiesa ritiene che alcune opinioni del professor Lombardi, contenute in alcune sue pubblicazioni di Filosofia del diritto e in interventi a incontri e convegni di questa materia. siano divenute eterodosse sul piano della religione. Non si sono usati pretesti o sotterfugi.

Più di un anno fa la gerarchia aveva comunicato per lettera alla Facoltà di Giurisprudenza che la ortodossia cattolica di Lombardi era divenuta incerta, consigliando la "sospensione" in attesa di accertamenti ecclesiastici; questi accertamenti, condotti in forma del tutto riservata e senza alcuna pubblica procedura, sono giunti ora a un risultato negativo e a Lombardi e alla Facoltà è stata comunicata per lettera la ragione dell'espulsione, consistente in una lista di cinque (gruppi di) errori teologici, elencati in forma sommaria. Qualcuno potrebbe argomentare, con qualche ragione, che in questi casi la procedura interna della Chiesa cattolica non rispetta molte essenziali garanzie moderne della difesa, le forme del contraddittorio. la pubblicità eccetera. Non mi voglio soffermare su questi e altri argomenti che mi sembrano secondari.

Credo infatti che la vicenda vada trattata prima di tutto per quello che è: una cristallina questione di principio e di morale, non complicata per una volta da incertezze nella determinazione dei fatti, ma con tutti i caratteri di una questione di libertà di insegnamento e ricerca allo stato puro.


Mi concentro dunque sul problema morale e politico della libertà di ricerca e di insegnamento. Per far questo è necessario peccare alquanto di indelicatezza; sono costretto cioè ad accantonare il consueto atteggiamento di imbarazzata delicatezza e di diplomatico silenzio con cui tutte le credenze della Chiesa cattolica riescono a farsi trattare anche dai non cattolici, da quando l'anticlericalismo è stato sconfitto sul piano politico ed estromesso dai mezzi di comunicazione di massa. La Chiesa non rinnega tali credenze (non potrebbe, è infallibile). ma le pone in una sorta di imbarazzato secondo piano. Si tratta al contrario semplicemente di trarre in modo esplicito. con un briciolo di brutale coerenza,le più ovvie conseguenze della esclusione di Lombardi, all'interno dell'universo etico di chi pensa e insegna in. una università cattolica. Sono profondamente convinto che in questi casi il silenzio, il "portare riguardo" non fa onore né alle ragioni della religione cattolica nè a quelle dei suoi critici; non è affatto un segno di rispetto dell’opinione altrui, ma può essere solo un sintomo di cinismo e di indifferenza verso ciò che non si affronta apertamente.


Il primo ovvio problema che chiunque, mi sembra, dovrebbe porre è quale sia oggi lo status morale dell'università Cattolica milanese, dopo che essa si è "purificata" da Lombardi. o meglio che ne è stata purificata per opera della Chiesa cattolica. Ci dobbiamo chiedere se il suo status morale sia ora migliore o peggiore di quanto non fosse prima con la presenza di Lombardi, e dobbiamo porci questa domanda tenendo presente il fatto non contestabile che l'università Cattolica è una istituzione di ricerca e insegnamento superiore, sia pure cattolica. e non una casa privata cattolica, o un monastero di un ordine religioso cattolico o un seminario cattolico. Ed è da tenere presente anche il fatto ugualmente ovvio che la purificazione non riguarda Lombardi come persona, dal momento che il docente non è stato accusato di scarso rendimento, ma di eterodossia: riguarda le sue idee. Si è cercato evidentemente di purificarsi da quelle idee che sono state rimproverate ufficialmente a Lombardi. Nella tradizione della teodicea, Lombardi ha negato che possa esser considerata giusta, o anche moralmente tollerabile, l'esistenza di un inferno di tipo penitenziario; egli ha sintetizzato la propria posizione con una frase che è fortemente dispiaciuta ai cattolici, "L'inferno è incostituzionale". Lombardi ha anche osservato che il Dio dei cattolici, nella sua veste di carceriere nel proprio inferno, non rispetta alcuni moderni principi basilari della giustizia penale, che la stessa Chiesa cattolica oggi difende quando a punire sono gli uomini. Tra essi spiccano il principio della personalità della pena, messo in questione dall'idea di peccato originale, con la dannazione eterna di tutti i non cristiani anche senza colpa personale, e il principio della proporzionalità della pena, messo in questione dalla natura illimitata della pena eterna di fronte a una colpa presumibilmente limitata.


Di contro alla diffusa ma superficiale impressione "buonista" che l'inferno sia un concetto dismesso dalla teologia e dal catechismo cattolici, osserva Lombardi, sta il "prezziario" dei peccati mortali. ciascuno sufficiente alla dannazione e mai rinnegato dalla Chiesa. Ora possiamo anche osservare che il fatto stesso che la Chiesa cattolica, escludendo Lombardi per queste sue critiche, conferma. se mai ce ne fosse bisogno, che le credenze criticate da Lombardi sono tuttora credenze della Chiesa cattolica., Mai rinnegate, né vedo come ciò potrebbe mai avvenire, dal momento che la Chiesa cattolica si è posta da sola in un temibile dilemma, sostenendo anche la propria infallibilità in materia teologica (un'altra tesi criticata da Lombardi). Ed è un po' difficile pensare che la tesi dell' inferno non faccia parte delle opinioni teologiche da considerarsi essenziali. Se l'infallibilità della Chiesa non comprendesse più le opinioni sull’inferno, essa si ridurrebbe a un mero gioco di parole. Del resto, ecco che viene puntualmente contestata a Lombardi anche la sua critica della infallibilità papale in materia teologica (che si traduce nell'infallibilità della Chiesa cattolica come istituzione). Se il Papa è infallibile, la Chiesa si condanna a non mai poter cambiare opinione in materia teologica, tutto ciò che è stato sostenuto dal magistero lo sarà sempre (una dannazione questa che a me personalmente pare peggiore dell'inferno). Va anche notato che infallibilità teologica e inferno penitenziario sono due temi che rientrano per i loro aspetti essenziali nel dominio professionale di Lombardi come filosofo del diritto. Per il tema delle pene eterne la cosa è ovvia.


Quanto al primo punto, i giuristi riconosceranno nei problemi della infallibilità e definitività, conseguenza necessaria dell'uso dell'argomento ex auctoritate, un aspetto familiare di ogni questione di giurisdizione e di giudizio. La loro discussione rientra quindi appieno nel campo in cui un filosofo del diritto ha una competenza disciplinare specifica e rientra certissimamemte nell’ambito delle cose su cui egli ha un preciso e particolare dovere di meditare.

Pertanto, l'inevitabile conseguenza di questa operazione, e cioè una università Cattolica "depurata" da Lombardi e soprattutto dai suoi argomenti sull'inferno e sulla autorità ecclesiastica, mi sembra un grave danno per la stessa istituzione e per la sua immagine. È infatti ora più facile che nell'animo di qualcuno dei docenti della Cattolica possano insorgere alcuni dei più gravi vizi dello studioso e del ricercatore in quanto tale.

Il primo vizio favorito da simili situazioni di imposizione delle posizioni ex-auctoritate è quello della prudenza e del silenzio in argomenti scientifici. È un vizietto in cui è relativamente facile incorrere. se non si è o liberi o eroici. Altri vizi ancor più gravi non sono peraltro impensabili, in una situazione in cui il ricercatore è oppresso da un potere di controllo delle opinioni, per esempio l'ipocrisia di sostenere "con le labbra" opinioni scientifiche in cui non si crede.

L'estremo vizio del ricercatore in questi casi è rappresentato infine proprio dalla sincera e convinta apostasia delle proprie eventuali convinzioni eterodosse compiuta per ragioni di mera sottomissione all’autorità. Il fatto che la presenza di questi vizi possa essere giustificatamente sospettata è di per se un grave danno all'immagine e al prestigio scientifico dell'università Cattolica nella comunità degli studiosi.

E’ evidente che qualificare tutti questi comportamenti come vizio, vizio per il ricercatore, implica l'opinione che per lo studioso il vizio non sia l'eterodossia, ma il mascherarla. Non so bene cosa pensi su questo la Chiesa cattolica di oggi, ma non ho dubbi che la ricerca e la scienza non possano vivere e progredire agevolmente su queste basi. Ora, una università non è solo un'istituto di insegnamento superiore ma anche di ricerca, una istituzione dove ricerca e insegnamento sono strettamente collegati, poiché nello spirito e nella lettera degli studi superiori 1' insegnamento deve essere esercitato da coloro che esercitano la ricerca, e che quindi costituiscono e definiscono la propria disciplina e i suoi caratteri. Ciò che si insegna è ciò che si è ricercato, preferibilmente ciò che si sta ricercando. Ne consegue che un'università dove i ricercatori sono potenzialmente non liberi nelle proprie ricerche, è una università dove anche la qualità dell'insegnamento è costante mente minacciata.

Questo pericolo emerge in un secondo gruppo di possibili vizi indotti dalla presenza di nulla osta alle opinioni. vizi che riguardano specificamente il linguaggio con cui il ricercatore e il docente si esprime.


Come filosofo del linguaggio tendo a considerarlo quasi più grave del primo; anche i vizi di questo gruppo toccano direttamente sia la ricerca sia l'insegnamento. Ci sono infatti molte strategie semantiche per evadere i dilemmi del tipo di quello posto da Lombardi. Sono tutte perverse. Sono strategie affette tutte dal vizio intellettuale e anche morale del trucco linguistico, delle definizioni nascostamente variabili, dell'uso surrettizio di termini con significato incerto applicato di volta in volta ad libitum ai casi concreti. L'inferno c'è ma è vuoto. La Chiesa è infallibile, ma nessuno sa su che cosa; ovvero le sue tesi sono eterne, ma hanno un significato variabile. I corpi che risorgono sono davvero i corpi, ma non sono fatti con la materia con cui sono fatti adesso. Jori é dannato perché è ateo, ma non si sa mai, e poi chi è veramente ateo se si pone sinceramente il problema di Dio? Non è difficile essere abbastanza sottili ed ambigui nell'uso delle parole da ridurre per transizioni impercettibili ogni tesi nella sua antitesi, ma se tutto è questione di un gioco di specchi, di capire che il linguaggio usato è sufficiente fumoso da assolvere tutti dall'inferno, e dalla colpa di aver sostenuto una qualunque teoria, allora, come e perché espellere Lombardi?

A questo genere di argomenti l'università Cattolica risponderà probabilmente e prima di tutto con l'argomento liberale: "In casa mia faccio quello che voglio". È un argomento potente e da rispettare.

Cosa si può rispondere? Che una università la quale rilascia titoli riconosciuti dallo Stato e dalla Comunità europea non è una casa, a meno che l'Istituzione di Largo Gemelli cambi la propria ragione sociale e rinunci a fornire in proprio titoli di studio valevoli come laurea, risultando in tal caso pienamente giustificata a procedere come procede ora, al pari di qualunque scuola confessionale, ideologica, partitica, eccetera.


Se l’Università Cattolica vuole giustificare entrambi i suoi nomi non può accontentarsi di questo. A mio avviso, il nulla osta ecclesiastico al mantenimento dell'incarico è incompatibile con la libertà di pensiero e con la nozione stessa di ricerca scientifica, e dovrebbe sparire. Nessun docente in una università di qualunque denominazione deve essere costretto a credere nell'inferno o in qualunque altra cosa; nessun docente universitario deve essere sottoposto al vaglio di un ente esterno quanto al contenuto delle sue opinioni. La qualifica di cattolica potrebbe giustificare la selezione iniziale dei docenti e ricercatori in base anche ai criteri di cattolicità. Ma in nessun modo dovrebbe rimanere un meccanismo che impedisca l'eventuale spostamento libero delle opinioni dei docenti verso direzioni sgradite dalla Chiesa. I docenti devono essere liberi di pensare e studiare; avere opinioni libere vuol dire essere liberi di cambiarle. Senza essere costretti a scelte eroiche. La selezione all’ingresso basterebbe a garantire che i docenti conoscano e condividano in modo soddisfacente le tesi. le idee e le credenze che giustificano il nome "cattolico". Che peraltro devono esser liberi, eventualmente, di giungere a criticare. Osservo che, come il caso di Lombardi Vallauri benissimo illustra, c'è una grande differenza tra un pensiero indifferente e ignorante delle tesi cattoliche (che l'Università cattolica può discriminare all'ingresso) e un pensiero che diviene, consapevolmente critico. Avere "in casa" critici di questo genere è un inestimabile vantaggio, che nessuna istituzione di ricerca dovrebbe desiderare di rifiutare, e comunque una possibilità che deve essere ammessa se si vuole garantire anche ai docenti e ricercatori delle università cattoliche la più elementare libertà di ricerca e di insegnamento.


Da il "Sole 24 Ore" (17 gen.99)
 
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view post Posted on 30/10/2008, 21:04     +1   -1
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L’unica argomentazione degna di risposta di questo sproloquio è la seguente:

CITAZIONE
A questo genere di argomenti l'università Cattolica risponderà probabilmente e prima di tutto con l'argomento liberale: "In casa mia faccio quello che voglio". È un argomento potente e da rispettare.

Cosa si può rispondere? Che una università la quale rilascia titoli riconosciuti dallo Stato e dalla Comunità europea non è una casa, a meno che l'Istituzione di Largo Gemelli cambi la propria ragione sociale e rinunci a fornire in proprio titoli di studio valevoli come laurea, risultando in tal caso pienamente giustificata a procedere come procede ora, al pari di qualunque scuola confessionale, ideologica, partitica, eccetera.

Credo celi un errore piuttosto grossolano in realtà. L’università cattolica, come l’autore stesso riconosce, si chiama così perché chi la frequenta paga per farsi insegnare la dottrina cattolica, e non le eresie del prof. Vallauri. Io non ho frequentato l’università cattolica, ma se l’avessi fatto non avrei certo accettato che un professore, pagato per spiegarmi il punto di vista cattolico, nel quale mi volevo formare, mi insegnasse le sue opinioni eterodosse. Semplicemente non sarebbe né quello per cui lui è stato pagato, né quello per cui io ho pagato l’università cattolica. Se decidi di insegnare all’università cattolica sia che la ricerca puoi farla per approfondire e specificare, nonché per comprendere meglio, quelle che sono le tesi cattoliche, e non per andare contro di esse: sei pagato da un’università cattolica , che investe su di te, e anche se maturi tesi contrarie a quelle che ti hanno pagato per insegnare non puoi certo venirle a propagandare agli alunni, visto che sei pagato per fare l’opposto. Su questo Kant aveva visto benissimo nel suo articolo “Che cos’è l’illuminismo”:
“L' uso privato della ragione può assai di frequente subire strette limitazioni senza che il progresso del rischiaramento ne venga particolarmente ostacolato . Intendo per uso pubblico della propria ragione l' uso che uno ne fa, come studioso , davanti all' intero pubblico dei lettori . Chiamo invece uso privato della ragione quello che ad un uomo è lecito farne in un certo ufficio o funzione civile di cui egli è investito.”
La terminologia kantiana è un po’ contro intuitiva, per uso privato egli intende l’uso che si fa della ragione in quanto incaricati da qualcun altro (es un prete o un catechista non parlano per sé, ma per la Chiesa), mentre l’uso pubblico della ragione è quello che questo medesimo studioso fa fuori dal suo lavoro.
Come si vede dunque, uno dei Padri del pensiero europeo, e soprattutto del libero pensiero, e senza imbarazzo alcuno qui darebbe ragione alla Chiesa Cattolica.
Che dire dunque dell’obiezione “Sì, è vero, è un’università cattolica, ma rilascia titoli validi a livello statale, ergo dev’essere sottoposta a controllo pubblico quanto all’insegnamento che vi è svolto”?
Questa situazione mi fa venire in mente il caso di quei campus americani che, poiché in mano a dei fondamentalisti protestanti, persino nelle facoltà di biologia insegnavano il creazionismo. Che dire di un biologo formato a tali idee? Si minacciò di non riconoscere la validità di tali lauree, e giustamente a mio avviso. Il problema è qui siamo in un caso simile, e cioè chi decide che appartenga alle qualifiche minime e necessarie per cui uno studioso del prof. Vallauri si forma il fatto che gli vengano insegnate quelle idee di Vallauri, o se invece le idee dell’ortodossia cattolica non siano una rispettabile opinione, e dunque non si vede in base a cosa l’insegnamento nel rispetto di esse dovrebbe rendere l’alunno meno competente di chi si forma in un università laica. Non si vede cioè perché, il fatto che quei titoli di laurea avranno valore pubblico, renda questo incompatibile col fatto che li si sia conseguiti formandosi su quegli argomenti con un ottica cattolica, che si basi è quella per cui il prof. era stata assunto e per cui gli studenti hanno pagato. Non c’è, in quelle eresie, nulla di irrinunciabile che sia paragonabile ad un biologo che non conosca Darwin, ci si chiede cioè come sia possibile che imparare le cose studiandole dal punto di vista cattolico sia incompatibile coi valori condivisi in questo paese nella sfera pubblica, incompatibili al punto di dover sanzionare chi si forma alla luce di questi valori.
 
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pcerini
view post Posted on 30/10/2008, 23:19     +1   -1




[QUOTE=Polymetis,30/10/2008, 21:04]
L’unica argomentazione degna di risposta di questo sproloquio è la seguente:

CITAZIONE
A questo genere di argomenti l'università Cattolica risponderà probabilmente e prima di tutto con l'argomento liberale: "In casa mia faccio quello che voglio". È un argomento potente e da rispettare.

Cosa si può rispondere? Che una università la quale rilascia titoli riconosciuti dallo Stato e dalla Comunità europea non è una casa, a meno che l'Istituzione di Largo Gemelli cambi la propria ragione sociale e rinunci a fornire in proprio titoli di studio valevoli come laurea, risultando in tal caso pienamente giustificata a procedere come procede ora, al pari di qualunque scuola confessionale, ideologica, partitica, eccetera.

Credo celi un errore piuttosto grossolano in realtà. L’università cattolica, come l’autore stesso riconosce, si chiama così perché chi la frequenta paga per farsi insegnare la dottrina cattolica, e non le eresie del prof. Vallauri.


Vallauri ha chiesto un contraddittorio per sostenere le sue tesi di fronte alle gerarchie,invece e' stato licenziato,ergo,il tuo ragionamento e' fasullo.

Io non ho frequentato l’università cattolica, ma se l’avessi fatto non avrei certo accettato che un professore, pagato per spiegarmi il punto di vista cattolico, nel quale mi volevo formare, mi insegnasse le sue opinioni eterodosse. Semplicemente non sarebbe né quello per cui lui è stato pagato, né quello per cui io ho pagato l’università cattolica.
Se decidi di insegnare all’università cattolica sia che la ricerca puoi farla per approfondire e specificare, nonché per comprendere meglio, quelle che sono le tesi cattoliche, e non per andare contro di esse: sei pagato da un’università cattolica , che investe su di te, e anche se maturi tesi contrarie a quelle che ti hanno pagato per insegnare non puoi certo venirle a propagandare agli alunni, visto che sei pagato per fare l’opposto.


Se un professore rileva delle contraddizioni o ambiguita' nel campo della filosofia del diritto che tocca anche quello canonico,non vedo il motivo per il quale non abbia alcun diritto a sollevarle simili obiezioni,tu stai solo sostenendo una prassi che di libero e di democratico non ha proprio nulla,dato che gli hanno impedito il contraddittorio diretto.
Adesso uno non e' libero di pensare con la propria testa,se Vallauri ha formato le sue critiche nel corso del suo insegnamento,non vedo per quale ragione non abbia il diritto di porle senza essere buttato fuori a calci,non credo che se Vallauri avesse avuto simili perplessita' rima ancora di entrare nell'Universtia' l'avrebbe scelta,non avrebbe avuto senso,e' invece plausibile che simili perplessita' si siano formate nel corso della sua attivita',percio',il tuo ragionamento non ha alcuna base.

Su questo Kant aveva visto benissimo nel suo articolo “Che cos’è l’illuminismo”:
“L' uso privato della ragione può assai di frequente subire strette limitazioni senza che il progresso del rischiaramento ne venga particolarmente ostacolato . Intendo per uso pubblico della propria ragione l' uso che uno ne fa, come studioso , davanti all' intero pubblico dei lettori . Chiamo invece uso privato della ragione quello che ad un uomo è lecito farne in un certo ufficio o funzione civile di cui egli è investito.”
La terminologia kantiana è un po’ contro intuitiva, per uso privato egli intende l’uso che si fa della ragione in quanto incaricati da qualcun altro (es un prete o un catechista non parlano per sé, ma per la Chiesa), mentre l’uso pubblico della ragione è quello che questo medesimo studioso fa fuori dal suo lavoro.
Come si vede dunque, uno dei Padri del pensiero europeo, e soprattutto del libero pensiero, e senza imbarazzo alcuno qui darebbe ragione alla Chiesa Cattolica.
Che dire dunque dell’obiezione “Sì, è vero, è un’università cattolica, ma rilascia titoli validi a livello statale, ergo dev’essere sottoposta a controllo pubblico quanto all’insegnamento che vi è svolto”?
Questa situazione mi fa venire in mente il caso di quei campus americani che, poiché in mano a dei fondamentalisti protestanti, persino nelle facoltà di biologia insegnavano il creazionismo. Che dire di un biologo formato a tali idee? Si minacciò di non riconoscere la validità di tali lauree, e giustamente a mio avviso. Il problema è qui siamo in un caso simile, e cioè chi decide che appartenga alle qualifiche minime e necessarie per cui uno studioso del prof. Vallauri si forma il fatto che gli vengano insegnate quelle idee di Vallauri, o se invece le idee dell’ortodossia cattolica non siano una rispettabile opinione, e dunque non si vede in base a cosa l’insegnamento nel rispetto di esse dovrebbe rendere l’alunno meno competente di chi si forma in un università laica. Non si vede cioè perché, il fatto che quei titoli di laurea avranno valore pubblico, renda questo incompatibile col fatto che li si sia conseguiti formandosi su quegli argomenti con un ottica cattolica, che si basi è quella per cui il prof. era stata assunto e per cui gli studenti hanno pagato. Non c’è, in quelle eresie, nulla di irrinunciabile che sia paragonabile ad un biologo che non conosca Darwin, ci si chiede cioè come sia possibile che imparare le cose studiandole dal punto di vista cattolico sia incompatibile coi valori condivisi in questo paese nella sfera pubblica, incompatibili al punto di dover sanzionare chi si forma alla luce di questi valori.


Questo discorso mostra che distorci i fatti alla base del licenziamento di Vallari,mi domando che cavolo c'entri questo discorso con il fatto che non gli e' stato concesso il diritto di replica dopo che aveva chiesto un contraddittorio diretto in merito alle sue tesi.
Se uno matura delle contraddizioni o ambiguita' e' un sacrosanto diritto rilevarle e dibatterle senza correre il rischio di essere buttato fuori,la tua argomentazione non affronta questo particolare e si riferisce a delle scelte didattiche , non a delle violazioni palesi,ergo, il ruo ragionamento e' fasullo oltre che palesemente viziato dalla tua scarsa obiettivita'.

Edited by pcerini - 30/10/2008, 23:42
 
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view post Posted on 31/10/2008, 00:10     +1   -1
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CITAZIONE
“Vallauri ha chiesto un contraddittorio per sostenere le sue tesi di fronte alle gerarchie,invece e' stato licenziato,ergo,il tuo ragionamento e' fasullo.”

Cosa c’entra il contraddittorio? Non c’entra nulla il fatto che la sua tesi sia vera o meno, ma se sia cattolica o meno. E’ stato escluso non perché propagatore di idee non serie, ma perché propagatore di idee non cattoliche. Vorrei che fosse chiaro: il fatto stesso che volesse pertinacemente difendere le sue tesi mostra che era incompatibile col posto che occupava, e che era per l’appunto l’insegnare in un’università dove gli studenti pagano per sentirsi spiegare le tesi cattoliche. Non ha nessuna rilevanza se abbia ragione o torto, cioè se le sue tesi sull’inferno siano vere, l’unico problema è che non sono cattoliche e dunque non è sensato che costui si faccia pagare da un’università cattolica per insegnare cose non cattoliche a degli studenti che hanno pagato per sentire altro.

CITAZIONE
“u stai solo sostenendo una prassi che di libero e di democratico non ha proprio nulla”

Cosa c’entra la democrazia? Se ti paga per insegnare una cosa il dibattito democratico cosa c’entra? Ti pago per un lavoro e lo fai. Se vuoi sostenere quelle tesi va benissimo, ma non pretendere di insegnarle in un’università che ti paga proprio per non insegnarle.
CITAZIONE
“Adesso uno non e' libero di pensare con la propria testa”

Uno può pensare quello che gli pare, ma non può lavorare come gli pare, era pagato per un altro incarico. Nel privato può fare quello che vuole, ma non può fare il contrario di quello per cui qualcuno lo ha assunto. Se io pago qualcuno per fare catechismo cattolico, per insegnare la filosofia del diritto cattolica, o le tesi cattoliche sui contraccettivi, o qualunque altra cosa, con che diritto questa persona fa l’opposto? Qui non c’entra la libertà di parola, c’entra l’inadempienza contrattuale. Pensi tutte le cose acattoliche che vuole, ma non pretenda di insegnarle quanto è nell’ufficio di docente di un’ università cattolica.
CITAZIONE
“non credo che se Vallauri avesse avuto simili perplessita' rima ancora di entrare nell'Universtia' l'avrebbe scelta”

Come vedi dunque anche tu ti rendi conto del fatto che non ha senso insegnare in un’università cattolica cose non cattoliche. Costui aveva un contratto attuale. Ad un certo punto s’è trovato nella posizione di non poter più insegnare cose cattoliche perché non ci credeva più, ergo l’unica cosa corretta sarebbe stata farsi da parte, e non pretendere di insegnare in qualità di professore cattolico cose non cattoliche.

CITAZIONE
“mi domando che cavolo c'entri questo discorso con il fatto che non gli e' stato concesso il diritto di replica dopo che aveva chiesto un contraddittorio diretto in merito alle sue tesi.”

C’entra eccome perché il fatto che abbia ragione è del tutto irrilevante. Ammettiamo che abbia ragione ex ipothesi, e che l’inferno davvero non sia eterno. Va bene, e allora? Resta sempre il fatto che questa tesi non è cattolica, e dunque non si vede in base a che cosa costui possa insegnarla in un’università cattolica. Gli studenti pagano proprio per sapere qual è il punto di vista cattolico su questi argomenti, e l’argomento dell’eternità della pene e di come sia proporzionabile al fatto che il numero dei peccati commessi sulla terra è per forza finito è un problema che non ha certo sollevato lui, è una quaestio su cui discutevano già i medievali. I filosofi cattolici hanno una dottrina su questo problema, ed è esattamente quella che gli studenti cattolici di quel corso hanno pagato per sentire, perché volevano formarsi in un’università cattolica. Al contrario invece il prof. Vallauri voleva insegnare non la filosofia che era stato pagato per insegnare, ma una sua personale visione della cosa. Vera o falsa? E’ irrilevante, resta sempre il fatto che non è cattolica, e dunque, se anche fosse vera, e solo Dio lo sa, sarebbe comunque incompatibile col posto in cui si trovava. Severino almeno ebbe la decenza di rendersi conto che sostenere il neoparmenidismo era incompatibile col cattolicesimo, e dunque fu, coi vertici dell’Università Cattolica, una rottura consensuale. Tu invece sostieni che sia sensato che una persona insegni in un’università cattolica, in cui è stato assunto a patto che insegnasse cose cattoliche, il contrario delle cose per cui era stato assunto! Un bel coraggio!

CITAZIONE
“Se uno matura delle contraddizioni o ambiguita' e' un sacrosanto diritto rilevarle e dibatterle senza correre il rischio di essere buttato fuori”

Dibatta quello che vuole, ma deve avere la coerenza, se improvvisamente scopre di non essere più cattolico, di rendersi conto che non può insegnare quelle cose in un’università cattolica. Non si può avere tutto nella vita: vuoi pensare una cosa? Accettane le conseguenze. Non lamentarti qualora tu abbia maturato l’idea che mangiare carne sia giusto se ti sbattono fuori dal circolo dei vegetariani… Ed è inutile dire: ma non ha il diritto di cambiare idea sulla carne? Certo, ma ogni scelta ha le sue conseguenze, e dunque, se ha il diritto di mangiare carne, non ha però il diritto di mangiare carne e al contempo pretendere di fare ancora parte di un’associazione di vegetariani. Bisogna avere il coraggio delle proprie scelte e saperne affrontare le evidenti conseguenze.




 
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*Rainboy*
view post Posted on 31/10/2008, 00:44     +1   -1




CITAZIONE
Credo celi un errore piuttosto grossolano in realtà. L’università cattolica, come l’autore stesso riconosce, si chiama così perché chi la frequenta paga per farsi insegnare la dottrina cattolica, e non le eresie del prof. Vallauri. Io non ho frequentato l’università cattolica, ma se l’avessi fatto non avrei certo accettato che un professore, pagato per spiegarmi il punto di vista cattolico, nel quale mi volevo formare, mi insegnasse le sue opinioni eterodosse.

Trovo una fantastica simmetria con la discussione che facemmo sui ginecologi obiettori di coscienza. Qui però ovviamente sei un ferreo sostenitore del "non fa il servizio per cui viene pagato ---> ergo se ne deve andare".

Come si suol dire, sei più relativista di Einstein. Ma solo quando ti fa comodo...
 
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view post Posted on 31/10/2008, 00:52     +1   -1
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"Qui però ovviamente sei un ferreo sostenitore del "non fa il servizio per cui viene pagato ---> ergo se ne deve andare"."


Non c'è alcun parallelo: costoro, i ginecologi cattolici, sono stati assunti e hanno intrapreso la carriera di ginecologi con l'assicurazione e la garanzia che potevano fare gli obiettori di coscienza. Nessuno gli ha imposto come condizione d'assunzione: "devi praticare aborti", anzi erano e sono garantiti dalla legge del fatto che non dovranno mai farne.
Al contrario di questo caso, dove qualcuno è stato assunto per insegnare cose cattoliche, e decide di fare il contrario. Sarebbe come se un ginecologo, che tutto d'un tratto decidesse di voler diventare obiettore, insistesse per non essere licenziato da una clinica specializzata in aborti che lo aveva assunto quando non era ancora obiettore.
 
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pcerini
view post Posted on 31/10/2008, 01:25     +1   -1




Cosa c’entra il contraddittorio? Non c’entra nulla il fatto che la sua tesi sia vera o meno, ma se sia cattolica o meno. E’ stato escluso non perché propagatore di idee non serie, ma perché propagatore di idee non cattoliche.

Polymetis,non ci provare,la cattolicita' non e' l'aspetto principale delle tesi di Vallauri,dato che affronta i problemi essenzialmente dal punto di vista giuridico,in secondo luogo,stiamo discutendo di un fatto avvenuto in aperto constrasto con dei dettami costituzionali ai quali lo stesso Vallauri si richiama nelle sue contestazioni post-licenziamento.

Vorrei che fosse chiaro: il fatto stesso che volesse pertinacemente difendere le sue tesi mostra che era incompatibile col posto che occupava,

Difendere delle tesi significa avere delle valide motivazioni,tra l'altro,questo aspetto e' in piena sintonia con gli aspetti che riguardano la tutela di certi diritti costituzionali del nostro paese.Non pensavo che nel cattolicesimo il valore delle argomentazioni fosse insignificante.

e che era per l’appunto l’insegnare in un’università dove gli studenti pagano per sentirsi spiegare le tesi cattoliche.

Ah,certo,gli studenti e i professori adesso sono diventati tutti dei robot,devono imparare come dei ragazzini in fasce,avete una strana concezione dell'insegnamento.

Non ha nessuna rilevanza se abbia ragione o torto, cioè se le sue tesi sull’inferno siano vere, l’unico problema è che non sono cattoliche e dunque non è sensato che costui si faccia pagare da un’università cattolica per insegnare cose non cattoliche a degli studenti che hanno pagato per sentire altro.

Ah,certo,irrilevante che abbia ragione o torto,nel nostro paese questo si chiama pura prevaricazione.Il fatto che il contratto sia stato stipulato secondo la legislazione italiana (e non secondo la legislazione vaticana) ti dovrebbe far capire che certi diritti vanno rispettati anche dalle gerarchie,a meno che tu non voglia difendere lo sfruttamento del lavoro nero ad opera dell ORP (come esempio estremo).

CITAZIONE
“u stai solo sostenendo una prassi che di libero e di democratico non ha proprio nulla”

Cosa c’entra la democrazia? Se ti paga per insegnare una cosa il dibattito democratico cosa c’entra? Ti pago per un lavoro e lo fai. Se vuoi sostenere quelle tesi va benissimo, ma non pretendere di insegnarle in un’università che ti paga proprio per non insegnarle.


C'entra,c'entra eccome,visto che quell'istituzione pretende di avvalersi delle regole democratiche nella concessione di certe agevlazioni ma poi quando si tratta di sostenere dei dissensi non ci pensa due volte a buttare fuori a calci la gente in stile perfettamente anti-democratico.

CITAZIONE
“Adesso uno non e' libero di pensare con la propria testa”

Uno può pensare quello che gli pare, ma non può lavorare come gli pare, era pagato per un altro incarico. Nel privato può fare quello che vuole, ma non può fare il contrario di quello per cui qualcuno lo ha assunto. Se io pago qualcuno per fare catechismo cattolico, per insegnare la filosofia del diritto cattolica, o le tesi cattoliche sui contraccettivi, o qualunque altra cosa, con che diritto questa persona fa l’opposto?


Il diritto di critica,ovviamente,se dimostra di avere dalla sua delle forti argomentazioni

Qui non c’entra la libertà di parola, c’entra l’inadempienza contrattuale. Pensi tutte le cose acattoliche che vuole, ma non pretenda di insegnarle quanto è nell’ufficio di docente di un’ università cattolica.

Valauri non ha commesso nessuna inadempienza contrattuale,dato che nel suo insegnamento parlava delle dottrine relative per esempio al diritto canonico ma nello stesso tempo esercitava anche il diritto di critica,una inadempienza contrattuale e' tale solo se Vallauri non stess insegnando nulla di tali dottrine attinenti la prospettiva cattolica,in secondo luogo,essere licenziati per aver espresso critiche va anche contro certi dettami costituzionali,quando viene impedito con ogni mezzo il diritto di difesa,e' come se un datore di lavoro licenziasse per ingiusta causa.


“non credo che se Vallauri avesse avuto simili perplessita' rima ancora di entrare nell'Universtia' l'avrebbe scelta”
[/QUOTE]
Come vedi dunque anche tu ti rendi conto del fatto che non ha senso insegnare in un’università cattolica cose non cattoliche. Costui aveva un contratto attuale. Ad un certo punto s’è trovato nella posizione di non poter più insegnare cose cattoliche perché non ci credeva più, ergo l’unica cosa corretta sarebbe stata farsi da parte, e non pretendere di insegnare in qualità di professore cattolico cose non cattoliche.


No,tu non hai capito proprio nulla,io ho detto che uno non entrerebbe in una universita' se non condividesse certe premesse,percio',se Vallauri e' entrato in quell'universita' e' ovvio che certe critiche ancora non le aveva sviluppate,non che fosse entrato con lo scopo di fare battaglia.

CITAZIONE
“mi domando che cavolo c'entri questo discorso con il fatto che non gli e' stato concesso il diritto di replica dopo che aveva chiesto un contraddittorio diretto in merito alle sue tesi.”

C’entra eccome perché il fatto che abbia ragione è del tutto irrilevante. Ammettiamo che abbia ragione ex ipothesi, e che l’inferno davvero non sia eterno. Va bene, e allora? Resta sempre il fatto che questa tesi non è cattolica, e dunque non si vede in base a che cosa costui possa insegnarla in un’università cattolica.


Questo discorso e' semplicemente fuori luogo,perche' se uno sa che sta insegnando il falso ha il diritto e il dovere morale di dissentire e fare critica,altrimenti si puo' anche prestare ad una sorta di condizionamento se non addirittura di plagio

Gli studenti pagano proprio per sapere qual è il punto di vista cattolico su questi argomenti, e l’argomento dell’eternità della pene e di come sia proporzionabile al fatto che il numero dei peccati commessi sulla terra è per forza finito è un problema che non ha certo sollevato lui, è una quaestio su cui discutevano già i medievali.

Gli studenti non sono dei robot,a meno che tu non voglia considerare i cattolici degli esimi asini da soma.

I filosofi cattolici hanno una dottrina su questo problema, ed è esattamente quella che gli studenti cattolici di quel corso hanno pagato per sentire, perché volevano formarsi in un’università cattolica.

I filosofi esercitavano anche diritto di critica,ragion per cui,il tuo paragone e' fasullo.

Al contrario invece il prof. Vallauri voleva insegnare non la filosofia che era stato pagato per insegnare, ma una sua personale visione della cosa.

Sbagiato,Vallauri discuteva degli aspetti dottrinali cattolici ma faceva anche delle critiche mirate.

Vera o falsa? E’ irrilevante, resta sempre il fatto che non è cattolica, e dunque, se anche fosse vera, e solo Dio lo sa, sarebbe comunque incompatibile col posto in cui si trovava. Severino almeno ebbe la decenza di rendersi conto che sostenere il neoparmenidismo era incompatibile col cattolicesimo, e dunque fu, coi vertici dell’Università Cattolica, una rottura consensuale. Tu invece sostieni che sia sensato che una persona insegni in un’università cattolica, in cui è stato assunto a patto che insegnasse cose cattoliche, il contrario delle cose per cui era stato assunto! Un bel coraggio!

La non cattolicita' non ha senso se bisogna insegnare il falso,se uno si accorge che un principio e' fasullo ha il diritto e il dovere di criticarlo oltre che illustrarlo,e questo diritto nemmeno Dio in persona lo puo' togliere. In secondo luogo,la cattolicita' o meno di certe dottrine e' irrilevantge,altrimenti,allora,uno non dovrebbe parlare nemmeno di dottrine giuridico-filosofiche o morali non cattoliche.

CITAZIONE
“Se uno matura delle contraddizioni o ambiguita' e' un sacrosanto diritto rilevarle e dibatterle senza correre il rischio di essere buttato fuori”

Dibatta quello che vuole, ma deve avere la coerenza, se improvvisamente scopre di non essere più cattolico, di rendersi conto che non può insegnare quelle cose in un’università cattolica. Non si può avere tutto nella vita: vuoi pensare una cosa? Accettane le conseguenze. Non lamentarti qualora tu abbia maturato l’idea che mangiare carne sia giusto se ti sbattono fuori dal circolo dei vegetariani… Ed è inutile dire: ma non ha il diritto di cambiare idea sulla carne? Certo, ma ogni scelta ha le sue conseguenze, e dunque, se ha il diritto di mangiare carne, non ha però il diritto di mangiare carne e al contempo pretendere di fare ancora parte di un’associazione di vegetariani. Bisogna avere il coraggio delle proprie scelte e saperne affrontare le evidenti conseguenze.
[/QUOTE]


Se io vengo licenziato perche' rilevo un'errore di un progettista,ho il diritto e il dovere di difendere il mio posto di lavoro e non essere discriminato o ostacolato,principio semplice ed efficace che configura un diritto,nozione che a quanto pare manca ai vertici clericali.


CITAZIONE (Polymetis @ 31/10/2008, 00:52)
"Qui però ovviamente sei un ferreo sostenitore del "non fa il servizio per cui viene pagato ---> ergo se ne deve andare"."


Non c'è alcun parallelo: costoro, i ginecologi cattolici, sono stati assunti e hanno intrapreso la carriera di ginecologi con l'assicurazione e la garanzia che potevano fare gli obiettori di coscienza. Nessuno gli ha imposto come condizione d'assunzione: "devi praticare aborti", anzi erano e sono garantiti dalla legge del fatto che non dovranno mai farne.
Al contrario di questo caso, dove qualcuno è stato assunto per insegnare cose cattoliche, e decide di fare il contrario. Sarebbe come se un ginecologo, che tutto d'un tratto decidesse di voler diventare obiettore, insistesse per non essere licenziato da una clinica specializzata in aborti che lo aveva assunto quando non era ancora obiettore.

E invece si',il parallelo e' d'obbligo,invece.Un medico obiettore ha il diritto di esercitare obiezione,mentre un professore non ha il diritto di obiettare su certe contraddizioni?
 
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view post Posted on 31/10/2008, 02:28     +1   -1
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CITAZIONE
“Polymetis,non ci provare,la cattolicita' non e' l'aspetto principale delle tesi di Vallauri,dato che affronta i problemi essenzialmente dal punto di vista giuridico”

Si può usare l’ambito del sapere che più ci aggrada al fine di sostenere tesi non cattoliche. In questo caso con la filosofia del diritto si vorrebbe sostenere che un inferno eterno renderebbe Dio non giusto, tesi palesemente eretica e dunque incompatibile con l’insegnamento all’università cattolica, visto che l’eternità dlel’inferno è dogma.
CITAZIONE
“in secondo luogo,stiamo discutendo di un fatto avvenuto in aperto constrasto con dei dettami costituzionali ai quali lo stesso Vallauri si richiama nelle sue contestazioni post-licenziamento.”

Quando l’avranno riassunto perché un giudice gli darà ragione fammi sapere, io finora vedo soltanto qualcuno assunto per fare un lavoro e che invece ne fa un altro.

CITAZIONE
“Non pensavo che nel cattolicesimo il valore delle argomentazioni fosse insignificante.”

Non è insignificante il valore delle argomentazioni, ma il valore delle argomentazioni in questo caso. Perché, se anche ex ipothesi dimostrasse che le sue tesi sono vere, questo non le renderebbe comunque ortodosse, semplicemente vere ed eretiche. Quindi, ancora una volta, incompatibili con l’insegnamento alla cattolica.

CITAZIONE
“Ah,certo,gli studenti e i professori adesso sono diventati tutti dei robot,devono imparare come dei ragazzini in fasce,avete una strana concezione dell'insegnamento.”

Non mi interessa quello che tu pensi dell’insegnamento, ma il fatto che, per quanto ti turbi, chi va alla cattolica per imparare la filosofia cattolica ha tutto il diritto di sentirsela insegnare.

CITAZIONE
“Ah,certo,irrilevante che abbia ragione o torto,nel nostro paese questo si chiama pura prevaricazione”

No, semplicemente che abbia ragione o torto non c’entra nulla col motivo di questa discussione. Può anche aver ragione come ripeto, ma resta il fatto che la sua tesi sarebbe non cattolica.
CITAZIONE
“l fatto che il contratto sia stato stipulato secondo la legislazione italiana (e non secondo la legislazione vaticana) ti dovrebbe far capire che certi diritti vanno rispettati anche dalle gerarchie”

Il contratto infatti era annuale, con la possibilità di non rinnovarlo, nessun diritto è stato violato. Semmai è lui che ha violato dei doveri, visto che prima di insegnare alla cattolica ti fanno firmare che non insegnerai cose contrarie al magistero, e dunque quest’uomo s’è fatto assumere per fare qualcosa per poi fare il contrario.

CITAZIONE
“visto che quell'istituzione pretende di avvalersi delle regole democratiche nella concessione di certe agevolazioni”

E le regole della democrazia cosa c’entrano col fatto che se ti pago per sostenere un’opinione tu non puoi sul posto di lavoro sostenere l’opinione opposta? Continui a confondere uso privato e uso pubblico della ragione. Come ho argomentato altrove posso essere d’accordo con la guerra in Iraq, ma se mi faccio assumere da un’organizzazione pacifista per distribuire volantini non posso buttare via i volantini che mi hanno incaricato di distribuire e mettermi a dare per strada altri volantini che incitano alla guerra. La mia libertà d’espressione in questo contesto non c’entra nulla, semplicemente non faccio quello per cui sono stato pagato.
CITAZIONE
“ma poi quando si tratta di sostenere dei dissensi non ci pensa due volte a buttare fuori a calci la gente in stile perfettamente anti-democratico.”

Quando mi spiegherai cosa c’entri la libertà di parola del privato col fatto che non puoi farti assumere per qualcosa e poi fare il contrario faremo dei passi avanti…

CITAZIONE
“Il diritto di critica,ovviamente,se dimostra di avere dalla sua delle forti argomentazioni”

Può criticare quello che vuole, ma non nello spazio dove l’ho pagato per fare l’opposto, e dove lui s’è fatto assumere per fare l’opposto, e dove gli studenti si aspettano di sentire l’opposto. Sarebbe come se io mi iscrivesse ad un seminario che promette di fornirmi le ragioni dell’associazione vegetariani sul perché non è moralmente lecito mangiar carne e mi trovassi un conferenziere, pagato dall’associazione vegetariani, che invece di spiegarmi perché è immorale mangiar carne si mette a sostenere quanto sia buona la fiorentina e quanto sia sano il McDonalds. Questo c’era qualcosa con la libertà di parola di questo conferenziere? Non avrebbe forse il diritto l’associazione di vegetariani che l’ha assunto col lo scopo di difendere le posizioni dei vegetariani di buttarlo fuori a calci perché evidentemente ha scambiato il suo lavoro, per cui era stato pagato, con qualcos’altro?
CITAZIONE
“Valauri non ha commesso nessuna inadempienza contrattuale,dato che nel suo insegnamento parlava delle dottrine relative per esempio al diritto canonico ma nello stesso tempo esercitava anche il diritto di critica,una inadempienza contrattuale e' tale solo se Vallauri non stess insegnando nulla di tali dottrine attinenti la prospettiva cattolica”

Guarda che non c’entra l’argomento della lezione, cioè il su che cosa faccia lezione, ma il modo in cui affronta il problema. Prendiamo il problema dell’inferno. Può certo parlarne, ma in quella sede non può dire il contrario di quello che è stato pagato per dire. Non è stato assunto per fare critica al magistero, ma al contrario per insegnare nella prospettiva del magistero.

CITAZIONE
“in secondo luogo,essere licenziati per aver espresso critiche va anche contro certi dettami costituzionali,”

Andrà contro certi dettami costituzionali se il tuo insegnamento non era pagato da qualcuno che ti ha assunto col preciso obbiettivo di insegnare qualcosa. Quando un giudice della corte costituzionale ti darà ragione, e non avverrà mai, allora fammi un fischio.
CITAZIONE
“No,tu non hai capito proprio nulla,io ho detto che uno non entrerebbe in una universita' se non condividesse certe premesse”

E il fatto che non sarebbe entrato in un’università cattolica avendo certe premesse non è forse la prova che tu stesso consideri queste premesse come incompatibili con quell’ambiente? E dunque perché mai, quelle stesse premesse, a distanza di anni, dovrebbero essere meno incompatibili con l’ambiente?

CITAZIONE
“Questo discorso e' semplicemente fuori luogo,perche' se uno sa che sta insegnando il falso ha il diritto e il dovere morale di dissentire e fare critica”

Te l’ho già detto, lui può anche pensare di stare dicendo il falso, ma se l’hanno ingaggiato per insegnare una determinata cosa allora è quella che deve insegnare. Se pensa che sia falsa si dimetta. Sarebbe che seil candidato dei democratici Obama assumesse qualcuno per fargli la campagna elettorale, e poi questo qualcuno, resosi conto che Obama è un idiota, pretendesse di propagandare quest’idea negli spazi pubblicitari che Obama aveva comprato per farsi pubblicità. Se costui ha cambiato parere sul candidato Obama, semplicemente deve dimettersi, e non pretendere di far parte dello staff che fa pubblicità asd Obama e cerca di farlo vincere.
CITAZIONE
“Gli studenti non sono dei robot,a meno che tu non voglia considerare i cattolici degli esimi asini da soma.”

Cosa c’entra il fatto che uno si iscriva ad un’università cattolica perché vuole sentire le cose in prospettiva cattolica col fatto che sia un robot? E’ da robot voler apprendere un punto di vista?

CITAZIONE
“I filosofi esercitavano anche diritto di critic”

Non negli spazi in cui sono pagati per fare altro.
CITAZIONE
“Sbagiato,Vallauri discuteva degli aspetti dottrinali cattolici ma faceva anche delle critiche mirate.”

Ma non c’entra il fatto che discutesse di dottrina cattolica, il punto è che non insegnava tale dottrine bensì la sua confutazione.
CITAZIONE
“La non cattolicita' non ha senso se bisogna insegnare il falso,se uno si accorge che un principio e' fasullo ha il diritto e il dovere di criticarlo oltre che illustrarlo,e questo diritto nemmeno Dio in persona lo puo' togliere.”

Sono d’accordo, basta che ti licenzi e tu lo faccia in privato, non prendendo i soldi di chi ti ha pagato per insegnare altro.
CITAZIONE
“In secondo luogo,la cattolicita' o meno di certe dottrine e' irrilevante”

Non se vuoi insegnare in un’università cattolica. Sarebbe come farsi assumere ad un’università islamica e pretendere di insegnare che Maometto era un criminale e Allah è un falso Dio.

CITAZIONE
“altrimenti,allora,uno non dovrebbe parlare nemmeno di dottrine giuridico-filosofiche o morali non cattoliche.”

Esattamente, o, se lo fa, deve esporle in chiave critica.

CITAZIONE
“Se io vengo licenziato perche' rilevo un'errore di un progettista,ho il diritto e il dovere di difendere il mio posto di lavoro e non essere discriminato o ostacolato”

Se tu credi di avere trovato un errore del progettista, ed eri stato assunto per propagandare l’idea di quel progettista, evidentemente non sei più adatto a quel posto perché hai maturato un'altra idea. Ergo tieniti la tua opinione, ma non pretendere di far parte di coloro che difendono il progettista, perché saresti una contraddizione vivente.
CITAZIONE
“E invece si',il parallelo e' d'obbligo,invece.Un medico obiettore ha il diritto di esercitare obiezione,mentre un professore non ha il diritto di obiettare su certe contraddizioni?”

Come già detto non v’è alcun parallelo, perché il ginecolo già prima di essere assunto sapeva che era assunto e poteva fare l’obiettore, non c’era cioè niente nel suo contratto che gli dicesse che doveva praticare aborti. Al contrario il caso di questo professore come ripeto è simile a quello di un medico ginecologo abortista che si fa assumere da una clinica specializzata nel praticare aborti, e che poi pretendere di rimanere dipendente di quella clinica qualora improvvisamente diventi obiettore e decida di non praticare più aborti: semplicemente non l’hanno assunto per questo, ma proprio perché era abortista, e per questo veniva pagato.
 
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spirito!libero
view post Posted on 31/10/2008, 10:46     +1   -1




Può esistere una università riconosciuta dallo stato che insengi non la scienza ma la dottrina ?

Cioè, se Vallauri avesse ragione sul fatto che l'inferno è “incostituzionale”, ovvero questo fosse una verità della materia che insegna, cioè filosofia del diritto, sarebbe accettabile un corso di studi in cui non si insegni la verità di una materia ma la dottrina cattolica ? Cioè si insegni il falso purchè in accordo con l'ortodossia ?

Un universitario paga per apprendere la dottrina o il diritto ?

Vallauri non insegna diritto canonico, ma filosofia del diritto e se questa materia impone che l'inferno sia incostituzionale, mi chiedo se sia lecito che venga insegnato o no a prescindere da cosa sostiene una religione.

Saluti
Andrea

ps
aggiungo:

Facendo un parallelo storico, nelle università cattoliche, dopo che la scienza ha dimostrato che la terra gira intorno al sole, sarebbe lecito licenziare un professore di fisica che insegni questa verità scientifica anche se la dottrina della chiesa prevede il geocentrismo ?

E se questo accadesse non sarebbe forse il caso di togliere il riconoscimento statale al titolo di studio visto che non si tratta più di una laurea in astronomia ma in dottrina ?

Edited by spirito!libero - 31/10/2008, 11:26
 
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Frances Admin
view post Posted on 31/10/2008, 11:25     +1   -1




Quando il diritto sindacale entra in collisione col diritto particolaristico delle organizzazioni private è sempre il primo a prevalere, e se così non fosse avremo tanti micro-ordinamenti che contrastano con le norme nazionali e questo paese sarebbe ancor più anarchico di quello che è. Dal momento che il prof. Vallauri è stato licenziato prima della scadenza naturale del contratto e senza giusta causa, egli ha tutto il diritto di protestare e di rivolgersi alla Giustizia dei tribunali. Le Università Cattoliche sono tenute, come qualsiasi cittadino e organizzazione privata, a rispettare i diritti dei lavoratori e a conformarsi alla normativa nazionale. Diverso sarebbe stato se al prof. non gli fosse stato rinnovato il contratto. In questo caso l'incompatibilità di ricerca tra lui e l'istituzione avrebbe giustificato il licenziamento. Ma dal momento che: 1) è stato licenziato prima della scadenza naturale del contratto; 3) senza giusta causa; 3) prima che si fossero state attivate le procedure di arbitrato per la risoluzione della controversia a carico dell'istituzione stessa; 4) senza preavviso e a sua insaputa. Si tratta di violazioni dei diritti dei lavoratori tutelate dal diritto del lavoro. Se la chiesa cattolica pensa di sottrarsi alle leggi e calpestare i diritti basilari dei lavoratori, sbaglia i suoi calcoli. Essa, come qualsiasi altra istituzione privata non può applicare norme arbitrarie in contrasto con le fonti primarie e secondarie del diritto. Ovviamente il singolo, al quale sono stati calpestati i diritti di lavoratore per fare in modo che gli venga riconosciuto il danno subito, deve rivolgersi alle sedi giudiziarie opportune. Le tesi eretiche del prof. non hanno nessuna rilevanza, poiché il suoi diritti di lavoratore sono già stati calpestati in 4 punti fondamentali, tanto che se dovesse vincere la causa, il risarcimento danni materiali e morali che eventualmente gli sarebbe riconosciuto, manderebbe in bancarotta i bifolchi che lo hanno licenziato.
 
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view post Posted on 31/10/2008, 12:04     +1   -1
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PEr Frances

CITAZIONE
“Dal momento che il prof. Vallauri è stato licenziato prima della scadenza naturale del contratto e senza giusta causa, egli ha tutto il diritto di protestare e di rivolgersi alla Giustizia dei tribunali.”

L’inizio dell’articolo dice quanto segue: “(Insegnava) con un contratto rinnovato di anno in anno. Per il prossimo anno accademico il contratto non gli è stato rinnovato.”
Come si vede dunque si sono limitati a non rinnovargli il contratto, mi sembra sacrosanto che chiunque possa assumere chi gli pare. Tra l’altro l’articolo stesso ammette: “I1 professor Lombardi, come titolare di un contratto annuale non ha alcun diritto giuridico alla conservazione del posto di lavoro, ne sostiene di averlo.” Ergo la protesta dell’articolo era meramente filosofica, cioè fino a che punto in un’università ci debba essere libertà di ricerca. Come già specificato siccome in quest’università si viene assunti per insegnare le cose da un punto di vista che è quello del magistero cattolico, non si vede proprio a che titolo qualcuno dovrebbe pretendere di poter insegnare in un’università siffatta se egli non è d’accordo. Sarebbe come voler insegnare ad un seminario dell’associazione ambientalisti, e coi soldi che questa associazione ti ha dato per insegnare, che è giusto bombardare le balene.
CITAZIONE
“Se la chiesa cattolica pensa di sottrarsi alle leggi e calpestare i diritti basilari dei lavoratori, sbaglia i suoi calcoli”

Se leggo bene la data dell’articolo è di 9 anni fa, dunque evidentemente nessuno ha dato ragione a questo professore, anzi, stando all’articolo questo professore non sostiene neppure di avere il diritto giuridico d’insegnare in quest’università.

Per Spirito!Libero

CITAZIONE
“Può esistere una università riconosciuta dallo stato che insengi non la scienza ma la dottrina ?

Cioè, se Vallauri avesse ragione sul fatto che l'inferno è “incostituzionale”, ovvero questo fosse una verità della materia che insegna, cioè filosofia del diritto, sarebbe accettabile un corso di studi in cui non si insegni la verità di una materia ma la dottrina cattolica ? Cioè si insegni il falso purchè in accordo con l'ortodossia”

Io stesso ho fatto quest’esempio nel mio primo intervento, citando il caso di quelle università in mano ai fondamentalisti protestanti che volevano insegnare nei corsi di biologia il creazionismo, e la mia risposta è sempre la stessa. “Chi decide che appartenga alle qualifiche minime e necessarie per cui uno student si sta formando il fatto che gli vengano insegnate quelle idee di Vallauri, o se invece le idee dell’ortodossia cattolica non siano una rispettabile opinione, e dunque non si vede in base a cosa l’insegnamento nel rispetto di esse dovrebbe rendere l’alunno meno competente di chi si forma in un università laica. Non si vede cioè perché, il fatto che quei titoli di laurea avranno valore pubblico, renda questo incompatibile col fatto che li si sia conseguiti formandosi su quegli argomenti con un ottica cattolica, che si basi è quella per cui il prof. era stata assunto e per cui gli studenti hanno pagato. Non c’è, in quelle eresie, nulla di irrinunciabile che sia paragonabile ad un biologo che non conosca Darwin.”
Mi chiedo come si possa ritenere che un’interpretazione filosofica della teologia cattolica in chiave giuridica, e soprattutto l’interpretazione giuridica di costui, possa essere vista come la conditio sine qua non di una professione. Tra l’altro fare questi paralleli, e dire che la sua interpretazione è “la verità” solleva un mucchio di problemi, specie per il modo radicalmente diverso che hanno la teologia e la filosofia del diritto di concepire la nozione di pena. Innanzitutto c’è un errore logico nelle premesse di questo docente, perché crede che “pene eterne” voglia dire “pene infinite nel tempo”, evidentemente crede che l’eternità per la teologia cattolica sia un tempo infinito, ma questo è un errore che nessun teologo commetterebbe (e non sto parlando dell'apocatastasi, eresia anch'essa). Il secondo errore di un confronto tra Stato e Dio è credere che, così come lo stato commini la pena, così lo faccia anche Dio, e che dunque se uno è all’inferno sia Dio che ce l’ha mandato. Non è al corrente di come i teologi cattolici tengano insieme le due affermazioni “L’inferno non è vuoto, eppure Dio non vi ha mandato nessuno”. La spiegazione della frase appena menzionata sta su qualunque manuale di escatologia del primo anno del baccellierato in teologia, e se non ricordo male caro Spirito già te ne parlai. Ma non è questo il punto. Non voglio mettermi a discutere del fatto che le dottrine cattoliche siano corrette o meno, resta il semplice fatto che, alla luce di quanto ho esposto, ogni confronto con la legislazione italiana è irricevibile, e dunque men che meno si può sostenere che sia una verità indiscutibile tale da dover per forza essere insegnata.
 
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spirito!libero
view post Posted on 31/10/2008, 13:47     +1   -1




Ma dicendo questo, stai ammettendo che qualora si decidesse oltre ogni ragionevole dubbio che la posizione di Vallauri è corretta mentre quella cattolica scorretta allora il licenziamento sarebbe ingiusto !

A me in questa sede non interessa dibattere sulla giustizia o meno della sua posizione, mi interessa sottolineare che quello che hai appena ammesso contraddice quest'altra tua posizione:

“Ammettiamo che abbia ragione ex ipothesi, e che l’inferno davvero non sia eterno. Va bene, e allora? Resta sempre il fatto che questa tesi non è cattolica ”

Allora perchè non è cattolica deve insegnarla per forza ? Cioè anche se è errata ?

E' quindi non solo assolutamente rilevante stabilire se ciò che dice Vallauri è vero, ma ancor più importante è stabilire se l'ortodossia cattolica in questo caso è compatibile con quella determinata materia. Se non lo è, le scelte sono due, togliere lo status di università riconoscita ad una scuole che non segue i corretti programmi di insegnamento oppure mutare l'ortodossia cattolica o almeno lasciare insegnare ciò che è scientificamente corretto.

Quello che sto contestando dunque è il principio che vorresti affermare ovvero che:

“sei pagato da un’università cattolica , che investe su di te, e anche se maturi tesi contrarie a quelle che ti hanno pagato per insegnare non puoi certo venirle a propagandare agli alunni, visto che sei pagato per fare l’opposto. “

Al contrario chi insegna alla cattolica deve innanzitutto insegnare cose corrette e, ove possibile, compatibili con la dottrina cattolica. Occorre mettere bene in evidenza che il primo criterio di scelta di un docente e quindi del suo programma di insegnamento non deve essere la dottrina, bensì la scienza.

Saluti
Andrea
 
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pcerini
view post Posted on 31/10/2008, 14:33     +1   -1




“Polymetis,non ci provare,la cattolicita' non e' l'aspetto principale delle tesi di Vallauri,dato che affronta i problemi essenzialmente dal punto di vista giuridico”

Si può usare l’ambito del sapere che più ci aggrada al fine di sostenere tesi non cattoliche. In questo caso con la filosofia del diritto si vorrebbe sostenere che un inferno eterno renderebbe Dio non giusto, tesi palesemente eretica e dunque incompatibile con l’insegnamento all’università cattolica, visto che l’eternità dlel’inferno è dogma.



La discussione sull'Inferno verteva sopratutto sull'aspetto
della coerenza giuridica di una tale dottrina,percio',piu' che di dogma o di altro ancora,si deve parlare di legittimita' o meno di una certa tesi.

“in secondo luogo,stiamo discutendo di un fatto avvenuto in aperto constrasto con dei dettami costituzionali ai quali lo stesso Vallauri si richiama nelle sue contestazioni post-licenziamento.”

Quando l’avranno riassunto perché un giudice gli darà ragione fammi sapere, io finora vedo soltanto qualcuno assunto per fare un lavoro e che invece ne fa un altro.


Allora io ritengo giusto che i medici cattolici obiettori della pillola contraccettiva,dato che trattasi di un tipo di obiezione non regolamentato dal punto di vista costituzionale (diversamente da altre forme di obiezione gia' regolamentate) vanno licenziati in tronco e per giusta causa.

“Ah,certo,gli studenti e i professori adesso sono diventati tutti dei robot,devono imparare come dei ragazzini in fasce,avete una strana concezione dell'insegnamento.”

Non mi interessa quello che tu pensi dell’insegnamento, ma il fatto che, per quanto ti turbi, chi va alla cattolica per imparare la filosofia cattolica ha tutto il diritto di sentirsela insegnare.


Ah,certo,come no,sopratutto se l'insegnamento viene impartito in modo del tutto unilaterale e acritico,stai dipinendo una istituzione che pare un covo di fanatici.


“Ah,certo,irrilevante che abbia ragione o torto,nel nostro paese questo si chiama pura prevaricazione”

No, semplicemente che abbia ragione o torto non c’entra nulla col motivo di questa discussione. Può anche aver ragione come ripeto, ma resta il fatto che la sua tesi sarebbe non cattolica.


Ah,certo,per te non contano mai nulla certe discussioni,come pure non conta il fatto che il licenziamento sia stato ingiusto o meno,non pensavo che l'universita' fosse un covo di fanatici intolleranti.


“l fatto che il contratto sia stato stipulato secondo la legislazione italiana (e non secondo la legislazione vaticana) ti dovrebbe far capire che certi diritti vanno rispettati anche dalle gerarchie”

Il contratto infatti era annuale, con la possibilità di non rinnovarlo, nessun diritto è stato violato. Semmai è lui che ha violato dei doveri, visto che prima di insegnare alla cattolica ti fanno firmare che non insegnerai cose contrarie al magistero, e dunque quest’uomo s’è fatto assumere per fare qualcosa per poi fare il contrario.


Non mi risulta che il contratto di Vallauri contenesse simili restrizioni,credo che tu te lo stia solo immaginando dato che non puoi avere davanti il suo contratto. In secondo luogo,Vallauri non ha violato alcun dovere visto che non si esimeva dal parlare delle tesi cattoliche e nel contempo dal farne una critica appofondita.

“visto che quell'istituzione pretende di avvalersi delle regole democratiche nella concessione di certe agevolazioni”

E le regole della democrazia cosa c’entrano col fatto che se ti pago per sostenere un’opinione tu non puoi sul posto di lavoro sostenere l’opinione opposta? Continui a confondere uso privato e uso pubblico della ragione. Come ho argomentato altrove posso essere d’accordo con la guerra in Iraq, ma se mi faccio assumere da un’organizzazione pacifista per distribuire volantini non posso buttare via i volantini che mi hanno incaricato di distribuire e mettermi a dare per strada altri volantini che incitano alla guerra. La mia libertà d’espressione in questo contesto non c’entra nulla, semplicemente non faccio quello per cui sono stato pagato.



C'entrano eccome,visto che Vallauri non ha violato nessun dovere.

ma poi quando si tratta di sostenere dei dissensi non ci pensa due volte a buttare fuori a calci la gente in stile perfettamente anti-democratico.”

Quando mi spiegherai cosa c’entri la libertà di parola del privato col fatto che non puoi farti assumere per qualcosa e poi fare il contrario faremo dei passi avanti…


C'entra eccome,dato che te vai in giro per i Forum a dire che nella Chiesa (e dunque anche nelle istituzioni relative comprese le sue universita') esiste la liberta' di espressione e di pensiero.


“Il diritto di critica,ovviamente,se dimostra di avere dalla sua delle forti argomentazioni”

Può criticare quello che vuole, ma non nello spazio dove l’ho pagato per fare l’opposto, e dove lui s’è fatto assumere per fare l’opposto, e dove gli studenti si aspettano di sentire l’opposto. Sarebbe come se io mi iscrivesse ad un seminario che promette di fornirmi le ragioni dell’associazione vegetariani sul perché non è moralmente lecito mangiar carne e mi trovassi un conferenziere, pagato dall’associazione vegetariani, che invece di spiegarmi perché è immorale mangiar carne si mette a sostenere quanto sia buona la fiorentina e quanto sia sano il McDonalds. Questo c’era qualcosa con la libertà di parola di questo conferenziere? Non avrebbe forse il diritto l’associazione di vegetariani che l’ha assunto col lo scopo di difendere le posizioni dei vegetariani di buttarlo fuori a calci perché evidentemente ha scambiato il suo lavoro, per cui era stato pagato, con qualcos’altro?


La critica vallauriana e' stata penalizzata con un ingiusto licenziameno,dato che in Italia le norme che riguardano l'insegnamento prevedono anche il diritto di critica,Vallauri non ha mancato a nessuno dei doveri,impartiva le sue lezioni discutendo delle tesi cattoliche e nel contempo ne faceva una critica approfondita.



“Valauri non ha commesso nessuna inadempienza contrattuale,dato che nel suo insegnamento parlava delle dottrine relative per esempio al diritto canonico ma nello stesso tempo esercitava anche il diritto di critica,una inadempienza contrattuale e' tale solo se Vallauri non stess insegnando nulla di tali dottrine attinenti la prospettiva cattolica”

Guarda che non c’entra l’argomento della lezione, cioè il su che cosa faccia lezione, ma il modo in cui affronta il problema. Prendiamo il problema dell’inferno. Può certo parlarne, ma in quella sede non può dire il contrario di quello che è stato pagato per dire. Non è stato assunto per fare critica al magistero, ma al contrario per insegnare nella prospettiva del magistero.


C'entra eccome,visto che non si esimeva dall'impartire le lezioni in merito alle testi cattoliche,in seconda istanza esercitava il diritto di critica secono i dettami costituzionali,ergo,e' l'istituzione che impone semmai delle restrizioni anti-costituzionali.


“in secondo luogo,essere licenziati per aver espresso critiche va anche contro certi dettami costituzionali,”

Andrà contro certi dettami costituzionali se il tuo insegnamento non era pagato da qualcuno che ti ha assunto col preciso obbiettivo di insegnare qualcosa. Quando un giudice della corte costituzionale ti darà ragione, e non avverrà mai, allora fammi un fischio.


Questo e' solo un modo di pensare da fanatici.


“No,tu non hai capito proprio nulla,io ho detto che uno non entrerebbe in una universita' se non condividesse certe premesse”

il fatto che non sarebbe entrato in un’università cattolica avendo certe premesse non è forse la prova che tu stesso consideri queste premesse come incompatibili con quell’ambiente? E dunque perché mai, quelle stesse premesse, a distanza di anni, dovrebbero essere meno incompatibili con l’ambiente?


Quand'e' che la pianti di travisare il mio pensiero?


“Questo discorso e' semplicemente fuori luogo,perche' se uno sa che sta insegnando il falso ha il diritto e il dovere morale di dissentire e fare critica”

Te l’ho già detto, lui può anche pensare di stare dicendo il falso, ma se l’hanno ingaggiato per insegnare una determinata cosa allora è quella che deve insegnare. Se pensa che sia falsa si dimetta. Sarebbe che seil candidato dei democratici Obama assumesse qualcuno per fargli la campagna elettorale, e poi questo qualcuno, resosi conto che Obama è un idiota, pretendesse di propagandare quest’idea negli spazi pubblicitari che Obama aveva comprato per farsi pubblicità. Se costui ha cambiato parere sul candidato Obama, semplicemente deve dimettersi, e non pretendere di far parte dello staff che fa pubblicità asd Obama e cerca di farlo vincere.


Licenziare qualcuno solo sulla base del dissenso e' mera discriminazione,punto e basta.

“Gli studenti non sono dei robot,a meno che tu non voglia considerare i cattolici degli esimi asini da soma.”

Cosa c’entra il fatto che uno si iscriva ad un’università cattolica perché vuole sentire le cose in prospettiva cattolica col fatto che sia un robot? E’ da robot voler apprendere un punto di vista?


C'entra con il fatto che tu stai sostenendo un tipo di insegnamento unilaterale e acritico,ecco cosa c'entra,alla faccia di quando asserisci che nella Chiesa esista liberta' di espressione e di pensiero.

“I filosofi esercitavano anche diritto di critic”

Non negli spazi in cui sono pagati per fare altro.


No,e' falso,i professori che insegnano materie filosofiche,possono anche esercitare diritto di critica,almeno nelle universita' statali.


“Sbagiato,Vallauri discuteva degli aspetti dottrinali cattolici ma faceva anche delle critiche mirate.”

Ma non c’entra il fatto che discutesse di dottrina cattolica, il punto è che non insegnava tale dottrine bensì la sua confutazione.


E acon cio'? Se uno parla di dottrica cattolica evidenziandone i punti deboli,per questa ragione va buttato fuori a calci? Un professore esercita il diritto di critica,ne' piu' ne meno,secondo dettami costituzionali.Mi verrebbe da dire allora che l'insegnamento della dottrina cattolica e' anti-costituzionale dato che non ammmette l'esercizio del diritto di critica.



“In secondo luogo,la cattolicita' o meno di certe dottrine e' irrilevante”

Non se vuoi insegnare in un’università cattolica. Sarebbe come farsi assumere ad un’università islamica e pretendere di insegnare che Maometto era un criminale e Allah è un falso Dio.


E io insisto ne dire che nel caso Vallauri e' irrilevante,dato che le sue critiche vertevano sopratutto sull'aspetto giuridico di certe tesi e sulla loro legittimita' o meno sul piano giuridico secondo i canoni per l'appunto dela filosofia del diritto come si usa in tutte le universita'

“altrimenti,allora,uno non dovrebbe parlare nemmeno di dottrine giuridico-filosofiche o morali non cattoliche.”

Esattamente, o, se lo fa, deve esporle in chiave critica.


Ah,ecco,allora l'istituzione cattolica si trasforma nel piu' becero covo di fanatici-robot.


“Se io vengo licenziato perche' rilevo un'errore di un progettista,ho il diritto e il dovere di difendere il mio posto di lavoro e non essere discriminato o ostacolato”

Se tu credi di avere trovato un errore del progettista, ed eri stato assunto per propagandare l’idea di quel progettista, evidentemente non sei più adatto a quel posto perché hai maturato un'altra idea. Ergo tieniti la tua opinione, ma non pretendere di far parte di coloro che difendono il progettista, perché saresti una contraddizione vivente.

Questa argomentazione e' di per se' banale,la persona che viene licenziata impugnera' il provvedimento sulla semplice base che quel progetto porduce dei danni ai consumatori con delle prove,ragion per cui,se chiede di essere ammesso,nemmeno il datore di lavoro puo' opporsi al reintegro,punto.


“E invece si',il parallelo e' d'obbligo,invece.Un medico obiettore ha il diritto di esercitare obiezione,mentre un professore non ha il diritto di obiettare su certe contraddizioni?”

Come già detto non v’è alcun parallelo, perché il ginecolo già prima di essere assunto sapeva che era assunto e poteva fare l’obiettore, non c’era cioè niente nel suo contratto che gli dicesse che doveva praticare aborti. Al contrario il caso di questo professore come ripeto è simile a quello di un medico ginecologo abortista che si fa assumere da una clinica specializzata nel praticare aborti, e che poi pretendere di rimanere dipendente di quella clinica qualora improvvisamente diventi obiettore e decida di non praticare più aborti: semplicemente non l’hanno assunto per questo, ma proprio perché era abortista, e per questo veniva pagato.


No',il parallelo c'e' invece,perche' a questo punto lo stato avrebbe tutto il diritto di licenziare quegli obiettori la cui azione non e' regolamentata daL DIRITTO diversamente da certe forme di obiezione che sono state oggi regolamentate come per l'appunto l'obiezione militare.



P.S: Esiste un dettagliato resoconto della vicenda Vallauri in questo pdf liberamete consultabile, ---> http://www.forumcostituzionale.it/site/ind...d=351&Itemid=91

Edited by pcerini - 31/10/2008, 14:52
 
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Per SPirito

CITAZIONE
“Ma dicendo questo, stai ammettendo che qualora si decidesse oltre ogni ragionevole dubbio che la posizione di Vallauri è corretta mentre quella cattolica scorretta allora il licenziamento sarebbe ingiusto !
A me in questa sede non interessa dibattere sulla giustizia o meno della sua posizione, mi interessa sottolineare che quello che hai appena ammesso contraddice quest'altra tua posizione:

CITAZIONE
“Ammettiamo che abbia ragione ex ipothesi, e che l’inferno davvero non sia eterno. Va bene, e allora? Resta sempre il fatto che questa tesi non è cattolica "

Bisogna distinguere due cose. Il fatto che una posizione sia vera e il fatto del tutto differente che sia compatibile o meno con la Costituzione italiana. L’inferno può essere incostituzionale coi criteri della nostra Legge e tuttavia esistere, perché chi ha mai detto che Dio debba rispettare la nostra Costituzione?
Ergo se quest’uomo, che insegna filosofia del diritto, dimostrando(ma come?) che l’inferno è incompatibile con la nostra Costituzione non starebbe dicendo nulla di eretico ma solo facendo una costatazione, la Costituzione della Repubblica italiana per Dio non vale più di quanto valga il manifesto di Merx ed Engels. Diventerebbe eretico se oltre a sostenere che l’inferno è incompatibile con la Costituzione italiana, che come ripeto sarebbe una mera constatazione, ne tragga anche la conseguenza, e l’insegnasse, che allora un inferno siffatto non esiste perché Dio sarebbe ingiusto. In sintesi: chi se ne importa qualora ex ipothesi si dimostrasse che l’inferno e inconciliabile con la nostra Costituzione, basta che sulla base di questo non insegni dottrine eretiche, e cioè che Dio è ingiusto. E non esiste qualcosa che sia “giusto” per lo stato su che cosa Dio possa o non possa fare.
Comunque tutto questo discorso non ha senso. Non esiste niente nelle dottrine di questo professore che sia anche lontanamente confrontabile al quello che è il darwinismo per la biologia o il copernicanesimo per l’astronomia, sono mere opinioni, che, oltre che non essere ortodosse, non costituiscono in alcun modo un conditio sine qua non per essere formati decentemente in filosofia del diritto.
CITAZIONE
“Occorre mettere bene in evidenza che il primo criterio di scelta di un docente e quindi del suo programma di insegnamento non deve essere la dottrina, bensì la scienza”

Come già detto non esiste nessuna manifesta incompatibilità tra la “scienza” e la dottrina cattolica. Come si potrebbe mai fare a testare una cosa simile?

Per Pcerini
CITAZIONE
“La discussione sull'Inferno verteva sopratutto sull'aspetto
della coerenza giuridica di una tale dottrina,percio',piu' che di dogma o di altro ancora,si deve parlare di legittimita' o meno di una certa tesi.”

Può anche farmi un confronto tra Dio e la Costituzione degli Stati Uniti, per dirmi che Dio non rispetta le garanzie costituzionali, e starebbe semplicemente facendo un mero confronto, basta che non mi venga dire che in base a questo è dimostrabile che tale dottrina cattolica sarebbe falsa.
CITAZIONE
“Allora io ritengo giusto che i medici cattolici obiettori della pillola contraccettiva,dato che trattasi di un tipo di obiezione non regolamentato dal punto di vista costituzionale (diversamente da altre forme di obiezione gia' regolamentate) vanno licenziati in tronco e per giusta causa.”

Rispondi a duna domanda con un'altra domanda. Anche se io accettassi ex ipothesi che i medici cattolici che non danno questa pillola vadano licenziati, questo non cambierebbe il fatto che vada licenziato anche Vallauri. Comunque tra le due cose non c’è paragone. Quando ti assumono all’università cattolica prendi esplicitamente l’impegno di non insegnare cose difformi al magistero, con tutte le conseguenze del caso se decidi diversamente. Inoltre come ripeto altresì qui non s’è trattato di un licenziamento, ma, a quanto si capisce dall’articolo, dal non rinnovo di un contratto a scadenza annuale. Mi spieghi in base a che cosa vuoi obbligarmi ad assumere qualcuno? Su che base giuridica o filosofica?
Comunque io non sapevo neppure che esistessero gli “obiettori della pillola contraccettiva”, sono rimasto agli obiettori della pillola del giorno dopo. Comunque, in merito al quesito che poni, è quello che in filosofia si chiama “bioetica dell’omissione”, e il nostro Comitato Nazionale di Bioetica s’è pronunciato con un documento 28-05-2004 stabilendo quanto segue:

CITAZIONE
“(…)Sulla base di queste premesse, ritenuta unanimemente da accogliersi [b]la possibilità per il medico di rifiutare la prescrizione o la somministrazione di LNG[/g], si è svolta all’interno del CNB un’ampia discussione sulle motivazioni di tale possibilità, configurandosi unanimità sul fatto che il medico il quale non intenda prescrivere o somministrare il LNG in riferimento ai suoi possibili effetti post-fertilizzazione abbia comunque il diritto di appellarsi alla “clausola di coscienza”, dato il riconosciuto rango costituzionale dello scopo di tutela del concepito che motiva l’astensione (cfr. p. es. Corte Cost. N 35/1997), e dunque a prescindere da disposizioni normative specificatamente riferite al quesito in esame (in neretto dal redattore).
Il riferimento alla “clausola di coscienza” riflette, d’altra parte, quanto già previsto dal Codice Deontologico della FNOMCeO del 1998, che all’Art 19 recita “Il medico al quale vengano richieste prestazioni che contrastino con la sua coscienza o con o con il suo convincimento clinico può rifiutare la propria opera, a meno che questo comportamento non sia di grave e immediato nocumento per la salute della persona assistita”: norma la quale ribadisce, per la coscienza, uno spazio di espressione maggiore di quello che risulti esplicitamente attribuito da singole disposizioni di legge.“

Trovate tutti i documenti del CNB sul sito del governo: http://www.governo.it/BIOETICA/

CITAZIONE
“Ah,certo,come no,sopratutto se l'insegnamento viene impartito in modo del tutto unilaterale e acritico,stai dipinendo una istituzione che pare un covo di fanatici.”

Può anche sembrarti un covo di fanatici, ma mi spieghi cosa c’entra col fatto che la gente paga per sentire quello che, a tuo avviso, è fanatismo, e che cosa c’entra col fatto che costui s’era impegnato ad insegnare quello che, sempre a tuo avviso, è fanatismo? Non c’è bisogno di approvare la filosofia di un’organizzazione per capire quello che dico. Io non sono vegetariano, ma sono perfettamente capace di capire che se un’associazione di vegetariani paga qualcuno per fare pubblicità al vegetarianesimo costui non può, in orario di lavoro, fare pubblicità del mangiar carne e di quanto sia gustoso andare da Mc Donalds. Ergo non mi interessa se a te la filosofia cattolica non piace, perché l’unica cosa che conta che è questo professore è incompatibile con essa.
CITAZIONE
“Non mi risulta che il contratto di Vallauri contenesse simili restrizioni,credo che tu te lo stia solo immaginando dato che non puoi avere davanti il suo contratto. In secondo luogo,Vallauri non ha violato alcun dovere visto che non si esimeva dal parlare delle tesi cattoliche e nel contempo dal farne una critica appofondita.”

Scusa ma hai risposto ad una sola delle mie domande, e cioè il fatto che non è stato licenziato bensì, finito il suo contratto annuale, semplicemente non l’hanno riassunto, ergo viene da chiedersi che violazione ci sia. E poi, te l’ho già detto, so perfettamente come funziona l’insegnamento alla Cattolica, ti fanno addirittura giurare che credi alla Trinità se proprio vuoi saperlo. Inoltre come già spiegato all’università cattolica non ci si limita a parlare delle testi cattoliche, ma si parla di esse in chiave cattolica, ed è per questo che si chiama università cattolica. Non l’hanno assunto per trattare in chiave critica l’insegnamento della Chiesa.

CITAZIONE
“C'entra eccome,dato che te vai in giro per i Forum a dire che nella Chiesa (e dunque anche nelle istituzioni relative comprese le sue universita') esiste la liberta' di espressione e di pensiero.”

1)Nella Chiesa uno può dire quello che vuole, da privato (se non viola dogmi), ma non sul posto di lavoro se lo pagano per fare altro. Sarebbe come se mi assumessero come catechista per i bambini e poi io a catechismo insegnassi dottrine protestanti anziché cattoliche. Se ti assumo per insegnare il punto di vista del magistero non puoi, mentre ti pago per fare altro, insegnare quello che pare e piace.
2)In quei forum cui tu alludi io ho esplicitamente detto che si può toccare tutto tranne i dogmi. Bene, l’esistenza ed eternità dei Novissimi, inferno compreso, è dogma del Concilio di Trento.
CITAZIONE
“La critica vallauriana e' stata penalizzata con un ingiusto licenziameno,dato che in Italia le norme che riguardano l'insegnamento prevedono anche il diritto di critica”

Critica di cosa? Ti quello che ti pago per insegnare? Continui a confondere l’università statale con un ente privato come l’università Cattolica. Puoi criticare quello che ti pare, ma non pretendere di criticarlo e al contempo di far parte di un’organizzazione nella quale quello che critichi è essenziale, sarebbe come se un onnivoro si lamentasse perché l’hanno buttato fuori dal un circolo di vegetariani. Cosa c’entra il fatto che le sue critiche, per me e per gran parte del mondo, sono giuste, e cioè il fatto che i vegetariani sono degli ambientalisti fanatici? Può anche aver ragione, ma questo non toglie il fatto che costui de facto non è più un vegetariano e dunque non ha senso che si faccia pagare da un ente di vegetariani per insegnare le cose dal punto di vista dei vegetariani, per poi fare tutt’altro.
CITAZIONE
“C'entra eccome,visto che non si esimeva dall'impartire le lezioni in merito alle testi cattoliche,in seconda istanza esercitava il diritto di critica secono i dettami costituzionali”

Ma cosa c’entrano i dettami costituzionali? Tu confondi l’uso pubblico e l’uso privato della ragione. In qualità di singolo cittadino, fuori dal tuo lavoro, puoi esprimere quello che ti pare, ma non puoi pretendere di essere assunto da un’associazione che ti paga per pubblicizzare il canditato Obama e poi durante l’orario di lavoro fare pubblicità ai Repubblicani! Se poi tu nella vita sei Repubblicano e quando esci, e vai al bar con gli amici, vuoi parlare male di Obama, puoi fare quello che ti pare, ma non puoi parlarne male mentre sei pagato per fare altro, perché qui la libertà d’opinione palesemente non c’entra più nulla: semplicemente non fa il lavoro per cui io ti ho assunto.
CITAZIONE
“C'entra con il fatto che tu stai sostenendo un tipo di insegnamento unilaterale e acritico,ecco cosa c'entra”

Io sto sostenendo che c’è gente che vuole imparare la dottrina cattolica e paga per sentirsela spiegare. Se volevano sentire delle eresie, dei ragionamenti in chiave critica, o qualunque altra cosa, potevano iscriversi altrove. Sarebbe come se io, che ex ipothesi sono un seminarista, volessi andare in seminario per apprendere la dottrina della Chiesa che amo, e poi non trovassi lì uno che me la spiega, ma uno che me la demolisce. Che cosa ho pagato a fare?

CITAZIONE
“No,e' falso,i professori che insegnano materie filosofiche,possono anche esercitare diritto di critica,”

Infatti li pagano per insegnare filosofia, non per insegnare filosofia in un’università cattolica. La differenza evidentemente ti sfugge.
CITAZIONE
“Mi verrebbe da dire allora che l'insegnamento della dottrina cattolica e' anti-costituzionale dato che non ammmette l'esercizio del diritto di critica.”

Puoi criticare la dottrina cattolica quanto ti pare, ma non negli spazi in cui io ti ho pagato per difenderla, perché in questo caso non stai rispettando quello per cui sei stato assunto.
CITAZIONE
“Questa argomentazione e' di per se' banale,la persona che viene licenziata impugnera' il provvedimento sulla semplice base che quel progetto porduce dei danni ai consumatori con delle prove”

Peccato che qui non ci sia niente di paragonabile. Dimostra, se sei in grado, che insegnare la filosofia dal punto di vista cattolico “danneggi”, e che dunque qualsiasi istituto ortodosso vada chiuso. Qui non c’è alcun danno, c’è solo una persona pagata per insegnare qualcosa a della gente che vuole sentirsi spiegare la dottrina cattolica e invece costui fa il contrario, disattendendo sia al suo dovere verso il datore di lavoro sia verso i clienti.

In definitiva:
1)Che le tesi di questo autore abbiano fondamento o meno in re, cioè che l’inferno sia effettivamente eterno o meno, è irrilevante. Ciò che è rilevante non è se sia migliore Bush o Clinton, ma se se io sono stato pagato per pubblicizzare Bush o Clinton.
2)La libertà di parola è irrilevante. Rileggersi la distinzione kantiana tra uso pubblico e uso privato della ragione. Se mi assumono per insegnare qualcosa, ad esempio mi assumono per fare il catechismo della domenica, devo insegnare il catechismo e non le miei opinioni. Posso poi fare tutta la critica che voglio fuori dal mio orario di lavoro. (Beninteso che, se voglio continuare ad essere cattolico, devo credere quello che i cattolici credono, altrimenti sono un cerchio che si lamenta perché vuole essere chiamato quadrato) .
3)Non s’è trattato di licenziamento ma di non rinnovo del contratto. Ergo non si vede in base a che cosa uno non possa assumere i candidati che preferisce. Anche Frances era di questo parere.
 
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Frances Admin
view post Posted on 31/10/2008, 19:54     +1   -1




CITAZIONE
=Polymetis,31/10/2008, 12:04]
PEr Frances

CITAZIONE
“Dal momento che il prof. Vallauri è stato licenziato prima della scadenza naturale del contratto e senza giusta causa, egli ha tutto il diritto di protestare e di rivolgersi alla Giustizia dei tribunali.”

L’inizio dell’articolo dice quanto segue: “(Insegnava) con un contratto rinnovato di anno in anno. Per il prossimo anno accademico il contratto non gli è stato rinnovato.”
Come si vede dunque si sono limitati a non rinnovargli il contratto, mi sembra sacrosanto che chiunque possa assumere chi gli pare. Tra l’altro l’articolo stesso ammette: “I1 professor Lombardi, come titolare di un contratto annuale non ha alcun diritto giuridico alla conservazione del posto di lavoro, ne sostiene di averlo.” Ergo la protesta dell’articolo era meramente filosofica, cioè fino a che punto in un’università ci debba essere libertà di ricerca. Come già specificato siccome in quest’università si viene assunti per insegnare le cose da un punto di vista che è quello del magistero cattolico, non si vede proprio a che titolo qualcuno dovrebbe pretendere di poter insegnare in un’università siffatta se egli non è d’accordo. Sarebbe come voler insegnare ad un seminario dell’associazione ambientalisti, e coi soldi che questa associazione ti ha dato per insegnare, che è giusto bombardare le balene.

Allora c'è un conflitto di fonti, perché in un articolo postato da pcerini nella sezione "Storia e Filosofia" si parla di licenziamento e non di scadenza naturale del contratto. In ogni caso, resta ferma la violazione degli altri tre punti che ho elencato nel precedente messaggio. Non contesto che si siano verificate quelle condizioni per cui è venuto meno il rapporto di fiducia tra docente e istituzione, ma il calpestamento di diritti del lavoratore che vanno al di là delle scaramucce ideologiche. Inoltre, a proposito di risorse economiche, anche le università cattoliche sono finanziate con denaro che è in gran parte pubblico, cioè versato dai cittadini allo Stato italiano, che a sua volta versa alla corte vaticana. Perciò, il contro-paragone che le associazioni ambientaliste non regge.

CITAZIONE
“Se la chiesa cattolica pensa di sottrarsi alle leggi e calpestare i diritti basilari dei lavoratori, sbaglia i suoi calcoli”

CITAZIONE
Se leggo bene la data dell’articolo è di 9 anni fa, dunque evidentemente nessuno ha dato ragione a questo professore, anzi, stando all’articolo questo professore non sostiene neppure di avere il diritto giuridico d’insegnare in quest’università.

Non sono informata nei dettagli circa la piega che la controversia ha preso e se questa è stata traslata in sede giudiziaria. A mio avviso, e mi pare che anche il professore si esprima negli stessi termini, egli non ha diritto e probabilmente non vuole essere ripristinato nel suo impiego. Ha però diritto al risarcimento dei danni morali e materiali per le gravi negligenze di ordine normativo dell'università cattolica.
 
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