Studi sul Cristianesimo Primitivo

Il discepolo che Gesù amava

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operanuova
view post Posted on 2/12/2009, 16:36 by: operanuova     +1   -1




CITAZIONE (a_ntv @ 1/12/2009, 23:24)
Quello che fa riflettere sono i brevi commenti che identificano l`autore come "colui che e` presente": ad esempio l`essere reclinato: non sara` stato reclinato per tutta la cena ma il calore del petto di Gesu` e` un ricordo che non avra` ma abbandonato Giovanni, esattamente come "erano circa le quattro del pomeriggio", dettaglio senza alcuna valenza per altri ma importantissimo per il discepolo-Giovanni: l`ora in cui la sua vita e` cambiata.

Perfettamente d'accordo con questa tua interessantissima riflessione, a_ntv: sono questi i momenti particolari nei quali il narratore onnisciente, tale perchè dimostra di sapere tutto sulla vicenda narrata, introduce se stesso nel racconto, anche celandosi in forma anonima. Perciò ho prima accennato (pur se in accezione impropria) di "io narrante". In relazione alla discontinuità di talune sequenze, io penso che questo sia tipico degli scritti giovannei: l'attenzione è posta sui dettagli (spesso simbolici) che l'autore intende comunicare - vedi, p.e., le immagini dell'ingresso nel sepolcro - e non sulla linearità narrativa. Pertanto, come in una serie di scatti fotografici, come in poesia, una nuova immagine non nega le precedenti bensì aggiunge inquadrature da differenti punti di vista.
 
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48 replies since 25/11/2009, 10:53   5622 views
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