Studi sul Cristianesimo Primitivo

Cristiani o Zeloti?

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Saulnier
view post Posted on 11/12/2009, 21:00 by: Saulnier     +1   -1




Molto istruttivo al riguardo Paolus Orosius, praticamente contemporaneo di Sulpicio Severo, che nel libro VII, delle Historiarum Adversum Paganos, (un libro che nel Medioevo faceva autorità in un’epoca in cui gli storici romani annegavano nell’oblio) ci dice:

Sed ad expugnandam interiorem templi munitionem, quam reclusa multitudo sacerdotum ac principum tuebatur, maiore ui et mora opus fuit. quod tamen postquam in potestatem redactum opere atque antiquitate suspexit, diu deliberauit utrum tamquam incitamentum hostium incenderet an in testimonium uictoriae reseruaret. sed Ecclesia Dei iam per totum orbem uberrime germinante, hoc tam quam effetum ac uacuum nullique usui bono commodum arbitrio Dei auferendum fuit.

Ma gli occorse molta forza e molto più tempo per conquistare la fortificazione interna del Tempio. Un certo numero di sacerdoti e i principali capi si erano chiusi dentro e mantenevano la sua difesa. Quando Tito finalmente ebbe il controllo su di esso, la costruzione e l’antichità del Tempio conquistarono la sua ammirazione. Egli rimase per qualche tempo indeciso se bruciarlo poiché la sua sopravvivenza avrebbe incoraggiato il nemico o se preservarlo in memoria della sua vittoria. Ma ora che la Chiesa di Dio era già riccamente sbocciata in tutto il mondo, fu la volontà di Dio a decidere che questo edificio dovesse essere rimosso come un guscio vuoto sopravvissuto alla propria utilità.


Il passaggio di Orosio deriva chiaramente dalla stessa ‘source’ di Sulpicio Severo, tuttavia il discepolo di Agostino è stato molto più cauto del collega aquitano e nella recita di Orosio non è più questione di Cristiani.
L’opera di Orosio al pari della Historia Ecclesiastica di Eusebio e dell’Apologeticum di Tertulliano è un’opera altamente istruttiva. Un’apologeta cristiano alle prese con la Storia.
Un esempio?

Historiarum Adversum Paganos, Liber VII, 6

Anno eiusdem nono expulsos per Claudium urbe Iudaeos Iosephus refert. sed me magis Suetonius mouet, qui ait hoc modo: Claudius Iudaeos impulsore Christo adsidue tumultuantes Roma expulit; quod, utrum contra Christum tumultuantes Iudaeos coherceri et conprimi iusserit, an etiam Christianos simul uelut cognatae religionis homines uoluerit expelli, nequaquam discernitur.

Nel nono anno del suo regno, Claudio espulse i Giudei da Roma. Sia Giuseppe che Svetonio registrarono questo evento, ma io preferisco comunque, la narrazione del secondo, che ci dice “Claudius Iudaeos impulsore Christo adsidue tumultuantes Roma expulit”. Di fatto non si capisce se Claudio represse e arrestò dei Giudei che provocavano tumulti contro il Cristo o se egli voleva espellere anche i Cristiani quali membri di una religione alleata.


Per Orosio impulsore Christo (e non Chresto) può tranquillamente diventare contra Christum e cambiando una parolina può cambiare il corso della Storia. Claudio dunque, secondo Orosio, non avrebbe espulso i Cristiani da Roma, al contrario, li avrebbe protetti dagli attacchi dei malvagi Giudei. Questo il senso vero della recita di Svetonio (senz’altro da preferire quindi a quella di Flavio Giuseppe, del resto finita nel gorgo storico…). Siamo stupiti? E di cosa? Non vediamo forse al cap.4 dello stesso Libro (VII) Tiberio proporre al Senato di considerare il Cristo come un dio?

Tiberius cum suffragio magni fauoris rettulit ad senatum, ut Christus deus haberetur

D’altra parte il resoconto che gli aveva inviato Pilato (anch’esso nel gorgo) non poteva lasciare adito ad alcun dubbio.

Saulnier
 
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