Studi sul Cristianesimo Primitivo

Cristiani o Zeloti?

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Saulnier
view post Posted on 12/12/2009, 20:03 by: Saulnier     +1   -1




Cit. a_ntv
CITAZIONE
Non c`e` il minimo indizio che possa supportare che tali frasi siano una quotazione e una quotazione di Tacito.

Che non ci sia il minimo indizio che tali frasi siano una quotazione di Tacito è semplicemente falso, con tutto il rispetto per Carrier. Si tratta di una congettura ovviamente, ma di una congettura assolutamente ben argomentata. Il primo ad avanzare quella che è molto più di una semplice ipotesi fu Jacob Bernays in "Über die Chronik des Sulpicius Severus" ed il consensus degli studiosi sulla questione è piuttosto ampio. Cito a tal proposito le parole dello storico Arnaldo Momigliano (Quinto contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico, Volume 1, 1975):

“Nel 1861 egli (Bernays) pubblicò quello che può a ragione essere considerato il suo capolavoro nell’interpretazione storica: Über die Chronik des Sulpicius Severus. Bernays era eccezionalmente ben informato riguardo la situazione politica e religiosa alla fine del IV secolo d.C. e in maniera arguta ha presentato la visione di Sulpicio Severo del suo tempo. Ma la sua più straordinaria congettura fu che il racconto di Severo della distruzione di Gerusalemme riassumesse la perduta porzione delle Historiae di Tacito. Non c’è dubbio che Sulpicio Severo concordi con Valerio Flacco (I,23) contro Flavio Giuseppe (VI, 4,3) nell’affermare che la distruzione del Tempio fu decisa da Tito. Come Bernays vide, la versione di Giuseppe deve essere trattata come un tentativo di ripulire Tito agli occhi dei Giudei sopravvissuti. Sulpicio Severo utilizzò Tacito altrove, e questo particolare passaggio mostra tracce dello stile Tacitiano sotto la patina dei primi anni del V secolo. E’ perciò ragionevole concludere con Bernays che Sulpicio Severo dipenda da Tacito. La sua congettura è stata infatti generalmente accettata. Un recente tentativo di Montefiore semplicemente sostituisce il nome di Tacito come fonte di Sulpicio con il nome dell’uomo che fu probabilmente la fonte di Tacito, Antonius Iulianus: nessun passo in avanti e più grande oscurità.”

Diverso il caso, della seconda parte della quotazione di Sulpicio Severo quella che in maniera specifica coinvolge i Cristiani. Il motivo principale per il quale tale parte viene da molti considerata un’interpolazione cristiana è dovuto al significato politico che essa sottende. E qui entrano in gioco le importantissime considerazioni di Richard Carrier che ipotizza che un interpolatore cristiano avrebbe semplicemente sostituito la parola Zeloti originariamente contenuta nel testo con la parola Cristiani. Carrier dimostra in maniera brillante come quanto riportato da Sulpicio Severo (che naturalmente aveva a sua disposizione un Tacito integro) si adatti molto meglio alla setta Zelota piuttosto che a quella Cristiana (intesa ovviamente nel senso di cristiano-paolina). Ma perché inferire un’interpolazione nel passaggio di Sulpicio? I motivi sono ovvi. Inferire una interpolazione è assolutamente necessario. Se così non fosse bisognerebbe riconsiderare sotto un punto di vista totalmente diverso la storia del cristianesimo primitivo. E’ questo il punto fondamentale dell’intera questione. Questo passaggio delle Historiae di Tacito sarebbe dovuto finire nel buco storico e dobbiamo solo all’imprudenza di Severo (inconsapevole naturalmente poiché ai suoi tempi Tacito circolava ancora) la sua conservazione. Quello che dice Carrier è molto giusto:

Laupot potrebbe insistere sul fatto che la struttura della teologia Cristiana (che ad ogni livello, ha utilizzato Gesù per soppiantare il culto del Tempio considerato come obsoleto) costituisca uno sviluppo più tardo, ma egli sarebbe poi costretto a sostenere che tutte le epistole sono dei falsi fabbricati dopo la guerra giudaica, la qual cosa è sicuramente una tesi incredibile. Egli sarebbe inoltre costretto ad affermare che gli Atti costituiscono quasi interamente una fiction. Questo è l'unico modo attraverso il quale la sua teoria potrebbe sperare di ottenere anche solo un minimo di probabilità.

Tutta qui è la questione.

Cit. a_ntv
CITAZIONE
E anche se fosse veramente una quotazione (non e` detto), se fosse di Tacito (il che e` puramente una congettura) e se originariamente di leggesse "Cristiani" e non "Zeloti' (come invece sostiene Courrier), non vedo proprio nulla di strano: i cristiani erano noti a Roma sotto Nerone (ce lo conferma lo stesso Tacito), sicuramente erano visti come da estirpare, ed anche se e` piu` che plausibile una notevole ignoranza dei romani sulla dottrina cristiana, sicuramente si sapeva che erano una setta ebraica. Era plausibile che i romani pensassero che eliminando il tempio abrebbero eliminato anche tutte le sette ebraiche, tra i cui i cristiani citati solo perche` noti a Roma al lettore di Tacito.

Lei non si stupisce del fatto che Tacito possa avere attribuito ai Cristiani gli exploit che Giuseppe Flavio aveva invece attribuito alla setta Zelota. Non si stupisce del fatto che Tacito possa avere considerato i Cristiani come la setta Giudaica istigatrice della rivolta anti-romana culminata nella distruzione di Gerusalemme. Che Tacito dica insomma che Tito con la distruzione del Tempio non aveva voluto estirpare la setta Zelota che da quella giudea aveva tratto la sua origine, bensì l’exitiabilitis superstitio cristiana.
Nemmeno io in verità mi stupisco, stante la validità dell’equazione: Cristiani = Zeloti.

Cit. a_ntv
CITAZIONE
Perche` avrebbe uno scrittore cristiano inserito i cristiani in quel contesto? per dimostrare che le persecuzioni subite dai cristiani erano in realta` colpa degli ebrei....

La Domanda (con la D maiuscola) è da un milione di dollari.
Altrettanto non si può dire per la risposta.
Per dimostrare che le persecuzioni subite dai cristiani erano in realtà colpa degli ebrei?
Questa motivazione non ha alcun senso.
Tito punisce tutti i Giudei (distruggendo il Tempio e Gerusalemme) per colpire i Cristiani. Questo dice il testo. Radice sublata stirpem facile perituram.
Con questa frase, l’obiettivo di un ipotetico interpolatore (tuttavia ebreo su un testo cristiano) potrebbe essere quello di dimostrare che le persecuzioni dei Giudei erano in realtà colpa dei Cristiani (esattamente il contrario quindi), una mano giudaica avrebbe dunque inserito nel testo di Sulpicio Severo la parola ‘cristiani’ al posto di ‘zeloti’. Un’ipotesi totalmente inverosimile.

Partendo dall’assunto che, tanto Sulpicio Severo quanto Paolo Orosio, cronografi cristiani, disponevano delle opere (o di porzioni di opere) di autori romani a noi non pervenute, quello che è davvero interessante da rilevare è che attraverso le loro Historiae possiamo ricavare informazioni storiche preziosissime concernenti le origini del cristianesimo che altrimenti sarebbero andate irrimediabilmente perdute. Sotto la patina apologetica si nasconde la verità storica che seppure parzialmente talvolta siamo in grado di recuperare.
Ancora sul Tempio di Gerusalemme, stavolta ai tempi dell’ultima rivolta giudaica (132 d.C) Sulpicio Severo (Libro II, cap.XXXI) riporta un passaggio stupefacente:

Sub Adriano deinde Iudaei rebellare voluerunt, Syriam ac Palaestinam diripere conati; misso exercitu subacti sunt. qua tempestate Adrianus, existimans se Christianam fidem loci iniuria perempturum, et in templo et loco Dominicae passionis daemonum simulacra constituit. et quia Christiani ex Iudaeis potissimum putabantur - namque tum Hierosolymae non nisi ex circumcisione habebat ecclesia sacerdotem - militum cohortem custodias in perpetuum agitare iussit, quae Iudaeos omnes Hierosolymae aditu arceret. quod quidem Christianae fidei proficiebat, quia tum paene omnes Christum Deum sub legis observatione credebant.

Poi sotto Adriano i Giudei tentarono di ribellarsi e tentarono di saccheggiare sia la Siria che la Palestina, ma essendo stato mandato un esercito contro di loro, essi furono soggiogati.
In quel momento Adriano, pensando che avrebbe distrutto la fede cristiana infliggendogli un danno sul luogo, piazzò delle immagini di demoni, sia nel tempio, sia nel luogo in cui il Signore aveva sofferto. E poiché i cristiani erano creduti essere una setta composta principalmente di ebrei (infatti la chiesa di Gerusalemme di allora non aveva un sacerdote non circonciso), ordinò che una coorte di soldati montasse una guardia costante al fine di evitare a tutti i Giudei di avvicinarsi a Gerusalemme. Questo, invece piuttosto beneficiò alla fede cristiana, perché quasi tutti dopo crederono in Cristo come Dio, pur continuando nel rispetto della legge.


Secondo la cronaca di Severo i Giudei erano già stati soggiogati quando Adriano, con l’obiettivo di distruggere la setta cristiana, ordinò di piazzare statue di demoni nel Tempio di Gerusalemme.
Non solo, ancora una volta per punire i Cristiani, Adriano colpisce tutti i Giudei, interdicendo loro l’ingresso a Gerusalemme. Sappiamo come è finita. Gerusalemme rasa al suolo e dispersione del popolo ebraico.
Le parole di Sulpicio Severo indicano in maniera evidente un coinvolgimento diretto dei Cristiani (Zeloti) anche nell’ultima grande rivolta giudaica.
Qual è la fonte di Sulpicio Severo?
Dione Cassio? Ammiano Marcellino?
Non lo sapremo mai, i due autori, per il periodo in questione, si fanno compagnia nel gorgo storico.
In verità di Dione Cassio abbiamo l’epitome di Xifilino, ma il racconto del monaco presenta tante e tali incongruenze da essere fortemente soggetto a cautela (ad esempio Xifilino afferma che fu la decisione di Adriano di dedicare un Tempio a Jupiter a Gerusalemme a scatenare il conflitto, il che è un falso storico essendo dimostrato che la distruzione di Gerusalemme avvenne solo alla fine della guerra giudaica).
Sulpicio Severo afferma con grande naturalezza che in questo periodo (130 d.C.!!) nonostante sia trascorso quasi un secolo dalla predicazione paolina e nonostante il continuo avvicendamento di papi al soglio pontificio di Roma, ancora i cristiani erano considerati una setta composta principalmente di ebrei. La verità, nascosta tra le pieghe del racconto di Severo, è che Adriano colpendo il Tempio di Gerusalemme voleva, esattamente come Tito, colpire i Cristiano-Zeloti, fomentatori di tutte le rivolte giudaiche dei primi due secoli dell’era cristiana. Sulpicio Severo non può disconoscere questi scomodi antenati.
Analizziamo a questo punto la vicenda come narrata da Orosio (Libro VII, 13), per vedere in quale maniera il monaco spagnolo utilizza le fonti che ha a disposizione sulla questione.

Hadrianus rempublicam iustissimis legibus ordinauit; bellum contra Sauromatas gessit et uicit. 4 Iudaeos sane, perturbatione scelerum suorum exagitatos et Palaestinam prouinciam quondam suam depopulantes, ultima caede perdomuit, ultusque est Christianos, quos illi Cocheba duce, cur sibi aduersum Romanos non adsentarentur, excruciabant; praecepitque, ne cui Iudaeo introeundi Hierosolymam esset licentia, Christianis tantum ciuitate permissa: quam ipse in optimum statum murorum exstructione reparauit et Aeliam uocari de praenomine suo praecepit

Egli (Adriano) governò lo stato in maniera giusta e condusse una guerra vittoriosa contro i Sauromati. In un massacro finale egli soggiogò i Giudei, i quali, eccitati dai disordini causati dai propri crimini, stavano saccheggiando la provincia palestinese, che una volta era stata loro. In questa maniera egli vendicò i Cristiani, che i Giudei, sotto il comando di Cocheba, stavano torturando in quanto essi non si univano a loro contro i Romani. L’imperatore diede l’ordine che a nessun Giudeo fosse consentito di entrare in Gerusalemme e che ai soli Cristiani fosse permesso di occupare la città. Egli la restaurò in tale maniera in grande prosperità ricostruendo le mura e nominandola Aelia, dal suo primo nome.


Orosio afferma esattamente il contrario di quanto detto da Sulpicio Severo. Adriano vendicò i Cristiani che i Giudei, sotto il comando di Cocheba, stavano torturando in quanto essi non si univano a loro contro i Romani (Giustino Martire, Apologia I, 31 docet). Lungi dall’aver voluto punire i Cristiani, al contrario Adriano ingiunse che ai soli Cristiani fosse consentito di occupare la città di Gerusalemme. Insomma per Orosio Adriano merita la beatificazione, come Claudio che aveva espulso i Giudei* che fomentavano rivolte contro i cristiani e come Tiberio che voleva ammettere il Cristo al rango degli dei.


*La traduzione inglese dell’opera di Orosio a cura di Irwing Woodworth Raymond dal titolo “Seven Books of History against the Pagans: The Apology of Paulus Orosius, 1936” traduce la citazione di Svetonio Claudius Iudaeos impulsore Christo adsidue tumultuantes Roma expulit con Claudius expelled the Jews from Rome because in their resentment against Christ they were continually creating disturbances dando in questa maniera implicitamente ragione ad Orosio contro l’evidenza del testo. Traduttore=Traditore, sarebbe interessante recensire cosa riportano le altre traduzioni dell’opera.

Saulnier
 
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