Studi sul Cristianesimo Primitivo

Il Consolatore

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Hannah1
view post Posted on 29/12/2009, 19:21     +1   -1




Deve essere periodo di femminismo anche nelle scritture :rolleyes:

C'è un quesito che mi arrovella non poco. Ma lo Spirito di Dio che aleggia sulle acque, cioè la Ruah (altrove manifestata anche come Shekinah) è lo stesso Spirito Santo, Paraclito , consolatore del Nuovo Testamento o no? Se si, come mai nel passaggio dal Vecchio al Nuovo Testamento ha assunto una caratterizzazione maschile e non femminile? :45.gif:

Giovanni 14,26
ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

 
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Hard-Rain
view post Posted on 29/12/2009, 19:34     +1   -1




ο παρακλητος (ma anche ο παρακλητωρ) sono di genere maschile. Invece το πνευμα (= lo spirito) è di genere neutro (nè maschile, nè femminile). In italiano esiste non esiste il neutro, grammaticalmente parlando.
 
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Hannah1
view post Posted on 29/12/2009, 20:04     +1   -1




Dal punto di vista linguistico, in greco si sarebbe potuto rendere paraclita? La differenza tra Vecchio e Nuovo Testamento è solo un aspetto linguistico o sostanziale?
Ricordo che la questione era stata posta anche all'interno del vangelo gnostico di Filippo: "17 - Taluni hanno detto che Maria ha concepito dalo Spirito Santo. Essi sono in errore. Essi non sanno quello che dicono. Quando mai una donna ha concepito da una donna?"

Chiedo lumi.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 29/12/2009, 20:36     +1   -1




CITAZIONE
Dal punto di vista linguistico, in greco si sarebbe potuto rendere paraclita?

Non ho capito la domanda. Che io sappia in italiano "paraclito" è proprio un calco dal greco παρακλητος o forse dal latino corrispondente (che comunque si rifà al greco). Non ha altre applicazioni che nel caso dello spirito santo "paraclito", non si usa per altre cose. In greco invece è un termine che, al difuori dei testi cristiani, ha prevalentemente un significato tecnico giuridico, lett. significa "chiamato", "convocato", deriva dal verbo greco παρακαλεω, giuridicamente ο παρακλητος era quello che potremmo definire l'avvocato difensore che viene chiamato durante un processo per difendere l'imputato. Questo è il senso dello spirito "paraclito", letteralmente è lo spirito che difende (in senso ampio: consola). Da non confondersi con παρακλητικος che invece ha un senso esortatorio, cioè colui che incoraggia, colui che ti esorta e ti spinge.

Forse ho capito la tua richiesta. Tecnicamente παρακλητος è un sostantivo maschile, viene declinato come un sostantivo maschile e gli si premette l'articolo maschile. D'altra parte, non vedere per forza un "sesso" dietro queste designazioni. Anche ο θεος tecnicamente è un sostantivo maschile, ma cosa possiamo dire da questo, che Dio è un maschio o una femmina? Vedila così: "avvocato" nella lingua italiana fa pensare a un uomo, al genere maschile. Però l'avvocato Maria Rossi è una donna. Così se la designazione grammaticalmente è maschile, la sostanza dell'oggetto va studiata per altra via, dalla teologia dell'autore. Anche θαλασσα in greco tecnicamente è per esempio un sostantivo femminile, ma cosa vogliamo dedurre, che il mare ha un sesso ed è femminile? Sono sostantivi astratti, non hanno un "sesso" proprio. I linguisti affermano che nel greco arcaico i nomi erano maschili o femminili in dipendenza della sfera di appartenenza dei nomi, se una cosa o una attività era maschile (andare a caccia, tagliarsi la barba, ecc...) allora gli si dava un genere grammaticale maschile, e viceversa. Peraltro tieni conto che in indoeuropeo non esisteva una opposizione tra maschile e femminile, ma solo tra il neutro e tutti gli altri nomi (maschili e femminili assieme). ο παρακλητος probabilmente deriva da una attività tipicamente maschile, Giovanni chiaramente eredita questo termine, così come noi ereditiamo oggi "avvocato" e lo applichiamo nei contesti più disparati.

Ma poi ti faccio anche un'altro esempio. In greco, "inizio del vangelo secondo Marco", si dice αρχη του ευαγγελιου κατα Μαρκον, ora la parola che io ho tradotto con "inizio", in italiano sà di maschile, ma in greco αρχη è femminile. Non è colpa mia o di Giovanni, nessuno ha voluto dare un sesso all'inizio, soltanto che il greco grammaticalmente ha il femminile ma nella mia lingua madre il miglior traducente di αρχη, vale a dire "inizio", è maschile. Allo stesso modo Giovanni avrà trovato in ebraico parole di genere maschile e femminile, ma se doveva scrivere in greco è chiaro che ha dovuto fari i conti con le parole greche il cui genere può essere diverso dall'ebraico. Per esempio "mare" in ebraico è maschile o femminile? Come dicevo in greco sappiamo che si declina come sostantivo femminile, η θαλασσα.
 
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Hannah1
view post Posted on 29/12/2009, 20:54     +1   -1




È giusto che non si può attribuire un sesso a ciò che ha carattere spirituale. Però ci sono anche degli studi che accanto alla componente Paterna di Dio, hanno evidenziato una componente per così dire femminile, attraverso la ruah o shekinah.
In ambito cristiano e, soprattutto, cattolico, lo Spirito Santo finisce per assumere comunque una connotazione maschile, specie per quel che riguarda la maternità di Maria, al punto che Maria viene definita in ambito cattolico la sposa dello Spirito Santo. Anche nel credo si proclama che Gesù si incarnò nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo. Nel Vangelo di Luca 1,34-35 si potrebbe interpretare a questo punto una doppia presenza: lo spirito Santo e l'ombra dell'Altissimo, quale principio femminile e maschile della divinità: "34 Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35 Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.»."

Non so se mi sono spiegata.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 29/12/2009, 20:57     +1   -1




CITAZIONE
Non so se mi sono spiegata.

Faccio onestamente fatica a seguirti. Per me la questione non ha più importanza dello stabilire se il "sesso" del mare sia maschile o femminile. Quello è, i greci tecnicamente lo rappresentano al femminile, noi italiani diciamo "il" mare, gli Ebrei avranno il loro modo di chiamarlo. Quindi? Cosa ne deduciamo? Diciamo che il mare è una cosa talmente diversa da un uomo o da una donna e dal concetto di sesso che ammettere che il mare sia maschile piuttosto che femminile mi lascia totalmente indifferente. Non so se mi spiego. Bene hanno fatto i Greci a rappresentare lo spirito al "neutro": το πνευμα. Tanto per togliere ogni dubbio.
 
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Hannah1
view post Posted on 29/12/2009, 21:16     +1   -1




Sei estremamente chiaro Hard, non sto cercando di determinare il "sesso degli angeli" ma di chiarire certe cose dal punto di vista concettuale e linguistico. Pongo la domanda in un altro modo perché mi rendo conto che non sono chiara. C'è un motivo particolare perché il termine ruah in ebraico è reso al femminile? (Non conosco l'ebraico ma mi sembra che per l'ebraico biblico nulla sia casuale, dal numero delle lettere che compongono una parola, al suo genere). Se la risposta a questa domanda fosse affermativa, ne deriverebbero comunque delle conseguenze dal punto di vista ontologico.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 29/12/2009, 21:30     +1   -1




CITAZIONE
C'è un motivo particolare perché il termine ruah in ebraico è reso al femminile?

Questa è una domanda che va posta agli ebraisti. La traduzione di "paraclito" non ha nulla a che vedere con questo problema, ovviamente chi ha tradotto il vangelo di Giovanni aveva davanti un testo greco e ha tradotto sulla base di questo e dell'esperienza derivante anche da altri testi greci.

Temo che risposte veramente soddisfacenti non esistano. Qui è la linguistica storica che deve dire la sua, ammesso che lo possa fare. La domanda è equivalente a chiedersi perchè in greco αρκη, γη, θαλασσα, ecc... siano stati resi femminili, mentre in italiano corrispondono a "inizio", "terra" (femminile), "mare". Il greco è indoeuropeo e l'indoeuropeo non distingueva, a quanto pare, tra maschile e femminile, ma tra animato e inanimato (cioè tra masch./femm. da un lato e neutro dall'altro). L'ebraico non è neppure una lingua indoeuropea ma appartiene al ceppo semitico, per cui la questione è ancora diversa. Non so se troverai delle risposte soddisfacenti, temo proprio sia impossibile.
 
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view post Posted on 30/12/2009, 04:19     +1   -1
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אריאל פינטור

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CITAZIONE
È giusto che non si può attribuire un sesso a ciò che ha carattere spirituale. Però ci sono anche degli studi che accanto alla componente Paterna di Dio, hanno evidenziato una componente per così dire femminile, attraverso la ruah o shekinah.

CITAZIONE
C'è un motivo particolare perché il termine ruah in ebraico è reso al femminile?

Non vi è nessun motivo particolare per il quale ruach sia femminile. E' un sostantivo che fa eccezione perché termina come desinenza maschile, pur essendo femminile.
Non vi sono ragioni per le quali in una lingua un vocabolo sia maschile o femminile. In francese "mare" (la mer), fiore( la Fleur), la couleur (colore) sono femminili, mentre maschera (le masque) è maschile. eppure il francese deriva dal latino, come l'italiano.
Un francese o un israeliano potrebbero chiedere a noi la stessa cosa.

Occorrerebbe però precisare un po' il significato di ruach
Ruach, è una potenza, una forza non visibile, come ad esempio il vento. infatti è sostantivo legato anche allo spirare del vento. Non è esclusivo di D-O.
Ruach kodesh, spirito DI SANTITA' (non Spirito Santo), non è da intendersi allo stesso modo cristiano di Spirito Santo, inteso come Persona ( Persona semplicemente, o della Trinità).
Il Ruach kodesh è quello che proviene da un saggio che insegna la Torah (quindi dalla Torah stessa), da uno Tzaddik (un Giusto) o da un chassid( Pio) che opera bene. Il discepolo devoto che apprende (Talmid) riceve il ruach kodesh e a sua volta lo trasmette a chi studia con lui o a chi ascolta.
Il "Ruach hanevuà" è lo spirito di profezia che è di molto superiore al ruach kodesh (spirito di santità) ed è quello dei Profeti, massimamente in Moshè.
Quindi il ruach può tranquillamente ìessere una caratteristica dell'uomo, anzi di certi uomini particolarmente meritevoli. Ovvio che proviene sempre da D-O, ma NON E' D-O stesso, inteso come Persona, Entità, bensì una sua forza, sua potenza.

Shekinàh vuol dire vicinanza (shakun:abitare-abitante) ed è esattamente riferito a D-O. anche in questo caso nulla a che vedere con ruach kodesh.
La Shekinah attualmente non c'è, perché essa è soltanto laddove c'è il Bet Hamikdash, cioè il Tempio. La tradizione dice che al tempo del Tempio, HaShem "passeggiava" tra gli uomini. Essa ritornerà quando il tempio sarà ripristinato e cioè quando tutta l'umanità, avrà fatto teshuvà, cioè ritorno-pentimento.

Non bisogna pensare a questi concetti pensando al concetto di Spirito Santo cristiano. Pert il Cristianesimo lo Spirito Santo è un reale Persona. per l'ebraismo no. il ruach kodesh è una forza divina trasmessa all'uomo, al creato o da uomo a uomo attraverso la Torah (che essendo di provenienza divina la trasmette).
Lo stesso per la Shekinah che è HaShem stesso che viene in mezzo agli uomini.
Credo che cercare significati su maschile e femminile, prendendo a termina di paragone la nostra lingua non abbia senso, è un fatto peculiare di ogni lingua.
L'esempio fatto da Hard rain è perfettamente calzante. "Avvocato Maria Rossi", Ingegnere Francesca Bianchi, oppure laurea di dottore in medicina conferita a Carmela Esposito.
ogni lingua ha delle usanze ma non necessariamente possiamo trovare una spiegazione esegetica ad ogni cosa. Di conseguenza, il fatto che ruach e shekinah siano femminili non ha alcuna importanza, non definendo D-O stesso nè in maniera maschile né femminile, ma riferendosi , per così dire, a degli "effetti", a delle "azioni", quali lo spirito di santità (e non Spirito Santo) e la presenza-vicinanza.
Nell'uso comune si parla di D-O usando aggettivi maschili, ma sarebbe la stessa cosa anche se ne parlassimo al femminile. la sostanza dell'indefinibilità di D-O non cambierebbe. E' un uso, quello di riferirsi al maschile, non dovuto al fatto che D-O sia maschio, ma perché l'umanità è sempre stata maschilista e si è assunta questa abitudine in un'epoca remota di cui si è perso il conto.
 
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paola860
view post Posted on 30/12/2009, 08:23     +1   -1




CITAZIONE
Non bisogna pensare a questi concetti pensando al concetto di Spirito Santo cristiano. Pert il Cristianesimo lo Spirito Santo è un reale Persona. per l'ebraismo no.

Non è così! per il cristianesimo lo Spirito Santo o Spirito di Dio è una forza divina che irrompe nel cuore dell’uomo e lo trasforma; la Sua presenza si avverte attraverso il Ruach che significa appunto "soffio" o meglio "soffio di vento".

La descizione del termine ruach che gli ebrei danno sembra molto simile alla descrizione del cristianesimo, infatti il termine "ruach" indica il vento, il soffio della bocca e lo spirito che sale a Dio. La manifestazione potrebbe essere, appunto, una forza o energia invisibile come il vento o il soffio della bocca.

La descrizione, quindi, dello Spirito Santo o lo Spirito di Dio sembra molto simile anche alla descrizione della Shekinàh degli ebrei che è denominata manifestazione nel Tabernacolo (Presenza Divina) in tutta la letteratura rabbinica. E’ anche segnalato come essere presente nell’atto di preghiera pubblica (ogni volta che tre o quattro persone sono riunite in preghiera, vi riposa la Shekinah). E’ esattamente quello che viene riportato nel N.T.
La Shekinah è lo Spirito di D-o che viene potentemente sulla persona e trasforma l’essere umano. I profeti, in particolare nel Tempio o Tabernacolo avevano numerose visioni della presenza di D-o es. Isaia 6-1 scrive: Ho visto il signore seduto su un trono alto ed elevato ; i lembi del suo manto riempivano il Tempio.
Geremia 14-21 Non disonorare il trono della tua gloria.


Shekinah è anche assimilabile al concetto ebraico di: Or-Ein-Sof, la Luce Infinita.

Inoltre, il termine ebraico “Shekinah”, “Sekinah” o “Shekinat El” deriva dall’akkadico, mentre nell’antico e magico aramaico (che deriva anch’esso dall’akkadico) suona come: “Sekinthà” e che significa, in generale: Presenza divina.

Questo termine è composto da tre fondamentali lettere ebraiche (a capo delle tre sillabe del termine), tre archetipi divini o segni viventi:

S= Scin= Viene;

K= Kaf= Penetra;

N= Nun= Trasforma.



 
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Hard-Rain
view post Posted on 30/12/2009, 08:32     +1   -1




CITAZIONE
Non è così! per il cristianesimo lo Spirito Santo o Spirito di Dio è una forza divina che irrompe nel cuore dell’uomo e lo trasforma; la Sua presenza si avverte attraverso il Ruach che significa appunto "soffio" o meglio "soffio di vento".

E allora a maggior ragione è vano cercare di capire il sesso dello spirito. Sarebbe come cercare di capire se θαλασσα è un maschio o una femmina: in greco il nome è tecnicamente un femminile, in italiano è maschile, in ebraico non so. Poi come dicevo, anticamente non esistevano neppure differenze tra maschile e femminile ma solo tra animato o inanimato, questo in indoeuropeo e lingue derivate. I linguisti hanno anche cercato di stabilire in modo assolutamente del tutto generale e vago come siano nati i nomi maschili e quelli femminili, ma sono teorie sempre molto approssimative, rendono conto, quando vi riescono, di tendenze generali e io diffiderei dal far poggiare una dottrina filosofica o religiosa sul genere grammaticale del sostantivo che la definisce.
 
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view post Posted on 30/12/2009, 09:12     +1   -1
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CITAZIONE (paola860 @ 30/12/2009, 08:23)
CITAZIONE
Non bisogna pensare a questi concetti pensando al concetto di Spirito Santo cristiano. Pert il Cristianesimo lo Spirito Santo è un reale Persona. per l'ebraismo no.

Non è così! per il cristianesimo lo Spirito Santo o Spirito di Dio è una forza divina che irrompe nel cuore dell’uomo e lo trasforma; la Sua presenza si avverte attraverso il Ruach che significa appunto "soffio" o meglio "soffio di vento".

E' così invece, almeno dal Concilio Costantinopolitano I, a meno che non sei un testimone di geova o una unitaria, forse una mormone. Nel cristianesimo lo Spirito Santo è persona, è la terza ipostasi della Trinità, ha cioè una sua sussistenza ontologica. nell'ebraismo la Ruah non è ipostatizzata, non è persona.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 30/12/2009, 09:21     +1   -1




Ma è una persona dotata di sesso maschile? E sulla base di quali argomenti gli si è dato un sesso, essendo un oggetto astratto? Quali passi ci portano a sostenere che è un maschio, se lo è?
 
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paola860
view post Posted on 30/12/2009, 09:37     +1   -1




CITAZIONE (Hard-Rain @ 30/12/2009, 08:32)
CITAZIONE
Non è così! per il cristianesimo lo Spirito Santo o Spirito di Dio è una forza divina che irrompe nel cuore dell’uomo e lo trasforma; la Sua presenza si avverte attraverso il Ruach che significa appunto "soffio" o meglio "soffio di vento".

E allora a maggior ragione è vano cercare di capire il sesso dello spirito. Sarebbe come cercare di capire se θαλασσα è un maschio o una femmina: in greco il nome è tecnicamente un femminile, in italiano è maschile, in ebraico non so. Poi come dicevo, anticamente non esistevano neppure differenze tra maschile e femminile ma solo tra animato o inanimato, questo in indoeuropeo e lingue derivate. I linguisti hanno anche cercato di stabilire in modo assolutamente del tutto generale e vago come siano nati i nomi maschili e quelli femminili, ma sono teorie sempre molto approssimative, rendono conto, quando vi riescono, di tendenze generali e io diffiderei dal far poggiare una dottrina filosofica o religiosa sul genere grammaticale del sostantivo che la definisce.

Infatti, sono d'accordo con te lo Spirito non ha sesso. Maria, quindi, non fu fecondata dallo Spirito Santo, ma lo Spirito scese su di lei.

Bisogna capire che funzione ebbe lo Spirito su Maria.
 
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Hannah1
view post Posted on 30/12/2009, 09:48     +1   -1




Grazie per tutte le risposte: ripeto il chiedere se il maschile o femminile aveva un significato era un po' per lo stesso discorso del perché si chiama Dio, soprattutto Padre che esula da un discorso sessuale ma dalle caratteristiche intrinseche. Ad esempio in tale ottica, secondo alcuni, il principio maschile è quello che proietta verso l'esterno e quello femminile è quello che accoglie. Secondo altri, il carattere maschile è il principio di immutabilità di Dio e il principio femminile quello dell'estrema dinamicità e fecondità dell'aspetto femminile.

Sul discorso di shekinah e Tempio, per certi versi il cristianesimo ha risolto la questione nel senso che attraverso lo Spirito Santo, Dio inabita l'uomo che diventa Tempio o Casa di Dio.

La personizzazione dello Spirito Santo è sicuramente frutto della fusione tra al forza dello Spirito Santo e la figura del Paraclito o Consolatore.
 
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22 replies since 29/12/2009, 19:21   588 views
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