Studi sul Cristianesimo Primitivo

Iohannes Malalas e le testimonianze evangeliche in Giuseppe Flavio

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Saulnier
view post Posted on 18/1/2010, 23:25 by: Saulnier     +1   -1




Caro Andrea

mi scuso con te per non poter rispondere in questo topic alle tue domande, in quanto sarei costretto inevitabilmente ad andare OT. Devo dire che su alcune delle questioni che sollevi ho detto la mia in qualcuno dei diversi topic che ho aperto in questo forum sul cristianesimo primitivo, e ad altre (in particolare sulla testimonianza di Plinio) conto di rispondere al più presto in quanto argomento al quale sono particolarmente interessato.
Inoltre, quando la diversità di vedute tra gli interlocutori è così ampia (così come è il caso per me con la stragrande maggioranza degli utenti che scrivono su questo forum) ritengo molto più utile e produttivo concentrarsi (e dibattere) su argomenti molto specifici piuttosto che su questioni generali, sulle quali, ahimè, penso che difficilmente si possa trovare un consensus.

Ma torniamo a Malalas:

Domanda: Se nella copia di A.G. di Malalas, ci fosse stato scritto che Giacomo, il fratello di Gesù, detto il Cristo, fu lapidato nel 62 d.C., Malalas avrebbe riportato nella sua cronaca che la morte di Giacomo avvenne nel 69, sotto l’imperatore Otho?

Risposta: No. Ergo nella versione di A.G. di Malalas Giacomo, fratello di Gesù, detto il Cristo, non veniva lapidato nel 62 d.C. Non solo, i passaggi citati nel post precedente di Origene ed Eusebio, lasciano chiaramente pensare che un tempo nell’opera flaviana ci fosse un’altra interpolazione sul martirio di Giacomo, questa volta molto più vicina come data all’assedio di Gerusalemme che, secondo Eusebio, seguì immediatamente la sua morte. In questo passaggio, scomparso dall'opera flaviana, Giacomo veniva precipitato dal pinnacolo del Tempio e ivi lapidato (secondo la testimonianza di Egesippo citato da Eusebio in H.E., II, XXIII).
Ebbene questo brano, naturalmente un'interpolazione cristiana, si trovava al V libro delle Guerre Giudaiche come testimonia il Chronicon Paschale (prima metà del VII secolo)

Refert Josephus lib.V de excidio Hierosolymitano, contigisse Judaeorum expugnationem anno III. Vespasiani, post XL scilicet annum, ex quo in Jesum aggressi sunt facinus: quo tempore, inquit, et Jacobum fratrem Domini Hierosolymorum Episcopum ab ipsis praecipitem ex alto actum, et lapidibus appetitum, sustulere.

Riferisce Giuseppe nel libro V delle Guerre Giudaiche, che avvenne la conquista dei Giudei nell’anno III di Vespasiano, vale a dire 40 anni dopo il crimine verso Gesù: in quei tempi, dice, uccisero anche Giacomo, fratello del Signore, vescovo di Gerusalemme, da essi scaraventato giù dall’alto, e lapidato.


Dunque in due opere differenti di Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche e Guerre Giudaiche), vi erano due passaggi concernenti la morte di Giacomo, fratello di Gesù, detto il Cristo. Il problema è che tali passaggi erano cronologicamente discordanti ed il povero Eusebio che pure li conosceva entrambi non poté fare a meno di cadere in contraddizione.
La soluzione al problema era una sola, naturalmente. Fare scomparire uno dei due passaggi.
Ma quale dei due è quello veritiero?
Secondo me, molto semplicemente, nessuno dei due e il povero Giuseppe Flavio in questo caso non ha nessuna colpa.

Saulnier

 
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15 replies since 16/1/2010, 18:06   1570 views
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