Studi sul Cristianesimo Primitivo

I VANGELI SECONDO CARMIGNAC

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view post Posted on 5/6/2010, 19:53     +1   -1
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Anni fa Carmignac scrisse " La nascita dei Vangeli Sinottici "


www.ibs.it/code/9788821528323/carmi...ei-vangeli.html


Suscitando anche molte polemiche e dissensi , oltre a molti consensi .

www.storialibera.it/epoca_antica/cr...olo.php?id=1934

www.storialibera.it/epoca_antica/cr...olo.php?id=1926


Si tratta di un libro straordinario , con una sola , dolorosa , pecca : tutti i vocaboli Greci e Ebraici sono traslitterati ,

generando una tragica confusione .

Ora visto che il sistema lo permette, intendo analizzare le tesi di Carmignac una per una citando i testi in lingua originale, ....anche se ci vorranno anni .

Vi segnalo l' ottimo studio di Rain ( anche se purtroppo anche qui c'è il problema traslitterazione )


https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Linguaggio.htm



IL TANAKH IN EBRAICO

www.mechon-mamre.org/f/ft/ft0.htm


I TESTI GRECI E LATINI

www.documentacatholicaomnia.eu/


LA BIBBIA ONLINE IN ITALIANO

www.laparola.net/


TASTIERE


http://litetype.com/

NOMI EBRAICI

www.nomix.it/ebraici.php

STUDI SUL' EBRAICO

www.edicolaweb.net/lettere.htm




Da

http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=48311026

Ma visto che si pone il confronto tra il Greco e L' Ebraico apro anche qui .


////////////////////////////////////////////////






Inizio con un brevissimo , ma molto importante , spunto che Carmignac fa a pag 54 .


Si tratta di

MARCO III, 17

βοανησγες


Boanerges :

è lo stesso Vangelo di Marco a dirci che vuol dire figli del tuono : ο εστιν υιοι βροντς

Carmignac : benerges , i copisti Greci non capendo questa parola la storpiarono in boanerges .

Ma Carmignac non da nessun' altra spiegazione

Il primo, probabilmente , a intuire questa cosa fu G. Dalman nel suo Jesus nel 1929 e forse nel suo Wortebuch del 1901 , ma ora non ho la copia per consultarla .


Ma Tuono , in ebraico si dice raam רעם


, e in aramaico raamà רעמא


mentre per figlio in Ebraico e in Aramaico abbiamo ambivalenti ben בך

e bar בר


Il dizionario Horst a pag 589 , 1° volume propone un 'interpretazione molto simile a quella che diede Dalman :

ovvero boanerges , figli dell' inquietudine , dell' eccitazione , della collera.

Ma anche qui , con la traslitterazione dell' Alfabeto Ebraico si crea una somma confusione .


E' interessante quello che scrive il Fabre d'Olivet in " La lingua Ebraica restituita " ed volume unico , pag 298 :

sulla radice resh , ghimel רג : ogni specie di movimento organico : un' emozione , una commozione , una disorganizzazione causata da un movimento troppo vivo.

Si possono quindi ipotizzare reghesh : רגש : " sentimento agitato "


o rogez רגז : collera .


Quindi abbiamo la presenza di un plurale : figli ( Zebedeo e Giovanni ) della collera :


benim shel rogez בנים של רגז


Ma in questi casi si usa la forma costrutta praticamente sempre :

im ים ( il plurale ) diventa yod י ( la yod Mater Lectionis è silente quindi risulta una e ) , lo shel ( dei ) של sparisce , e salta fuori :

benèrogez

בנירגז


la stessa cosa per regesh : benèregesh

בנירגש


A questo punto l' interpretazione , chi erano i


בנירגז


I figli della collera , : la guardia del corpo di Yehoshua haMelekh shelahem berionin ?


יהושע המלך שלהם בריונין



Gesù Re dei Rivoluzionari.


Sicuramente figli della collera stonava per i poveri e mansueti pescatori , ed ecco che "l' intelligence " fa nascere i figli del tuono .


דוד ות

Edited by barionu - 7/11/2010, 16:48
 
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Post in lavorazione : purtroppo non riesco ancora a inserire i segni diacritici come vorrei.



A PAG 46 del suo libro

Carmignac fa un' interessante osservazione sull' episodio del Demone chiamato Legione e dei circa 2000 porci.

Marco V, 1/20


Ne abbiamo discusso in vari topic , su come , il primo a parlarne fu Couchoud , legione potrebbe essere un ' allusione alla X Legione Romana Fretensis , di cui il cinghiale era uno dei simboli del vessillo.




www.parlandosparlando.com/view.php/id_347/lingua_0/whoisit_1

http://romanoimpero.blogspot.com/2010/01/l...oni-romane.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_di_legioni_romane


In particolare Carmignac cita Marco V , 13


circa duemila : ως δισχιλιοι


e spiega che sicuramente questo 2000 greco viene da una fonte Ebraica:


in Ebraico duemila si dice alpàim אַלְפַּיִם


non si tratta di un plurale : ma di un duale , infatti sotto la yod י abbiamo il hiriq חיריק, ( è il puntino sotto la lettera e funge da i )


mentre se fosse plurale il hiriq dovrebbe stare nella lettera che lo precede , in questo caso la phe פ che invece ha un pattah פתה ( una piccola barretta orrizzontale che funge da a )

Allora, in Ebraico circa duemila si dice kealpàim , con una kaf כ che significa : come, circa , e abbiamo :



כאַלְפַּיִם

E sempre in Ebraico mille si dice èlef אלף

mentre il plurale mille : migliaia si dice alafìm אלפים


quindi : come migliaia si dice kealafìm כאלפים

GUARDATE BENE


kealpàim ( accento sull à ) כְּאַלְפַּיִם

kealafìm ( accento sulla ì ) כְּאַלָפִים

sono identici , ma vocalizzati in modi diversi , infatti in kealafìm abbiamo il hiriq חיריק, ( è il puntino sotto la lettera e funge da i ) sotto la phe פ.


la phe פ quando non ha il puntino dentro come in questo caso פּ

si pronuncia fe.

il puntino in questione si chiama daghèsh דגש e significa : rafforzativo , ; ha tra l' altro la proprietà di raddoppiare la lettera in cui è presente.


Ma nel primo secolo non si scrivevano i segni diacritici , per cui :


כאלפים

si poteva leggere kealpàim : come duemila , circa duemila

o kealafìm : come migliaia


ovvero :

kealpàim ( accento sull à ) כְּאַלְפַּיִם

kealafìm ( accento sulla ì ) כְּאַלָפִים




A questo punto mi viene da pensare che il manoscritto originale descrivesse uno scontro armato tra i berionin di Yehoshua/Iohakan e un esercito di legionari romani



zio ot

Edited by barionu - 8/7/2010, 15:26
 
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CITAZIONE
A questo punto mi viene da pensare che il manoscritto originale descrivesse uno scontro armato tra i berionin di Yehoshua/Iohakan e un esercito di legionari romani

Ho parlato molte volte dei " Ghost " , a proposito del N. T. , su come appunto li intendo : fantasmi linguistici
che testimoniano la manipolazione dei testi archetipi.

Uno dei più celebri è barionà בריונא : combattente rivoluzionario

che troviamo in Matteo XVI , 18 : che viene tradotto figlio di Giona o figlio di Giovanni .

In specifico ne ho parlato qui :

http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=23776605&st=15.

E penso che il caso




kealpàim ( accento sull à ) כְּאַלְפַּיִם

kealafìm ( accento sulla ì ) כְּאַלָפִים




sia un altro ghost.

Cosa nasconde ?

E colgo l' occasione per ipotizzare un paradigma che ha valenza per tutti i casi che ho analizzato e che affronterò.

Come dice Carmignac , il nucleo originale da cui è poi stato tratto il N. T. è stato redatto in Ebraico.

Esattamente coevo al periodo storico in cui vengono descritti gli avvenimenti.

Da testimoni oculari e probabilmente dallo stesso Yehoshua/Yohakan

L' episodio di Marco V 13 , che appare anche in Matteo VIII , 32 e Luca VIII , 33

avviene nella Decapoli :

http://it.wikipedia.org/wiki/Decapoli

cit da

www.homolaicus.com/nt/vangeli/guari...no/geraseno.htm

La Decapoli era una confederazione ellenistica di dieci città che godevano dell'autonomia comunale, la cui popolazione era prevalentemente pagana. Nel vangelo di Marco questa è la prima regione pagana visitata da Gesù. La zona a sud-est del lago di Tiberiade (che Marco chiama dei "geraseni") è stata oggetto di contestazione nelle file degli esegeti, in quanto Gerasa (se coincide con quella odierna nella Giordania orientale) si trova troppo distante dal cosiddetto "mare di Galilea", mentre Gadara, citata da Matteo, è molto più vicina, anche se non abbastanza per rendere storicamente credibile il racconto. A meno che non si voglia accettare la versione interpolata di Origene, per cui la città in questione sarebbe Gergesa, ove addirittura si può scorgere un ripido pendìo che giunge fino a 30 metri dal lago.



Ma non credo sia utile ricercare un luogo che corrisponda alla perfezione ai racconti Evangelici.

Tutta la narrazione si svolge tra la figura carismatica e ieratica di Gesù in contrapposizione a un nemico che viene non solo ridotto a vivere nel corpo di un maiale, ma che viene persino affogato.


Ma il racconto originale descriveva una feroce battaglia avvenuta tra i berionin בריוניך

del Mashìah

משיח

contro un esercito romano formato da almeno 4 coorti.

Battaglia durante la quale il Mashìah ha personalmente condotto la manovra vincente per sbaragliare le truppe nemiche.

Manovra che probabilmente ha schiacciato le coorti contro il Mare di Tiberiade.

E di questa battaglia deve essere rimasta una memoria molto forte , perchè viene citata dai 3 sinottici.

Dopo , ritengo tra gli anni 70 / 100 E. V. è iniziato il processo di trasformazione dell' episodio ,

di cui sono rimasti come " ghost " il Vessillo della Fretensis ( chi scriveva aveva memoria vicina della distruzione del Tempio e non certo degli anni 20/30 e.v. ) e :




kealpàim ( accento sull à ) כְּאַלְפַּיִם

kealafìm ( accento sulla ì ) כְּאַלָפִים



דוד ות

Edited by barionu - 28/6/2010, 17:28
 
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view post Posted on 21/6/2010, 23:21     +1   -1
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Off Topic.

Carmignac non ne parla, ma vedo che appare di continuo, per cui :

il temibile Zelota figlio della stella :



בר כוכבא

la traslitterazione esattà è BAR KOKHVA' ,

IN QUANTO LA BET DELLA PAROLA STELLA NON HA IL PUNTINO AL CENTRO DELLA LETTERA

IL DAGHESH : דגש


E IN QUESTO CASO SI LEGGE VET.

QUANDO LA BET HA IL DAGHESH : בְּ

SI PRONUNCIA BET .

CELEBRE L' INIZIO DELLA GENESI : BERESHIT



בְּרֵאשִׁית, בָּרָא אֱלֹהִים, אֵת הַשָּׁמַיִם, וְאֵת הָאָרֶץ.



In Ebraico moderno stella si dice KOKHA'V כוכב




www.mechon-mamre.org/f/ft/ft0101.htm




דוד ות
 
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PAS60
view post Posted on 22/6/2010, 19:10     +1   -1




CITAZIONE (barionu @ 22/6/2010, 00:21)
Off Topic.

Carmignac non ne parla, ma vedo che appare di continuo, per cui :

il temibile Zelota figlio della stella :



בר כוכבא

la traslitterazione esattà è BAR KOKHVA' ,

IN QUANTO LA BET DELLA PAROLA STELLA NON HA IL PUNTINO AL CENTRO DELLA LETTERA

IL DAGHESH : דגש


E IN QUESTO CASO SI LEGGE VET.

QUANDO LA BET HA IL DAGHESH : בְּ

SI PRONUNCIA BET .

Per continuare l'Off Topic, mi spieghi, visto che io non conosco né l'ebraico né l'aramaico, perché traslitteri l'espressione come se fosse ebraico però è BAR (figlio) e non BEN?

Grazie!
 
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view post Posted on 22/6/2010, 23:12     +1   -1
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CITAZIONE (PAS60 @ 22/6/2010, 20:10)
CITAZIONE (barionu @ 22/6/2010, 00:21)
Off Topic.

Carmignac non ne parla, ma vedo che appare di continuo, per cui :

il temibile Zelota figlio della stella :



בר כוכבא

la traslitterazione esattà è BAR KOKHVA' ,

IN QUANTO LA BET DELLA PAROLA STELLA NON HA IL PUNTINO AL CENTRO DELLA LETTERA

IL DAGHESH : דגש


E IN QUESTO CASO SI LEGGE VET.

QUANDO LA BET HA IL DAGHESH : בְּ

SI PRONUNCIA BET .

Per continuare l'Off Topic, mi spieghi, visto che io non conosco né l'ebraico né l'aramaico, perché traslitteri l'espressione come se fosse ebraico però è BAR (figlio) e non BEN?

Grazie!

Ben בך e Bar בר sono ambivalenti in Aramaico e Ebraico


Li incontriamo entrambi nel Tanakh .

Nell' Ebraico moderno , ad esempio , è noto l' uso di Bar in Bar Mitzvah בר מצוה

con il significato di : figlio del precetto .

Sulle differenze tra i 2 termini ho sentito dozzine di pareri diversi, ma entrambi hanno il significato di : figlio



דוד ות
 
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view post Posted on 28/6/2010, 14:12     +1   -1
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Ηὕρηκα ( !!! )


Ho trovato, con word , il sistema per inserire i segni diacritici Ebraici !!!! :lol: :lol: :lol:


Primo esempio, l' Aramaico KEGHEVARA' : come un eroe



כְּגֶבָרָא


ancora più corretto KIGHEVARA'


כִּגֶבָרָא


Con calma , li inserisco nei post già pubblicati . :B):


דּוֹד וֹת

Edited by barionu - 28/6/2010, 16:24
 
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A pag 30 del suo libro , nel paragrafo I semitismi di vocabolario , Carmignac fa un brevissimo accenno a Matteo IX, 15.

In realtà Rain , nel suo studio su Carmignac ,

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Linguaggio.htm

va molto più a fondo nella questione :

IV.4 Semitismi nel vocabolario


La singolarità è che anche in Matteo 9:15, nel testo greco, troviamo questo termine perché infatti è scritto uƒoˆ toà numfînoj ([33]) al posto degli “invitati a nozze” della versione italiana C.E.I. e tutto ciò letteralmente significherebbe “i figli della tenda – o camera – nuziale”.

Questa costruzione è un tipico semitismo (benei ha-houphah in ebraico) che non avrebbe alcun senso riportare letteralmente in italiano e neppure in greco, come in realtà invece è stato puntualmente fatto. Il termine “figlio” in ebraico ha infatti un significato molto ampio, è una parola universale che oltre al significato genealogico usuale, che assume anche in italiano, denota chi appartiene a un gruppo, a una razza, a un’insieme di persone.

Per esempio potremmo tradurre con “gli amici dello sposo” la frase precedente. In greco questa costruzione non avrebbe senso, è tipicamente ebraica e inquadrabile solo in questo contesto. Se tradotta letteralmente è comprensibile solo da un ebreo ma non da un greco. Eppure la troviamo riprodotta anche nel testo greco, tradotta parola per parola con l’espressione: figli della tenda nuziale.

[33] Questa è la lettura classica attestata ad esempio da B ed א. In D, lat, gg, bo troviamo invece la variante uioi tou numfiou. Vedi Merk, Barbaglio, Nuovo Testamento greco e italiano, Ed. Dehoniane, Bologna, 1984.



E di recente Rain è ritornato sulla questione , nel 3d

https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=48968338&st=15


Va bene ma allora perchè in altri casi non avviene così? Perchè hanno tradotto "invitati a nozze" con υιοι του νυμφωνος? Non potevano usare semplicemente επικλητοι con un genitivo a specificare che si trattava di nozze, o un qualche participio (medio-passivo) dei verbi παραλαμβανω, περιδειπνεω o σθνεστιαω? Qui non c'era niente di particolare, di enfatico, di misterioso da nascondere!



/////////////////////////////////////////////



Infatti il passo è veramente bislacco.

Il (benei ha-houphah in ebraico) che tu citi viene dalla forma estesa

I figli del baldacchino nuziale

Habenim shel hahuppah


הַבֵּנִים שֶׁל הַחֻפָּה


Ma in questi casi si usa sempre la forma costrutta

Benè hahuppah


בֵּנֵי הַחֻפָּה



la חֻפָּה , cito le parole di Negev

è il baldacchino sotto il quale viene celebrato il matrimonio ebraico e che simboleggia la sottomissione della nuova coppia a D-o e la protezione e benedizione di Questi sulla famiglia.


Ma la cosa più strana è che sia Carmignac, che Rain , et altri dicono


בֵּנֵי הַחֻפָּה


come una tipica espressione Ebraica, mentre questa non sembrerebbe così attestata.

Tutto da verificare.

Rimane poi il fatto che

υιοι του νυμφωνος


figli della camera nuziale

nel contesto della frase di Matteo IX, 15 è incompressibile , se non comico .

L' intero passo nella traduzione dell' interlineare ed San Paolo :

Possono i figli della camera nuziale fare lutto per quanto ( tempo ) con loro è lo sposo. ?


La Ed Cei , per ovviare a questo spunto nekro/lover propone : gli invitati a nozze

Matteo IX ,15 . L' intero passo :

Rispose loro Gesù : " Gli invitati a nozze possono essere in lutto , mentre lo sposo è con loro ? "

In questo caso direi che i redattori Greci erano ancora ubriachi dalle nozze di Cana ... image

Il dibattito è aperto.


דּוֹד וֹת

Edited by barionu - 6/7/2010, 02:17
 
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Hard-Rain
view post Posted on 6/7/2010, 07:08     +1   -1




υιος του νυμφωνος effettivamente è una espressione che non si rintraccia in greco, mi pare che una volta Frances_Admin abbia cercato nel TLG e non sia risultato alcun passo parallelo (il TLG copre tutta la letteratura greca che ci è nota da Omero fino al XV secolo d.C.) a parte le riprese di questo passaggio in autori cristiani posteriori al NT. Sull'uso della parola υιος (= lett. "figlio") abbiamo tante peculiarità, per esempio Flavio Giuseppe afferma che nella Gerusalemme assediata attorno al 70 d.C. quando i Romani tiravano i loro colpi con le catapulte le vedette giudaiche dalle mura dicevano: "Arriva il figlio!" per avvertire che un grosso masso scagliato dalle macchine da guerra stava per arrivare. Va da sè che esistono altre espressioni particolari probabilmente derivate da modi di dire semitici, come quel passo in cui si dice che Gesù "indurì la sua faccia", ecc... Invece il "salire" in una città (es. Gerusalemme) ha riscontri anche in altri autori, per esempio in Epittèto che parla diverse volte di "salire a Roma" (per dire "andare/venire a Roma").

Edited by Hard-Rain - 6/7/2010, 10:59
 
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Saulnier
view post Posted on 6/7/2010, 23:08     +1   -1




CITAZIONE
La singolarità è che anche in Matteo 9:15, nel testo greco, troviamo questo termine perché infatti è scritto uƒoˆ toà numfînoj ([33]) al posto degli “invitati a nozze” della versione italiana C.E.I. e tutto ciò letteralmente significherebbe “i figli della tenda – o camera – nuziale”.

Questa costruzione è un tipico semitismo (benei ha-houphah in ebraico) che non avrebbe alcun senso riportare letteralmente in italiano e neppure in greco, come in realtà invece è stato puntualmente fatto. Il termine “figlio” in ebraico ha infatti un significato molto ampio, è una parola universale che oltre al significato genealogico usuale, che assume anche in italiano, denota chi appartiene a un gruppo, a una razza, a un’insieme di persone.

Occorre valutare la possibilità che le nozze alle quali intende riferirsi Gesù siano soltanto nozze allegoriche e che i figli della camera nuziale siano in effetti (come l’espressione ebraica sembra suggerire) una razza: il popolo di Israele per la precisione.
Avremmo dunque a che fare con un semeion , un segno che rimanda l’iniziato, conoscitore di un codice condiviso a qualcos’altro.
Il goy legge “i figli della camera nuziale” e intende gli “invitati dello sposo” pensando ad un matrimonio reale, ma l’iniziato, che sa che questi figli sono il popolo di Israele non può non comprendere immediatamente di quali nozze si tratta: le nozze dell’Agnello annunciate dal Profeta, crocifisso sotto Ponzio Pilato.

Apocalisse XIX, 7-10

Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo a lui gloria,
perché son giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta,
le hanno dato una veste
di lino puro splendente".
La veste di lino sono le opere giuste dei santi.
Allora l'angelo mi disse: "Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell'Agnello!"


Queste nozze, gioia e letizia per il popolo ebraico, avrebbero segnato tuttavia la fine delle nazioni.

Apocalisse XIX, 11-18

Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava "Fedele" e "Verace": egli giudica e combatte con giustizia.
I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui.
È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è Verbo di Dio.
Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro.
Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa del Dio onnipotente.
Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori.
Vidi poi un angelo, ritto sul sole, che gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: "Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei capitani, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi".


Le nozze dell’Agnello, annunciate ma mai avvenute (fortunatamente per noi) nella realtà storica, non possono che diventare semeia nei Vangeli, miracoli, ovvero le realizza sulla carta il Dio Gesù, tanto che nel quarto Vangelo il goy leggendo delle nozze di Cana può credere davvero che un uomo-Dio abbia trasformato l’acqua nel vino dolce della Vigna del Signore.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 7/7/2010, 07:45     +1   -1




Prescindendo dal fatto che i cosiddetti miracoli siano reali oppure invenzioni letterarie per conferire una certa autorità a un determinato personaggio, va anche tenuto conto che: (1) nel mondo greco-romano personaggi mistici dotati di particolari carismi e ai quali sono attribuiti miracoli più o meno eclatanti non sono un problema o una novità; (2) nel mondo ebraico sono esistiti personaggi ai quali sono attribuiti miracoli, senza rifarsi a profeti e santi della Bibbia ebraica, basta rifarsi a Chanina ben Doza al quale sono attribuiti appunto miracoli simili a quelli gesuani.
 
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Saulnier
view post Posted on 7/7/2010, 14:15     +1   -1




Quello che voglio dire è che una traduzione non letterale di υιος του νυμφωνος come ad esempio ‘gli amici dello sposo’ rischia di pregiudicare la corretta interpretazione delle parole di Gesùe di alterarne sensibilmente il significato, meglio quindi attenersi ad una traduzione quanto più letterale possibile.
La tenda nuziale è la terra di Israele e i suoi figli sono il popolo ebraico.
Le nozze sono quelle dell’Agnello con la sua sposa (Israele) e il suo significato primitivo è quello contenuto nell’Apocalisse.
Che poi successivamente questo significato sia stato trasformato (gnosticismo vedi “i figli della camera nuziale” del Vangelo di Filippo) non lo metto in dubbio.
 
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view post Posted on 8/7/2010, 00:38     +1   -1
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CITAZIONE (Saulnier @ 7/7/2010, 15:15)
Quello che voglio dire è che una traduzione non letterale di υιος του νυμφωνος come ad esempio ‘gli amici dello sposo’ rischia di pregiudicare la corretta interpretazione delle parole di Gesùe di alterarne sensibilmente il significato, meglio quindi attenersi ad una traduzione quanto più letterale possibile.
La tenda nuziale è la terra di Israele e i suoi figli sono il popolo ebraico.
Le nozze sono quelle dell’Agnello con la sua sposa (Israele) e il suo significato primitivo è quello contenuto nell’Apocalisse.
Che poi successivamente questo significato sia stato trasformato (gnosticismo vedi “i figli della camera nuziale” del Vangelo di Filippo) non lo metto in dubbio.

Lo spunto di Saulnier va esattamente nella direzione che sto tracciando per i 2 Topic sui Semitismi nel N. T.

Originariamente , i testi Ebraici erano diversi al 90 % dai Vangeli Greci , che ne hanno tenuto solo i canovacci narrativi , ....lasciando i GHOST come tracce del delitto.


דּוֹד וֹת
 
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