| Saulnier |
| | http://www.repubblica.it/cronaca/2010/12/0...43/?ref=HREC2-6"Sua Eccellenza Mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto-Todi - informa l'ufficio stampa della diocesi - ha comunicato che 'l'ordinazione sacerdotale del diacono Seidita, prevista per il 7 dicembre prossimo, è stata sospesa e rimandata per diretto intervento della Santa SedePerché???? http://www.ternimagazine.it/33123/il-fatto...-vescovile.htmlDon Luca, infatti, aveva dovuto già fronteggiare varie avversità al momento della sua ordinazione a diacono, poco più di un anno fa.
All’epoca avrebbe dovuto essere ordinato in Duomo, ma l’intervento della Santa Sede aveva, anche in questo caso, osteggiato i voti minori del giovane, per cui si era dovuto ripiegare, alla fine, per una cerimonia più decentrata a Ficulle, dove Don Luca era rimasto qualche tempo come aiuto del parroco don Maurizio.
La disgrazia, infatti, potrebbe non essere semplicemente un fatto personale, ma rientrare in uno scontro sotterraneo tra due diverse impostazioni di intendere la missione sacerdotale che, da qualche tempo, attraversa in modo doloroso e subdolo la Chiesa orvietana e diocesana. Uno scontro tra una corrente tradizionalista e una modernista, che non ha risparmiato neanche lo stesso Vescovo, a sua volta sottoposto a attacchi e ispezioni, sia pure santamente e silenziosamente sopportate. Ora la misura potrebbe essere colma, e la giovane vita di Don Luca – la cui perdita mette ancora una volta a dura prova, ma anche sotto analisi e sotto accusa la città degli estremi gesti dalla rupe – impone una riflessione attenta e sincera.Questo ragazzo ha lasciato tracce preziose sul web che spero vengano raccolte da chi gli ha voluto bene. www.crocediserra.it/eventi_lucaseidita.htmlE ho scoperto anche il vero significato dei valori della vita di un uomo: l’amore, la verità, l’amicizia… Ho sperimentato tutto ciò in prima persona, sulla mia pelle. I valori infatti non sono belle parole che si dicono, ma realtà che s’incontrano nell’esperienza quotidiana, che mi costruiscono come uomo e mi fanno maturare interiormente. Divento così, insieme con Dio, il protagonista della mia vita e comprendo che nulla devo delegare agli altri e nessuno può costituirsi nelle mie scelte. Il mio e il nostro cammino ci serve soprattutto a conoscere meglio se stessi, nelle nostre capacità e nei nostri limiti.C'è posto nella Chiesa Cattolica per uno che la pensa così? Ma poi soprattutto, sapendo cosa è accaduto dopo, come si può non commuoversi leggendo queste righe scritte meno di un anno fa... Jovanotti dice ancora di più: “Forse fa male, però mi va di stare collegato, di vivere d’un fiato, di stendermi sull’orlo del burrone e di guardare giù. La vertigine non è una paura di cadere, ma voglia di volare”.
Grande! Vorrei sapere come gli sono venute queste parole, essere stato lì, quando gli si sono composte nella mente. Ma ancora di più la musica qui sembra una magia: è come un respiro che si allarga e che ti porta alto sopra tutte le cose assurde, ma non per scapparci via, bensì per volarci sopra, per starci dentro senza rimanervi prigionieri.
E poi quelle parole da brivido, che fanno paura solo ad ascoltarle e che pure Jovanotti pronuncia con una dolcezza che disarma: “Mi fido di te”.
Fidarsi è una delle cose di cui abbiamo più bisogno e che, lo stesso, ci costa un sacco fare, ci fa paura proprio come quella vertigine che prova chi si sdraia sull’orlo del burrone. Quello che più ci terrorizza, alla fine è ciò che ci attrae.
E’ come essere innamorati di qualcuno o qualcuna di cui non si capiscono le intenzioni… E’ la stessa vertigine: un po’ la paura di precipitare nel buio se quella persona ti dice di no e un po’ la voglia di lanciarsi verso lei sperando che ti prenda per mano e ti faccia volare.
Perché la domanda vera è quella scritta nella canzone: “Cosa sei disposto a perdere?” E’ la domanda fatale che ti fa capire il valore che tu attribuisci a colui di cui ti vuoi fidare.
Chi non è disposto a perdere molto non potrà mai avere molto, e solo chi mette in gioco tutto potrà avere tutto.
Insomma, alla vita, alla tua vita, ci resti accanto, per quanto tu ne esca ogni giorno stordito, se ti fidi di chi ti ci accompagna dentro; se hai voglia di volare e ti lasci portare sulle ali di colui per il quale sei pronto a mettere in gioco tutto. Che vita sarebbe se vivessimo così!!! Paura? Troppa confusione in testa per lanciarsi? Ti senti ancora troppo giovane? Sì, certo non è facile dire “Mi fido di te”. Mai pensato di provarci con il Buon Dio? Ha ali forti, credetemi. Auguri di ogni bene per la vostra vita.
Don Luca SeiditaSi è lanciato dalla bellissima rupe di Orvieto, tradito infine da chi lo aveva accompagnato fin lassù.
| | |
| |
|