Studi sul Cristianesimo Primitivo

le ossa di Paolo, se non è dimostrabile che è lui dimostriamo che non lo è

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lino85
view post Posted on 3/8/2010, 16:13 by: lino85     +1   -1




CITAZIONE (spirito!libero @ 3/8/2010, 16:44)
CITAZIONE (Hard-Rain @ 2/8/2010, 08:53)
L'onere della prova spetta a chi fa una affermazione. Se io dico che stamattina ho visto Giulio Cesare tu ci crederesti? Mi diresti: dimostrami che l'hai visto, fammelo conoscere, dimmi che ti ha detto. Accetteresti come mia risposta: no, invece l'ho visto, dimostra tu al contrario che non l'ho visto, se non sei in grado di dimostrare che non l'ho visto allora significa che l'ho visto! Oppure hai mai visto un vigile urbano che ti faccia una multa senza che tu abbia commesso alcunchè, poi ti dicesse: dimostrami che non hai fatto alcuna infrazione, altrimenti paga la multa! In casi dove non è possibile avere una ragionevole probabilità bisogna sospendere il giudizio ed evitare di usare dati incerti nelle argomentazioni. Sappiamo che il cristianesimo nei secoli passati aveva una spiccata propensione a creare reliquie.

Scusate l'OT, ma è davvero interessante che tutti accettino per certe questioni il correttissimo discorso di Hard-Rain sull'onere della prova , mentre se ne infischino altamente su certe altre ma si creda semplicemente sulla parola degli altri, davvero un curioso fenomeno.

Saluti
Andrea

Ci possono essere casi in cui il discorso dell'onere della prova è complicato: vedi i seguenti link

http://en.wikipedia.org/wiki/Legal_burden_of_proof

http://en.wikipedia.org/wiki/Philosophic_burden_of_proof

Come si vede, il discorso è molto più complesso di come sembra.

Un esempio di onere della prova potrebbe essere quest'altro: una persona afferma che la centomiliardesima cifra di pigreco è divisibile per 3, un'altra persona afferma che non è vero, un'altra afferma che non vuole fare affermazioni su quest'argomento. Chi ha l'onere della prova? Le prime due persone, perchè anche la seconda, negando l'esistenza di una centomiliardesima cifra di pigreco che appartenga al gruppo (0,3,6,9) comunque afferma l'esistenza che la cifra di pigreco appartenga al gruppo (1,2,4,5,7,8). Ogni persona infatti che nega l'esistenza di qualcosa come X nell'ambito Y è come se dicesse "io ritengo che nell'ambito Y (che può essere anche il mondo, vedi le discussioni se esistano certe particelle o leggi nell'universo) esistono solo questi elementi a,b,c..." e nell'elenco non mette l'elemento X. La terza persona, invece non volendo fare alcuna affermazione al riguardo continua per inerzia a stare nella posizione di pensiero precedente alle affermazioni dei primi due.

Altri casi in cui è difficile da capire qual è l'onere della prova è ad esempio se un certo tipo di alimenti (ad esempio gli OGM) debbano essere non messi al commercio fino a che non si dimostra che sono innocui alla salute oppure se debbano essere messi in commercio subito e solo quando si è dimostrato che sono nocivi alla salute si devono ritirare dal commercio. Cosa si fa? Ci si deve prima chiedere quanto siano "diversi" questi nuovi alimenti, forse, ma il dibattito è aperto.

Nel caso dei discorsi storici, sono dunque daccordo con Hard-rain. Ogni fonte e reperto storico quando in essi è scritta qualche affermazione, essa fa "scuotere" il nostro insieme di credenze, ma per un principio di inerzia è ogni cambiamento di credenze che deve essere motivato e dimostrato almeno con ampia probabilità, mentre il mantenimento delle credenze si motiva solamente per il fatto che non ci sono cambiamenti nel momento in cui le si mantiene.

Ciao.

Edited by lino85 - 3/8/2010, 17:17
 
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