Studi sul Cristianesimo Primitivo

Yeshu, Yeshua e la censura negli scritti ebraici

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Saulnier
view post Posted on 30/8/2010, 22:09 by: Saulnier     +1   -1




Per completezza riporto anche in questa discussione alcune osservazioni su Yeshu già postate sul 3d dedicato ai semitismi.

Rabbi Bahya ben Asher ben Hlava, esegeta biblico e cabalista spagnolo del XIV secolo, scrisse un commentario al Pentateuco intitolato Kad ha-Kemah (vedi 1 Re, 17:14-16) in 60 capitoli o discorsi.
Nel primo di questi discorsi in riferimento al passaggio di Salmi 80: 13, il rabbi ci dice:

La lettera Ain è sospesa, perché tali sono gli adoratori di colui che fu sospeso.

Salmi 80:11-15, recita:

Ha esteso i suoi tralci fino al mare
e arrivavano al fiume i suoi germogli.
Perché hai abbattuto la sua cinta
e ogni viandante ne fa vendemmia?
La devasta il porco selvatico
e se ne pasce l'animale del bosco.
Dio degli eserciti, volgiti,
guarda dal cielo e vedi
e abbi cura di questa vigna,
proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato,
il germoglio che ti sei coltivato.



In effetti nel testo masoretico, in Salmi 80:13, vediamo sospesa sopra la riga la lettera ‘ain’ ע della parola ‘porco selvatico’ ed è a questo che intende riferirsi Rabbi Bahya nel suo commento.

Secondo Johann Buxtorf (Commentarius Masorethicus) sospendendo la lettera ע (ain) nella parola ‘porco selvatico’, i masoreti hanno voluto designare il Cristo appeso alla croce, paragonato al porco selvatico che ha devastato la Vigna di Israele.

Gli adoratori di colui che fu sospeso o appeso, sono i cristiani.

Non dimentichiamo infatti che per la tradizione rabbinica il Cristo fu anche Thola, colui che fu appeso.
Il Toledoth Yeshu per questo motivo era anche detto “Maaseh Thola” o “Opera dell’Appeso”


Rimarrebbe da chiedersi, perché ‘appendere’ proprio la lettera ‘ain’?

Io credo che si tratti ancora di un arguto gioco lessicale.

Infatti tra lo Yeshua (ישוע), il Salvatore dei Vangeli e Yeshu (ישו), il Gesù rabbinico, vi è solo una lettera di differenza: la ‘ain’ per l’appunto. Dopo la soppressione di questa lettera dal suo nome, Yeshua per i rabbini divenne Yeshu (ישו), acronimo che sta “Yemach Shmo w’Zikro” ovvero “possano il suo nome e la sua memoria essere cancellati”.

Colui che doveva essere lo Yeshua, il Salvatore del popolo giudaico dal dominio Romano (e dopo la sua morte, grazie all’impostura paolina, anche dei gentili) per la tradizione rabbinica, visto il fallimento della sua missione ‘storica’ e la successiva nascita dell’apostasia idolatrica cristiana, divenne Yeshu, “che il suo nome e la sua memoria siano cancellati”.

La sospensione della lettera ‘ain’ nella Bibbia ebraica diventa, in codice, un riferimento al Dio-Cristo e ai Cristiani.

La chiave per l’interpretazione l’ha svelata Rabbi Bahya nel suo commento.

Se andiamo a cercare le altre lettere ‘ain’ sospese, all’interno del testo masoretico ecco che le troviamo, per due volte, in Giobbe 38:12-15:

Da quando vivi, hai mai comandato al mattino e assegnato il posto all'aurora perché essa afferri i lembi della terra e ne scuota i malvagi? Si trasforma come creta da sigillo e si colora come un vestito. È sottratta ai malvagi la loro luce ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.

Le lettere ע (ain) sospese sono naturalmente quelle delle parole רשעים, impios, i malvagi.
Per quale motivo?

"Perché tali sono i cultori dell’appeso" ci dice Rabbi Bahya.

Salmi, 80, 13-15 è un passo fondamentale, sagace risposta ebraica alla parabola dei vignaioli omicidi scritta dagli apostati della Legge (cristiani) contro gli ebrei rimasti fedeli alla Torah:

Matteo, XXI, 33-45:

Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo;dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà».
Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.


La Vigna naturalmente è il popolo di Israele (Isaia 5: 5-7) e il suo padrone è il Tetragramma.

Non credo dunque sia necessario spiegare il senso della parabola e i sommi sacerdoti e farisei dimostrano di aver compreso benissimo.

Il Gesù evangelico (Dio ex eventu grazie alla penna dello scriba) rimprovera i giudei di essere restati con la verità contro l’impostura ecclesiastica.
Duemila anni di persecuzioni e censure (si finirà per trattarli da deicidi!) per avere rifiutato di fare Dio e figlio di Dio un Messia fallito (criminale per la lex romana e crocifisso per crimine di lesa maestà), diventato il Dio d'Occidente grazie ad una dolosa mistificazione incomprensibile al goy ma non all'ebreo.

Parlo di impostura perché il profeta Nazareno, doveva essere il Messia di Israele e come tale si era presentato: colui che doveva ripiantare la Vigna del Signore, il suo popolo prediletto, Israele, liberando la sua terra dall’occupazione straniera.

"Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature". L'angelo gettò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio. Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì sangue fino al morso dei cavalli, per una distanza di duecento miglia.”

La Storia ha sancito il suo fallimento.
Invece di ripiantare la Vigna del Signore, il Nazareno fu la causa della sua devastazione, ‘il porco selvatico’ che ha devastato la Vigna del Signore di Salmi 80:13.
Per quanto crudele il paragone ha la sua ragion d’essere.
D’altra parte, a chi Giuseppe Flavio imputa la distruzione di Gerusalemme?
All’estremismo della setta zelota fondata da Giuda il Galileo e Tacito, in un frammento delle Historiae preservato da Sulpicio Severo, ci dice che Tito con la distruzione del Tempio aveva voluto estirpare l' exitiabilitis superstitio cristiana.

L'interpretazione della 'ain' ingrandita del menzionato passaggio di Salmi potrebbe avere più livelli di interpretazione:

1 livello (superficiale)

Ci si limita a constatare che la lettera ‘ain’ si trova a metà del libro dei Salmi e per tale motivo (quale?) essa viene ‘sospesa’ sulla riga. E’ quanto affermato in Kiddushin 30a.
Rabbi Samuel ben Joseph Strashun (Rashash) ha contato le parole del libro dei Salmi e ha trovato che nella prima metà vi sono quasi 2000 parole in più rispetto alla seconda metà. Da cui si è dedotto che il Kiddushin 30a deve riferirsi alle lettere (ma chi le ha contate?).

2 livello (intermedio)

L’interpretazione di Rabbi Salomon (il famoso Rashi, XI secolo) nel Midrash Tehillim (il Midrash sui Salmi) citato da Buxtorf.
Ci dice che se gli ebrei saranno pii allora la lettera ‘ain’ sarà omessa e i nemici del popolo israelita saranno come il porco marino חזיר מיאר in cui in effetti la lettera ‘ain’ è sostituita dalla ‘aleph’.
Al porco marino non è consentito salire sulla terra (di Israele) e se lo farà sarà destinato a perire e il popolo ebraico sarà salvo.
Al contrario se gli ebrei non saranno degni allora la ‘ain’ sarà presente e i suoi nemici saranno come il porco selvatico חזיר מיער che devasterà la Vigna di Israele.
La lettera ‘ain’ è sospesa, poiché la sua presenza o assenza dipenderà dal comportamento del popolo ebraico. Tuttavia da quello che vedo mi sembra che la trasformazione di ‘porco selvatico’ in ‘porco marino’ non passa per una semplice omissione della lettera ‘ain’ (come nel caso di Yeshua / Yeshu) ma da una sostituzione della lettera ‘ain’ con la lettera ‘aleph’, il che, tutto sommato, rende un po’ forzata l’interpretazione di Rabbi Salomon.

3 livello (profondo)

L’interpretazione fornita grazie alla chiave di lettura fornita da Rabbi Bahya.

Quello che è stupefacente è che queste tre interpretazioni non si contraddicono ma anzi si completano a vicenda.
Kiddushin 30a ci dice anche che la lettera ‘vav’ di ‘gachon’ (Lev. 11:42) o ‘ciò che cammina sul ventre’ (serpente) si trova a metà delle lettere della Torah.
Entrambi questi punti di mezzo individuano un animale che per il popolo ebraico simboleggia il male: il porco selvatico e il serpente.

Restando fedele alla Torah e sfruttando il suo potere, l’ebreo può lacerare (dividere in due) il porco selvatico e il serpente, ovvero le forze del male, simboleggiato dalla posizione che queste due parole hanno nei rispettivi libri (livello 1).

Le conclusioni di Rashi (livello 2) sono analoghe: se gli ebrei resteranno fedeli alla Torah, i loro nemici (simboleggiati dal porco selvatico che con l’alef sosituita alla ‘ain’ diventa ‘marino’) non potranno devastare la Vigna di Israele.

Rabbi Bahja (livello 3) senza contraddire le prime due interpretazioni, va oltre individuando nominalmente i nemici di Israele e il ‘porco selvatico’ che ha devastato la Vigna di Israele.

 
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