Studi sul Cristianesimo Primitivo

Iscrizione di "Nazareth" (M. Avi Yonah)

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chimofafà
view post Posted on 11/9/2010, 07:17     +1   -1




Forse il testo ricostruito di M. Avi Yonah comincia a prendere forma, ho provato a fare un raffronto tra la Rosa di Sharon ed il testo ricostruito.

Sulle finali (quelle che dovrebbero identificare delle localita) nel testo ricostruito abbiamo:

Tutti i ventiquattro, alias e famiglie, della tabella della Rosa di Sharon condividono delle consonati con il testo ricostruito da M. Avi Yonah.

I due testi condividono venti occorrenze (alias Rosa di Sharon e finale del testo ricostruito, linee sei e sette hanno in comune le due tabelle, in particolare נשדף è condiviso con la sesta linea dell'iscrizione di Bayt Hadir, ma anche יֵשׁוּעַ, che nella rosa di Sharon è vocalizzato, mentre la ventunesima linea e la ventiduesima linea sono invertite, quattro occorrenze sono condivise con la tabella delle famiglie ).

Il problema consiste nel fatto che, poiché il poeta utilizzava parafrasi per persone e località, non si riesce a definire (ma qui bisognerà aspettare gli esperti della tradizione ebraica), se si tratta di riferimenti ad alias o a città.

Un ulteriore raffronto (con l'iscrizione di Bayt Hadir) richiederà ancora del tempo.

Edited by chimofafà - 11/9/2010, 08:36
 
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chimofafà
view post Posted on 11/9/2010, 09:06     +1   -1




Decriptate le linee di corrispondenza M.Avi Yonah e isrizione di Bayt Hadir, ma ci vorrà un pò di tempo per fare una sintesi organica, pausa caffè.
 
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chimofafà
view post Posted on 11/9/2010, 11:40     +1   -1




In relazione alla corrispondenza notata da sky@line sulla Nun dell'iscrizione di Bayt Hadir e il tratto orizzontale del frammento A di Cesarea, ho cercato di sovrapporle.

Sovrapponendo i tratti della Nun dell'iscrizione di Bayt Hadir ed il tratto inferiore orizzontale del frammento A di Cesarea, il tratto superiore della Nun sarebbe stato comunque visibile, inoltre il tratto inferiore del frammento A risulta sempre più lungo.


[IMG]image Uploaded with ImageShack.us[/IMG]




[IMG]image Uploaded with ImageShack.us[/IMG]
 
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sky@line
view post Posted on 11/9/2010, 14:41     +1   -1




Dovresti però far coincidere parte del tratto verticale con quello che si percepisce dalla foto a colori così come riconosciuto e tracciato nella ricostruzione di Avi-Yonah:


image


E magari potrebbe venire fuori qualcosa del genere:


image

In ogni caso io non insisterei molto sulla ricostruzione della NUN, innanzitutto perchè la questione si fa davvero troppo tecnica (vedi ad esempio nota 69 dell'articolo da te postato) e sembra che nessuno abbia messo seriamente in discussione quella lettura; e poi perchè le foto a disposizione sono troppo scadenti per azzardare alcunché (nella foto in bianco e nero il tratto orizzontale non sembra così lungo come quello della foto a colori).
A questo proposito ricordo che i frammenti A e B dovrebbero essere custoditi non a Gerusalemme, come si trova scritto in qualche articolo (a meno che non ve li abbiano portati ora che si è conclusa la ristrutturazione del Museo d'Israele), ma in un museo vicino Cesarea, probabilmente presso il Kibbutz Sdot-Yam Museum.


Riguardo alla lapide di Cesarea io però azzarderei un giudizio molto più favorevole proprio alla luce di tutto quello che abbiamo letto, e cioè che il frammento A risulterebbe pienamente coerente con la memoria delle liste sacerdotali e giustificherebbe la sua autenticità in tal senso anche da solo, a prescindere dal frammento B.
Abbiamo visto infatti che risulterebbero già attestati nelle diverse fonti i nomi delle quattro località così come furono interpretati da Avi-Yonah e Vardaman. Quattro località su righe successive con lo stesso ordine e identiche a quelle delle famiglie sacerdotali.

Non sfuggirebbe neppure la lettura di מליח [ma]mlyh, per la cui notevole plausibilità rimando alla nota in fondo a questa pagina:
http://books.google.it/books?id=bsxkXam_Qz...epage&q&f=false
 
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view post Posted on 11/9/2010, 16:22     +1   -1
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Allora visto che fafà, Saulnier e sky procedono come un Katerpilar , aggiungo alcune libere considerazioni qui,

http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=50634486

per non ingolfare il 3d.

zio ot
 
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chimofafà
view post Posted on 11/9/2010, 19:39     +1   -1




CITAZIONE
Dovresti però far coincidere parte del tratto verticale con quello che si percepisce dalla foto a colori così come riconosciuto e tracciato nella ricostruzione di Avi-Yonah:

La Nun che tu hai cerchiato in rosso, comunque avrebbe conservato il tratto superiore dentro il frammento, ma anche di questo tratto superiore non c'è traccia, l'angolo ricostruito mi sembra comunque troppo aperto, anche rispetto alla Nun dell'iscrizione di Bayt Hadir. La Nun ricostruita da M. Avi Yonah ha un tratto inferiore troppo lungo per essere una Nun reale, già abbastanza lungo pure nel frammento e nella ricostruzione ulteriormente allungato, se vedi le altre Nun ricostruite nello stesso testo, sono più piccole. Il "puntino" evidenziato potrebbe non costituire parte della lettera, ma essere semplicemente una macchia come queste:


[IMG]image Uploaded with ImageShack.us[/IMG]

Tra l'altro se vedi la foto sulla scala dei grigi (effetto Sindone), non c'è nessuna traccia di puntini o tratti verticali, si può vedere la stessa foto dell'articol di M. Avi Yonah (Frammento A).

L'articolo che ho postato in link (dando per scontato la presenza della Nun), ad un certo punto dice (qualche riga sotto la nota 73):

"Nondimeno, tra le scoperte trovate nella terra di Israele, solo Nazareth è citata come un posto di abitazione sacerdotale".

Di conseguenza ci sono dei dubbi sulle presunte località menzionate nei frammenti ritrovati.

Ho fatto un raffronto tra il testo ricostruito di M. Avi Yonah e l'iscrizione di Bayt Hadir, e sono emerse delle concordanze di consonati, ma sovrapponibili solo sul testo ricostruito da M. Avi Yonah, per cui non è possibile utilizzare l'iscrizione di Bayt Hadir per avallare la ricostruzione del testo ipotizzato da M. Avi Yonah, inoltre sulla settima linea dell'iscrizione di Bayt Hadir c'è un grosso problema, essa recita solo:

"Il nono reparto".

Questa linea è importante in quanto ci sono notevoli corrispondenze di consonati tra il testo ricostruito di M. Avi Yonah e l'iscrizione di Bayt Hadir (ma solo sul testo ipotizzato, non sui frammenti), praticamente ad un certo punto nella corrispondenza lineare viene mangiata una linea (qualora si voglia fare il confronto tra le linee di M. Avi Yonah e le linee dell'iscrizione di Bayt Hadir.

CORRISPONDENZA LINEARE
a sinistra le linee di M. Avi Yonah ed a destra le linee dell'iscrizione di Bayt Hadir:

Nell'iscrizione di Bayt Hadir mancano le prime tre linee e le ultime 8, nel testo di M. Avi Yonah abbiamo vari frammenti provenienti da diverse aree.

LINEA 4 CORRISPONDE ALLA LINEA 1 (ma in effetti è la quarta)
LINEA 5 CORRISPONDE ALLA LINEA 2 (linea quinta)
LINEA 6 CORRISPONDE ALLA LINEA 3 (linea sesta)
LINEA 7 CORRISPONDE ALLA LINEA 4 (linea settima)
LINEA 8 CORRISPONDE ALLA LINEA 5 (linea ottava)
LINEA 9 CORRISPONDE ALLA LINEA 6 (linea nona)
LINEA 10 CORRISPONDE ALLA LINEA 8 (ma dovrebbe corrispondere alla sette, linea decima, che a questo punto scompare e diventa undicesima)
LINEA 11 CORRISPONDE ALLA LINEA 9 (ma dovrebbe essere la dodicesima)
LINEA 12 CORRISPONDE ALLA LINEA 10 (ma dovrebbe essere la tredicesima)
LINEA 14 CORRISPONDE ALLA LINEA 11 (ma dovrebbe essere la quattordicesima)
LINEA 15 CORRISPONDE ALLA LINEA 13 (ma dovrebbe essere la sedicesima).

Poiché il testo di M. Avi Yonah e l'iscrizione di Bayt Hadir, hanno in comune delle consonanti (ma nel testo ricostruito), è saltata una linea
e questo rende problematico un raffronto con i frammenti, che comunque non è possibile fare, perché giusto appunto sotto quelle linee comincerebbero a sovrapporsi i frammenti di M. Avi Yonah, ma le altre linee non si sono conservate, quindi il raffronto non si può fare.

Francamente sul testo ricostruito da M. Avi Yonah nutro molti dubbi che possa rappresentare il testo "archetipo", e questo per i motivi sopra esposti oltre al fatto che in esso sono confluiti svariati frammenti di svariate località (almeno quattro) più le lamentazioni di Al-Qalir, ed in particolare la Rosa di Sharon per il finale delle località (dubbie), quest'ultimo era un poeta che parafrasava nomi e località. Un frammento è sparito ed uno (quello di Nazareth) non è ancora pubblicato, con queste credenziali l'unica cosa che possiamo fare è accettare l'ipotesi di ricostruzione, ma questa non può provare assolutamente nulla. Non vorrei che più tempo passa e più frammenti si aggiungessero, quello di Nazareth mancava nell'articolo di M.Avi Yonah). In ogni caso per avere un'idea più esaustiva bisognerebbe verificare il resto dei frammenti citati nell'articolo che ho postato, inoltre non riesco a visualizzare la scala dei colori segnalata nell'articolo per la ricostruzione del testo di M. Avi Yonah e relativi frammenti, se qualcuno la vede, può segnalarla al forum.

Edited by chimofafà - 11/9/2010, 21:06
 
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Saulnier
view post Posted on 11/9/2010, 22:34     +1   -1




Volevo fare solo un paio di precisazioni:

Akhlah (della ormai famosa Akhlav Arav) è il soprannome della classe sacerdotale Pethahiah.

La ricostruzione di Yonahm per la 19 riga andrebbe tradotta dunque:

Il diciannovesimo turno, Pethahiah (detto) Aklahv, Arav.

In accordo con quanto ci dice Abramo e da quanto si evince dalla Lamentazione la città è Arav.

Per quanto riguarda i poemi di Kalir sono effettivamente due quelli alla base della ricostruzione (oltre ad altro materiale naturalmente), il primo (e più famoso) è la Lamentazione per il 9 di Ab tratto da una composizione intitolata Ekha yashebah habaseleth ha Sharon nota anche come la Rosa di Sharon.
Il secondo si intitola Zekhor ekha anu shafahnu e anch'esso contiene riferimenti ai 24 turni sacerdotali e alle città di Galilea.

Ma, come dicevo, c'è molto altro.
Adesso sono fuori città ma appena rientro conto di fare un riepilogo quanto più possibile esaustivo.
Anche perchè nel frattempo ho rimediato l'articolo completo di Yonah pubblicato dalla Baylor Univerisity.

Buonanotte
 
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view post Posted on 11/9/2010, 23:24     +1   -1
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עם ישראל חי

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Ho letto velocemente alcuni posts e devo dire che avete fatto un bel po' di confusione dato che non conoscete l'Ebraico. Non voglio offendere nessuno, ma su certi campi conviene studiare un po' prima di tuffarsi così, si evita di buttare via tanto tempo prezioso.

Un primo chiarimento:
quella composizione chiamata "Rosa di Sharon" e la lamentazione di Kalir che abbiamo letto insieme sono esattamente la stessa cosa. "Rosa di Sharon" è la Chavazelet haSharon"; ma la chavazelet non è una rosa, appartiene alla famiglia del narciso, si tratta di un errore grossolano di traduzione, ma questo è un altro discorso.

Rispondendo ora all'ultimo post di Saulnier, c'è da osservare che Avi Yonah commete un errore grossolano aggiungendo "oklàh" nella ricostruzione perché quest'ultima presenta i nomi di famiglia e i nomi di città e non soprannomi di famiglia, come invece fa la lamentazione di Kalir con sofisticate alternanze ed allusioni.
La tavola di Wikipedia che hai trovato è molto utile a questo studio perché trovi elencati i nomi delle famiglie, i soprannomi, e i nomi di città, ma attenzione: le città attuali, con qualche nota. Ho riscontrato però un errore (speriamo sia l'unico)nella 15 esima il nome di famiglia è Bilga e il soprannome, Maaria. Nella tabella, da destra a sinistra, abbiamo nella prima colonna il nome della famiglia, nella seconda il soprannome, nella terza note che spiegano l'etimologia dei nomi o dei soprannomi e l'ultima spiega la citta o locazione moderna. Fate caso che la città di Arav oggi è identificata con "Arava".
UN'ultima cosa, nell'ultima foto che avete postato provate a confrontare la 'ain" di Arav della ricostruzione di Avi Yonah con l'ipotetica nun. Notate la lunghezza di quel trattino e l'inclinazione? Non vi sembra più probabile una 'ain come vi avevo detto io precedentemente? Ma non c'è dubbio: Yona voleva la "nun" :1190.gif:
Spero di esservi stato di aiuto.

Shalom
 
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sky@line
view post Posted on 12/9/2010, 00:14     +1   -1




CITAZIONE (chimofafà @ 11/9/2010, 20:39)
Il "puntino" evidenziato potrebbe non costituire parte della lettera, ma essere semplicemente una macchia come queste:

Non è con una macchia qualsiasi che va fatto il raffronto, ma solo con quella riprodotta graficamente dall'archeologo che ha scoperto il frammento e che lo stesso identifica come parte della lettera. Può darsi che non sia quella che ho cerchiato io, ma allora qual'è? Se dalle foto a disposizione non si può vedere allora ogni ricostruzione è priva di senso.

CITAZIONE
L'articolo che ho postato in link (dando per scontato la presenza della Nun), ad un certo punto dice (qualche riga sotto la nota 73):

"Nondimeno, tra le scoperte trovate nella terra di Israele, solo Nazareth è citata come un posto di abitazione sacerdotale".

Di conseguenza ci sono dei dubbi sulle presunte località menzionate nei frammenti ritrovati.

Questa frase l'avevo già notata, e sinceramente fatico ancora a comprenderne il senso. Che vorrebbe dire? Se l'autore si riferisce al frammento A di Cesarea riconoscendovi la parola Nazareth e la sua funzione di residenza sacerdotale (che non è scritta da nessuna parte), come potrebbe poi avere dubbi su tutto il resto?

CITAZIONE
Francamente sul testo ricostruito da M. Avi Yonah nutro molti dubbi che possa rappresentare il testo "archetipo"

Ma che significa il testo archetipo? Il fatto è che ad un certo punto della storia di Israele si sentì la necessità di memorizzare le località di residenza delle famiglie sacerdotali in Galilea.
Il prof.Avi-Yonah ha semplicemente, si fa per dire, ricostruito il testo di una ipotetica iscrizione sulla base delle informazioni allora in suo possesso.

Immagino ad esempio che se avesse conosciuto prima l'iscrizione di Bayt Hadir avrebbe inserito anche נשדפ per identificare la nona famiglia.

Di converso, però, mi viene da pensare che avrebbe riportato solo Arbel come località della 19a famiglia se non si fosse trovato di fronte le lettere di Aklahv. Sulla base della scoperta di Bayt Hadir si è invece constatato che gli appellativi potevano essere associati ai nomi delle famiglie anche nelle iscrizioni oltre che nei piyyutim.

Analogamente immagino che lo stesso archeologo avrebbe riportato ממלא (letteratura rabbinica) nella sua ricostruzione se non avesse dovuto fare i conti con quel מליח presente invece nel frammento e da attribuire alla località della 17a famiglia. Oggi c'è chi sostiene autorevolmente che quella lettura è non solo plausibile, ma è anche la più probabile.

Se c'è mai stato un testo archetipo sulle 24 famiglie sacerdotali dubito allora anch'io che sia proprio quello ricostruito da Avi-Yonah; sono invece ulteriormente persuaso che proprio il frammento A avrebbe fatto parte di quell'ipotetico archetipo.
 
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chimofafà
view post Posted on 12/9/2010, 06:50     +1   -1




CITAZIONE
Se dalle foto a disposizione non si può vedere allora ogni ricostruzione è priva di senso.

Non è che sono prive di senso, sono tutte possibili.

CITAZIONE
Può darsi che non sia quella che ho cerchiato io, ma allora qual'è?

Prova a vedere l'immagine del frammento A (sulla scala dei grigi), come riportato nell'articol di M. Avi Yonah, li si vedono i solchi (in spessore) delle lettere chiaramente ed è visibile solo il tratto inferiore.

CITAZIONE
Il prof.Avi-Yonah ha semplicemente, si fa per dire, ricostruito il testo di una ipotetica iscrizione sulla base delle informazioni allora in suo possesso.

Si ma viene continuamente "puntellata" e saltano fuori nuovi frammenti (come quello di Nazareth, custodito dai francescani della Custodia di terra Santa, mai pubblicato).

CITAZIONE
Questa frase l'avevo già notata, e sinceramente fatico ancora a comprenderne il senso. Che vorrebbe dire? Se l'autore si riferisce al frammento A di Cesarea riconoscendovi la parola Nazareth e la sua funzione di residenza sacerdotale (che non è scritta da nessuna parte), come potrebbe poi avere dubbi su tutto il resto?

Provo a dare una mia esegesi:

"mi sembra strano che tra i frammenti in Israele, Nazareth sia l'unica località identificata".

CITAZIONE
Il prof.Avi-Yonah ha semplicemente, si fa per dire, ricostruito il testo di una ipotetica iscrizione sulla base delle informazioni allora in suo possesso.

Perfettamente d'accordo, come ipotesi non muovo nessuna obiezione, ma se questa ipotesi deve essere utilizzata come prova di una menzione e quindi inserirsi nel dibattito della sua esistenza storica, allora le cose cambiano.

CITAZIONE
sono invece ulteriormente persuaso che proprio il frammento A avrebbe fatto parte di quell'ipotetico archetipo.

Possibile, ma non diventa realistico se incastrato negli sviluppi della sua ipotesi di lavoro, en passant ho un altro dubbio, a parte che dovremo ammettere che la famiglia degli Happizzez abbia conservato per secoli e secoli la sua dinastia, se il Tempio era distrutto e tutte le lapidi ritrovate sono datate a oltre il III-IV secolo d.C. che avrebbero mezionato a fare i turni delle famiglie con le ipotetiche relative località? A mio avviso è più logico immaginare che le incisioni sinagogali riferivano le turnazioni delle famiglie, magari con i loro soprannomi, che una volta, ma anche adesso identificano una data persona, ma comunque questa è solo una mia riflessione.

Edited by chimofafà - 12/9/2010, 08:54
 
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chimofafà
view post Posted on 12/9/2010, 09:46     +1   -1




Per Abramo

[IMG]image Uploaded with ImageShack.us[/IMG]

L'immagine è stata ricostruita utilizzando un ipotetico tratto verticale, che comunque non si vede dalla foto sulla scala dei grigi (solco non visibile), come dalla stessa immagine del frammento A dell'articolo di M. Avi Yonah, a meno di spostare di poco il tratto verticale in linea con la rottura del frammento.

Edited by chimofafà - 12/9/2010, 11:54
 
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view post Posted on 13/9/2010, 12:45     +1   -1
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Tra le tante soluzioni proposte, quella di Abramo mi sembra la più convincente :

Atzèret : assemblea ( femminile anche in Ebraico ), in particolare : assemblea del popolo .


עצרת


עֲצֶרֶת



zio ot :mf_bookread.gif:
 
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chimofafà
view post Posted on 13/9/2010, 19:56     +1   -1




CITAZIONE (barionu @ 13/9/2010, 13:45)
Tra le tante soluzioni proposte, quella di Abramo mi sembra la più convincente :

Atzèret : assemblea ( femminile anche in Ebraico ), in particolare : assemblea del popolo .


עצרת


עֲצֶרֶת



zio ot :mf_bookread.gif:

Però anche la soluzione di Abramo non è libera da controargomentazioni. Per esempio "azaret", in che relazione si pone con i turni sacerdotali?

Abbiamo due possibili soluzioni:

Il frammento A fa parte di un'iscrizione che riporta le turnazioni delle famiglie sacerdotali e relativi soprannomi (una cosa consueta, anche oggi si identifica qualcuno più con il soprannome che con il nome proprio, di conseguenza le località ipotizzate sarebbero solo soprannomi ed allora in questo caso bisognerà chiarire in che rapporto sta "azaret" ) con la lamentazione, e poichè i frammenti hanno svariate occorrenze di consonanti con la lamentazioe di Al-Qalir (a parte la questione della Nun), bisognerà pur dare un contesto ad "azaret", a meno che Abramo abbia degli elementi che noi non possediamo.

Il frammento A non fa parte di un'iscrizione riportante i turni sacerdotali ed allora ogni soluzione diventa possibile per la frammentarietà della lapide.

Facendo un raffronto tra il "testo ricostruito" di M. Avi Yonah e la lamentazione di Al-Qalir abbiamo:

Prima linea:מליח rispetto a ממלח (con il problema delllo yod fuori posto);

Seconda linea:נצרת rispetto a נצרת (problema della Nun e vocalizzazione);

Terza linea:אכלה rispetto a אכלה ערב, per questo possiamo richiamare il post di Saulnier;

Quarta linea: גדל rispetto a מגדל נוניה.

Per quanto riguarda il testo ricostruito, al momento, almeno personalmente, ho una mappatura parziale, bisognerà vedere se M. Avi Yonah ha sovrapposto ulteriori frammenti che non compaiono nel primo articolo, necessita anche una traduzione completa della lamentazione di Al-Qalir.


Per quanto riguarda l'iscrizione di Bayt Hadir e le corrispondenze con la lamentazione di Al-Qalir, praticamente i soprannomi (sulle linee che si sono conservate sono uguali, il frammento B di Cesarea che riporta le mem e le shin, li posiziona in un posto diverso rispetto all'iscrizine di Bayt Hadir, ne consegue che probabilmente queste iscrizioni venivano rielaborate nella forma, mentre il terzo frammento di fatto, mancando materialmente e rimanendo solo una foto, non può rappresentare nulla e questo fa perdere parecchio credito alla ricostruzione del testo, a prescindere da ogni valutazione.
 
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Saulnier
view post Posted on 22/9/2010, 09:54     +1   -1




Il testo archetipo esiste e non è stato ricostruito da Avi-Yonah o Vardaman.

Samuel Klein (deceduto nel 1940), partendo dall’analisi dei piyyutim elaborata da Rapoport, sviluppò una teoria davvero interessante sul significato e l’origine di questi piyyutim tra cui naturalmente la Lamentazione per il 9 Ab di Eleazar ha-Kalir.

Secondo Klein (ripreso da Avi-Yonah) la lista dei turni sacerdotali con i villaggi abitati dalle famiglie poteva essere stata composta solamente dopo la distruzione del Tempio e molto probabilmente solo dopo la sconfitta finale di Bar Kokhvà (135 d.C.) poiché gli ebrei continuarono a vivere in Giudea anche dopo il 70 d.C.
Quando la persecuzione venne a termine (circa 140 d.C.) gli ebrei si riorganizzarono in Galilea e i sopravvissuti delle varie classi sacerdotali furono trasferiti lì e si stabilirono nei vari villaggi dal Nord al Sud della Galilea.

Mettendo per iscritto tale lista si voleva mantenere viva l’identità e le tradizioni di ciascun turno sacerdotale. La convinzione del popolo ebraico era che presto il Tempio sarebbe stato ricostruito e a quel punto le famiglie avrebbero lasciato i villaggi di Galilea per tornare a Gerusalemme.

Klein credeva che i poeti che componevano questi qeroboth a partire dal VI secolo fossero stati ispirati direttamente dalle iscrizioni che essi leggevano sulle mura della sinagoga, nelle quali appunto era inciso l’elenco dei turni sacerdotali.

I poeti, come Kalir, costruivano i loro versi con sofisticate alternanze ed allusioni ai nomi dei villaggi della Galilea della famiglia, ai loro soprannomi, al segno zodiacale a loro associato, avendo come base di riferimento questo tipo di tavolette di marmo affisse sulle sinagoghe.

Secondo Klein vi era un abitudine in Palestina di richiamare ogni Sabbath nei piyyutim i nomi del turno sacerdotale che era in carica quella settimana.
Menzionare il turno sacerdotale nei piyyutim significava in qualche maniera invocare un loro ritorno e quindi la ricostruzione del Tempio.
La formula liturgica si ritrova in un antico manoscritto ebraico.

Oggi è il sacro Sabbath, il Sabbath sacro per il Signore, qual è la classe sacerdotale? [nome della classe] è la classe sacerdotale. Possa il Misericordioso far ritornare la classe sacerdotale presto alsuo posto, nei nostri giorni. Amen.

L’ipotesi di Klein (avallata anche da Yonah) è davvero molto interessante e personalmente la trovo in gran parte condivisibile.
Inutile però nascondere che essa si presta ad alcune obiezioni che in effetti le sono state mosse da alcuni studiosi dopo gli anni ’50, ma resta il dato fondamentale che, qualora la teoria di Klein si rilevasse dimostrata, allora avremmo certificata l’esistenza di un villaggio di nome Nazareth a partire dalla meta del II secolo d.C.

Klein si era spinto ancora oltre.
Lo studioso ebreo aveva provato a ricostruire in maniera teorica questa iscrizione che secondo lui doveva comparire sulle mura delle sinagoghe e lo aveva fatto sulla base di una serie di indizi fondamentali che riepilogo in maniera succinta di seguito.

1) Frammento di Ascalon

Intorno al 1920 ad Ascalon fu ritrovato un frammento di un tavola di marmo, simile per contenuto al frammento 2 ritrovato a Cesarea nel 1962, solo che più completo.

משמר
משמר ש
משמר א


Il frammento certifica la presenza di liste sacerdotali incise su tavole di pietre e probabilmente affisse sulle mura della sinagoga.

2) Un passo del Talmud di Gerusalemme, Taanit’4, 6, 68d.

Si tratta della più antica fonte che include un passaggio della lista. Vi troviamo due amoraim del IV secolo che commentano, spiegando ogni parola, le prime due righe di una lista sacerdotale appartenente ad un testo che non ci è pervenuto.
La prima riga:

יהויריב מםרביי מירון
Jehoiarib Mesarbai Meiron.

Rabbi Levi commenta:

Jehoiarib è un uomo. Meiron è una città. Mesarbai: Egli consegnò la casa ai nemici.

Il riferimento è al fatto che il Tempio (la casa) fu distrutto quando era di turno la classe sacerdotale di Jehoiarib.
Il nome (Jehoiarib), l’appellativo (Mesarbai) e la città (Meiron) si trovano associati nella prima riga della lista.
La seconda riga:

ידעיה עמוק ציפורים
Jedaiah Amok Zipporim.

Rabbi Berakhiya commenta:

D-o conosceva la grande cospirazione che era nei loro cuori e li esiliò a Zipporim.

Il nome (Jedahia ) l’appellativo (Amok) e la città (Zipporim) si trovano associati nella seconda riga della lista.

3) I due poemi di Kalir

Il primo e più importante per la ricostruzione è la Lamentazione per il 9 di Ab tratto da una composizione intitolata Ekha yashebah habaseleth ha Sharon.
Si tratta di 24 strofe ognuna delle quali associata ad un turno sacerdotale. Nell’ultima riga di ogni strofa si trova il nome della città galilea di appartenenza delle famiglia oltre che, in alcuni casi, allusioni al soprannome della famiglia.

Il secondo si intitola Zekhor ekha anu shafahnu e anch'esso contiene riferimenti ai 24 turni sacerdotali e alle città di Galilea (oltre che al segno zodiacale associato a ciascuna famiglia), ma in maniera meno organica rispetto alla Lamentazione per il 9 Ab.

4) I manoscritti ritrovati nella Genizah del Cairo.

Tra i numerosi manoscritti in ebraico e in aramaico ritrovati nel XIX secolo in una Genizah del Cairo, si trovano anche alcuni poemi liturgici, piyyutim, contenenti alcuni riferimenti alle classi sacerdotali con delle note a margine in ebraico tese ad esplicare proprio questi riferimenti.
Riporto di seguito queste note relativamente alle quattro classi sacerdotali che si ritrovano nel frammento 1 ritrovato a Cesarea. Le note risalgono all’ XI secolo.

הזיר ממליה משמ שבע עשרה
Hezir, Mamliah diciassettesimo turno sacerdotale.

הפ נצרת משמ שמזנה עשרה
Hap(pizess), Nazareth diciottesimo turno sacerdotale.

פתהיה אב ער משמ תשע עשרה
Pethahiah, Akh(lah) Ar(av) diciannovesimo turno sacerdotale.

יהז מגדל נוניה משמ העשרים
Jehez(kel), Migdal Nunaiya, ventesimo turno sacerdotale.

Deceduto nel 1940, Samuel Klein nel 1939 pubblicò un volume, in lingua ebraica, intitolato Sepher ha-Yishuvà. In questo testo Klein tentò di ricomporre in maniera teorica e sulla base degli indizi sopra riportati, l’epigrafe dei turni sacerdotali affissa sulle sinagoghe.
Riporto di seguito la ricostruzione di Klein, anteriore di più di vent’anni alla scoperta del frammento 1.

17esima.
Nome Turno Sacerdotale
משמר הזיר
Appellativo e Località
ממליח

18esima.
Nome Turno Sacerdotale
משמר הפצץ
Appellativo e Località
נצרת

19esima.
Nome Turno Sacerdotale
משמר פתהיה
Appellativo e Località
אכלה ערב

20esima.
Nome Turno Sacerdotale
משמר יהזקאל
Appellativo e Località
מגדל נוניה

Confrontiamole con le quattro righe ricostruite sulla base dei tre frammenti di Cesarea.

משמרת שבע עשרה חזיר ממליח
משמרת שמונה עשרה הפיצץ נצרת
משמרת תשע עשרה פתחיה אכלה ערב
משמרת עשרים יחזקאל מגדל נוניא


Le due ricostruzioni coincidono nella maniera più assoluta per quel che riguarda le lettere che effettivamente compaiono sul frammento 1 (a meno delle incertezze sulla ‘nun’ di Nazareth).

Questo significa che Avi Yonah non ha dovuto compiere nessuna forzatura per interpretare l’epigrafe essendo la ricostruzione di Klein anteriore di più di venti anni alla scoperta di Cesarea.

Avi-Yonah nel suo articolo (in the Teacher’s Yoke) giustamente afferma:

La chiave per la comprensione dell’inscrizione deve essere trovata nel Frammento 1. Se paragoniamo il testo con la lista dei turni sacerdotali come è stata stabilita teoricamente dal Professor Klein, con i loro appellativi e i nomi dei villaggi nei quali vissero in Galilea, l’identità è stupefacente.

Il frammento 1, trovato da Vardaman negli anni ‘60, andava a dimostrare in maniera apparentemente inconfutabile la teoria di Samuel Klein.

Ovvero:

Un villaggio di nome Nazareth in Galilea era esistito almeno a partire dalla seconda metà del II secolo.

Inutile immagino sottolineare l’importanza ed il valore di un tale dato, su una questione che tra gli eruditi aveva acceso dibattiti infuocati.

Sull’esistenza di Nazareth, riporto le parole di un autorità del tempo in materia di cristianesimo primitivo, Charles Guignebert (Jesus, 1933):

Una primo questione assai inquietante si impone all’erudito: nessun testo antico, pagano o giudeo, fa menzione di Nazareth. Per quanto riguarda gli scritti pagani, noi desisteremo volentieri, poiché se la borgata galilea non ha giocato un ruolo importante nelle rivolte giudaiche e se essa non ha attirato colonie greche o romane, l’oscurità che la circonda non ha di che sorprenderci.

Ma non può dirsi altrettanto dei testi giudaici. Non si incontra il nome di Nazareth né nella Bibbia, né nella letteratura Talmudica e neppure nei libri di Giuseppe Flavio che pure molto bene conosceva gli affari di Galilea e che ci ha enumerato una gran quantità di città e villaggi di questo paese.

Si può solo indebolire l’impressione fastidiosa che lascia questa unanimità nel silenzio ma non la si può cancellare.

Naturalmente i mitologi l’hanno sfruttata a fondo e si sono sforzati di stabilire che l’esistenza di Nazareth al tempo della nascita di Gesù è solamente una fiction geografica.


L’epigrafe di Cesarea andava a cambiare radicalmente la questione.
Fino ad allora la più antica menzione di Nazareth in un testo non cristiano, restava quell’ambigua menzione del poeta sinagogale Eleazar ha Kalir, risalente però al VII-VIII secolo, totalmente insufficiente a contrastare quella fastidiosa unanimità del silenzio di cui parlava Guignebert.
Come abbiamo visto Samuel Klein, partendo dalla Lamentazione sul 9 di Ab di Kalir e mediante una congettura arguta, supponeva l’esistenza di un villaggio di Galilea di nome Nazareth a partire dalla seconda metà del II secolo.

Ma senza le prove, quella di Klein, per quanto verosimile, restava pur sempre un’ipotesi peraltro sconosciuta ai più.

Ma il 14 Agosto 1962 arrivò la prova archeologica.

Una menzione di נצרת in quello che appariva come il frammento di una di quelle tavole di marmo delle quali tanto aveva parlato Klein.

Per una straordinaria coincidenza, le uniche due testimonianze extra-cristiane concernenti un’esistenza ‘antica’ di Nazareth andavano ad incastrarsi in maniera perfetta.

Lamentazione di Kalir e frammento 1 di Cesarea.

Di più, la congettura di Klein sulla ricostruzione delle quattro righe dei turni sacerdotali poi ricomposte sulla base dei tre frammenti di Cesarea, si era dimostrata assolutamente perfetta.

Per comprendere appieno la straordinarietà dell’evento, è sufficiente confrontare la ricostruzione dell’intera lista da parte di Yonah con l’epigrafe poi scoperta a Bayt al-Hadir negli anni ’70.

Le differenze sono numerose e in alcuni casi sostanziali.

Nel caso di Klein invece:

The identity is astonishing.


Talmente stupefacente da destare qualche sospetto.
Scoperta e interpretazione della lapide di Cesarea sono oggi attribuite al professor Avi Yonah ed è il suo nome che viene associato a questa grandissima scoperta.
Avi Yonah iniziò gli scavi a Cesarea nel 1956, ma in questa campagna non si rinvennero frammenti relativi alla tavola di marmo con i turni sacerdotali.
Maria Luisa Rigato (Il Titolo della Croce di Gesù, pag.54, 2003) scrive:

Riferisce Avi-Yonah (1904-1974):

Nella campagna di scavi 1954-58 in Israele “Durante gli scavi effettuati a Cesarea dal Dipartimento di Archeologia dell’Università ebraica […] furono trovati frammenti di un’iscrizione ebraica […] di interesse eccezionale”.

Il ritrovamento avvenne nel 1958, e nel 1962 Avi-Yonah pubblicò le sue conclusioni circa la natura dei tre frammenti, datandoli al III / IV secolo.


La Rigato ha davanti il testo di Yonah, eppure la arricchisce con degli elementi che non si ritrovano nell’articolo.

In particolare aggiunge delle date sbagliate.
Afferma che il ritrovamento di Yonah avvenne nel 1958.

Questo è falso. Gli unici due frammenti ritrovati dalla spedizione condotta da Yonah come direttore degli scavi, furono entrambi ritrovati nel 1962.

La Rigato omette di dire inoltre che oltre che dal Dipartimento di Archeologia dell’Università ebraica gli scavi furono finanziati anche dal Southwestern Baptist Theological Seminary che aveva fornito ad Avi Yonah i suoi principali assistenti, tra cui il prof. Vardaman e Mr. Oren con al seguito alcuni studenti dell’istituto, volontari nelle operazioni di scavo.

La faccenda ha una sua rilevanza.
Perché fu Jerry Vardaman il vero autore della scoperta del frammento 1 della lapide di Cesarea, laureato alla Baylor University, nel 1962 Vardaman era professore al Southwestern Baptist Theological Seminary.
Per questo l’articolo completo di Avi-Yonah, in inglese, venne pubblicato non su una rivista internazionale specializzata in archeologia bensì su un memoriale, The Teacher’s Yoke, edito a cura del prof. Jerry Vardaman e pubblicato nel 1964 dalla Baylor University, un’università cristiano-battista privata.

Jerry Vardaman con ogni probabilità si interessò all’argomento negli anni ‘50 sotto la guida del grandissimo archeologo americano e studioso biblico, di confessione evangelico-metodista, William Foxwell Albright.
Albright si era ovviamente interessato alla problematica relativa a Nazareth (The names Nazareth and Nazoraean, J. of Biblical Lit, Giugno 1946) e conosceva ed apprezzava le teorie di Klein riguardo i poemi liturgici di Kalir e i suoi riferimenti ai luoghi geografici di Palestina (The archeology of the Palestine and the Bible, 1932).

Albright conobbe anche personalmente lo studioso ebreo del quale ammirava la straordinaria erudizione talmudica.

Ancora più interessante rilevare (lettera di S.Klein del 10 Giugno 1930, ATQ/226 Dept of Antiquities) come fu proprio Samuel Klein il primo ad individuare il sito della sinagoga a Cesarea (esplorata poi sistematicamente da Avi-Yonah in due sessioni di scavi, 1956 e 1962).

Cioè di fatto fu Klein a scoprire il sito che avrebbe convalidato, post mortem, le sue ricostruzioni teoriche sui turni sacerdotali.

Nel 1959 Vardaman, prima di intraprendere una serie di missioni archeologiche sul campo, studiò con William Albright al Theological Seminary di Pittsburgh.

I rapporti tra Vardaman e Albright erano vivi nel 1962 e nella corrispondenza relativa al breve periodo di scavi a Cesarea si conservano lettere tra Vardaman e il famoso archeologo americano

La Rigato parla della scoperta come avvenuta nel 1958, ma in questa data fu solamente pubblicata a cura di Talmon in Scripta Hierosolymitana (1958) una foto di un frammento (il frammento 3 della ricostruzione di Yonah) ritrovato a Cesarea facente chiaramente riferimento a quelle liste sacerdotali che Klein aveva supposto iscritte su tavole di marmo sulle mura delle sinagoghe.

Del frammento 3, già nel 1962, esisteva solo una foto ma tale ritrovamento fu decisivo per il successivo intervento finanziario del Southwestern Baptist Theological Seminary per sovvenzionare la successiva campagna di scavi.

I motivi sono ovvi.
Il frammento 3, dimostrava evidentemente che anche sulla sinagoga di Cesarea era esistita una di quelle tavole di marmo ipotizzate da Klein e se così stavano le cose, nel sito di Cesarea se si fosse ritrovato il frammento giusto, si poteva dimostrare una volta per tutta l’esistenza di Nazareth almeno dal II secolo.

A partire dal frammento 3 e con la conoscenza del frammento ritrovato ad Ascalon (vedi sopra) era già possibile dopo il 1958 ricomporre in maniera precia quella che poi divenne la ricostruzione dell’epigrafe di Yonah, sfruttando gli studi teorici di Klein.

Come sappiamo il Southwestern Baptist Theological Seminary fornì anche a Yonah i suoi principali assistenti tra cui Jerry Vardaman, il cui ruolo nella spedizione fu tutt’altro che marginale.

Marylinda Govaars che ha pubblicato appunti e foto di Vardaman relativi al periodo di Cesarea (Photographs of Caesarea Maritima, 2008) scrive:

Vardaman, supervisore dell’area D, fu strumentale nel ritrovamento del frammento con la parola “Nazareth”.
...
In virtù del suo ruolo di assistente del direttore, Vardaman ebbe accesso a tutte le aree in cui si svolgevano gli scavi durante i suoi due mesi a Cesarea...


Due mesi sono pochi ma il contributo di Vardaman fu decisivo.

Lo stesso Vardaman, nella sua introduzione all’articolo di Yonah descrive il ritrovamento.

Questo frammento dell’iscrizione fu trovato il 14 Agosto del 1962 ad una profondità di 90 cm, sotto la superficie delle sabbie di Cesarea. Fu registrato con un cesto di porcellana D.V.9.

Fu trovato verso la fine della stagione di scavi e, a causa della fatica, gli uomini che stavano lavorando con zappe e picconi diventavano sempre meno attenti nell’individuazione di qualcuno degli oggetti che stavano venendo fuori in quest’area di lavoro.

Per questa ragione, in qualità di addetto agli scavi, diedi precise istruzioni all’uomo con la carriola (il cui nome era Shalom Attiah) affinché prestasse cura ai frammenti che venivano scaricati dagli uomini con i cesti.

Questa cosa si rivelò particolarmente fortunosa in quanto, il particolare frammento sopra menzionato fu trovato da Mr. Attiah quando cercò dentro la carriola prima di gettare i frammenti in discarica. Il frammento fu rapidamente pulito e all’inizio si rivelò difficile da leggere.

Io immediatamente lessi sulla seconda linea N S R T (“Nazareth”) sebbene altri leggessero B S R T (“siccità”). Si deve comprendere come il Prof. Avi-Yonah ha fatto un brillante lavoro di interpretazione epigrafica, avendo egli così pochi indizi sulla natura dei documenti che Eleazar Oren ed io trovammo e ricostruendo il tutto con tanta maestria. Pieno credito per il significato e i collegamenti dei vari frammenti fra loro e a fonti più antiche deve essere dato alla sua ingegnosità come epigrafista.


Vardaman si attribuisce il merito della scoperta dell’epigrafe (merito confermato dallo stesso Yonah nel suo articolo) ma conferisce pieno credito al professor Avi Yonah per la ricostruzione del testo alla quale Vardaman sembra estraneo.
In Chronos, Kairos, Christos 2, 1998 lo stesso Vardaman arricchisce la ricostruzione dell’episodio con numerosi particolari.

Non ho ancora richiamato l’attenzione sulla mia scoperta della sezione critica di un inscrizione a Cesarea delle 24 classi sacerdotali, con la sua menzione di una Nazareth come uno dei villaggi definiti nel tardo primo secolo A.D o inizio secondo secolo A.D. dalla classe sacerdotale giudaica del tempio (la linea degli Hapizezz, la diciottesima famiglia, stabilita a Nazareth). Vedi Jerry Vardaman e Leo Garrett, The Teacher’s Yoke: Studies in Memory of Henry Trantham (Waco TX: Baylor University Press, 1964) 42-5.

Sebbene il testo fu trovato nel 1962, io tornai a Gerusalemme nell’estate del 1963, studiando nella prima classe organizzata dal presidente Nelson Glueck della nuova Hebrew Union College Archaeological and Biblical School.
Il professor Avi-Yonah, indicativo del suo spirito generoso, insistette quella estate che io, in quanto persona che si era fatta venire in mente il testo, avrei dovuto sedere al suo fianco nel King David Hotel, quando gli onori gli furono conferiti ad un banchetto (per coloro che avevano recentemente fatto importanti scoperte in Israele).
Egli mi confidò privatamente che la nostra scoperta congiunta dell’iscrizione aveva provocato la sua recente promozione da professore associato a professore ordinario all’Università Ebraica.

Propriamente compresa, l’inscrizione manda in frantumi le teorie di coloro che negano l’esistenza di Nazareth ai tempi di Gesù o prima.


Coloro cioè che, secondo Guignebert, sfruttando il fastidioso silenzio delle fonti su Nazareth avevano osato negarne l’esistenza.

Il nome di Jerry Vardaman, per lunghi anni stimato archeologo e deceduto nel 2000, e oggi macchiato da una vicenda che ha rovinato in maniera indelebile la sua reputazione.

La data di nascita di Gesù costituisce un cruccio di difficile soluzione a causa di quella che appare come una contraddizione all’interno delle narrazioni evangeliche.
Come conciliare infatti una nascita avvenuta durante il censimento di Quirino (6 d.C.) con una che prevede invece Erode il Grande ancora in vita (4 a.C.)?

Jerry Vardaman supponeva Gesù nato il 12 a.C e in questa data supponeva essere avvenuto un primo censimento ad opera Quirino. Il problema è che per convalidare questa cronologia Vardaman non aveva esitato a proporre alla comunità scientifica delle ‘prove’ decisamente straordinarie.
Fa il punto della situazione Richard R. Racy (Nativity: The Christmas Story, Which You Have Never Heard Before)

Sfortunatamente ci sono stati tentativi da parte dei moderni apologeti di difendere il racconto di Luca e riconciliarlo con Matteo che hanno oltrepassato la sola mancanza di competenza professionale per sfociare nella follia più completa e nella frode.
Probabilmente il peggiore di questi è il caso delle monete di Vardaman.

Il Dr. E. Jerry Vardaman era un rispettato studioso ed archeologo, un esperto nella cronologia del Nuovo Testamento, autore di sei libri o dissertazioni e di molti altri articoli accademici e un docente universitario. Fu un ministro Battista con un Th.D conseguito al Southwestern Baptist Theological Seminary e un Ph.D dalla Baylor University. Fu un archeologo sul campo in più di una mezza dozzina di siti biblici, un professore di religione al Tarleton State College in Stephenville, Texas e un istruttore di due seminari Battisti in cui insegnava archeologia biblica prima di diventare il direttore e fondatore del Cobb Institute di Archeologia al Mississippi State University nel 1973 dove insegnò anche come professore di religione prima del pensionamento nel 1994. Morì nel Novembre del 2000 ancora attivo come conferenziere di archeologia biblica.

Con una tale quantità di credenziali, ci aspetteremmo cura e piena evidenza per ogni dichiarazione fatta riguardante ogni controversia biblica. Comunque sia, il suo contributo a questa questione del conflitto tra i racconti di Matteo e Luca si staglia come un assoluto deludente nonsenso.

Vardaman dichiarò che lui ed un altro studioso, Nikos Kokinos, avevano scoperto certe antiche monete di bronzo Romane al British Museum che erano ricoperte di quelle che egli chiamò microlettere o lettere micrografiche, lettere presumibilmente incise a mano sulla moneta stessa o sullo stampo con il quale la moneta era stata creata. Tali lettere erano così piccole da poter essere lette solo con una lente speciale.

Secondo Vardaman, le lettere si riferivano ad alcuni dei titoli biblici di Gesù indicato come “Re dei Giudei”, “Messia”, “Il Giusto”, etc. Utilizzando la data in microlettere indicante l’anno A.D. 16, che contraddiceva però la data sulla moneta (LHKT DAMASKWN ovvero “320° anno dei Damasceni), Vardaman ne concludeva che Gesù era nato nel 12 BCE, e da lì proseguiva per generare una cronologia del nuovo Testamento fino alla conversione di Paolo.

Vardaman affermò anche di aver trovato altre microlettere su monumenti di pietra, ma i monumenti di pietra di quel periodo non erano lucide e le superfici scabre non avrebbe mai potuto essere incise con tali microlettere.

I difetti di queste oltraggiose affermazioni sono troppo numerosi da elencare qui, ma basteranno pochi esempi per fare il punto.

In primo luogo, le monete presenti nel British Museums non hanno alcun tipo di incisione.

In secondo luogo, tali caratteri minuscoli (altezze di circa 1/50 di pollice secondo la maniera con cui Vardaman le ha rappresentate nei suoi disegni) sarebbero stati impossibile da realizzare nel primo secolo perché la tecnologia adatta per questo genere di iscrizioni non è esistita fino
alla fine dell'età industriale (forse nel 1700…)

In terzo luogo, le monete sono così consumate che l'immagine originale ha perso tutti i suoi dettagli, così anche questi caratteri minuscoli sarebbe dovuti scomparire secoli fa.

In quarto luogo, le lettere sono tutte in latino, ma esse figurano su monete ritrovate in zone del mondo in cui erano usate solo lettere greche.

Vardaman riconosce anche alcune lettere latine come la "J" e la "W" che erano inesistenti all’epoca e hanno iniziato a comparire solo nel Medioevo.

Inoltre, senza entrare nel dettaglio, egli interpreta anche le date in modo molto contradditorio. Vardaman non ha mai fornito alcuna prova per giustificare le sue pretese e non ha invitato nessuno ad effettuare un esame tecnico delle monete. Ha sempre riprodotto solo disegni e mai neppure una fotografia. Non ha mai pubblicato un articolo su queste microlettere ma solo esposto alcune lezioni
per lo più in Cina, in seminari.

Possiamo solo immaginare come un uomo con tali esperienze, colui che nella sua storia precedente era stato un rispettato studioso, possa aver ceduto alla tentazione di produrre alcune prove sorprendenti al fine di provare la sua posizione accademica e contemporaneamente fornire conferma ai principi di base della sua fede - un atto di disperazione frustrata che molto somiglia a quello di un predicatore che vuole disperatamente che le persone credano nella divina guarigione tanto da desiderare che le persone mentano sulle loro guarigioni per convincere altri a credere.


In una di queste monete del I secolo Vardaman pretendeva trovare scritto in microlettere latine:

Anno primo di Gesu di Nazareth in Galilea


Ancora a proposito di queste microlettere relativamente alla sua scoperta di una microiscrizione da lui ritrovata sul Lapis Venetus, che andava a dimostrare in maniera inconfutabile l’esistenza di un censimento ad opera di Quirino avvenuto nel 12 a.C., Vardaman dichiara in una lettera inviata a Ronald L. Conte Jr il 18 maggio del 2000:

Le microlettere (ma queste sono chiare e definite ai miei occhi) LA CONS P.S. QVIRINI sono sul Lapis Venetus (Iscrizione di Venezia) sulla linea riferita al census che A. Secundus fece ad Apamea, essendo stato mandato da Quirino con questo obiettivo. Quirino fu console una sola volta nel 12 a.C.. Per qualcuno vi sono problemi in quanto in tale maniera il Greco sarebbe mescolato con il Latino, ma tali critici dovrebbero rimproverare l’autore delle microlettere. Io sono certo della mia lettura.
...
Io credo che anche il Lapis Tiburtinus sia correlato a Quirino, contro la maggior parte degli eruditi. E’ il mio “Sì” migliore del loro “No”?


Vardaman fino alla sua morte, sopraggiunta pochi mesi dopo questa lettera, non ammise mai la frode relativa alle microiscrizioni fantasma ed il mio più grande dubbio è che non sia questo il solo segreto che si è portato nella tomba.
 
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view post Posted on 22/9/2010, 14:16     +1   -1
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