Studi sul Cristianesimo Primitivo

I fratelli del Signore e la verginità di Maria

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view post Posted on 6/1/2011, 00:44     +1   -1

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A proposito di Paolo:


Corinzi 5,16…..:Quindi ormai non conosciamo piu’ nessuno secondo la CARNE;ed anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la CARNE,ora non lo conosciamo piu’ cosi!

Galati 5,16…:Ora vi dico,camminate sotto l’influsso dello spirito e allora non eseguirete le bramosie della CARNE ………..Ora le opere proprie della CARNE sono manifeste:fornicazione,impurita’ dissolutezza,ubriachezze,orge ecc ecc.

Efesini 5,29……Chi ama la propria moglie ama se stesso:infatti nessuno mai ha odiato la propria CARNE.
Paolo,un uomo di quel luogo e di quel tempo che da alla parola “CARNE” un significato ben preciso, quello che normalmente si da anche ai nostri tempi, ovvero :il corpo ,la materia umana,i nostri muscoli,le nostre labbra,la pelle,il sesso,i capelli,ecc ecc

Un saluto
 
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PAS60
view post Posted on 8/1/2011, 00:02     +1   -1




Ancora a proposito di Paolo:
CITAZIONE (chimofafà @ 6/12/2010, 15:43) 
Paolo avrebbe potutto benissimo ammettere una normale nascita di Gesù, per lui è diventato figlio di Dio in virtù della risurrezione.

E dalle!
Poiché tu continui a dare per scontato questo, io giusto ti voglio riportare quello che ha scritto lo storico italiano Manlio Simonetti nel suo ultimo libro del 2010 "Il Vangelo e la storia". Innanzi tutto per lo stesso autore questo libro è un po' come il diario delle sue acquisizioni e scrive alla fine del Liminare all'opera: "Posso dire per altro che ogni parola qui scritta è stata attentamente meditata e, anche se a prima vista potrà sembrare ovvia e di non particolare significato, ha alle spalle il distillato di più di cinquant'anni di ricerca mai intermessa".
Bene, a proposito della fede di Paolo, a pagina 27 scrive:"Già in Paolo il rapporto di figliolanza che Gesù aveva stabilito tra sé e il dio (sic!) della tradizione giudaica, di per sé ancora generico – Dio può essere considerato spiritualmente padre di tutti i giusti –, tende ad assumere un significato più specifico, assimilando Cristo al Figlio di Dio in senso reale; la sua dignità “divina” non gli è derivata soltanto dall’essere stato risuscitato dai morti ad opera di Dio Padre e da lui esaltato, ma appare già anteriore alla nascita umana, se egli per natura è in forma di Dio (en morphē theou) e uguale a Dio (Fil 2,6) e se tutte le cose derivano da Dio Padre per suo tramite (di’ou ta panta) (1 Cor 8,6). E’ difficile accertare, per carenza di documentazione, se questa interpretazione già divinizzante di Cristo sia stata elaborata proprio da Paolo ovvero, come si preferisce credere oggi, egli l’abbia recepita dagli ambienti cristiani con i quali era più in contatto, in definitiva da quello di Antiochia…”
Cerca di essere più umile e meno perentorio nelle affermazioni che distruggerebbero secoli di studi.
Buona notte!

Edited by PAS60 - 8/1/2011, 00:30
 
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chimofafà
view post Posted on 8/1/2011, 09:08     +1   -1




CITAZIONE
Cerca di essere più umile e meno perentorio nelle affermazioni che distruggerebbero secoli di studi.

Secoli di esegesi ad personam vorrai dire.

CITAZIONE
ma appare già anteriore alla nascita umana, se egli per natura è in forma di Dio (en morphē theou) e uguale a Dio (Fil 2,6) e se tutte le cose derivano da Dio Padre per suo tramite (di’ou ta panta) (1 Cor 8,6).

Catechismo allo stato puro e filosofia camaleontica del visionario apocalittico Paolo o chi per lui.

Buona giornata.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 8/5/2011, 10:58     +1   -1




Ho tre annotazioni da fare sull'eterna questione della verginità mariana e sull'esistenza o meno di figli o fratelli di Maria e/o Giuseppe.

(1) Che "cugino" e "fratello" siano denotati nel greco antico da parole ben distinte e di uso frequente e comune tra il I e il II secolo è risaputo e ben noto, ad es. leggevo Plutarco che in un passaggio scrive: "(non bisogna) essere invidiosi (inf.to di ζηλοω) del vicino (γειτων), né del cugino (ανεψιος), né del fratello (αδελφος) che si dà da fare per la ricchezza e che ottiene buoni affari." (Plutarco, ex inimicis, cap. 10).

(2) Plutarco definisce παρθενος la ragazza per la quale Crasso ebbe delle accuse: "Crasso ebbe l’accusa di intrattenere una relazione (sessuale, amorosa) (αιτια πλησιαζειν) con una delle vergini sacre (παρθενος ιερα)" (ex inimicis, cap. 6). La storia è riportata più dettagliatamente da Plutarco nella Vita di Crasso, cap. I. (p. 543 B), testo dal quale si potrebbero dedurre ulteriori informazioni.

(3) Non solo una parola come αδελφος può risultare ambigua ma persino il legame padre-figlio è a volte espresso con una certa leggerezza. Per esempio Arriano di Nicomedia chiama Tolomeo I Πτολεμαῖος ὁ Λάγου = "Tolomeo il (figlio) di Lago" proprio all'inizio del proemio della sua Anabasi di Alessandro, ma noi sappiamo che Tolomeo era figlio (di sangue) di Arsinoe di Macedonia e che la madre sposò il generale macedone Lago quando era già incinta per cui Lago è in realtà un padre ufficiale ma non biologico. Pensate che impatto devastante può avere una considerazione come questa non solo nel caso particolare della nascita di Gesù Cristo (per cui potrebbe darsi benissimo che Gesù fosse definito figlio di Giuseppe pur non essendo Giuseppe il padre biologico di Gesù) ma anche nel caso delle genealogie in generale. Si tenga conto che l'Anabasi scritta da Arriano non è un testo scritto un tanto al chilo, ma un'opera altamente letteraria e di una notevole complessità, scritta da un intellettuale piuttosto colto e raffinato, la fonte antica più affidabile sulle vicende di Alessandro Magno mentre la Vita di Alessandro di Plutarco è giudicata di minor pregio dagli studiosi moderni.

Edited by Hard-Rain - 9/5/2011, 14:52
 
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view post Posted on 8/5/2011, 16:06     +1   -1
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Il problema come sappiamo era già ben noto agli antichi commentatori e non è un caso che la letteratura cd. apocrifa ci parli di Giacomo e degli altri fratelli come figli di primo letto di un Giuseppe già anziano. Questa linea rimonta almeno al II secolo, ed è tuttora quella in voga nella Chiesa Ortodossa, mentre sappiamo benissimo che i "giuseppologi" latini sono propensi a pensare ad un Giuseppe giovane e perpetuamente vergine anch'egli. Tale visione, che non condivido (legata anche a una precisa teologia) è difesa strenuamente dal mio amico Tarcisio Stramare, probabilmente il più noto studioso di s.Giuseppe attualmente vivente.
La cosa curiosa è che dopo decenni di studio la ricerca sul Gesù storico è arrivata abbastanza unanimemente a ciò che la Chiesa orientale dice da sempre...
 
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Domics
view post Posted on 9/5/2011, 11:46     +1   -1




CITAZIONE (Hard-Rain @ 6/12/2010, 09:37) 
Io so che un matrimonio "casto" non rientra proprio nella mentalità ebraica, ma neppure in generale in quella antica, ebraica, romana o greca che fosse. E' contro ogni probabilità, soprattutto nel contesto ebraico.

Direi che anche nel cattolicesimo di oggi un matrimonio non consumato non gode di grande favore.
Per il contesto ebraico la questione si chiude nel momento in cui la coppia è stata benedetta dalla nascita del figlio (come sia avvenuta questa gravidanza è tutt'altro discorso). A quel punto cosa facciano o non facciano i due coniugi non interessa al resto della società.
 
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Domics
view post Posted on 20/5/2011, 08:01     +1   -1




Come conciliare la presenza di fratelli o fratellastri di Gesù con Gv 19,26-27?
Qui si legge:
"Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. 26 Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". 27 Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa".

Vorrei l'opinione di qualcuno che conosca bene i costumi ebraici del tempo.
Se ci fossero stati fratelli (stessa madre) di Gesù era concepibile affidare la madre ad un estraneo?
Se ci fossero stati invece fratellastri (figli di un precedente matrimonio di Giuseppe) sarebbe stato possibile? i figliastri che doveri avevano verso la matrigna rimasta vedova?
 
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view post Posted on 20/5/2011, 10:13     +1   -1
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I negatori della perpetua verginità di Maria sono soliti rispondere che Gesù non affidò Maria ai suoi altri figli perché questi erano increduli, cioè non appartenevano al gruppo gesuano.
Ovviamente, la risposta fa pena. Non si vede cosa c'entri l'essere o meno appartenenti al gruppo di Gesù con la capacità di accudire la propria madre, che a quel punto passava legalmente sotto la loro tutela. Gesù sarebbe stato davvero di sentimenti settari se avesse pensato che il solo fatto che i suoi fratelli non credevano in lui bastasse a renderli inadeguati a prendersi cura della loro madre comune.
Ma, a parte questo, non c'è nessuna prova che i fratelli di Gesù fossero increduli. E' vero che nei Vangeli c'è un episodio dove credono sia folle e tentano di fermarlo, ma poi dagli Atti vediamo che erano diventati parte della comunità gesuana e pregavano insieme a tutti gli altri, sicché, se furono increduli, non lo erano più.

Ad maiora
 
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Lycanthropos
view post Posted on 20/5/2011, 11:11     +1   -1




CITAZIONE (Polymetis @ 20/5/2011, 11:13) 
I negatori della perpetua verginità di Maria sono soliti rispondere che Gesù non affidò Maria ai suoi altri figli perché questi erano increduli, cioè non appartenevano al gruppo gesuano.
Ovviamente, la risposta fa pena. Non si vede cosa c'entri l'essere o meno appartenenti al gruppo di Gesù con la capacità di accudire la propria madre, che a quel punto passava legalmente sotto la loro tutela. Gesù sarebbe stato davvero di sentimenti settari se avesse pensato che il solo fatto che i suoi fratelli non credevano in lui bastasse a renderli inadeguati a prendersi cura della loro madre comune.
Ma, a parte questo, non c'è nessuna prova che i fratelli di Gesù fossero increduli. E' vero che nei Vangeli c'è un episodio dove credono sia folle e tentano di fermarlo, ma poi dagli Atti vediamo che erano diventati parte della comunità gesuana e pregavano insieme a tutti gli altri, sicché, se furono increduli, non lo erano più.

Ad maiora

Domanda: se fossero stati fratellastri, ovvero per esempio figli di un precedente matrimonio di Giuseppe, la madre di Gesù non sarebbe passata comunque sotto la loro tutela? Peraltro, essendo Gesù il 'paterfamilias'(termine scorretto, ma per capire), non sarebbe stata sua comunque la piena potestà sulle donne della famiglia, quindi anche la madre? Nel secondo caso, quindi, Gesù avrebbe tranquillamente e legalmente potuto affidare la madre ai suoi discepoli, nella fattispecie Giovanni. Peraltro, che l'abbia fatto perché i suoi altri fratelli non credevano può essere: nei vangeli fino alla fine si fa capire che, a parte forse la madre, i suoi familiari non credevano in lui, e solo dopo la sua resurrezione essi si convertono. Nel contesto, quindi, ha senso che Gesù affidasse la propria madre a chi condivideva il suo progetto, a cui ha dedicato tutta la sua vita, anche in senso letterale, piuttosto a chi l'aveva osteggiato. Solo col senno di poi avrebbe potuto affidare la madre ai suoi fratelli, sapendo che si sarebbero convertiti. C'è poi da ricordare cosa Gesù nel suo insegnamento intendesse per famiglia(Mc 3,31ss e paral.): considerato che la sua famiglia è composta da chi crede in lui, è ovvio che affidi a tale famiglia la propria madre, la quale possiamo ritenere credesse in lui, dato che lo seguiva ed era presente durante la Passione.
 
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view post Posted on 20/5/2011, 19:23     +1   -1
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Ora ci vorrebbe Weiss per dirci se l'episodio dell'affidamento di Maria a Giovanni è storico. Io ne dubito, ma attendo una voce qualificata.
 
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view post Posted on 21/5/2011, 11:51     +1   -1
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CITAZIONE
"Domanda: se fossero stati fratellastri, ovvero per esempio figli di un precedente matrimonio di Giuseppe, la madre di Gesù non sarebbe passata comunque sotto la loro tutela?"

Ci vorrebbe un esperto di diritto ebraico per risponderti, io non ne ho idea. Valutare queste faccende è problematico perché ci si deve spesso rifare a tradizione giuridiche attestate in opere successive come il Talmud, e che costituiscono la base dell'attuale diritto rabbinico, ma che non è automatico stabilire risalgano sempre così indietro nel tempo. Sicché ogni attestazione giuridica proveniente dal diritto talmudico successivo va valutata caso per caso per sapere se è applicabile all'epoca che ci interessa, perché la volontà di sistematizzazione spesso oscura la varietà delle epoche precedenti.
Comunque, sia che non la abbia affidata loro perché solo cugini, sia che non l'abbia fatto perché erano solo fratellastri non figli di Maria, il risultato non cambia, cioè Maria non aveva dei figli che potesse accudirla.

CITAZIONE
" Peraltro, essendo Gesù il 'paterfamilias'(termine scorretto, ma per capire), non sarebbe stata sua comunque la piena potestà sulle donne della famiglia, quindi anche la madre? Nel secondo caso, quindi, Gesù avrebbe tranquillamente e legalmente potuto affidare la madre ai suoi discepoli, nella fattispecie Giovanni."

Il diritto di un paterfamilias sulla croce non esiste, né del resto, neppure a Roma, poteva avere un potere simile. Se c'erano dei figli in vita semplicemente la patria potestà della donna a Roma si trasferiva sul parente maschio più prossimo, non c'era alcun potere di affidarla ad altri fuori dalla famiglia (cosa per altro molto sconveniente), a meno di non venderla come schiava!

Vi cito cosa dice il Blinzler dell’episodio della crocifissione nel suo classico “I Fratelli e le sorelle di Gesù:

“Infine, se Maria avesse avuto altri figli (e figlie) dopo Gesù sarebbe eccezionalmente singolare che Gesù morente avesse affidato la madre al suo discepolo più caro (Gv 16,26 s.) . A onta di tutto quello che si è scritto per spiegare questa singolarità, l'unica interpretazione del fatto che veramente soddisfi e si imponga a chiunque non sia prevenuto è quella data già dai padri della Chiesa. Gesù non deve lasciare sua madre veramente sola, cioè senza figli reali che si prendano cura di lei; perciò egli impegna il più fidato dei suoi discepoli ad aver cura di Maria come della sua propria madre. La spiegazione che Gesù non abbia pensato ai suoi fratelli - intesi come veri fratelli - a motivo della loro incredulità, è inverosimile perché poco tempo dopo, già dopo l'ascensione, questi fanno parte della comunità dei credenti (At 1,14) . Inoltre non si tratta soltanto di chiedersi perché Gesù abbia affidato Maria alle cure del discepolo preferito invece che i fratelli, ma soprattutto perché egli abbia considerato necessario prendere in extremis una decisione riguardo a Maria. Questa disposizione è comprensibile che Gesù era l'unico figlio di Maria, ma sarebbe sembrata molto strana sia che fossero stati altri quattro figli di Maria, con i quali essa, come aveva rapporti precedenti (Gv 2,12; Mc 3,31-35), continuò ad averne anche dopo (At 1,14). Con tale atto Gesù non avrebbe fatto altro che togliere a quattro uomini adulti, che come lui erano veri figli di Maria e che finora erano state strettamente legati a lei, il diritto di continuare a vedere in lei la loro madre; e questo perché avevano dimostrato di non comprendere fino in fondo la sua persona - non Maria! Che atteggiamento si vuole attribuire a Gesù morente! Questo argomento non perde valore anche se si pone in discussione la storicità della scena. Infatti anche se fosse una leggenda, il racconto rispecchia la convinzione della Chiesa che Gesù morì sapendo di lasciare Maria senza un vero figlio. La Chiesa antica visse in questa convinzione, quantunque a quel tempo i cosiddetti fratelli di Gesù avessero una posizione eminente in essa e fossero noti a tutti.” (pp. 84-85)

Quello che il Blinzler dice sostanzialmente è che non esiste alcun diritto per cui Gesù avrebbe potuto far sì che degli altri figli di Maria non si occupassero di lei dopo la sua morte, e che soprattutto questi figli di Maria al massimo erano increduli verso Gesù, ma nulla gli aveva resi incapaci di accudire la loro propria madre. La fede di una persona non ha assolutamente nulla a che fare con la sua capacità di essere un bravo figlio. Tanto più che non si capisce per quale motivo si supponga che i fratelli di Gesù siano diventati credenti soltanto dopo la risurrezione. È stato ampiamente dimostrato che le apparizioni pasquali del risorto non sono atti volti a prendersi una rivincita verso chi non aveva creduto, altrimenti Gesù sarebbe apparso a Pilato o a Caifa. Le apparizioni di Gesù servono per confermare nella fede che aveva creduto in lui, e il fatto che noi sappiamo da 1Cor 15,7 che Gesù apparve a Giacomo a capire che egli già prima della risurrezione credeva in lui.
La figliolanza e fratellanza spirituale non c’entra nulla con quella biologica, ed erano i figli biologici, e non quelli spirituali, che dovevano occuparsi di Maria, anzi, che avevano il dovere di farlo, qualora fossero esistititi ovviamente
Io mi schiero comunque per la storicità dell’episodio, che ha l’aspetto di un caldo e intimo ricordo personale dell’evangelista che egli stesso, o la comunità giovannea elaboratrice del Vangelo, ha raccolto e trasmesso.

Per Chimiofalà

CITAZIONE
“Uno logico-razionale, ed è fondamentalmente questo il motivo per cui chi è scettico non crede alla verginità perpetua di Maria, perché è una panzanata priva di ogni logicità, chi crede a questo può credere praticamente a tutto, pure all'asina parlante di Balaam, infatti la chiesa è dovuta intervenire su questo a colpi di dogmi!”

Ma non c’è nulla di illogico e neppure di miracolistico nell’idea che una donna rimanga vergine tutto la vita, è ben diverso dall’idea di un’asina che parli.

CITAZIONE
“In questo caso voi prediligete ricerche di substrati semitici o solamente greci che avallano una disambiguità del termine: "fratelli (ἀδελφοί )" inteso come "cugini" o in altri modi, ed è giusto, ma è giusto anche che il termine "fratelli" viene inteso soprattutto in senso carnale, voi escludete e non inglobate, è questo il problema che non volete riconoscere, del resto svariate confessioni, a parte i cattolici, lo intendono e l'accettano in varie declinazioni.”

Non si sceglie di interpretare “adelphos” come cugino per capriccio, ma che Maria sia rimasta vergine è un’antichissima tradizione, già attestata dal II secolo, e pare confortata da dati interni al NT stesso, cioè che questi cosiddetti fratelli di Gesù sono detti figli di altre donne, e dunque non di Maria, e pure il fatto che già autori giudeo cristiani di fine I secolo come Egesippo ci dicono pure essi quali fossero i genitori di questi fratelli.
La teoria dei cugini non salta fuori con Girolamo ma col suaccennato Egesippo, autore originario della Palestina, conosceva il greco, l’ebraico e il siriano, e apparteneva alla prima generazione degli apostoli (Eus. Hist. Eccl. 2,23,3), morto a inizio II secolo, costui è il primo a dirci che due dei “fratelli” di Gesù, cioè Simone e Giacomo, sono suoi cugini:

“Dopo che Giacomo il Giusto aveva subito il martirio per lo stesso motivo del Signore, fu insediato vescovo (di Gerusalemme) ancora il figlio di uno zio dello stesso, Simeone, figlio di Cleofa, gli diedero tutti la preferenza, perché era un secondo cugino del Signore” (Egesippo cit. in Eus, Hist. Eccl. 4,22,4)

Questo testo ci dice che fu fatto vescovo per la seconda volta un figlio di uno zio di Gesù, il primo era Giacomo, il secondo Simeone.
Si noti che nella frase “ancora il figlio di uno zio dello stesso”, quel “dello stesso” vuol dire “di Gesù”, è impossibile che voglia dire “ancora il figlio di uno zio di Giacomo”, perché poi si dice che Simeone è stato eletto perché era un secondo cugino di Gesù dopo Giacomo, quindi “il figlio di uno zio dello stesso” vuol dire “il figlio di uno zio di Gesù).

Si noi poi che Egesippo confuta l’altra ridicola accusa di chi dice che siccome il NT usa anche anepsios, cioè cugino, allora non è possibile che venga utilizzato adelphos per parlare di cugini, visti che gli autori dimostrano di conoscere anche il termine greco specifico.
Tutta questa vana chiacchiera è confutata dal fatto che qui Simone è chiamato “cugino”(anepsios), ed è affascinate vedere come sempre in Egesippo, che pur dimostra di conoscere il termine cugino, Giacomo, da lui appena detto figlio di uno zio di Gesù e cugino di Gesù, è detto anche fratello di Gesù: “Giacomo, il fratello del Signore, che tutti chiamavano il giusto” (Egesippo in “Eus. Hist. Eccl. 2,34,4).

Similmente nel NT. Comunque l’argomentazione che siccome esiste un termine specifico (anepsios) allora non se ne può usare uno generico era già una banalità prima di leggere Egesippo. Non si vede infatti perché se esiste un termine generico e uno più ristretto, ciò implica che si debba per forza usare quello ristretto. Non si può forse dire che tuo cugino è “tuo parente” solo perché esiste il termine cugino?

Quanto al passo di Egesippo che dice che Giacomo è un figlio di uno zio di Gesù, Blinzler commenta giustamente che sarebbe difficile concepire che già al principio del II secolo avesse potuto farsi luce ed affermarsi la dottrina della perpetua verginità di Maria, se eminenti membri della Chiesa delle origini, fra i quali il vescovo di Gerusalemme, fossero stati figli carnali di Maria e universalmente riconosciuti come tali, è specialmente impossibile che sia affiorata in un palestinese come Egesippo. (Blinzler, op. cit. pag. 159)

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chimofafà
view post Posted on 21/5/2011, 13:46     +1   -1




Per Polymetis

CITAZIONE
Quanto al passo di Egesippo che dice che Giacomo è un figlio di uno zio di Gesù, Blinzler commenta giustamente che sarebbe difficile concepire che già al principio del II secolo avesse potuto farsi luce ed affermarsi la dottrina della perpetua verginità di Maria, se eminenti membri della Chiesa delle origini, fra i quali il vescovo di Gerusalemme, fossero stati figli carnali di Maria e universalmente riconosciuti come tali, è specialmente impossibile che sia affiorata in un palestinese come Egesippo. (Blinzler, op. cit. pag. 159)

Ma Blinzler può immaginare e ipotizzare quello che vuole.

Tertulliano (Adv. Marcion. 4,19; De Virg. vel. 6) afferma che i fratelli di Gesù erano intesi nel senso "carnale", mentre lo stesso Eusebio in Hist Eccl. II 1,2 recita:

"Allora Giacomo, chiamato fratello del Signore, anch'egli infatti era ritenuto figlio di Giuseppe, e Giuseppe era il padre di Cristo", poi continua riprendendo la favola dello Spirito Santo che mette incinta Maria.

"Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret". (Gv 1, 45)
Giovanni non conosce una maria vergine madre di Gesù e nemmeno Marco e neanche Paolo.

Per Polymetis, Simone prima di essere "cugino" di Gesù nei Padri, cos'era nei Vangeli?

Già nel II secolo Celso contesta la nascita "miracolosa" di Gesù: figlio di una povera campagnola scacciata dal falegname (suo promesso sposo) rimasta incinta dal soldato Panthera, gli ebioniti ritenevano Gesù semplicemente un uomo, pur riconoscendolo come il Messia, ecc... svariate furone le posizioni su questo punto (gnostici, elcasaiti, ecc...).

Ci sono quindi altre fonti storiche che vanno in senso oppposto all'interpretazione "dell'ortodossia cattolica". Inoltre riformulo la domanda, le sorelle erano sorelle carnali o cugine?

CITAZIONE
“Dopo che Giacomo il Giusto aveva subito il martirio per lo stesso motivo del Signore, fu insediato vescovo (di Gerusalemme) ancora il figlio di uno zio dello stesso, Simeone, figlio di Cleofa, gli diedero tutti la preferenza, perché era un secondo cugino del Signore” (Egesippo cit. in Eus, Hist. Eccl. 4,22,4)

Di questo Simone si parla anche in Hist. Eccl. III, 11 riferendo che se ne parla nei Vangeli, da cosa si evince (nei vangeli) che Simone era figlio di Cleopa?

Edited by Teodoro Studita - 22/5/2011, 23:43
 
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Lycanthropos
view post Posted on 21/5/2011, 14:45     +1   -1




CITAZIONE
Comunque, sia che non la abbia affidata loro perché solo cugini, sia che non l'abbia fatto perché erano solo fratellastri non figli di Maria, il risultato non cambia, cioè Maria non aveva dei figli che potesse accudirla.

Vorrebbe dire, se ho ben capito, che Gesù non avrebbe potuto avere fratellastri, per esempio da parte solo del padre.

CITAZIONE
Il diritto di un paterfamilias sulla croce non esiste, né del resto, neppure a Roma, poteva avere un potere simile. Se c'erano dei figli in vita semplicemente la patria potestà della donna a Roma si trasferiva sul parente maschio più prossimo, non c'era alcun potere di affidarla ad altri fuori dalla famiglia (cosa per altro molto sconveniente), a meno di non venderla come schiava!

Stando al libro di Cohen, "Il processo di Gesù. Un punto di vista ebraico" che cita varie fonti in merito(purtroppo non ce l'ho più a disposizione, altrimenti sarei più specifico), i crocifissi avevano la possibilità di fare testamento. E' per questo che la prima domanda a mio avviso è così importante. Se Gesù, essendo venuto a mancare Giuseppe(ipotesi questa che prendo come dato di fatto, altrimenti stiamo discutendo del nulla) essendo il figlio maggiore (o anche unico), doveva avere avere dei diritti da accampare sulla madre e sulla sua 'destinazione', dopo la sua morte, altrimenti non si spiega tutta la scena. Di fatto, se Gesù non aveva potestà sulla madre, dobbiamo rigettare tutto l'episodio come non storico.


Il discorso di Binzler non risponde però ad una domanda: se i suoi fratelli(fratellastri o quant'altro) erano credenti, quale motivo ci sarebbe stato per Gesù di togliere a loro la madre?
Rimane che comunque l'argomentazione di Binzler(letta così, non ho ancora letto il suo saggio) mi pare emotiva/psicologica, e quindi poco probante.
Con tale atto Gesù non avrebbe fatto altro che togliere a quattro uomini adulti, che come lui erano veri figli di Maria e che finora erano state strettamente legati a lei, il diritto di continuare a vedere in lei la loro madre; e questo perché avevano dimostrato di non comprendere fino in fondo la sua persona - non Maria! Che atteggiamento si vuole attribuire a Gesù morente!
Dato che Gesù aveva già detto che la sua famiglia era composta solo da chi credeva in lui(Mc 3,31ss e paral.), tale atteggiamento sarebbe soltanto coerente con la sua predicazione(anche se a noi può sembrare strano e/o riprovevole). Peraltro Gesù sembra dare poca importanza alle unioni di sangue(Lc 11,27s; 9,57-62; Mc 10,28ss).

CITAZIONE
Tanto più che non si capisce per quale motivo si supponga che i fratelli di Gesù siano diventati credenti soltanto dopo la risurrezione. È stato ampiamente dimostrato che le apparizioni pasquali del risorto non sono atti volti a prendersi una rivincita verso chi non aveva creduto, altrimenti Gesù sarebbe apparso a Pilato o a Caifa. Le apparizioni di Gesù servono per confermare nella fede che aveva creduto in lui, e il fatto che noi sappiamo da 1Cor 15,7 che Gesù apparve a Giacomo a capire che egli già prima della risurrezione credeva in lui.

Alla frase grassetata semplicemente perché nei vangeli c'è scritto chiaramente che la famiglia osteggiava il suo insegnamento(Mc 3,20s) e nei vangeli non c'è traccia, se non per la madre, di una conversione finché Gesù era in vita. Sicuramente dopo credettero in lui: ma non possiamo dedurre dalle fonti alcunché riguardo ad una loro conversione prima della crocifissione. Il fatto che Luca li nomini esplicitamente in Atti 1,14 mi mi fa propendere per l'idea che le cose siano cambiate dopo la crocifissione, in quanto Luca, anche nel vangelo, non li nomina mai se non per dire che gli erano avversi, e non fanno nemmeno parte del suo resoconto sulle apparizioni di Gesù. Peraltro, manca una parte delle testimonianze sulle apparizioni. 1Cor 15,1-9 parla infatti di una apparizione a cinquecento discepoli e poi a Giacomo, di cui non parlano né i vangeli né gli Atti: è interessante che Giacomo sia il penultimo ad avere la visione, e soprattutto l'ultimo di coloro che l'hanno conosciuto in vita. Le visioni non significa che siano una 'rivalsa' nei confronti di chi non ha creduto in lui, a mio avviso sono più apparizioni a chi Gesù vuole trasmettere direttamente il messaggio della sua risurrezione, ed anzi sarebbe strano che, anche se non avessero creduto in lui, non apparisse ai suoi famigliari.

CITAZIONE
La figliolanza e fratellanza spirituale non c’entra nulla con quella biologica, ed erano i figli biologici, e non quelli spirituali, che dovevano occuparsi di Maria, anzi, che avevano il dovere di farlo, qualora fossero esistititi ovviamente

C'entra molto, invece, in quanto nel passaggio giovanneo Gesù parla esplicitamente di madre e figlio:
25 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. 26 Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». 27 Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Non è un semplice dire."Mamma, ti affido alle cure del mio discepolo" E' dire a lei:"Tu sei sua madre ed egli è tuo figlio". Non è una questione fisica, evidentemente, quanto una questione spirituale, a meno di non voler pensare che il discepolo non fosse miracolosamente divenuto in quel momento figlio carnale di Maria, o che egli fosse effettivamente un fratello di Gesù, cosa che mi sento di escludere, anche se il dibattito sull'identità del discepolo amato è molto acceso: peraltro se fosse così, risolverebbe però il problema. Se infatti il discepolo amato fosse stato un fratello di Gesù, Gesù l'avrebbe a quel punto semplicemente indicato come quello a cui affidava la madre. Ipotesi che, comunque, ripeto, non mi sento di avvallare.
 
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view post Posted on 21/5/2011, 15:52     +1   -1
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Per chimofafà

CITAZIONE
“Quindi non c'è nulla di illogico in una donna che rimane vergine per tutta la vita mantenedo l'imene nel concepimento, prima e dopo la gravidanza, mentre è illogico un'asina che parla? Punti di vista, c'è da scegliere solo quale sia la panzanata più grossa. “

Quando si dice “verginità di Maria” non ci si riferisce necessariamente alla verginità intesa come integrità fisica dell’imene, ma alla verginità nel senso che non ebbe rapporti sessuali. L’integrità dell’imene di Maria dopo il parto non fa parte di ciò che è dogmaticamente definito dalla fede cattolica, come K. Rahner ha ben mostrato nei sui saggi mariologici.
CITAZIONE
“Ma Blinzler può immaginare e ipotizzare quello che vuole.”

Blinzler fa delle constatazioni su può trovarsi in una fonte prossima come Egesippo, è ovvio che in autori più tardi, e dunque di minor valore, la consapevolezza che poteva avere Egesippo della Chiesa gerosolimitana delle origini sfuma.

CITAZIONE
Tertulliano (Adv. Marcion. 4,19; De Virg. vel. 6) afferma che i fratelli di Gesù erano intesi nel senso "carnale”

“entre lo stesso Eusebio in Hist Eccl. II 1,2 recita:

"Allora Giacomo, chiamato fratello del Signore, anch'egli infatti era ritenuto figlio di Giuseppe, e Giuseppe era il padre di Cristo", poi continua riprendendo la favola dello Spirito Santo che mette incinta Maria.



Eusebio per gli altri fratelli segue l’opinione del Protovangelo di Giacomo (II secolo), nel cui racconto si apprende che i fratelli di Gesù erano suoi fratellastri in quanto erano nati da un precedente matrimonio di Giuseppe. Spiega infatti: "In quel tempo Giacomo, detto fratello del Signore, poiché anch'egli era chiamato figlio di Giuseppe" (Eusebio di Cesarea, Storia Ecclesiastica 2, 1, 2)
Se fosse stato suo fratello nel senso nostro, che motivo aveva di aggiungere “poiché anch'egli era chiamato figlio di Giuseppe”?
Di Eusebio assai più importante della sua opinione in materia di Maria sono i frammenti dei Padri della Chiesa antichi e dei loro relativi pareri che egli riporta, tra i quali Egesippo.

CITAZIONE
“Tertulliano (Adv. Marcion. 4,19; De Virg. vel. 6) afferma che i fratelli di Gesù erano intesi nel senso "carnale"”

Da Tertulliano non si può dedurre un emerito nulla. La prima citazione, quella dall’opera contro Marcione, è condotta sulla base di una polemica contro il docestismo. Marcione aveva invocato il versetto in cui Gesù dice “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?” come una prova che Gesù in realtà non era mai nato e la sua venuta nel mondo era solo un illusione. Tertulliano a questo punto ribatte semplicemente, riprendendo parola per parola i Vangeli, che non si vede come sia possibile che la gente avesse annunziato a Cristo “ci sono tua madre e i tuoi fratelli” se egli non avesse avuto davvero una madre e dei fratelli…
Tertulliano cioè non aggiunge nulla rispetto a quel che ci dicono i Vangeli, cioè non dice minimamente come siano da intendersi questi fratelli, se come figli di Maria o come semplici parenti, tutto ciò che importa a Tertulliano è difendere il fatto che sono carnali nel senso che sono davvero legati da legami di sangue, e dunque Cristo s’è davvero incarnato, e non solo in una maniera illusoria come dicono i doceti. Ricavare da questo testo, che non dice un emerito nulla rispetto a come debba intendersi il termine “fratello”, al pari dei Vangeli, è dunque privo di senso, come argomenta Blinzler a p. 166 del suo già citato libro. Quanto a virg. vel. 6,6, non c’è accordo su come tradurre “virum passa”, che può riferirsi anche alla sottomissione al marito.

CITAZIONE
“Per Polymetis, Simone prima di essere "cugino" di Gesù nei Padri, cos'era nei Vangeli?”

Non si dice un emerito nulla di Simone nei Vangeli, se non il solito ambiguo Simone 'fratello' di Gesù (Mc 6,3-4;Mt 13,55-56).

CITAZIONE
“Già nel II secolo Celso contesta la nascita "miracoosa" di Gesù: figlio di una povera campagnola scacciata dal falegname (suo promesso sposo) rimasta incinta dal soldato Panthera, gli ebioniti ritenevano Gesù semplicemente un uomo, pur riconoscendolo come il Messia, ecc... svariate furone le posizioni su questo punto (gnostici, elcasaiti, ecc...).”

Temo di non capire cosa c’entri col problema se i cosiddetti fratelli di Gesù siano o meno figli di Maria.
Io non sto discutendo del problema se Maria sia o meno rimasta in cinta miracolosamente per opera dello Spirito Santo, sto discutendo del problema se abbia mai avuto rapporti sessuali con Giuseppe dopo la nascita di Gesù e se abbia avuto altri figli. Né le fonti “ebionite” né Celso dicono alcunché sul problema di ipotetici altri figli di Maria.

CITAZIONE
“Inoltre riformulo la domanda, le sorelle erano sorelle carnali o cugine?



Non esiste una posizione dell’ortodossia cattolica sull’argomento, si può benissimo ritenere come fanno alcuni biblisti cattolici che i fratelli di Gesù fossero figli di Maria.

CITAZIONE
Di questo Simone si parla anche in Hist. Eccl. III, 11 riferendo che se ne parla nei Vangeli, da cosa si evince (nei vangeli) che Simone era figlio di Cleopa?”

Nei Vangeli non si dice di chi sia figlio Simone. Ovviamente, il problema di rifarsi solo ai dati neotestamentari appartiene ai protestanti che credono al Sola Scriptura, ma non è un argomento di interesse storico. A noi interessano le antichità delle fonti che lo definiscono cugino di Gesù, e la I fonte è Egesippo, a fine I ed inizio II secolo, una fonte cioè appena successiva alla stesura dei Vangeli e comunque contemporanea agli apostoli.

Per Lychantropos

CITAZIONE
“Stando al libro di Cohen, "Il processo di Gesù. Un punto di vista ebraico" che cita varie fonti in merito(purtroppo non ce l'ho più a disposizione, altrimenti sarei più specifico), i crocifissi avevano la possibilità di fare testamento. E' per questo che la prima domanda a mio avviso è così importante. Se Gesù, essendo venuto a mancare Giuseppe(ipotesi questa che prendo come dato di fatto, altrimenti stiamo discutendo del nulla) essendo il figlio maggiore (o anche unico), doveva avere avere dei diritti da accampare sulla madre e sulla sua 'destinazione', dopo la sua morte, altrimenti non si spiega tutta la scena. Di fatto, se Gesù non aveva potestà sulla madre, dobbiamo rigettare tutto l'episodio come non storico.”

Ma cosa hai capito? Io non ho negato che un crocifisso possa fare testamento, e francamente l’argomento è irrilevante, ho negato che sia nelle facoltà di un testamento, o del potere di un pater familias per essere precisi, strappare una donna a chi debba ereditarne la tutela dopo la morte. Non c’entra un emerito nulla il fatto che un crocifisso possa o meno dare disposizioni sulla croce, c’entra il fatto che il diritto non consente che un crocifisso privi qualcuno del diritto di accudire un parente sul quale deve esercitare la tutela.
Inoltre, da capo, la sistematizzazione del diritto talmudico è per l’appunto una sistematizzazione operata a tavolino 4 secoli dopo.
CITAZIONE
“Il discorso di Binzler non risponde però ad una domanda: se i suoi fratelli(fratellastri o quant'altro) erano credenti, quale motivo ci sarebbe stato per Gesù di togliere a loro la madre?”

Perché secondo Blinzler non erano né fratelli né fratellastri, dunque non avevano nessun obbligo di farsi carico della vedova. Se erano fratellastri poi, potevano non aver alcun legame carnale con Maria.

CITAZIONE
“Dato che Gesù aveva già detto che la sua famiglia era composta solo da chi credeva in lui(Mc 3,31ss e paral.), tale atteggiamento sarebbe soltanto coerente con la sua predicazione(anche se a noi può sembrare strano e/o riprovevole). “

Ma i pareri su quale sia la vera fratellanza spirituale non c’entrano nulla con la concretezza del diritto famigliare. Non è in potere di nessuno che stia morendo togliere una madre ai suoi figli, non esiste il potere di dare esecuzioni testamentarie in tal senso perché una donna morto il capo famiglia passa semplicemente sotto la tutela degli altri figli.
Gesù in questo passo non nega famigliarità biologica, semplicemente dice che quella spirituale conta di più ai fini dello spirito. Ma è solo un paradosso edificante, che non ha nulla a che vedere con l’idea balzana che Gesù potesse ritenere degli eventuali fratelli incapaci di accudire la loro madre.

CITAZIONE
“Alla frase grassetata semplicemente perché nei vangeli c'è scritto chiaramente che la famiglia osteggiava il suo insegnamento(Mc 3,20s)



Ma questo l’ho già riconosciuto. Semplicemente in primis non si dice se i fratelli che osteggiavano Gesù fossero tutto, in secundis perché per descrivere la condizione spirituale dei fratelli di Gesù allorché morì ci si dovrebbe fare a testi che trattano di eventi precedenti la crocifissione e non a testi successivi? Il criterio dovrebbe essere che si cita il testo più vicino temporalmente, e non il più antico. Se nel anno 3000 vorranno sapere come vivevano gli italiani degli anni ’90 del XX secolo, e dovranno scegliere tra sole due fonti superstiti, una del 2002 e una del 1940, non si dovrebbe scegliere la più antica, ma la meno distante temporalmente. Ovviamente, a meno che non si provi, ma qui nulla è detto, che proprio l’evento della crocifissione e della resurrezione abbiano fatto cambiare parere ai fratelli, ma questo non è detto, e dunque, se li si vede a pregare con la comunità cristiana primitiva dopo meno di 50 giorni dalla crocifissione, sarà questo testo a dover valere per stabilire in che stato fosse la loro fede allorché Gesù fu crocifisso.

CITAZIONE
“ Il fatto che Luca li nomini esplicitamente in Atti 1,14 mi mi fa propendere per l'idea che le cose siano cambiate dopo la crocifissione, in quanto Luca, anche nel vangelo, non li nomina mai se non per dire che gli erano avversi, e non fanno nemmeno parte del suo resoconto sulle apparizioni di Gesù.”

I Vangeli non hanno alcuna pretesa di dare ogni tappa della vita di Gesù, quindi figurarsi se si debbono mettere a dare ogni tappa della vita del suo clan.

CITAZIONE
“è interessante che Giacomo sia il penultimo ad avere la visione, e soprattutto l'ultimo di coloro che l'hanno conosciuto in vita.”

Cosa c’entra l’ordine delle apparizioni col loro pregio? E cosa vuol dire “l’ultimo di coloro che l’hanno conosciuto in vita”?

CITAZIONE
“Le visioni non significa che siano una 'rivalsa' nei confronti di chi non ha creduto in lui, a mio avviso sono più apparizioni a chi Gesù vuole trasmettere direttamente il messaggio della sua risurrezione, ed anzi sarebbe strano che, anche se non avessero creduto in lui, non apparisse ai suoi famigliari.”

Sta forse scritto da qualche parte che apparve a Maria? E poi, com’è che prima sostieni che per Gesù i legami di sangue non contano nulla, e poi presumi che apparve a Giacomo solo perché era suo famigliare, come se i diritti tribali tornassero a contare qualcosa? No. Le apparizioni del risorto sono per i suoi discepoli. Questo è stato stabilito da una montagna di letteratura che le ha analizzate. E Gesù stesso è riconoscibile non per i suoi lineamenti (infatti ad Emmaus non lo riconoscono), ma per un esperienza di fede che fa accedere ad un riconoscimento della sua persona.

CITAZIONE
“C'entra molto, invece, in quanto nel passaggio giovanneo Gesù parla esplicitamente di madre e figlio:
25 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. 26 Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». 27 Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Non è un semplice dire."Mamma, ti affido alle cure del mio discepolo" E' dire a lei:"Tu sei sua madre ed egli è tuo figlio". Non è una questione fisica, evidentemente, quanto una questione spirituale, a meno di non voler pensare che il discepolo non fosse miracolosamente divenuto in quel momento figlio carnale di Maria,”

Ma cosa hai capito? Quando ho detto che “la fratellanza spirituale non c’entra nulla con quella biologica, ed erano i figli biologici, e non quelli spirituali, che dovevano occuparsi di Maria” volevo semplicemente dire che se ci fossero stati fratelli in senso stretto sarebbero dovuto esser loro, che erano fratelli biologici secondo il diritto, e non i fratelli spirituali, a doversi occupare di Maria. E ciò non c’entra nulla con la fede di chicchessia, perché la fede o l’assenza di fede non contano nulla nella capacità o meno di saper accudire una madre o di amarla.

CITAZIONE
“Se infatti il discepolo amato fosse stato un fratello di Gesù, Gesù l'avrebbe a quel punto semplicemente indicato come quello a cui affidava la madre”

Non ho detto nulla di simile. Hai frainteso la frase che hai quotato, stravolgendone il senso.

Ad maiora
 
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chimofafà
view post Posted on 21/5/2011, 16:54     +1   -1




CITAZIONE
Non si dice un emerito nulla di Simone nei Vangeli, se non il solito ambiguo Simone 'fratello' di Gesù (Mc 6,3-4;Mt 13,55-56).

Guarda che il Simone di cui hai parlato tu è quello che cita Eusebio (riprendendo Egesippo) quindi Simeone bar Cleopa, secondo Egesippo cugino di Gesù e citato nei Vangeli (Egesippo dice che Cleopa era fratello di Giuseppe), questo in Hist. Ecll. III, 11,1, ma è solo lui la fonte di questa informazione.

Come leggi Lc 24, 18; 34; Gv 19, 25?


CITAZIONE
CITAZIONE
Di questo Simone si parla anche in Hist. Eccl. III, 11 riferendo che se ne parla nei Vangeli, da cosa si evince (nei vangeli) che Simone era figlio di Cleopa?”

Nei Vangeli non si dice di chi sia figlio Simone.

Se non si dice, perchè dovremmo prendere per oro colato il riporto di Eusebio?

Infatti tu affermi:

CITAZIONE
A noi interessano le antichità delle fonti che lo definiscono cugino di Gesù, e la I fonte è Egesippo, a fine I ed inizio II secolo, una fonte cioè appena successiva alla stesura dei Vangeli e comunque contemporanea agli apostoli.

Si, ma è solo lui che trova questo rapporto di parentela, altre fonti che la Chiesa rigetta come abbiamo visto, anche per lo stesso Celso, perché dovrebbero essere meno credibili? Possono essere polemiche le une e polemiche le altre.

Edited by Teodoro Studita - 22/5/2011, 23:42
 
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