Studi sul Cristianesimo Primitivo

I figli di Dio di Gn 6,2 nei Padri della Chiesa

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lino85
view post Posted on 2/11/2011, 13:13     +1   -1




Facendo un po' di ricerche sulla storia del canone del Nuovo Testamento ho notato che vari testi dei Padri della Chiesa come l'Epistola di Barnaba 4,3 nonchè Giustino Martire, Eusebio, Clemente di Alessandria, Origene e Commodiano interpretano i famosi "figli di Dio" padri dei Nephilim di Gn 6,2 come angeli, mentre solo più tardi, con Giulio Africano e con Agostino nella "Città di Dio" si afferma un'altra interpretazione che identifica i "figli di Dio" con discendenti di Set e le "figlie degli uomini" con discendenti di Caino. Segnalo inoltre che versioni della LXX come il Codex Vaticanus e il Codex Alexandrinus traducono Gn 6,2 con "angeli" e che l'identificazione dei figli di Dio con "angeli" era accettata sia da Filone di Alessandria che da Flavio Giuseppe.

A questo punto mi chiedo: si può dire che nei primi secoli cristiani la lettura da parte di ebrei e cristiani dei figli di Dio di Gn 6,2 come angeli caduti era accettata a prescindere dal ritenere canonici libri come Enoch e i Giubilei, che sono i principali testi del Giudaismo del secondo tempio che esplicitano questo racconto? E il rifiuto da parte sia del giudaismo rabbinico che dei Padri della Chiesa più tardi su questa interpretazione della Genesi è dovuta a qualcosa a che fare con il libro di Enoch oppure può essere per altri motivi (E' vero che Gesù in Mt 22,30 afferma che gli angeli non prendono moglie o marito, ma il testo del Genesi nella lettura enochica sembra affermare di angeli che rompono in tal modo l'ordine divino perchè gli angeli devono rimanere senza moglie nel cielo)? Con quali motivazioni dunque i Padri della Chiesa seguenti rifiutarono tale interpretazione?

Ciao.
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 2/11/2011, 14:58     +1   -1




CITAZIONE
si può dire che nei primi secoli cristiani la lettura da parte di ebrei e cristiani dei figli di Dio di Gn 6,2 come angeli caduti era accettata a prescindere dal ritenere canonici libri come Enoch e i Giubilei, che sono i principali testi del Giudaismo del secondo tempio che esplicitano questo racconto?

Non saprei, il punto è che non abbiamo testimonianze anteriori al Libro dei Vigilanti Enoch che parlino di questi figli di Dio esplicitamente come angeli, quindi se esiste una tradizione orale precedente che designava questi figli di Dio come angeli, documentalmente l'abbiamo attestata solo da Enoch in poi e non a caso si parla infatti di tradizione enochica spesso, in quanto molti antichi autori cristiani ad esempio non si limitano ad affermare che i figli di Dio di Gn6 siano angeli, ma riprendono e citano proprio o esplicitamente o implicitamente diversi elementi teologici tipici proprio della letteratura enochica. Ritornando agli autori che hai citato Barnaba considera Enoch esplicitamente come sacra scrittura (IV:5) ed idem fa Tertulliano che addirittura difende e giustifica questa posizione (De Cultu Feminarum III:1-3).

CITAZIONE
E il rifiuto da parte sia del giudaismo rabbinico che dei Padri della Chiesa più tardi su questa interpretazione della Genesi è dovuta a qualcosa a che fare con il libro di Enoch oppure può essere per altri motivi

Penso proprio che abbia a che vedere con un cambio di teologia ispirato proprio dalle parole di Gesù in Mt 22:30, e cioè che non sia possibile per degli esseri di puro spirito come gli angeli materializzarsi e cadere in desideri carnali come gli uomini. Tuttavia in realtà il fatto che Gesù abbia detto al presente che gli angeli non prendono moglie nè marito, non esclude affatto che questo fosse invece lecito nel passato, in 1En.XV:7 è affermato infatti qualcosa di molto simile alla frase gesuana.
 
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lino85
view post Posted on 3/11/2011, 14:00     +1   -1




Aggiungo tra i passi che possono far pensare all'accettazione dell'interpretazione enochica dei figli di Dio anche 1Cor 11,10 "Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli" come a voler dire che la donna è fatta per stare assieme all'uomo e non a esseri celesti, ma forse il riferimento agli angeli può avere altri significati, occorrerebbe sapere se in qualche studio che commenta anche questo brano sono state trovate altre interpretazioni.

Ciao.
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 3/11/2011, 20:40     +1   -1




CITAZIONE
Aggiungo tra i passi che possono far pensare all'accettazione dell'interpretazione enochica dei figli di Dio anche 1Cor 11,10 "Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli"

Tertulliano infatti era convinto che il passo paolino fosse in riferimento proprio alla caduta angelica degli angeli vigilanti : "l'Apostolo Paolo insegna che le femmine devono essere velate a motivo degli angeli, i quali leggiamo, caddero dal cielo perchè si unirono in conscupiscenza con le femmine" (De virginibus Velandis VII)

CITAZIONE
occorrerebbe sapere se in qualche studio che commenta anche questo brano sono state trovate altre interpretazioni.

Il Nuovo Grande Commentario Biblico lo interpreta in questo modo : "a motivo degli angeli : per non scandalizzare i delegati di altre Chiese" (pag.1058)
Cioè, qui il greco anghelos non dovrebbe essere inteso secondo il significato di "angelo", ma bensi' di quello di messaggero umano, in questo caso di un inviato dalla Chiesa.
 
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a_ntv
view post Posted on 16/11/2011, 22:46     +1   -1




CITAZIONE (lino85 @ 2/11/2011, 13:13) 
Facendo un po' di ricerche sulla storia del canone del Nuovo Testamento ho notato che vari testi dei Padri della Chiesa come l'Epistola di Barnaba 4,3 nonchè Giustino Martire, Eusebio, Clemente di Alessandria, Origene e Commodiano interpretano i famosi "figli di Dio" padri dei Nephilim di Gn 6,2 come angeli, mentre solo più tardi, con Giulio Africano e con Agostino nella "Città di Dio" si afferma un'altra interpretazione che identifica i "figli di Dio" con discendenti di Set e le "figlie degli uomini" con discendenti di Caino. Segnalo inoltre che versioni della LXX come il Codex Vaticanus e il Codex Alexandrinus traducono Gn 6,2 con "angeli" e che l'identificazione dei figli di Dio con "angeli" era accettata sia da Filone di Alessandria che da Flavio Giuseppe.

A questo punto mi chiedo: si può dire che nei primi secoli cristiani la lettura da parte di ebrei e cristiani dei figli di Dio di Gn 6,2 come angeli caduti era accettata a prescindere dal ritenere canonici libri come Enoch e i Giubilei, che sono i principali testi del Giudaismo del secondo tempio che esplicitano questo racconto? E il rifiuto da parte sia del giudaismo rabbinico che dei Padri della Chiesa più tardi su questa interpretazione della Genesi è dovuta a qualcosa a che fare con il libro di Enoch oppure può essere per altri motivi

Hai evidenziato un punto che era caldo, che si ritrova qui come in altri testi: il punto è quando Dio ha creato gli angeli o meglio se al "giorno uno" della creazione gli angeli erano già presenti / se gli angeli abbiano avuto un ruolo nella creazione (come sembra da Gn 6 se leggiamo "angeli")

Sembra una domanda secondaria, ma è fondamentale. In effetti descrivere Dio nella creazione vuol dire descrivere Dio nell'eternità, è il punto è se Dio è "da solo" o se c'è in Lui una pluralità (rappresentata dagli angeli). Il mondo ebraico e talvolta il primo mondo cristiano non possedeva (o lo possedeva solo in parte) il linguaggio della filosofia greca, e usava esprimersi anche / sopratutto con immagini.

Da una parte abbiamo la scuola ebrea "più ortodossa" che considera come blasfemo il solo pensare ad una pluralità in Dio (ovvero la presenza di angeli nella creazione), dall'altra c'era la scuola "meno ortodossa" (rappresentata tra l'altro dall'enochismo e dal nascente cristianesimo) che predicava una pluralità pur nell'unicità di Dio (concetto che ha portato poi all'idea di Trinità e di theosis).

La creazione degli angeli non è descritta in Genesi 1. I rabbini (dopo Cristo) non trovarono accordo in quale giorno gli angeli furono creati, ma furono concordi che non fu nel Giorno Uno. E in generale non amarono in modo particolare gli angeli (che secondo la dottrina ebraica corrente esistono soloper la durata del loro singolo servizio a Dio): tutto questo per salvaguardare al massimo l'Unicità e Unità di Dio.

Viceversa ci sono traccie nella Bibbia che gli angeli erano già presenti quando Dio creò il mondo, come Gb 38:4-7 (Quando ponevo le fondamenta della terra, tu dov'eri? ... mentre .... acclamavano tutti i figli di Dio? ) o nel Benedicete (Dn 3:58, non a caso escluso dalla Bibbia Ebraica). Il libro dei Giubilei e di Enoch sono espliciti riguardo la presenza degli angeli prima/durante la creazione. E' peraltro probabile che la LXX rappresenti -in questi casi- un testo più antico del TM.

Quindi il rifiuto da parte del giudaismo rabbinico degli angeli in Gn 6 (ma anche del Benedicete ecc) non era causato (solo) dal rifiuto dal ritenere canonici libri come Enoch e i Giubilei, ma dalla difesa della stessa ontologia di Dio come essere del tutto altero ad altre "persone".
Viceversa i primi Padri della Chiesa difendevano "gli angeli" non perché volessero prendere le parti di libri come Enoch e i Giubilei, ma per l'ontologia di Dio che ne risulta, molto più vicina a quella cristiana.

Poi coi secoli il mondo cristiano non sentì più la necessità di dimostrare contro gli ebrei la possibilità di una pluralità nell'unicità di Dio, ma limitò tale pluralità strettamente alla Trinità, percui gli utili angeli di Gn 6:2 divennero anche per i tardi Padri un po' troppo ingombranti (sempre e non concessoche i Padri Latini avessero capito quale era la vera posta in gioco, cosa di cui dubito: probabilmente passarono su Gn 6:2 con la cura dello schiacciasassi tipica di S.Gerolamo)

CITAZIONE (Lucifero ~Sapere Aude~ @ 2/11/2011, 14:58) 
Non saprei, il punto è che non abbiamo testimonianze anteriori al Libro dei Vigilanti Enoch che parlino di questi figli di Dio esplicitamente come angeli, ...

Abbiamo la LXX che spesso traduce "Figli di Dio" come "Angeli", ovvero nel 3 secolo AC i Figli di Dio erano considerati angeli.

Il verso più esplicativo è Deut 32:8:
LXX: "...angeli di Dio"
Qumran: "....figli di Dio"
TM: "....figli di Israele"

E' evidente che il testo originale ebraico era quello di Qumran, ovvero "figli di Dio", inteso come traduce la LXX come "...angeli di Dio". Questo significato però era assai problematico per i rabbini (vedi sopra) che lo corressero nel più neutro "figli di Israele". Poiché una correzione al testo sacro si fa solo se c'è un motivo, è evidente pensare che 'espressione "figli di Dio" era proprio intesa come angeli

Peraltro il libro dei vigilanti è (almeno) del 3 secolo AD.

Edited by a_ntv - 16/11/2011, 23:16
 
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view post Posted on 16/11/2011, 23:24     +1   -1
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Grazie a_ntv (piuttosto, fatti vedere più spesso da queste parti!),
Tu credi che questi angeli siano anch'essi un residuato bellico di una teologia politeista primitiva? In questo caso (io penso di si), c'è qualche scheggia di tradizione che lasci immaginare che queste entità originariamente erano immaginate come coeterne a Dio (mi si perdoni l'anacronismo terminologico)? Oppure pensi che abbiamo a che fare con una figura già subordinata a Dio come suggerirebbe il nome mlk/ἄγγελος, ma in questo caso che problema farebbe averli a fianco di Dio nella creazione se intuitivamente anch'essi sono creature?
 
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a_ntv
view post Posted on 17/11/2011, 00:42     +1   -1




CITAZIONE (Teodoro Studita @ 16/11/2011, 23:24) 
Tu credi che questi angeli siano anch'essi un residuato bellico di una teologia politeista primitiva? In questo caso (io penso di si),

Sicuramente si, basta pensare al citato Deut 32:8 LXX: "Egli disseminò i figli di Adamo, e fissò i bordi delle nazioni in accordo agli angeli di Dio": Gli angeli di Dio, uno per nazione, erano originariamente gli dei di riferimento di ogni nazione. Ma questo nell'ottavo secolo, ben prima del periodo che ci interessa
o Gb 1:6 "Ora, un giorno, i figli di Dio (LXX: angeli) andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro.": tra l'altro questa descrizione del concilio degli dei toglie ogni possibile dubbio sul fatto che i figli di Dio non siano i figli di Set

CITAZIONE (Teodoro Studita @ 16/11/2011, 23:24) 
c'è qualche scheggia di tradizione che lasci immaginare che queste entità originariamente erano immaginate come coeterne a Dio (mi si perdoni l'anacronismo terminologico)? Oppure pensi che abbiamo a che fare con una figura già subordinata a Dio come suggerirebbe il nome mlk/ἄγγελος, ma in questo caso che problema farebbe averli a fianco di Dio nella creazione se intuitivamente anch'essi sono creature?

Ovviamente come ho detto sopra l'esistenza degli angeli durante la creazione era cosa disputata. Ma c'è chi lo pensava, ad esempio 11Q5:26 "..l'oscurità Egli divide dalla luce, preparando l'alba con la conoscenza del suo cuore. quando tutti gli angeli videro, essi si rallegrarono in canto..."

In generale comunque la mentalità antica non astraeva riguardo ad un tempo prima della creazione (cosa peraltro assai problematica), ma partiva dall'esistenza (creazione) del cielo e della terra (primo giorno).
La descrizione di Dio durante tale Primo Giorno (letteralmente "Giorno Uno", a differenza di tutti gli altri che sono numeri ordinali), descriveva quindi il "Dio allo stato puro" ed era quindi essenziale per poter dire qualcosa sull'ontologia di Dio. Per questo intere biblioteche (particolarmente gnostiche/mistiche) si sono spese sul Giorno Uno.

Se nella sua eternità (ovvero nel Giorno Uno) Dio ha creato gli angeli, ciò vuol dire che la creazione di tali angeli è vista come "necessità" dell'ente Dio, e non come "secondaria volontà", ovvero che non è mai esistito Dio solo come Unicità senza alcuna pluralità nel suo interno (il Dio cristiano ha una pluralità di persone entro la sua unicità). L'insieme degli angeli poi formava la "gloria" di Dio, e gli angeli sono sempre presenti in tutte le visioni di Dio "allo stato puro" come Is 6 o Ez.

Sulla pre-esistenza degli angeli alla creazione vedi Ef 1:3 " Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,... In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo...". Che i cristiani dopo la resurrezione diventeranno come angeli è noto da Mc 12:25, ma qui Paolo (o qualcuno prima di lui) dice la stessa cosa attribuendo ai cristiani la caratteristica prima degli angeli, ovvero esistere (=essere pensati da Dio) prima della creazione (=nell'eternità, ove il prima della creazione coincide con dopo la resurrezione dei morti).

Immagina quindi come ai bravi rabbini questi angeli creassero seri problemi e fossero particolarmente antipatici...La disputa tra gli ebrei ortodossi e gli eterodossi (tra cui i cristiani) riguardo gli angeli è già presente in Giustino Trifone:128

Edited by a_ntv - 17/11/2011, 01:19
 
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lino85
view post Posted on 17/11/2011, 01:18     +1   -1




CITAZIONE (a_ntv @ 16/11/2011, 22:46) 
Da una parte abbiamo la scuola ebrea "più ortodossa" che considera come blasfemo il solo pensare ad una pluralità in Dio (ovvero la presenza di angeli nella creazione), dall'altra c'era la scuola "meno ortodossa" (rappresentata tra l'altro dall'enochismo e dal nascente cristianesimo) che predicava una pluralità pur nell'unicità di Dio (concetto che ha portato poi all'idea di Trinità e di theosis).

La creazione degli angeli non è descritta in Genesi 1. I rabbini (dopo Cristo) non trovarono accordo in quale giorno gli angeli furono creati, ma furono concordi che non fu nel Giorno Uno. E in generale non amarono in modo particolare gli angeli (che secondo la dottrina ebraica corrente esistono soloper la durata del loro singolo servizio a Dio): tutto questo per salvaguardare al massimo l'Unicità e Unità di Dio.

Viceversa ci sono traccie nella Bibbia che gli angeli erano già presenti quando Dio creò il mondo, come Gb 38:4-7 (Quando ponevo le fondamenta della terra, tu dov'eri? ... mentre .... acclamavano tutti i figli di Dio? ) o nel Benedicete (Dn 3:58, non a caso escluso dalla Bibbia Ebraica). Il libro dei Giubilei e di Enoch sono espliciti riguardo la presenza degli angeli prima/durante la creazione. E' peraltro probabile che la LXX rappresenti -in questi casi- un testo più antico del TM.

Quindi il rifiuto da parte del giudaismo rabbinico degli angeli in Gn 6 (ma anche del Benedicete ecc) non era causato (solo) dal rifiuto dal ritenere canonici libri come Enoch e i Giubilei, ma dalla difesa della stessa ontologia di Dio come essere del tutto altero ad altre "persone".
Viceversa i primi Padri della Chiesa difendevano "gli angeli" non perché volessero prendere le parti di libri come Enoch e i Giubilei, ma per l'ontologia di Dio che ne risulta, molto più vicina a quella cristiana.

Una piccola precisazione: non mi risulta che il giudaismo rabbinico (quello posteriore alla distruzione del Secondo Tempio, per intenderci, dato che non possiamo parlare di divisioni ortodossia-eterodossia in precedenza) consideri gli angeli come esseri scomodi per l'unità di Dio, mi pare alquanto strana, anche se escludiamo Filone e Giuseppe Flavio, che anche se precedono il rabbinismo non sembrano influenzati dagli enochici o dai primi cristiani, non mi sembra che il giudaismo rabbinico seguente trovasse gli angeli come minaccianti "l'ontologia di Dio come essere del tutto altero ad altre persone" nè che per loro gli angeli si potevano intendere che "esistono solo per la durata del loro singolo servizio a Dio". Ecco le fonti del giudaismo rabbinico che sembrano smentire ciò:

"Il Talmud" a cura di Abraham Cohen (ebreo contemporaneo): voce "angelologia" "L'universo, come lo vede il Talmud, è abitato da due categorie di esseri: gli Elyonim (quelli di sopra), gli angeli, e i Tachtonim (quelli di sotto), il genere umano...Una corte celeste, con Dio Re e un esercito di ministri attorno a Lui, si trova già descritta nella Bibbia e gli angeli, si trovano frequentemente ricordati nelle sue narrazioni, come servi dell'Altissimo."

Sempre da "Il Talmud" a cura di Cohen si afferma che gli angeli possono vivere anche per un periodo in cui oppongono la loro volontà a quella di Dio, p.78 Da tutti si credeva che gli angeli fossero immortali e non propagassero la loro specie (Gen. R., VIII,II). Tuttavia, una volta, Dio può distruggerne un certo numero, quando si oppongono alla Sua volonta (Sanh., 38 b).

Aggiungo infine che l'ebreo Maimonide nel medioevo, nella "Guida dei perplessi" accetta l'esistenza degli angeli come entità celesti dotate di volontà autonoma.

Poi se al giorno d'oggi ci sono ebrei che ritengono di essere possessori di dottrine angelologiche che loro ritengono ortodosse a prescindere dalle prove testuali di una loro antichità questo è un altro discorso, ma questo è un discorso teologico (a parte che poi il giudaismo è più ortoprassi che ortodossia) e dunque non storico, liberi di avere tali opinioni, ma negli studi storici dei testi tali opinioni si devono mettere giustamente da parte.

Ciao.
 
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view post Posted on 17/11/2011, 09:09     +1   -1
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Tutto chiaro.
Ma abbiamo qualche fonte che parla in questi termini di astrazione? Mi spiego: va bene che questo residuo di politeismo, per quanto mitigato evidentemente dal tempo, potesse infastidire chi voleva Dio solo al giorno Uno, ma da qui a dire che secondo tale ebraismo ciò equivarrebbe ad ammettere una polinomia, o comunque una pluralità in Dio il passo mi sembra un po' troppo lungo. Ci sono fonti, magari anche tardive, che ne parlano in questi termini? Anche perché, almeno eziologicamente parlando, non siamo davanti a una pluralità in Dio, bensì a una pluralità di dèi in cui a un certo punto ne emerge uno (o due, stando a molti eccellenti studi). E poi un'altra domanda: in questa fase di degenerazione del politeismo protoisraelita qual è il rapporto tra elohim e angeli? Perché seguono due strade diverse se in origine sono più o meno la stessa cosa? Oppure è un segno di una gerarchia divina nell'antico pantheon?
Grazie!
 
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a_ntv
view post Posted on 17/11/2011, 20:40     +1   -1




CITAZIONE (lino85 @ 17/11/2011, 01:18)
Una piccola precisazione: non mi risulta che il giudaismo rabbinico (quello posteriore alla distruzione del Secondo Tempio, per intenderci, dato che non possiamo parlare di divisioni ortodossia-eterodossia in precedenza) consideri gli angeli come esseri scomodi per l'unità di Dio, mi pare alquanto strana, ...

Il punto non è se gli angeli erano problematici in sé (ovviamente nella Bibbia ci sono gli angeli), ma quale valore e quale grado dare loro nella creazione, polemica che si riassume in quale giorno essi furono creati.
Questo era un punto caldo dibattuto nei primi secoli.

Secondo per esempio il libro dei Giubilei (II:2) gli angeli furono creati il primo giorno, e Dn 3:58 (il Benedicete) li elenca prima di ogni altra creazione.
Viceversa le scuole rabbiniche li ponevano nei giorni successivi: al secondo giorno (Targ.Ps-Yon, Gen 1,26 e anche Gen Rab 1,3), o nel quindo giorno (Gen Rab 1,3) o addirittura giorno per giorno quando servono (b Chag. 14 a). Giusto per chiarire in Gen Rab 1,3 abbiamo "...R. Luliani b. Tabri said...:Whether we accept the view of R.Hanina (5 giorno) or that of R.Johanan (2 giorno), all agree that none (angel) were created on the first day..."

Il problema ripeto non sono gli angeli in sé, né che sono creati da Dio, ma la loro posizione: porli in un giorno successivo alla creazione non crea problema, il problema è metterli al primo giorno.

Il "contenuto" del primo giorno (che è l'immagine dell'eternità) è fondamentale per ogni speculazione su Dio di tipo gnostico/enochico/mistico/cabalistico: per questo ha così importanza se gli angeli c'erano o no.

CITAZIONE (Teodoro Studita @ 17/11/2011, 09:09) 
Ma abbiamo qualche fonte che parla in questi termini di astrazione? Mi spiego: va bene che questo residuo di politeismo, per quanto mitigato evidentemente dal tempo, potesse infastidire chi voleva Dio solo al giorno Uno, ma da qui a dire che secondo tale ebraismo ciò equivarrebbe ad ammettere una polinomia, o comunque una pluralità in Dio il passo mi sembra un po' troppo lungo. Ci sono fonti, magari anche tardive, che ne parlano in questi termini? Anche perché, almeno

parlando, non siamo davanti a una pluralità in Dio, bensì a una pluralità di dèi in cui a un certo punto ne emerge uno (o due, stando a molti eccellenti studi).

Hai le idea chiare e distinte come ogni bravo figlio della filosofia greca, e in particolare aristotelica, ove ente e essere di fatto coincidono: enti/esseri separati e distinti. :)
Se però vogliamo capire come pensavano fuori dalla Grecia nei secoli a cavallo di Cristo suggerisco di rinunciare un po' alla nostra logica.
Innanzitutto l'esistenza di più enti separati (Dio, gli angeli) non implicava necessariamente separazione nel loro essere: possiamo ragionevolmente pensare che tutti gli enti (angeli) presenti con Dio nell'eternità (giorno uno) erano pensati come condividere (più o meno) l'essere di Dio, pur rimanendo enti separati.

Questo riguardo l'essere (secondo la sua definizione classica). Ma possiamo dubitare perfino che gli angeli fossero intesi come enti separati da Dio, in quanto capita nella Bibbia che essi siano considerati null'altro che "manifestazioni/facce" di Dio: pensa ai tre uomini (da intendersi ovviamente come angeli, vedi FlavGius, Ant 1:11) che compaiono ad Abramo a Mamre (gn 18:2), essi sono esplicitamente indicati (Gn 18:1) e intesi da Abramo (Gn 18:3) come YHWH.

O pensa a Giudici 13 dove alla moglie di Manoach compare un ente chiamato "angelo di YHWH", "uomo di Elohim", "angelo di Elohim", "uomo", "YHWH", a seconda del verso, per finire con un chiaro "abbiamo visto Elohim".

O chiediti chi era l'angelo con cui Giacobbe lottò? per Osea (12:3-4) era Elohim.

Quindi non solo il fatto che gli angeli siano enti creati non implica di per sé che il loro essere sia separato da Dio (proprio perché essi sono presenti nel giorno uno), ma neppure è chiaro che essi siano enti separati da Dio.

I testi degli apocrifi dell'AT e d Qumran, come alcune poche tracce nel testo biblico, fanno pensare che elucubrazioni come sopra esposte fossero presenti, sia pur in frange minoritarie, nei secoli a cavallo dell'anno 1, e tali elucubrazione che oso chiamare senza esitazione "mistiche" sono a mio parere il miglior modo per comprendere il cristianesimo entro l'ebraismo minoritario di allora
(parli di "polinomia", intendo "più nomi". Penso che il Nome di Dio nell'ebraismo fosse la presenza (l'atto, non la potenza), quindi fosse usato per intendere quello che la metafisica classica indica come ente. E non ho mai detto che neppure il mistico più svitato abbia mai dubitato della singolarità dell'Ente Dio, semmai poteva pensare che il suo Essere potesse essere essere donato ad altri enti).

CITAZIONE (Teodoro Studita @ 17/11/2011, 09:09) 
E poi un'altra domanda: in questa fase di degenerazione del politeismo protoisraelita qual è il rapporto tra elohim e angeli? Perché seguono due strade diverse se in origine sono più o meno la stessa cosa? Oppure è un segno di una gerarchia divina nell'antico pantheon?

Probabilmente (ma prima dell'ottavo secolo !!) Elohim poteva essere inteso come il concilio degli dei sotto El Elyon (che se c'era era comunque ben poco attivo, in analogia con le religioni confinanti). Poi ci furono secoli prima di arrivare ai secoli che ci interessano, e non c'è dubbio che anche l'enochismo più antico considerasse YHWH e Elohim come coincidenti.
Semmai la cosa strana è lo strano plurale di Elohim, che non è un semplice plurale "maiestais" in quanto il testo ebraico è assai inconsistente nell'uso: "Elohim disse (sing): Facciamo (plurale) Adamo a nostra immagine..." questo uso inconsistente poteva far capire ad un mistico che Elohim, pur essendo Uno, non era completamente descrivibile né con la categoria della singolarità né con quella della pluralità.
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 18/11/2011, 07:49     +1   -1




Che sviluppo interessante del thread!

a_ntv

CITAZIONE
o meglio se al "giorno uno" della creazione gli angeli erano già presenti / se gli angeli abbiano avuto un ruolo nella creazione (come sembra da Gn 6 se leggiamo "angeli")

C'è da tenere conto che esiste anche una interpretazione alternativa che vede in questo verso i "beni Elohim", come i figli del terzogenito di Adamo, Seth, contrapposti alle figlie degli uomini, la discendenza di Caino....
CITAZIONE
La creazione degli angeli non è descritta in Genesi 1. I rabbini (dopo Cristo) non trovarono accordo in quale giorno gli angeli furono creati, ma furono concordi che non fu nel Giorno Uno. E in generale non amarono in modo particolare gli angeli (che secondo la dottrina ebraica corrente esistono soloper la durata del loro singolo servizio a Dio): tutto questo per salvaguardare al massimo l'Unicità e Unità di Dio.

Ma, io penso che la cosa possa risolversi alla seguente maniera, che per l'autore genesiaco l'idea degli angeli è ancora molto primitiva e più simile a quella concezione presente tutt'ora in determinati ambienti ebraici, e cioè che gli angeli non siano delle creature (e che quindi non necessitino di nessuna creazione), ma siano come delle "forze" impersonali di Dio, come d'altronde era cosi' inizialmente pure per lo "spirito" santo, e che la "personificazione" di tutte queste energie divine fu un passaggio successivo elaborato da una teologia più complessa che si chiedeva come era fatto il mondo metafisico in cui c'era Dio, da chi era abitato, etc.. Influenze ellenistiche e mesopotamiche (zoroastriane, etc.) molto probabilmente, che non tangevano il proto-ebraismo che non si curava tanto dell'aspetto "mistico" di un aldilà (tant'è che Adamo nella genesi non viene condannato a passare il resto della sua eternità in qualche luogo di tormento, ma semplicemente di ritornare polvere com'era prima di essere creato), quanto piuttosto dell'azione continua di un Dio che "attivo nella Storia" ed interviene materialisticamente con una teologia giuridica basata sull'osservanza di leggi, precetti, alleanze, etc. e conseguenti castighi o premi se vi è o meno l'osservanza di queste leggi. D'altronde avevi fatto notare determinati passaggi in cui gli angeli e YHWH vengono confusi come una cosa sola da parte di diversi autori biblici (Abramo con gli uomini delle tre quercie, etc.), penso che questo sia derivato proprio dal fatto che "malakim" inizialmente non significasse nè più nè meno di quello che etimologicamente e primariamente era e cioè "mezzo, messaggero", mezzo che si poteva esplicare in diversi modi (con gli uomini, con roveti ardenti, con i sogni, etc.), ma non necessariamente con creature celesti soprannaturali e dotate di pensiero e volontà autonoma da Dio.

CITAZIONE
Abbiamo la LXX che spesso traduce "Figli di Dio" come "Angeli", ovvero nel 3 secolo AC i Figli di Dio erano considerati angeli.

Giusto. Però non bisogna dimenticare che, come in ebraico, anche il greco ha la polisemantica ambiguità in cui si può intendere la parola "angeli" sia come ente sovrannaturale e sia come mezzo, messaggero umano. In Apocalisse ad esempio quando si parla di "angeli delle sette Chiese" si deve intendere probabilmente in quel contesto, non degli angeli veri e propri, ma dei delegati umani al servizio di questa o quella comunità cristiana locale.

CITAZIONE
Sicuramente si, basta pensare al citato Deut 32:8 LXX: "Egli disseminò i figli di Adamo, e fissò i bordi delle nazioni in accordo agli angeli di Dio"

A tal proposito faccio notare che la TILC (che ha come base traduttiva del Dt 32 proprio i mss di Qumran) traduce in un modo molto particolare quel verso di cui riporto:

Quando il Dio Altissimo assegnò ai popoli la terra,
quando distribuì gli uomini nel mondo,
segnò i confini delle nazioni
e diede a ognuna un dio protettore.
Ma lui, il Signore, ha riservato per sé il popolo d’Israele,
i discendenti di Giacobbe li ha fatti sua proprietà."

(Deuteronomio 32:8-9)

Il testo, letto con questa interpretazione, acquista un senso veramente interessante. Sarebbe confermata innanzitutto l'esistenza di un Dio maggiore, il Dio Altissimo (l'El Elyon di cui citavi appunto) assegnante a ogni popolo un proprio beni elohim (che dalla TILC viene interpretato come se fosse semplicemente un elohim), e dunque un proprio dio, e che YHWH stesso sarebbe uno di quelli Dèi. Precisamente, il Dio tra i tanti, che si è scelto Israele, la discendenza di Giacobbe. Quindi possiamo qui notare una vera e propria fase enoteistica e monolatra dell'ebraismo, dove, pur adorando e servendo un Dio solo se ne riconosce l'esistenza di molti altri (Chissà se non era questa anche la concezione di Paolo in 1Cor8:5-6)

CITAZIONE
Poi coi secoli il mondo cristiano non sentì più la necessità di dimostrare contro gli ebrei la possibilità di una pluralità nell'unicità di Dio, ma limitò tale pluralità strettamente alla Trinità

Ed estendendola poi a tutti i credenti, alla fine dei tempi, no?

CITAZIONE
Sulla pre-esistenza degli angeli alla creazione vedi Ef 1:3 " Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,... In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo..."

Io penso che vada inteso in un modo diverso questo versetto, ovvero che i credenti qui, siano scelti "prima della creazione di Dio", nella "mente e i piani di Dio" e che non siano ancora effettivamente creati nè su un piano fisico, nè metafisico. Infatti il capitolo dell'epistola parla frequentemente di "predestinazione" di questi credenti, tendendo dunque a un'interpretazione che furono "scelti" prima della creazione, nel senso che il loro destino, nei propositi e volontà di Dio, era già segnato, già scritto, non che furono già creati come sorta di spiriti (e l'autore infatti non sembra porsi il problema di definire questo nel testo in questione)

Un verso più interessante e più attinente a quanto dici è secondo me invece 2Timoteo 1:9 "Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia; grazia che ci è stata data in Cristo Gesù fin dall'eternità", qui mi sembra già più esplicita l'idea di una possibile pre-esistenza eterna dei credenti in Cristo.

CITAZIONE
Questo riguardo l'essere (secondo la sua definizione classica). Ma possiamo dubitare perfino che gli angeli fossero intesi come enti separati da Dio, in quanto capita nella Bibbia che essi siano considerati null'altro che "manifestazioni/facce" di Dio: pensa ai tre uomini (da intendersi ovviamente come angeli, vedi FlavGius, Ant 1:11) che compaiono ad Abramo a Mamre (gn 18:2), essi sono esplicitamente indicati (Gn 18:1) e intesi da Abramo (Gn 18:3) come YHWH.

A questa lista vorrei aggiungere altri versi interessanti che mi sembrano analoghi a quanto dici. Pensiamo ad esempio all'angelo che fermò la mano ad Abramo e dice "Giuro per me stesso, oracolo del Signore...poichè non mi hai rifiutato il tuo unico figlio....ti benedirò di ogni benedizione, io moltiplicherò la tua discendenza..etc.). Sembra che l'angelo sia blasfemo e si erga al posto di Dio. No, banalmente parla proprio per bocca di Dio, o meglio Dio parla con il suo "mezzo", l'angelo appunto. Poi a Giacobbe appare in sogno un angelo che afferma di essere "il Dio di betel" (Gn 31:13), e da notare che questo angelo viene continuamente riferito come un Dio, un Elohim (Gn 35:1,3). Anche l'Angelo di YHWH che si manifesta nel roveto ardente parla e viene trattato come se fosse Dio stesso, etc. gli esempi da fare sono diversi e ben illustrano quella comprensione indefinita di angelo che avevano gli agiografi autori di genesi, esodo ed altri testi.

CITAZIONE
Semmai la cosa strana è lo strano plurale di Elohim, che non è un semplice plurale "maiestais" in quanto il testo ebraico è assai inconsistente nell'uso

Ma nell'ebraico non è una cosa inconsueta che si indichi con un plurale una parola che sia singolare. Il primo esempio che mi viene in mente è paniim, una parola plurale che però indica semplicemente "volto" non "i volti".

Teodoro
CITAZIONE
eziologicamente parlando, non siamo davanti a una pluralità in Dio, bensì a una pluralità di dèi in cui a un certo punto ne emerge uno (o due, stando a molti eccellenti studi)

Di che binomio parli? quello di Elohim/YHWH, El Elyon/YHWH, o Asherah/YHWH?


Saluti

Edited by Lucifero ~Sapere Aude~ - 18/11/2011, 08:44
 
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view post Posted on 18/11/2011, 08:53     +1   -1
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"Ma, io penso che la cosa possa risolversi alla seguente maniera, che per l'autore genesiaco l'idea degli angeli è ancora molto primitiva e più simile a quella concezione presente tutt'ora in determinati ambienti ebraici, e cioè che gli angeli non siano delle creature (e che quindi non necessitino di nessuna creazione), ma siano come delle "forze" impersonali di Dio"

A me invece sembra che questa concezione sia di gran lunga filosoficamente più complessa dell'immaginare degli angeli esistenti a sé. L'idea che questa gente si immaginasse qualcosa come le volontà di Dio che si concretizzano momentaneamente, è un tantino troppo elegante, e non credo che si possa usare per sostenere quest'idea il fatto che gli angeli parlano come fossero YHWH in prima persona. E' tipico delle ambascerie antiche di qualunque popolo, che sono riferite a voce, il fatto che l'ambasciatore reciti a memoria il testo datogli dal suo signore davanti al re cui reca il messaggio. Se il faraone d'Egitto avesse mandato un'ambasceria al re d'Israele, l'ambasciatore si sarebbe messo a recitare: "Io, Faraone, saluto te, re d'Israele, e dichiarò che voglio acquistare dal tuo popolo 100 botti di vino".
Nella Bibbia stessa i profeti di YHWH, che certo sono persone esistenti, quando vanno dai re israeliti a riferire che Dio è molto scontento parlano sovente in prima persona, come se fossero loro il Signore, ma questo ovviamente non significa che il profeta non esista. Similmente l'angelo ha solo il compito di riferire un messaggio del suo Signore, egli è tutto votato al suo Dio, e il non parlare di sé in prima persona come angelo, ma come YHWH, dipende dal fatto che egli è ambasciatore di YHWH, latore del suo messaggio.

Ad maiora
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 18/11/2011, 09:24     +1   -1




CITAZIONE
A me invece sembra che questa concezione sia di gran lunga filosoficamente più complessa dell'immaginare degli angeli esistenti a sé. L'idea che questa gente si immaginasse qualcosa come le volontà di Dio che si concretizzano momentaneamente, è un tantino troppo elegante, e non credo che si possa usare per sostenere quest'idea il fatto che gli angeli parlano come fossero YHWH in prima persona.

Ma non si tratta semplicemente del fatto che parlano come se fosse YHWH in prima persona ma da tutta una serie di elementi sommati che fanno convergere verso questa idea. Pensiamo ad esempio al fatto che gli angeli vengano interscambiabilmente chiamati, dal narratore (o dai protagonisti del racconto) come Dio stesso, come è ad esempio il caso di Manoach o Giacobbe. Ora, il fatto che la creazione degli angeli non sia minimamente menzionata nel racconto genesiaco, ma solo in tradizioni posteriori influenzate dall'enochismo, come i Giubilei, è secondo me estremamente significativo del fatto che per l'autore di Genesi gli angeli non sono creature, o una cosa creata, in quanto non vengono menzionati proprio, come non viene menzionata nessuna ribellione angelica antecedente al peccato originale (anche se è anacronistico parlare di peccato originale nel contesto genesiaco). Dunque, l'assenza è problematica per chi sostiene che gli angeli siano delle creature alla pari degli uomini, perchè la loro esistenza e la loro ribellione -parlo di quella antecedente al peccato dei progenitori- è una dottrina teologica fondamentale che non poteva essere ignorata dall'autore genesiaco se veramente credeva nella loro esistenza, la loro non-menzione è invece perfettamente funzionale se crediamo al fatto che non siano menzionato nella creazione proprio perchè non sono creature, ma mezzi di Dio. Anzi, dirò di più, non solo la loro esistenza non è contemplata dall'autore genesiaco, ma dagli autori genesiaci. Eh si, perchè nemmeno nella redazione del racconto yahwista di Genesi 2 si fa di nessuna menzione della creazione angelica.

Edited by Lucifero ~Sapere Aude~ - 18/11/2011, 10:24
 
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view post Posted on 18/11/2011, 10:34     +1   -1
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Non mischiamo i piani. L'autore\i della genesi non sono obbligati a conoscere qualcosa, né tanto meno, se la conoscono, a parlarne.
La dottrina della caduta degli angeli e loro ribellione può essere anche posteriore alla alla stesura della Genesi, ma ciò dal punto di vista sia della fede sia della storia non cambia nulla, perché ciò che non è rivelato in una parte della Bibbia può esserlo più tardi. Né, comunque, l'esistenza o meno di una dottrina sulla caduta degli angeli nella Genesi, c'entra qualcosa con l'esistenza degli angeli in sé. Gli angeli nella Genesi possono esistere, e al contempo non essersi ancora sviluppata la dottrina della caduta di alcuni angeli, che i redattori della Genesi non sono dunque obbligati a conoscere, o a menzionare.
Dire che se per gli autori della Genesi gli angeli esistessero, allora si dovrebbe anche menzionarne la caduta, è privo di senso, perché presuppone che la comparsa degli angeli sia sincronica alla comparsa della dottrina sulla loro ribellione. Ma nulla lo implica. Sicché si possono concepire anche degli angeli senza per questo pensare che se gli autori della genesi credevano a queste creature allora certamente avrebbero parlato pure della loro caduta.
Nel racconto dei progenitori spuntano dei cherubini, quelli messi a guardia del giardino dell'Eden.
"Scacciato l'uomo, collocò a oriente del giardino di Eden i cherubini che roteavano la spada fiammeggiante, per custodire la via che portava all'albero della vita". (Gen 3 24)
I keruvim sono degli esseri sovrannaturali zoomorfi, rappresentati anche sull'arca, e forse pure su un trono che ospitava l'effige di YHWH. Ce n'è traccia nella storiogragia deuteronomistica. Cito da un testo di Paolo Merlo:

"Per quanto concerne il regno di Giuda, è molto probabile che anche qui il dio Yhwh fosse onorato in modo del tutto simile a quanto visto per il regno di Israele; Yhwh gerosolimitano risiedeva infatti nel tempio, seduto su un trono di cherubini (2Re 19,15), secondo un'iconografia regia nota non solo dai troni fenici, ma anche da reperti israeliti, come ad esempio un supporto culturale del X secolo a.C. rivenuto a Taanach (Hestrin, 1987; cfr. Fig.9) e giudaiti, come ad esempio un frammento eburneo del IX sec. a.C. proveniente da Tel Rehov che raffigura un sovrano seduto in trono (Mazar, 2007). Anche se fuori dai limiti cronologici di questo volume, si potrebbe ricordare qui la moneta (una dracma d'argento) di età tardo persiana sulla quale è raffigurato un dio barbuto che tiene un falco assiso su una specie di trono a forma di ruota alata con a fianco un'iscrizione di tre lettere: yhd "Giuda" (cf. FIG 2; Meshorer, 2001, p. 2). Secondo alcuni autori, tale figura divina potrebbe essere una rappresentazione del dio supremo di Giuda collegable in un certo modo alla visione del carro divino descritta nei primi capitoli del libro di Ezechiele. Il dio Yhwh seduto sul trono era, in tutta probabilità, destinatario anche di un culto pubblico tramite processioni o cerimonie di intronizzazione, come sembrano fare riferimento Sal 24, 7-10, oppure Sal 68, 25,26: "Essi hanno visto il tuo corteo, o Dio, il corteo del mio dio, del mio re, nel santuario". Ancora più esplicito pare essere il Salmo 47, 6-9: "Ascende Dio tra le acclamazioni, Yhwh al suono di tromba [...]. Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono santo."(Paolo Merlo, La religione dell'Israele Antico, Roma, Carocci, 2009, p. 34)

L'aniconismo di Yhwh è un fenomeno non sempre attestato, e prima delle fantasie ermeneutiche di alcuni rabbini i keruvim erano degli esseri sovrannaturali concepiti come esistenti e raffigurati.
 
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Lucifero ~Sapere Aude~
view post Posted on 18/11/2011, 11:25     +1   -1




CITAZIONE
L'autore\i della genesi non sono obbligati a conoscere qualcosa, né tanto meno, se la conoscono, a parlarne.

Ma se il punto cruciale di Genesi è proprio dire ed elencare cosa Dio abbia o non abbia creato? Capisco che un autore non sia costretto, en passant a dire il benchè minimo nulla di quello che vorremmo, ma qui il punto è molto più fondamentale e siccome non si capisce minimamente per quale astruso motivo l'autore di Genesi non dovrebbe menzionare la creazione degli angeli proprio nel racconto dove sistematicamente elenca tutte le cose che Dio ha create, il rasoio di Occam insegna che la soluzione più semplice e più probabile è che per l'autore gli angeli come creature non sono mai semplicemente esistite.

CITAZIONE
Né, comunque, l'esistenza o meno di una dottrina sulla caduta degli angeli nella Genesi, c'entra qualcosa con l'esistenza degli angeli in sé.

Dicevo semplicemente che erano entrambi dottrine fondamentali, per la dottrina cristiana, infatti se di questa caduta angelica non si parla nemmeno in Gn 6, non se ne parla da nessuna parte dell'Antico Testamento.

CITAZIONE
Dire che se per gli autori della Genesi gli angeli esistessero, allora si dovrebbe anche menzionarne la caduta, è privo di senso

E infatti non è quello che ho detto. Sto dicendo semplicemente che entrambe le credenze sono fondamentali da un punto di vista teologico, non che la prima credenza supponga necessariamente la menzione della seconda.

CITAZIONE
"Scacciato l'uomo, collocò a oriente del giardino di Eden i cherubini che roteavano la spada fiammeggiante, per custodire la via che portava all'albero della vita". (Gen 3 24)

I cherubini sono custodi. Il fatto che siano menzionati qua, ma non nella creazione, è altro indice del fatto che non siano nemmeno loro creature a se stante, ma un titolo indicante il loro essere custodi. Non a caso anche un re umano, Tiro venne chiamato giustappunto "cherubino protettore", ma non perchè venne paragonato ad un angelo, ma proprio perchè il titolo di cherubino indica proprio il ruolo di custode/protettore. Non per nulla sono cherubini quelli che stanno sopra l'arca dell'alleanza ne sono custodi, come sono custodi anche i cherubini che proteggono l'Eden con le spade fiammeggianti.
 
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26 replies since 2/11/2011, 13:13   865 views
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