Studi sul Cristianesimo Primitivo

Plinio e la testimonianza sui cristiani, Epp. 96-97. Trasmissione del testo e critica testuale

« Older   Newer »
  Share  
MsNifelheim
view post Posted on 9/5/2011, 01:36 by: MsNifelheim     +1   -1




CITAZIONE
Questo di Jucundus è solo l'ultimo episodio che rende altamente probabile l' ipotesi di interpolazione per quanto riguarda Plinio.

Esistono studiosi che sostengono questa tesi?

Ho provato a fare una piccola ricerca, selezionando ovviamente degli studiosi accademici le cui pubblicazioni fossero almeno risalenti agli anni '50 del XX secolo

Secondo M. Sordi, in "I cristiani e l'impero romano" p. 91, "l'autenticità del rescritto e della lettera di Plinio a Traiano che lo provocò è per tutti fuori discussione e le ipotesi di eventuali interpolazioni non hanno ormai alcun seguito: non c'è dubbio che esso è il più antico documento ufficiale sui rapporti fra il Cristianesimo e lo stato romano"

A. Corbain in "Storia del cristianesimo" p. 34 considera autentica le epistole 96 e 97 del libro X

R. Cacitti in "Inchiesta sul cristianesimo" di C. Augias e R. Cacitti a p. 110 definisce la lettera di Plinio il Giovane la più antica fonte "pagana" sui cristiani

E. Wipszycka, in "Storia della Chiesa nella tarda antichità" p.88-89 considera autentiche sia la lettera 96 che la lettera 97

N. Davies, in Storia d'Europa vol.1-2 p. 222 parla delle perplessità dei funzionari romani citando l'episodio di Plinio il Giovane

S. Mazzarino in "Antico, tardoantico ed era constantiniana", vol. 1 p. 70 scrive
"La forma giuridica condannava i cristiani; ma essi erano la minoranza creativa (in alcune regioni, la maggioranza; così in Bitinia, già all'epoca di Plinio il Giovane)." Implicitamente dunque considera le lettere autentiche.

M. Smith, in "Gesù, messia o mago" p.80-81 scrive "L'opinione espressa da Tacito è la più sorprendente perchè, poco prima che egli scrivesse, un funzionario romano altrettanto illustre aveva svolto indagini sui cristiani ed era giunto alla conclusione che fossero ingenui e innocui. Era Plinio il Giovane quel funzionario, che nel 110-111 fu governatore di Bitinia, nel nord-ovest della Turchia. Egli scrisse all'imperatore Traiano (Lettere X,96) [...]e non aveva trovato altro all'infuori di 'una superstizione corrotta e stravagante'"

C. Moreschini ed Enrico Norelli, in "Storia della letteratura cristiana antica greca e latina: vol. 1", p. 286 definisce la lettera di Plinio il Giovane a Traiano "Documento fondamentale"

in "Plinius der Jüngere und seine Zeit" di E. Lefevre (da non confondere con M. Lefebvre) p. 273 (curata da M. Sordi) si considera ovviamente autentica l'epistola 96

E. Artifoni in "Storia medievale" nel §9, "Religioni di salvezza" scrive (p.58) "il ben noto scambio epistolare fra Plinio il Giovane, governatore di Bitinia, e il suo imperatore Traianosull'atteggiamento da tenere verso i seguaci del nuovo credo rivela duttilità e cautela del tutto prive di incontenibili asprezze ideologiche"
 
Top
7 replies since 7/5/2011, 17:16   3834 views
  Share