Spesso tradotto : beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica
Piccola riflessione su φυλάσσοντες, di Marcuccio, il quale difende questa resa:
CITAZIONE
[...] il contesto parla di una divisione fra credenti ed increduli così come si vede nella parabole del seminatore che Luca conclude con l'episodio della contrapposizione fra i parenti che sono increduli e il macarismo in oggetto (Cf. V. Fusco, sub voce "Luca" in Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, P. Rossano - G. Ravasi - A. Girlanda [curr.], San Paolo, Cinisello Balsamo [Mi], 1988); così come è contestuale il fatto che il Cristo è incarnazione storica della "legge di Dio". Nell'accezione di "cose legali" φυλάσσω ha il significato anche di "osservo", "pratico". La bontà di tradurre φυλάσσω di Lc 11, 28 così come ho fatto poi è anche qui
http://concordances.org/greek/phulassontes.htm e così pure in L. ROCCI, Vocabolario Greco-Italiano, Società Editrice Dante Alighieri, Roma 1991, 36 ed., p. 1989 - 1990; hai visto poi tra le altre che dice lo Spicq in Note di lessicografia neotestametaria, Paideia, Brescia 1994?)
Come sappiamo φυλάσσω significa principalmente "custodire", proprio nel senso di "fare la guardia" (specialmente la notte, precisa il LS), qui ovviamente da intendersi in senso metaforico.
Personalmente non mi piace la traduzione "mettere in pratica" per due motivi:
- Se possibile cerco di evitare di tradurre una parola con tre parole
- La resa "mettere in pratica" trasforma un macarismo in una sentenza legale, ma non mi sembra che si stia parlando di "fare", quanto piuttosto di una condizione di ascolto e presa di coscienza.
In altre parole, se è chiaro che in genere nel NT l'espressione "custodire la Legge" vuol dire metterla in pratica, qui non si parla
strictu sensu di νόμος (come in At 7,53; 21,24, per restare a Luca), ma di λόγος τοῦ θεοῦ che, nel materiale L (questo macarismo non è da Q) può senz'altro indicare qualcosa da mettere in pratica, ma non con questo verbo. Infatti il parallelo più significativo mi pare essere questo:
Μήτηρ μου καὶ ἀδελφοί μου οὗτοί εἰσιν οἱ τὸν λόγον τοῦ θεοῦ ἀκούοντες καὶ ποιοῦντες.
«Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». (Lc 8,21)
Qui, come si vede, abbiamo il verbo ποιέω che non lascia dubbi circa il mettere in pratica.
Nel caso del macarismo, invece, io credo che abbiamo a che fare con qualcosa di più profondo di "mettere in pratica un insegnamento", ma custodire nel senso di accogliere la Parola
latu sensu. Senza voler caricare l'espressione di echi giovannei, credo che rendere "mettere in pratica" restringa il senso del macarismo riducendolo a una specie di prescrizione legale, cosa che non mi pare essere.
Per questi motivi personalmente preferisco la versione : «beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono».
Ogni commento è il benvenuto.
Edited by Teodoro Studita - 8/10/2011, 22:57