| E' una questione vecchissima. Si discute da sempre se il diaconato femminile fosse una semplice funzione ministeriale (cioè di servizio), o qualcosa che dipendesse da un'ordinazione sacramentale. Non tradurre con "diaconessa" in Occidente può essere una buona idea, perché in Occidente il diaconato è un grado dell'ordine, e dunque chi vedesse scritto "diaconessa" penserebbe inevitabilmente ad un corrispettivo femminile del ruolo maschile. La posizione cattolica è che invece queste donne nell'epoca apostolica non venissero affatto ordinate, o, se lo erano, facessero solo un ministero di carità, e non funzioni sacramentali (cioè non potevano accedere al presbiterio). In Occidente non sono attestate ordinazioni diaconali femminili, in Oriente sono attestate nel primo millennio, poi sono sparite, e di recente sono ricomparse. Anche in questo caso i testi delle ordinazioni femminili sono molto diversi da quelli maschili perché si parla solo del servizio di carità, in sostanza l'esegesi cattolica ritiene che fossero delle "laiche". In realtà il dibattito tra protestanti e cattolici in questo caso è tra sordi, perché i protestanti ritengono che tutte le cariche ecclesiastiche nel I secolo fossero laiche, cioè che la concezione "sacrale" dell'ordine sia postuma. Sia come sia, a prescindere dal fatto che esistesse o meno una concezione sacrale, dai dati del I millennio si vede chiaramente che le diaconesse o non esistono, o fanno quello che operano le suore cattoliche oggi, cioè ministero di carità. Per questo credo si sia evitato di tradurre con "diaconessa", perché una traduzione deve badare anche alla sincronia, cioè a quello che una parola suscita nel lettore contemporaneo, e io ho la netta impressione che tradurre con "diaconessa" possa dare l'errata idea che costoro fossero le copie femminili dei diaconi maschi, cogli stessi ruoli. Questo non è mai avvenuto, né in Oriente né in Occidente, ma simili traduzioni hanno fatto sì che alcune donne, ignare del magistero ecclesiastico e basandosi sulla loro mera comprensione della Scrittura in stile protestante, si siano messe a manifestare per il conferimento del "diaconato femminile" (che nelle loro intenzioni doveva essere identico a quello maschile).
Quanto all'altra discussione, e ciò la canonicità di Giacomo nei testi antichi, stendiamo un velo pietoso sull'utilizzo improprio di citazioni scritturistiche per accreditare un testo come canonico, visto che di liste non ce ne sono proprio. Chi redige elenchi di autori che approverebbero la canonicità di qualcosa va dietro ad indicatori come la formula gegraptai ("Sta scritto"), che in realtà, come è stato ampiamente documentato da cinquant'anni, da sole non provano nulla.
Edited by Polymetis - 2/9/2011, 10:31
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