Studi sul Cristianesimo Primitivo

Mauro Pesce: Gesu' non fondo' il cristianesimo, discontinuita' tra il maestro e la Chiesa

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negazionista
view post Posted on 22/1/2012, 16:11 by: negazionista     +1   -1




Eliah Six non poteva essere più chiaro:

CITAZIONE
La chiesa cattolica è in linea di massima contro la separazione tra fede e ragione. Reputa la tesi di una ragione debole pericolosa (così Papa Giovanni Paolo II nell'enciclica Fides e Ratio).
La ragione però non può decidere e stabilire se i contenuti della rivelazione di Dio sono corretti e sensati. La ragione lavora ed è al cospetto della fede.

Kierkegaard invece reputa la fede un passo nel vuoto, contro ogni argomento razionale.

Ecco in parte spiegata la resistenza insolita che trovo in ambiente cattolico verso le tesi provocatorie del prof bolognese, perchè come ho già detto sembra negare parecchio specificità al messaggio gesuano, dando più risalto alla sua pratica di vita (quella si ''cristiana'', o meglio ''francescana''):

Gesù non diede mai importanza primaria alla teoria e alla teologia. [...] Chiedeva, invece, obbedienza alle sue richieste radicali nella pratica di vita: abbandonare il lavoro, la famiglia, gli averi. Gesù invitava a praticare il perdono. Non chiese mai a nessuno di credere a concezioni particolari» (pag. 170).

Paragonandolo a s.Francesco, però, sembra lasciare nel lettore la volontà di trarre le estreme conseguenze da ale confronto: come s. Francesco non si è trasformato in un Lutero o in Pietro Valdo, così Gesù non ha avuto affatto bisogno di rompere coi giudaismi dell'epoca - come invece farà Paolo -, tanto più che la sua morte è addebitata, come ha ricordato Hard Rain, interamente alla ottusità del Romano, senza alcuna complicità imbarazzante del sinedrio (da quel che hò letto).



Addiritura, il Gesù di Pesce non voleva affatto “abolire” i sacrifici del tempio di Gerusalemme sostituendoli con un’altra religione. Gesù non era contrario ai sacrifici che si svolgevano nel tempio ebraico e anzi invitava a compierli con un atteggiamento autenticamente religioso, secondo una spiritualità che ritroviamo anche nell’esperienza religiosa ebraica prima di lui.

Alla fine del libro Pesce accenna brevemente a "come i discepoli di Gesù, dopo la sua morte si allontanarono da diversi aspetti fondamentali del suo insegnamento e della sua pratica di vita''.

Gesù non aveva previsto tutta una serie di problemi che i suoi seguaci dovettero affrontare senza avere a disposizione delle sue indicazioni. Dovettero inventare delle risposte e si differenziarono anche notevolmente fra loro nel darle.



CITAZIONE
ma mi sembra quantomento superficiale esprimersi con esemplificazioni del tipo "il cristianesimo ha tradito Gesù (si/no)" quando, come dimostra Paolo, una certa cristologia si sviluppò all'interno dell'ebraismo stesso.

Eppure pesce si ripropone in futuro di sviluppare meglio questa tesi particolare in stato ancora embrionale:

8. «La continuità tra i gruppi di seguaci di Gesù e Gesù non è primariamente cristologica, ma teo-logica» (pag. 221)


Che dire? Il libro termina con domande a mò di tesi molto interessanti, quindi direi di aspettare e vedere il seguito dell'opera di questo importante studioso, magari quando avrà presentato un ritratto più sistematico possibile del suo Gesù. Fa piacere aver capito, da parte mia, come anche presentando un gesù per nulla arpiolide o miticista, lo studio moderno del gesù storico presenta numerosi grattacapi a chi vorrebbe ingabbiarlo secondo categorie precostituite.
Getta un pò di ironia ed anche di inquietudine il sapere però come ci siano troppi ''interessi'' di fede e non fede in gioco al riguardo. Tuttavia spero di condividere la fiducia che nutre anche il prof Pesce sulla assoluta imparzialità del (suo) metodo storico.

Ringrazio tutti per la collaborazione.
Un saluto
 
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92 replies since 17/1/2012, 12:57   3740 views
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