Rispondendo all'invito di Weiss a trovare elementi di cristologia alta nelle fonti dei sinottici, in passato su questo thread avevo risposto
In passato riflettevo, ad esempio, sulla formulazione di Q 4,12 dove l'estensore di tale fonte sembra lasciar intendere che quel κύριον τὸν θεόν possa essere ambiguamente applicato a Gesù parlante;A beneficio dei foristi – e di chi altrove chiede delle tentazioni – riporto brevemente il brano in questione,
Mt 4,5-7
5 Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 6 e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo,
ed essi ti sorreggeranno con le loro mani,
perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».
7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non tentare il Signore Dio tuo».
Lc 4,9-12
9 Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; 10 sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordine per te,
perché essi ti custodiscano;
11 e anche:
essi ti sosterranno con le mani,
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
12 Gesù gli rispose: «È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo».
[Se qualcuno volesse il testo ricostruito di Q lo chieda, perché lo dovrei riscrivere a mano]
Ebbene qui Q sembra creare un'ambiguità, perché nel paragone suggerito con Deut si dice di non tentare Dio, qui invece è Gesù che viene tentato, uno slittamento che non può non essere notato e che tuttavia in maniera forse un po' sbrigativa Weiss liquida con:
CITAZIONE (JohannesWeiss @ 28/1/2012, 22:46)
la lettura che proponi di κύριον τὸν θεόν di Q 4,12 non mi sembri sostenibile nel contesto del brano delle tentazioni,
Tuttavia spiluccando qua e là mi sono accorto di non essere il solo a vedere una cristologia alta nelle tentazioni in generale. Infatti proprio in una delle principali monografie su Q possiamo leggere:
First, the author of Q rearranges the characters [...] the author of Q has the devil try to get Jesus to take ok the role of God in the firts temptation [...] in the first temptation the devil suggests that Jesus take the place of God by turning stones into bread [...] (H. Fleddermann.
Q. A reconstruction and commentary, Peeters, 2005, 256)
If God can raise up children from "these stones"then Jesus as the Son of God can turn "these stones" into bread. The devil suggests that Jesus jas the same miracle-working power of God. (
ibid, 258)
Questi indizi, forse marginali, in realtà mi sembrano inserirsi a pieno titolo nella teologia di Q, una teologia
posteriore a quella che già si era formata nell'ambito cultuale. Dice lo stesso autore a proposito del titolo "Figlio dell'Uomo" e all'introduzione del titolo κύριος in Q 6,46:
... the expression reflects the κύριος-cult of early Christianity in wich the community addresses the risen Jesus as "lord" in worship. The title Lord is reserved for God in the Old Testament, and Q also refers to God as Lord (Q 4,12.8; 10,2.21), so in using the title for Jesus we have an example of Q transferring to Jesus one of God's titles. (
ibid, 133)
Dunque l'idea della divinità di Cristo si forma nel culto, da qui passa in Q e si può vedere qualche esito di questa operazione nei sinottici. Dunque chi vuole cercare i germi della cristologia alta (ad es. giovannea) nei sinottici sbaglia la mira, perché il suo
sitz-im-leben è nel culto, come suggerivo alcune pagine fa citando l'Inno di Filippesi. Di più, si potrebbe arrivare a dire che i redattori dei sinottici abbiano operato una "disamplificazione" di quanto nell'ambito cultuale era già pienamente espresso, forse per la permanenza nelle comunità protocristiane di ampie enclavi giudeo-cristiane che avrebbero potuto scandalizzarsi di dichiarazioni troppo esplicite sulla divinità di Cristo? Mi sembra un terreno sul quale si potrebbe indagare.