Studi sul Cristianesimo Primitivo

Il corpo (sôma) di Gesù

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Hard-Rain
view post Posted on 7/3/2008, 09:11     +1   -1




Per Giancarlo Tranfo.

Ciao Giancarlo, ho letto in un forum questa tua nota che mi ha interessato:

CITAZIONE
nota bene: in antiche versioni greche del vangelo di Marco, Giuseppe d’Arimatea nel chiedere il corpo di Gesù usa la parola "soma" che significa soltanto "corpo vivo" mentre Pilato nell'acconsentire usa la parola "ptoma" che significa cadavere...

Fonte: http://www.spazioforum.it/forums/religioni-about571.html

A me non convince che sôma significhi soltanto "corpo vivo", di animale o persona. E' vero che in greco sôma molte volte significa corpo di una persona viva o anche di un animale (come appunto nell'italiano "corpo") ma non è una regola generale. Come spiegare casi come 1 Sam. 31:10, 1 Sam. 31:12, Giuditta 13:9, Sir. 38:16 e Dan. 7:11 dove nella LXX è usato sôma per corpi chiaramente morti? Ho fatto soltanto una ricerca veloce nella LXX senza analizzare casi nel greco classico, in questo momento non ho tempo per farlo.

Sir. 38:16 ad esempio legge: "Figlio, versa lacrime sul morto (epi nekrôi), e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento; poi seppelliscine il corpo (to sôma aytoy) secondo il suo rito e non trascurare la sua tomba (then tafhen aytoy)"

Se ho ben capito il tuo discorso, non vedo perchè l'uso di sôma debba significare che Gesù era vivo dopo la crocifissione, oppure che sfuggì ad essa. A me pare che la parola sia usata nel caso di persone morte per rimarcare una certa deferenza, nel passo del Siracide di cui sopra si dice pietosamente al figlio di seppellire il "corpo" del genitore defunto, non si dice: vai a seppellire "il cadavere" di tuo padre.

Mi chiedevo poi se il passo di cui parli è Mc. 15:43 ("Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù (to sôma tou Iêsou)"). Ora non ho a portata di mano NA27 perchè in questo momento non mi trovo nella mia biblioteca, però mi pare che tutti i manoscritti leggano tranquillamente sôma in quel passo, perchè allora dire: "in antiche versioni greche del vangelo di Marco ...", come se esistessero delle versioni con la parola emendata, non mi pare che dei copisti si siano posti il problema di correggere ivi la parola sôma. Mi riservo comunque di verificare appena possibile.

Nota aggiuntiva. Dunque, l'apparato critico di NA27 dice che in Mc. 15:43 leggono ptôma (cadavere, salma) anzichè sôma: D (Bezae-Cantabrigensis), k, sys (versione siro-sinaitica). Resetto quindi l'ultima parte del mio discorso. D'altra parte leggono sôma invece di ptôma in Mc. 15:45 (Informato dal centurione, [Pilato] concesse la salma a Giuseppe) i codici A, C, W, ecc... (abbiamo molti testimoni). Dal controllo incrociato non vi è un codice che legga sempre sôma nei due versi, comunque anche se vi fosse io sono propenso a non considerarlo una prova del fatto che Gesù era "vivo" e che qui si intende il corpo di una persona viva, dato il contesto. Può darsi, per carità, che lo fosse, ma non mi sembra convincente utilizzare questa argomentazione per sostenerlo.

Saluti.

Edited by Hard-Rain - 7/3/2008, 20:51
 
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Frances Admin
view post Posted on 8/3/2008, 12:05     +1   -1




Il greco "soma" può significare sia "corpo vivo" sia "cadavere", solitamente di un essere umano, ma anche di animali e vegetali. E 'l'opposto di "psiche", che non contempla la materialità. Per designare un "corpo vivo" in greco esiste un termine molto specifico, ovvero "demas".
 
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G. Tranfo
view post Posted on 10/3/2008, 11:07     +1   -1




CITAZIONE
Dal controllo incrociato non vi è un codice che legga sempre sôma nei due versi, comunque anche se vi fosse io sono propenso a non considerarlo una prova del fatto che Gesù era "vivo" e che qui si intende il corpo di una persona viva, dato il contesto. Può darsi, per carità, che lo fosse, ma non mi sembra convincente utilizzare questa argomentazione per sostenerlo.

Ciao carissimo!
Ma infatti non la ritengo una "argomentazione forte" ma un mero indizio lessicale a sostegno di una tesi che, per un insieme di altri convincenti aspetti, mi sembra tutt'altro che campata in aria.
Tu sai che non conosco il greco antico (e che purtroppo mi devo fidare delle altrui traduzioni). Nello specifico, quanto da te ripreso del mio post su O.R. è stato riferito da Baigent M., Leigh R. Lincoln H., in "Il Sacro Graal- una catena di misteri lunga 2000 anni", ed. Net 2004, pg. 380.
Ora voglio dirti una cosa simpatica: mentre scrivevo quel post mi sarei giocato la testa che l'avresti ripreso riferendoti proprio a quella parte: ormai ti conosco... ma era quello che volevo!
Seconda cosa: ho visto che è stata aperta una discussione su Simone di Cirene e volevo segnalare a chi legge (perchè sono strasicuro che tu lo conosca) un passo appartenente alla biblioteca di Nag Hammadi e, più precisamente, al II Trattato del grande Seth (Codice VII).
Si tratta della straordinaria dichiarazione di colui che sembra essere il messia scampato alla croce:

CITAZIONE
"Non sono stato crocefisso! Non sono morto! Non ho dovuto cedere!
Non hanno potuto nemmeno sfiorarmi! lo, in disparte, sorridevo triste...
Credono che io sia morto. Sono ciechi e sono in errore. Si sentono in grande colpa.
Pensano che la mia morte sia ricaduta su di loro. Pensano davvero di aver inchiodato alla croce il loro Salvatore decretando la propria rovina spirituale per sempre.
Non è così. Chi ha bevuto il fiele? io no! Chi ha bevuto l'aceto? Non certamente io.
Chi colpirono con la lancia? Non hanno colpito me. Ma non colpirono un fantasma.
Crocefissero un uomo vero, un uomo in carne ed ossa! Hanno crocefisso un altro.
Uno di loro. Si sono crocefissi tra loro!
Chi portò la croce sulle spalle? Non io, ma Simone, cioè un altro e non io.
Chi fu inchiodato al legno? Un altro! Su chi posero la corona di spine sulla testa?
Su chi? Su un altro!
io, in disparte, sorridevo triste..."

Come tu sai, questa versione dei fatti (oltre che da Basilide che era condizionato da una mescolanza di aspetti del pensiero ellenistico con altri appartenenti alla cultura egizia e persiana), appare testimoniata anche dalla tradizione coranica nata nel VII secolo d.c.:
CITAZIONE
“non fu ucciso, né crocifisso anche se questo è quanto sembrò a loro”(Corano, IV:157, 158).

Un caro saluto sempre fugace (causa forza maggiore).

Giancarlo Tranfo

 
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Hard-Rain
view post Posted on 10/3/2008, 11:46     +1   -1




Ti ringrazio molto Giancarlo. Sì, avevo sentito parlare di questi passi ma non ricordavo il riferimento bibliografico. Vanno dunque aggiunti a Basilide di cui parla Ireneo di Lione.

Questi miei interessamenti derivano dal fatto che sto studiando il vangelo di Pietro e quindi la Passione di Gesù Cristo.

Dettagli a breve!

A presto.
 
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pcerini
view post Posted on 10/3/2008, 12:31     +1   -1




CITAZIONE (G.Tranfo @ 10/3/2008, 11:07)
"Non sono stato crocefisso! Non sono morto! Non ho dovuto cedere!
Non hanno potuto nemmeno sfiorarmi! lo, in disparte, sorridevo triste...
Credono che io sia morto. Sono ciechi e sono in errore. Si sentono in grande colpa.
Pensano che la mia morte sia ricaduta su di loro. Pensano davvero di aver inchiodato alla croce il loro Salvatore decretando la propria rovina spirituale per sempre.
Non è così. Chi ha bevuto il fiele? io no! Chi ha bevuto l'aceto? Non certamente io.
Chi colpirono con la lancia? Non hanno colpito me. Ma non colpirono un fantasma.
Crocefissero un uomo vero, un uomo in carne ed ossa! Hanno crocefisso un altro.
Uno di loro. Si sono crocefissi tra loro!
Chi portò la croce sulle spalle? Non io, ma Simone, cioè un altro e non io.
Chi fu inchiodato al legno? Un altro! Su chi posero la corona di spine sulla testa?
Su chi? Su un altro!
io, in disparte, sorridevo triste..."

Se non erro,fu l'archeologo Mario Pincherle a scoprire questa parte del codice VII del Trattato II di Seth.
Quello che non so e' la precisa datazione di questo codice. Immagino III o IV sec. D.C. essendo copto.

Edited by pcerini - 10/3/2008, 12:59
 
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Hard-Rain
view post Posted on 10/3/2008, 13:33     +1   -1




Sabato Scala aggiunge (o modifica?) al trattato di Seth questa frase:

CITAZIONE
Era un altro, il loro padre, che ha bevuto la bile ed l'aceto; non ero io.Chi fu percosso con la canna, era un altro, Simone, colui che portò la croce sulle sue spalle. Era un altro colui cui hanno messo la corona di spine.

Bisogna lavorare bene sulle traduzioni e capire chi ha ragione perchè potrebbe trattarsi di una enorme conflazione di tutti i vangeli, un pezzo di qui, un pezzo di là, la canna da alcuni, la lancia dagli altri, ecc..., Simone dai sinottici (ma non da Giovanni), quindi posteriore a essi. Ma è meglio non lasciarsi ingannare da traduzioni non aderenti al testo.

Ho trovato che Basilide si stima aver operato tra il 120 e il 140. Il vangelo di Pietro non riporta stranamente l'episodio di Simone di Cirene che invece è attestato da tutti e tre i sonottici. Invece il VdP cerca sempre di inglobare il più possibile materiale attestato da una sola fonte, per poi piegarlo sempre in chiave antigiudaica.

Forse non menziona questo episodio come reazione all'eresia di Basilide, per non dare appigli testuali ai suoi seguaci?

Rimando all'altro thread.
 
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G. Tranfo
view post Posted on 10/3/2008, 19:10     +1   -1




CITAZIONE
Sabato Scala aggiunge (o modifica?) al trattato di Seth questa frase:

CITAZIONE
Era un altro, il loro padre, che ha bevuto la bile ed l'aceto; non ero io.Chi fu percosso con la canna, era un altro, Simone, colui che portò la croce sulle sue spalle. Era un altro colui cui hanno messo la corona di spine.

Bisogna lavorare bene sulle traduzioni e capire chi ha ragione perchè potrebbe trattarsi di una enorme conflazione di tutti i vangeli, un pezzo di qui, un pezzo di là, la canna da alcuni, la lancia dagli altri, ecc..., Simone dai sinottici (ma non da Giovanni), quindi posteriore a essi. Ma è meglio non lasciarsi ingannare da traduzioni non aderenti al testo.

Ma infatti chi, se non i miei amici Gianluigi e Frances, hanno i numeri per tentare un'analisi testuale sulle immagini (se riusciamo a trovarle) del manoscritto originale?
Voi mi direte che il copto non è ... greco ma egizio: questo lo so bene ma è anche vero che fa uso di caratteri alfabetici appartenenti all'idioma greco, e magari anche certi costrutti potrebbero presentare qualche similarità (non lo so... sto annaspando ma è talmente tanto tempo che ho tanta la voglia di capirci di più su questo passo che non so che darei per venirne a capo). :555.gif:
Devo dire che tutte le fonti consultate fino ad ora riportano la medesima traduzione (e questo è un buon segno a livello di univocità).

Che dite? Si può tentare?

Ora non ditemi che sembro quello di "armiamoci e partite": partendo io, a digiuno di lingue antiche, dove posso arrivare? :cry:

Per Paolo (Pcerini, mi sembra ti chiami Paolo vero?):

Si, la datazione, a dire degli esperti, non è anteriore al III secolo (anche perchè prima il copto non era un espressione linguistica compiuta mentre nel III secolo, proprio grazie alla diffusione delle variegate forme di fede cristiana nell'area egizia, divenne lo strumento più diffuso soprattutto nella redazione dei documenti afferenti le tematiche di fede).

Non volevo insegnare niente a nessuno, stavo ripassando a voce alta :lol: :lol: :lol:

Un saluto

Giancarlo
 
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Hard-Rain
view post Posted on 13/3/2008, 08:50     +1   -1




No, Giancarlo, il copto è diversissimo, la grammatica non è la stessa, vi è qualche parola in comune ma è una lingua a parte.

Comunque ho trovato diversi problemi con la traduzione del trattato di Seth.

In rete circolano traduzioni anche sostanzialmente diverse l'una dall'altra e non so quanto affidabili.

Riporto questa che è tratta dal libro di Bart D. Ehrman (I Cristianesimi perduti, pag. 241), provenendo da un libro stampato ritengo sia abbastanza affidabile:

“Infatti la mia morte, che loro credono sia avvenuta, è [invece] accaduta per loro nel loro errore e nella loro cecità. Hanno inchiodato il loro uomo alla [loro] morte. Le loro menti infatti non mi videro, perché erano sordi e ciechi. […] Quanto a me, da un lato mi hanno visto e mi hanno punito. Un altro, il loro padre, fu colui che bevve il fiele e l’aceto, non io. Mi colpivano con la canna; un altro, che era Simone, fu quello che sollevò la croce sulla spalla. Un altro fu quello cui misero la corona di spine. Ma io mi rallegravo in alto di tutte le ricchezze degli arconti […] ridendo della loro ignoranza. […] Infatti continuavo a cambiare le mie forme dall’alto, trasformandomi di parvenza in parvenza” (2 Seth, 55-56, in B.D. Ehrman, I Cristianesimi perduti, ed. italiana 2006, pag. 241).

Come dicevamo l'eresia di Basilide (inizio-metà del II secolo) è attestata in Ireneo, Adv. Haer. 1.24.3 ma è citata anche nel frammento di Muratori che si stima riportare un testo della fine della seconda metà del II secolo, composto poco tempo dopo il Pastore di Erma. Ireneo afferma che il padre di tutti gli eretici fu Simone Mago, poi venne Menandro e dopo di loro Saturnino e, appunto, Basilide. Come successione cronologica siamo nel II secolo.

Non so se avevo già detto che il vangelo di Barnaba afferma che invece Gesù si scambiò con Giuda Iscariota che finì crocifisso. Ma è un testo tardo e scarsamente attendibile, tanto è vero che chiama Gesù come Cristo però poi dice che Gesù non era il Messia, dimostrando di non sapere neppure che Christos in greco è l'equivalente di Messia in ebraico. Secondo vari studiosi è un vangelo interpolato se non addirittura costruito dai musulmani per sostenere una certa cristologia in linea col pensiero di Maometto.

Dall'altra parte della barricata abbiamo il vangelo di Giovanni, il vangelo di Pietro, le memorie di Nicodemo e il vangelo di Gamaliele che tacciono completamente l'episodio di Simone di Cirene. Passi per Giovanni che spesso costituisce un mondo a sè, ma negli altri tre la scelta di censurare l'episodio è volontaria, non credo non ne fossero a conoscenza, sono testi che dipendono molto probabilmente dagli stessi canonici o comunque li conoscevano.

Saluti

Edited by Hard-Rain - 13/3/2008, 11:08
 
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Hard-Rain
view post Posted on 19/2/2011, 09:24     +1   -1




Dopo molto tempo ritorno su questa questione. Leggendo, per esempio, ho trovato oggi i se.. esempi:

(1) "... i pidocchi (φθειρ) lasciano (v. αφιημι) quelli che muoiono (οι τελευτωντες) e abbandonano i cadaveri (lett. “i corpi”, τα σωματα) [se/mentre/poichè, gen. ass.] si estingue il sangue di cui si nutrono ...." (Plutarco, Moralia, quomodo adulator ab amico internoscatur, 2).

(2) "[Sebbene] a Senocrite venissero offerti onori e grandi regali (gen. ass.), rifiutati tutti (i riconoscimenti), chiese (aor. ind.vo di αιτεω) una (cosa soltanto), (cioè di) seppellire (v. θαπτω) il corpo (το σωμα) di Aristodemo. (Plutarco, Moralia, mulierum virtutes, Senocrite).

Edited by Hard-Rain - 19/2/2011, 09:49
 
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Hard-Rain
view post Posted on 16/1/2012, 18:19     +1   -1




Per non parlare poi di questa chiarissima testimonianza (Arriano, anabasi di Alessandro, libro III, cap. 21 e 22), dove Arriano scrive (siamo alla fine del cap. 21):

Δαρεῖος δὲ ἀποθνήσκει ὀλίγον ὕστερον ἐκ τῶν τραυμάτων πρὶν ὀφθῆναι Ἀλεξάνδρῳ (= Dario, però, morì poco dopo per le ferite, prima di essere visto da Alessandro).

quindi inizia il cap. 22 scrivendo:

Ἀλέξανδρος δὲ τὸ μὲν σῶμα τοῦ Δαρείου ἐς Πέρσας ἀπέπεμψε, θάψαι κελεύσας ἐν ταῖς βασιλικαῖς θήκαις, καθάπερ καὶ οἱ ἄλλοι οἱ πρὸ Δαρείου βασιλεῖς (= Alessandro, quindi, inviò il corpo (το σωμα) di Dario in Persia, dopo aver ordinato che fosse sepolto nelle tombe reali, proprio come gli altri sovrani prima di Dario).

E' evidente che το σωμα referenzia un corpo già morto, quindi un cadavere (πτωμα).

 
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9 replies since 7/3/2008, 09:11   552 views
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