Studi sul Cristianesimo Primitivo

Ipotesi di un censimento di Quirinio in più tappe

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lino85
view post Posted on 28/11/2012, 13:54     +1   -1




Come consigliato da Talità, apro questa discussione per sapere come si può giudicare questa tesi sul censimento di Quirinio in Lc 2,1-7 proposta da Alois Stoeger, così riportata nel libro di Ratzinger citato nell'altra discussione:

CITAZIONE
un censimento “nelle circostanze di allora si svolgeva in modo stentato e si protraeva per alcuni anni”, realizzandosi generalmente in due tappe: «innanzitutto nella registrazione dell’intera proprietà terriera e immobiliare e poi – in un secondo momento – nella determinazione delle imposte da pagare di fatto». La prima tappa sarebbe avvenuta al tempo della nascita di Gesù, la seconda negli anni successivi. E perché Giuseppe dovette recarsi a Betlemme per “registrarsi”, non risultando un tale obbligo dalla letteratura sui censimenti di epoca romana? Ma c’era l’obbligo di presentarsi dove si avesse possesso di terre: “Possiamo supporre che Giuseppe della Casa di Davide disponesse di una proprietà terriera a Betlemme così che, per la riscossione delle imposte, doveva recarsi lì” (p. 76).

Da quello che so buona parte degli esegeti ritiene la notizia del censimento di Quirinio un'invenzione lucana avente i fini teologici di concordare il fatto che Gesù era conosciuto come proveniente da Nazareth con la tradizione che il Messia doveva nascere a Betlemme (per questo Luca avrebbe inserito il criterio di tornare al luogo degli antenati per censirsi, che di fatto sembra altamente poco plausibile in quanto difficilmente praticabile). L'ipotesi di Stoeger che afferma che Giuseppe si doveva spostare a Betlemme perchè lì aveva proprietà da registrare comunque sembra portare a ritenere che Luca sbaglia nell'affermare che il censimento avesse obbligo di far tornare ciascun abitante al luogo del proprio antenato.

Un'altra ipotesi di cui ho sentito varie volte parlare inoltre è il fatto che Luca si confonda con un altro censimento compiuto non da Quirinio ma da Senzio Saturnino, citato da Tertulliano in "Contro Marcione", su questo avevo aperto tempo fa una discussione qui:

https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=59344823

Anche su questa mi interesserebbe un giudizio, dato che non conosco analisi e critiche specifiche di tale ipotesi storica.

Ciao.
 
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view post Posted on 28/11/2012, 17:24     +1   -1
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QUOTE (lino85 @ 28/11/2012, 13:54) 
sembra portare a ritenere che Luca sbaglia nell'affermare che il censimento avesse obbligo di far tornare ciascun abitante al luogo del proprio antenato.

In questo caso invece lo stesso Raymond Brown lascia la porta aperta a tale eventualità : "One cannot rule out the possibility that, since Romans often adapted their administration to local circumstances, a census conducted in Judea would respect the strong attachment of Jewish tribal and ancestral relationships." (R. E. Brown, The Birth of the Messiah, New York: Doubleday, p. 549)

Credo che il problema più grosso della ricostruzione di Luca non stia nei dettagli (recarsi nella propria città, andare insieme alla moglie, etc.) ma piuttosto nel fatto che ad oggi non vi è traccia (iscrizioni, documenti) di tale censimento, che sarebbe avvenuto mentre Quirino era governatore della Siria *e* durante il regno di Erode il Grande († 4 BCE) cfr. Lc 1:5, Mt. 2:1, periodo nel quale si ipotizza sia nato Gesù.

Vi fu un censimento sotto Quirino nel 6 CE (del quale Luca parla in Atti 5:37) e ci sono censimenti precedenti avvenuti durante il regno di Erode il Grande, ma per i quali non vi è notizia del fatto che Quirino fosse governatore della Siria.

QUOTE
Un'altra ipotesi di cui ho sentito varie volte parlare inoltre è il fatto che Luca si confonda con un altro censimento compiuto non da Quirinio ma da Senzio Saturnino, citato da Tertulliano in "Contro Marcione", su questo avevo aperto tempo fa una discussione qui:

https://cristianesimoprimitivo.forumfree.it/?t=59344823

Anche su questa mi interesserebbe un giudizio, dato che non conosco analisi e critiche specifiche di tale ipotesi storica.

La testimonianza di Tertulliano, che risolverebbe qualche problema cronologico (Saturnino fu governatore della Siria dal 9 al 6 BCE), è incompatibile con:
(a) quanto Tertulliano stesso afferma riguardo alla data di nascita di Gesù in adversus iudaeos, Cap. VIII, ponendola intorno al 2 BCE
(b) la testimonianza, ad esempio, di Giustino che si appella al registro romano delle tasse: "from the registries of the taxing under Quirinius your first procurator in Judea." (Apologia, XXXIV)

Sembra tuttavia che la stessa tradizione lucana fosse fluida, per cui Giustino indica che Quirino fu il primo procuratore romano in Giudea (??) mentre Tertulliano parla di Saturnino invece che di Quirino.
Ehrman si chiederebbe: ma che ci stava scritto nella Scrittura??? ^_^

Non da ultimo, in Siria dopo Saturnino vi fu Quintilio Varo (6 BCE - 3 BCE), e in questo caso qualcuno ha ipotizzato un possibile scambio di nome Quinctilius/Quirinius (che a me tuttavia pare un pò una sciocchezza).

Non aiuta neppure l'oscura affermazione di Luca (2:1,2): "Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria".

Ciao,
Talità
 
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a_ntv
view post Posted on 28/11/2012, 21:41     +1   -1




CITAZIONE (Talità kum @ 28/11/2012, 17:24) 
Credo che il problema più grosso della ricostruzione di Luca non stia nei dettagli (recarsi nella propria città, andare insieme alla moglie, etc.) ma piuttosto nel fatto che ad oggi non vi è traccia (iscrizioni, documenti) di tale censimento, che sarebbe avvenuto mentre Quirino era governatore della Siria *e* durante il regno di Erode il Grande († 4 BCE) cfr. Lc 1:5, Mt. 2:1, periodo nel quale si ipotizza sia nato Gesù.

Per complicare un poco le cose, non è per nulla pacifico che Erode il Grande sia morto il 4 AC (è l'ipotesi del Shurer 1896, oggettivamente non troppo ben fondata). Un altra data più che plausbile è il 1 AC. La bibliografia a riguardo è enorme, ad esempio: http://remacle.org/bloodwolf/gertoux/herode.htm

 
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view post Posted on 29/11/2012, 17:21     +1   -1
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QUOTE (a_ntv @ 28/11/2012, 21:41) 
QUOTE (Talità kum @ 28/11/2012, 17:24) 
Credo che il problema più grosso della ricostruzione di Luca non stia nei dettagli (recarsi nella propria città, andare insieme alla moglie, etc.) ma piuttosto nel fatto che ad oggi non vi è traccia (iscrizioni, documenti) di tale censimento, che sarebbe avvenuto mentre Quirino era governatore della Siria *e* durante il regno di Erode il Grande († 4 BCE) cfr. Lc 1:5, Mt. 2:1, periodo nel quale si ipotizza sia nato Gesù.

Per complicare un poco le cose, non è per nulla pacifico che Erode il Grande sia morto il 4 AC (è l'ipotesi del Shurer 1896, oggettivamente non troppo ben fondata). Un altra data più che plausbile è il 1 AC. La bibliografia a riguardo è enorme, ad esempio: http://remacle.org/bloodwolf/gertoux/herode.htm

Ad onor di cronaca, devo tuttavia segnalare che l'argomento della datazione della morte di Erode è stato affrontato con il solito "puntiglio" da JP Meier nel suo poderoso "Ebreo Marginale" (Queriniana, Vol. I, Cap. XI, pag. 361-362), dove - dopo lunga trattazione delle ipotesi formulate negli anni (trattazione che lascio a voi il piacere di ripercorrere) - conclude affermando che :<<tutto considerato, i vari tentativi di contestare il 4 a.C. come anno della morte di Erode devono essere dichiarati falliti.>>

Ciao,
Talità
 
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lino85
view post Posted on 12/12/2012, 12:27     +1   -1




QUOTE (Talità kum @ 28/11/2012, 17:24) 
QUOTE (lino85 @ 28/11/2012, 13:54) 
sembra portare a ritenere che Luca sbaglia nell'affermare che il censimento avesse obbligo di far tornare ciascun abitante al luogo del proprio antenato.

In questo caso invece lo stesso Raymond Brown lascia la porta aperta a tale eventualità : "One cannot rule out the possibility that, since Romans often adapted their administration to local circumstances, a census conducted in Judea would respect the strong attachment of Jewish tribal and ancestral relationships." (R. E. Brown, The Birth of the Messiah, New York: Doubleday, p. 549)

Il punto però è comunque chiedersi quanto sia possibile materialmente che ciascun abitante potesse ritornare non solo al luogo ma addirittura al paese del proprio antenato (vero o presunto non importa) di mille anni fa. Già al giorno d'oggi penso non sia facilmente fattibile far riunire tutti i discendenti di Guglielmo il conquistatore nel suo paese natale in Normandia, ancora più difficile sarebbe stata una operazione analoga nell'età antica. Dunn afferma al riguardo:

"the idea of a census requiring individuals to move to the native town of long dead ancestors is hard to credit" (Jesus Remembered, p. 344).

Sanders aggiunge altri motivi per l'improbabilità di tale pratica:

For example, that it would require people to keep track of millions of ancestors; tens of thousands of descendants of David would all be arriving at Bethlehem, his birthplace, at the same time; and Herod, whose dynasty was unrelated to the Davidic line, would hardly have wished to call attention to royal ancestry that had a greater claim to legitimacy. He adds that it would have been the practice for the census-takers, not the taxed, to travel, and that Joseph, resident in Galilee, would not have been covered by a census in Judaea. (The Historical Figure of Jesus, Penguin, p.86).

Forse Raymond Brown intende riferirsi a indizi come quelli di un papiro egizio del 104 d.C. dove un decreto di Gaio Vibio Massimo prefetto d'Egitto, ordina tutti gli abitanti del distretto di tornare alle case della loro famiglia per essere censite, ma appunto, si parla di case della famiglia, non di paese dell'antenato di secoli prima.

QUOTE
Non aiuta neppure l'oscura affermazione di Luca (2:1,2): "Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria".

Ciao,
Talità

Anche sul termine "primo" si potrebbe indagare molto, su un altro thread Frances aveva segnalato un suo studio al riguardo, ora non più disponibile, se sapete di altri studi sarebbe interessante segnalarli per capire cosa potesse intendere Luca con questa espressione.

Ciao.
 
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a_ntv
view post Posted on 12/12/2012, 15:21     +1   -1




Io avevo sempre interpretato questo passo nel suo significato banale: che ognuno dovesse andare a registrarsi dove aveva proprietà, probabilmente campi ricevuti in eredità. Sarebbe interessante capire se il censimento, sicuramente fatto a fini fiscali, era più finalizzato alle persone o ai loro beni immobili. o se venivano fatti censimenti diversi per i due scopi
 
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view post Posted on 12/12/2012, 18:31     +1   -1
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QUOTE (lino85 @ 12/12/2012, 12:27) 
QUOTE (Talità kum @ 28/11/2012, 17:24) 
QUOTE (lino85 @ 28/11/2012, 13:54) 
sembra portare a ritenere che Luca sbaglia nell'affermare che il censimento avesse obbligo di far tornare ciascun abitante al luogo del proprio antenato.

In questo caso invece lo stesso Raymond Brown lascia la porta aperta a tale eventualità : "One cannot rule out the possibility that, since Romans often adapted their administration to local circumstances, a census conducted in Judea would respect the strong attachment of Jewish tribal and ancestral relationships." (R. E. Brown, The Birth of the Messiah, New York: Doubleday, p. 549)

Il punto però è comunque chiedersi quanto sia possibile materialmente che ciascun abitante potesse ritornare non solo al luogo ma addirittura al paese del proprio antenato (vero o presunto non importa) di mille anni fa.

Ma non è che tutti dovessero cercare "un antenato di mille fa" ^_^ . Altrimenti si metteva un bel chiosco nel luogo della casa di Adamo e si andava tutti lì. :0003021.gif:
In una società di tipo tribale aveva certamente importanza la famiglia, tribù, o clan di appartenenza (Lc 3:23-38, Mt 1:1-16, Rm 1:3). Ovviamente poteva ben esistere una famiglia/clan che facesse riferimento a Davide come linea di discendenza, ed è plausibile che Betlemme potesse essere una sorta di "feudo" storico di tale clan. Giuseppe poteva quindi essere anche (a) nato a Betlemme, (b) avere i genitori o i nonni nati a Betlemme e (c) avere delle proprietà nella zona di Betlemme.

Luca, per cominciare, scrive qualcosa di abbastanza naturale: "Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città". Per quel che ne sappiamo, Giuseppe potrebbe anche essere nato a Betlemme (ipotesi (a) sopra).

Poi Luca approfondisce (Lc 2:4,5): <<anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.>>

Qui Luca insiste sulla discendenza davidica di Giuseppe e quindi di Gesù (cf. Lc 3:23-38, Mt 1:1-16, Rm 1:3), figlio (come si credeva! ^_^ ) di Giuseppe. Questo non esclude le ipotesi (a), (b), (c), oltre ovviamente all'appartenenza al clan di Davide.
Certamente bisognerebbe verificare le modalità di censimento di residento in città diverse, censimento della moglie, etc.

Il punto di Brown è che a parer suo non si può escludere l'esistenza di una determinata pratica di censimento fondata su famiglie/clan a livello locale, e tollerata/accettata dai Romani (per di più, se non sbaglio, la Giudea era controllata da Erode e non era sotto l'amministrazione diretta di Roma).

QUOTE
Già al giorno d'oggi penso non sia facilmente fattibile far riunire tutti i discendenti di Guglielmo il conquistatore nel suo paese natale in Normandia, ancora più difficile sarebbe stata una operazione analoga nell'età antica.

Il paragone mi sembra un pò azzardato. Non viviamo in una società di tipo tribale ed il contesto demografico e geopolitico europeo di oggi è diverso da quello della giudea del I sec.

QUOTE
Dunn afferma al riguardo: "the idea of a census requiring individuals to move to the native town of long dead ancestors is hard to credit" (Jesus Remembered, p. 344).

Affermazione all'apparenza alquanto scarna e per nulla argomentata (forse penalizzata da una citazione incompleta?). In ogni caso un parere rispettabile.

QUOTE
Sanders aggiunge altri motivi per l'improbabilità di tale pratica:

For example, that it would require people to keep track of millions of ancestors; tens of thousands of descendants of David

Milioni di migliaia di miliardi di individui... Scenario da settimo sigillo, ma sinceramente non so se storicamente confermato.
Innanzitutto non saprei quantificare la popolazione del territorio di Israele al volgere dell'era e non so se potessero esserci "decine di migliaia" di discendenti davidici (o pretendenti tali). In ogni caso, andavano censiti e da qualche parte saranno pure andati! Quello che posso dire è che mantenere una genealogia, accurata o meno che fosse, era apparentemente possibile (Lc 3:23-38, Mt 1:1-16) e certamente auspicabile, a prescindere dai possibili "milioni di antenati". Specialmente in una società tribale dove tale genealogia aveva un importante rilievo sociale (G. Flavio, "Vita": www.historyofthedaughters.com/38.pdf).
Riguardo alle decine di migliaia di discendenti davidici, vi sono notizie (riportate da Eusebio, che cita Egesippo) per cui Vespasiano, Domiziano e poi Traiano cercarono di "stanarli", tuttavia non conosciamo alcun "massacro" di decine di migliaia di ebrei discendenti di Davide (quindi o la notizia riportata da Eusebio è infondata, oppure la ricerca non produsse migliaia di morti). Eusebio (o meglio, le sue fonti) ricorda la tradizione per cui Domiziano ne trovò giusto un paio, denunciati in quanto parenti di Giuda parente di Gesù (e quindi a loro volta parenti di Gesù, i cosiddetti desposyni). Certo, e' possibile che molti siano periti nel 70 massacrati da Tito. Tuttavia l'argomento relativo al numero di appartenenti alla casa di Davide mi sembra presentato in maniera ancora troppo speculativa, per quanto sia legittimo porsi tale questione.

QUOTE
un papiro egizio del 104 d.C. dove un decreto di Gaio Vibio Massimo prefetto d'Egitto, ordina tutti gli abitanti del distretto di tornare alle case della loro famiglia per essere censite, ma appunto, si parla di case della famiglia, non di paese dell'antenato di secoli prima.

Questo scardina piuttosto l'argomento precedente di Sanders secondo cui un residente in Galilea non sarebbe stato censito in Giudea (!). E legittima la prudenza di Brown nell'escludere la possibilità che l'applicazione di una particolare pratica locale di censimento in Giudea fosse plausibile.

Ciao,
Talità

Edited by Talità kum - 12/12/2012, 19:05
 
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Hard-Rain
view post Posted on 13/12/2012, 08:10     +1   -1




QUOTE
Per complicare un poco le cose, non è per nulla pacifico che Erode il Grande sia morto il 4 AC (è l'ipotesi del Shurer 1896, oggettivamente non troppo ben fondata). Un altra data più che plausbile è il 1 AC. La bibliografia a riguardo è enorme, ad esempio:

In qualunque anno sia morto Erode il grande, Flavio Giuseppe parla del censimento addirittura dopo la morte di Archelao (Ant. giud. libro XVIII, primi vv.).

QUOTE
Sarebbe interessante capire se il censimento, sicuramente fatto a fini fiscali, era più finalizzato alle persone o ai loro beni immobili

Flavio Giuseppe dice che il censimento aveva lo scopo di valutare le proprietà dei Giudei, cioè i loro beni (Quirinio è definito τιμητης των ουσιων in Ant. XVIII, 2). A mio avviso allude alle ricchezze finanziarie e alle proprietà (case, terreni, ecc....) (τα χρηματα, in Ant. XVIII, 3). Non parla di numero di persone della famiglia.

Edited by Hard-Rain - 13/12/2012, 09:35
 
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view post Posted on 13/12/2012, 11:55     +1   -1
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Ecco il link al testo greco (con traduzione inglese a fronte) del papiro menzionato da Lino

www.kchanson.com/ancdocs/greek/census.html#2

Sembra che, sia il papiro che Luca (2:1-3), utilizzino il medesimo termine "apographe" per designare il censimento/registrazione in oggetto.
Il papiro invita le persone a rientrare nei propri "nomwn", cioè distretti amministrativi, al fine di effettuare questo censimento "per famiglia".

Riporto anche il link ad una pubblicazione deii Papiri di Tebtunis, tra i quali ve ne sono un paio relativi al "rientro per censimento" (vedere pagg. 128 e 129, capp. 321 e 322 "Census Return") che di nuovo richiamano Lc 2:2-ss. :

http://books.google.com/books?id=8igwAAAAY...epage&q&f=false

Ciao,
Talità
 
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lino85
view post Posted on 13/12/2012, 17:51     +1   -1




QUOTE (Talità kum @ 12/12/2012, 18:31) 
In una società di tipo tribale aveva certamente importanza la famiglia, tribù, o clan di appartenenza (Lc 3:23-38, Mt 1:1-16, Rm 1:3). Ovviamente poteva ben esistere una famiglia/clan che facesse riferimento a Davide come linea di discendenza, ed è plausibile che Betlemme potesse essere una sorta di "feudo" storico di tale clan. Giuseppe poteva quindi essere anche (a) nato a Betlemme, (b) avere i genitori o i nonni nati a Betlemme e (c) avere delle proprietà nella zona di Betlemme.

Luca, per cominciare, scrive qualcosa di abbastanza naturale: "Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città". Per quel che ne sappiamo, Giuseppe potrebbe anche essere nato a Betlemme (ipotesi (a) sopra).

Poi Luca approfondisce (Lc 2:4,5): <<anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.>>

Qui Luca insiste sulla discendenza davidica di Giuseppe e quindi di Gesù (cf. Lc 3:23-38, Mt 1:1-16, Rm 1:3), figlio (come si credeva! ^_^ ) di Giuseppe. Questo non esclude le ipotesi (a), (b), (c), oltre ovviamente all'appartenenza al clan di Davide.
Certamente bisognerebbe verificare le modalità di censimento di residento in città diverse, censimento della moglie, etc.

Il punto di Brown è che a parer suo non si può escludere l'esistenza di una determinata pratica di censimento fondata su famiglie/clan a livello locale, e tollerata/accettata dai Romani (per di più, se non sbaglio, la Giudea era controllata da Erode e non era sotto l'amministrazione diretta di Roma).

Ecco, in effetti questo scenario è già più plausibile, ovvero che in Palestina certe città avessero funzione di "feudi" a cui gli abitanti fossero ad essi molto legati per motivi tribali.

QUOTE
QUOTE
Già al giorno d'oggi penso non sia facilmente fattibile far riunire tutti i discendenti di Guglielmo il conquistatore nel suo paese natale in Normandia, ancora più difficile sarebbe stata una operazione analoga nell'età antica.

Il paragone mi sembra un pò azzardato. Non viviamo in una società di tipo tribale ed il contesto demografico e geopolitico europeo di oggi è diverso da quello della giudea del I sec.

E' vero, avevo in effetti pensato al primo sovrano morto mille anni fa che mi venisse in mente, comunque parlando di genealogie regali questo in un certo senso è teoricamente fattibile questo scenario, nella pratica è invece improbabile per il fatto che la vita quotidiana di questi discendenti oggi non è più legata a tale paese natale...

QUOTE
QUOTE
Dunn afferma al riguardo: "the idea of a census requiring individuals to move to the native town of long dead ancestors is hard to credit" (Jesus Remembered, p. 344).

Affermazione all'apparenza alquanto scarna e per nulla argomentata (forse penalizzata da una citazione incompleta?). In ogni caso un parere rispettabile.

Il passo completo si può leggere qui:

http://books.google.it/books?id=G4qpnvoaut...uals%22&f=false

In effetti non aggiunge molto...

QUOTE
QUOTE
Sanders aggiunge altri motivi per l'improbabilità di tale pratica:

For example, that it would require people to keep track of millions of ancestors; tens of thousands of descendants of David

Milioni di migliaia di miliardi di individui... Scenario da settimo sigillo, ma sinceramente non so se storicamente confermato.
Innanzitutto non saprei quantificare la popolazione del territorio di Israele al volgere dell'era e non so se potessero esserci "decine di migliaia" di discendenti davidici (o pretendenti tali). In ogni caso, andavano censiti e da qualche parte saranno pure andati! Quello che posso dire è che mantenere una genealogia, accurata o meno che fosse, era apparentemente possibile (Lc 3:23-38, Mt 1:1-16) e certamente auspicabile, a prescindere dai possibili "milioni di antenati". Specialmente in una società tribale dove tale genealogia aveva un importante rilievo sociale (G. Flavio, "Vita": www.historyofthedaughters.com/38.pdf).
Riguardo alle decine di migliaia di discendenti davidici, vi sono notizie (riportate da Eusebio, che cita Egesippo) per cui Vespasiano, Domiziano e poi Traiano cercarono di "stanarli", tuttavia non conosciamo alcun "massacro" di decine di migliaia di ebrei discendenti di Davide (quindi o la notizia riportata da Eusebio è infondata, oppure la ricerca non produsse migliaia di morti). Eusebio (o meglio, le sue fonti) ricorda la tradizione per cui Domiziano ne trovò giusto un paio, denunciati in quanto parenti di Giuda parente di Gesù (e quindi a loro volta parenti di Gesù, i cosiddetti desposyni). Certo, e' possibile che molti siano periti nel 70 massacrati da Tito. Tuttavia l'argomento relativo al numero di appartenenti alla casa di Davide mi sembra presentato in maniera ancora troppo speculativa, per quanto sia legittimo porsi tale questione.

Qui sarebbe interessante approfondire qualche studio sui discendenti presunti di Davide al tempo di Gesù e nel periodo subito precedente...

QUOTE
QUOTE
un papiro egizio del 104 d.C. dove un decreto di Gaio Vibio Massimo prefetto d'Egitto, ordina tutti gli abitanti del distretto di tornare alle case della loro famiglia per essere censite, ma appunto, si parla di case della famiglia, non di paese dell'antenato di secoli prima.

Questo scardina piuttosto l'argomento precedente di Sanders secondo cui un residente in Galilea non sarebbe stato censito in Giudea (!). E legittima la prudenza di Brown nell'escludere la possibilità che l'applicazione di una particolare pratica locale di censimento in Giudea fosse plausibile.

Ciao,
Talità

Infatti, l'impressione è che Sanders e Dunn ritengano improbabile quel particolare del censimento in quanto lo ritengono un'invenzione lucana al fine di spiegare perchè Gesù sia ricordato proveniente da Nazareth (ma ovviamente nulla fa escludere che lui prima del ministero vivesse sì a Nazareth ma che fosse nato altrove) sebbene una tradizione (ma quanto essa era diffusa e comune?) affermava che il Messia doveva venire da Betlemme. Le diversità fra Matteo e Luca spingono a pensare che gli evangelisti non avevano molte notizie certe ma comunque volevano narrare con particolari "straordinari" la nascita di una persona che era ritenuta "straordinaria" da quelli che lo conoscevano in età adulta, però la duplice attestazione di Betlemme fa pensare a una tradizione precedente da tener comunque conto.

Ciao.
 
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view post Posted on 14/12/2012, 19:44     +1   -1
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QUOTE (lino85 @ 13/12/2012, 17:51) 
QUOTE (Talità kum @ 12/12/2012, 18:31) 
Questo scardina piuttosto l'argomento precedente di Sanders secondo cui un residente in Galilea non sarebbe stato censito in Giudea (!). E legittima la prudenza di Brown nell'escludere la possibilità che l'applicazione di una particolare pratica locale di censimento in Giudea fosse plausibile.

Ciao,
Talità

Infatti, l'impressione è che Sanders e Dunn ritengano improbabile quel particolare del censimento in quanto lo ritengono un'invenzione lucana

E su questo si può essere assolutamente d'accordo, Luca aveva tutti i buoni motivi per elaborare una spiegazione che giustificasse un'eventuale nascita di Gesù a Betlemme. Il mio punto di vista è che le procedure di censimento descritte da Luca non sono un argomento così forte per escludere a priori la storicità di un simile evento. Mi sembra piuttosto che l'argomento più forte rimanga il fatto che non vi è evidenza di tale censimento, né del ruolo che in esso avrebbe avuto Quirino.
In ogni caso nulla di quanto sopra implicherebbe che Giuseppe si sia veramente recato a Betlemme né che Gesù sia nato lì. Analogamente, Gesù potrebbe davvero essere nato a Betlemme, ma non per le ragioni esposte da Luca ^_^

Matteo infatti si fa meno problemi, ci dice che Gesù è nato a Betlemme punto e stop.
Piuttosto Matteo si preoccupa di spiegare come e perché Gesù e famiglia si sarebbero spostati in Egitto, in questo caso il suo buon motivo è quello di descrivere Gesù secondo il modello di Mosè. Anche in questo caso, l'espediente di Matteo (i Magi e la cosiddetta "strage degli innocenti") fa difficoltà da un punto di vista storico.

QUOTE
al fine di spiegare perchè Gesù sia ricordato proveniente da Nazareth (ma ovviamente nulla fa escludere che lui prima del ministero vivesse sì a Nazareth ma che fosse nato altrove) sebbene una tradizione (ma quanto essa era diffusa e comune?) affermava che il Messia doveva venire da Betlemme.

Mt 2:5,6
«A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele.>>

Si tratta di Michea 5:1

QUOTE
Le diversità fra Matteo e Luca spingono a pensare che gli evangelisti non avevano molte notizie certe ma comunque volevano narrare con particolari "straordinari" la nascita di una persona che era ritenuta "straordinaria"

yes.

Ciao,
Talità
 
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Ma di Giuseppe padre di Gesù che cosa si sa? Forse..........http://en.wikipedia.org/wiki/Messiah_ben_Joseph
 
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Nazareth da Betlemme dista circa 120 Km e se fossi stato Giuseppe, o il padre di giuseppe o il nonno, prima di trasferirmi così lontano, quell'ipotetico terreno o casa l'avrei venduta o addirittura, per il terreno, regalato se era proprio piccolo...(non si sa), dato che "ero" un povero falegname. Se fosse stata più vicina la casa o il terreno, sicuramente Giuseppe l'avrebbe mantenuta, tipo a Seffori o li vicino. Ah scusate Seffori fu distrutta dai romani in quel periodo...dimenticavo.
 
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O forse non era di Nazareth e quindi la radice della parola in aramaico voleva dire qualcos'altro. A me la parola Nazareno mi ricorda Nazireo, però forse non c'entra niente.

Edited by tommaso65 - 18/1/2013, 13:49
 
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Iulianus
view post Posted on 15/8/2013, 09:26     +1   -1




CITAZIONE (tommaso65 @ 18/1/2013, 14:29) 
O forse non era di Nazareth e quindi la radice della parola in aramaico voleva dire qualcos'altro. A me la parola Nazareno mi ricorda Nazireo, però forse non c'entra niente.

In effetti questo dovrebbe aprire un ampio dibattito circa il significato della parola Nazareno attribuita al Gesù dei Vangeli, personalmente concordo che venne adottata dagli estensori dei Vangeli per "occultare" il vero significato della parola. Non voglio addentrarmi nella disputa sulla esistenza della citta di Nazareth all'epoca dei fatti, ma se dobbiamo dare un giudizio su quale censimento e quindi su quali "nascita" sia più verosimile, azzarderei decisamente un punto a favore di Matteo e del fatto che Giuseppe e Maria fossero di Betlemme e che con Nazareth non centrassero proprio niente. Certo a dar retta a Matteo poi bisognerebbe spiegare la "Strage degli Innocenti" e successiva "fuga in Egitto" e qua saremmo, come "matteisti", nei guai.
 
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25 replies since 28/11/2012, 13:54   756 views
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