QUOTE (lino85 @ 12/12/2012, 12:27)
QUOTE (Talità kum @ 28/11/2012, 17:24)
QUOTE (lino85 @ 28/11/2012, 13:54)
sembra portare a ritenere che Luca sbaglia nell'affermare che il censimento avesse obbligo di far tornare ciascun abitante al luogo del proprio antenato.
In questo caso invece lo stesso Raymond Brown lascia la porta aperta a tale eventualità : "One cannot rule out the possibility that, since Romans often adapted their administration to local circumstances, a census conducted in Judea would respect the strong attachment of Jewish tribal and ancestral relationships." (R. E. Brown,
The Birth of the Messiah, New York: Doubleday, p. 549)
Il punto però è comunque chiedersi quanto sia possibile materialmente che ciascun abitante potesse ritornare non solo al luogo ma addirittura al paese del proprio antenato (vero o presunto non importa) di mille anni fa.
Ma non è che tutti dovessero cercare "un antenato di mille fa"
. Altrimenti si metteva un bel chiosco nel luogo della casa di Adamo e si andava tutti lì.
In una società di tipo tribale aveva certamente importanza la famiglia, tribù, o clan di appartenenza (Lc 3:23-38, Mt 1:1-16, Rm 1:3). Ovviamente poteva ben esistere una famiglia/clan che facesse riferimento a Davide come linea di discendenza, ed è plausibile che Betlemme potesse essere una sorta di "feudo" storico di tale clan. Giuseppe poteva quindi essere anche (a) nato a Betlemme, (b) avere i genitori o i nonni nati a Betlemme e (c) avere delle proprietà nella zona di Betlemme.
Luca, per cominciare, scrive qualcosa di abbastanza naturale: "Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella
sua città". Per quel che ne sappiamo, Giuseppe potrebbe anche essere nato a Betlemme (ipotesi (a) sopra).
Poi Luca approfondisce (Lc 2:4,5): <<anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.>>
Qui Luca insiste sulla discendenza davidica di Giuseppe e quindi di Gesù (cf. Lc 3:23-38, Mt 1:1-16, Rm 1:3), figlio (come si credeva!
) di Giuseppe. Questo non esclude le ipotesi (a), (b), (c), oltre ovviamente all'appartenenza al clan di Davide.
Certamente bisognerebbe verificare le modalità di censimento di residento in città diverse, censimento della moglie, etc.
Il punto di Brown è che a parer suo non si può escludere l'esistenza di una determinata pratica di censimento fondata su famiglie/clan a livello locale, e tollerata/accettata dai Romani (per di più, se non sbaglio, la Giudea era controllata da Erode e non era sotto l'amministrazione diretta di Roma).
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Già al giorno d'oggi penso non sia facilmente fattibile far riunire tutti i discendenti di Guglielmo il conquistatore nel suo paese natale in Normandia, ancora più difficile sarebbe stata una operazione analoga nell'età antica.
Il paragone mi sembra un pò azzardato. Non viviamo in una società di tipo tribale ed il contesto demografico e geopolitico europeo di oggi è diverso da quello della giudea del I sec.
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Dunn afferma al riguardo: "the idea of a census requiring individuals to move to the native town of long dead ancestors is hard to credit" (Jesus Remembered, p. 344).
Affermazione all'apparenza alquanto scarna e per nulla argomentata (forse penalizzata da una citazione incompleta?). In ogni caso un parere rispettabile.
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Sanders aggiunge altri motivi per l'improbabilità di tale pratica:
For example, that it would require people to keep track of millions of ancestors; tens of thousands of descendants of David
Milioni di migliaia di miliardi di individui... Scenario da settimo sigillo, ma sinceramente non so se storicamente confermato.
Innanzitutto non saprei quantificare la popolazione del territorio di Israele al volgere dell'era e non so se potessero esserci "decine di migliaia" di discendenti davidici (o pretendenti tali). In ogni caso, andavano censiti e da qualche parte saranno pure andati! Quello che posso dire è che mantenere una genealogia, accurata o meno che fosse, era apparentemente possibile (Lc 3:23-38, Mt 1:1-16) e certamente auspicabile, a prescindere dai possibili "milioni di antenati". Specialmente in una società tribale dove tale genealogia aveva un importante rilievo sociale (G. Flavio, "Vita":
www.historyofthedaughters.com/38.pdf).
Riguardo alle decine di migliaia di discendenti davidici, vi sono notizie (riportate da Eusebio, che cita Egesippo) per cui Vespasiano, Domiziano e poi Traiano cercarono di "stanarli", tuttavia non conosciamo alcun "massacro" di decine di migliaia di ebrei discendenti di Davide (quindi o la notizia riportata da Eusebio è infondata, oppure la ricerca non produsse migliaia di morti). Eusebio (o meglio, le sue fonti) ricorda la tradizione per cui Domiziano ne trovò giusto un paio, denunciati in quanto parenti di Giuda parente di Gesù (e quindi a loro volta parenti di Gesù, i cosiddetti
desposyni). Certo, e' possibile che molti siano periti nel 70 massacrati da Tito. Tuttavia l'argomento relativo al numero di appartenenti alla casa di Davide mi sembra presentato in maniera ancora troppo speculativa, per quanto sia legittimo porsi tale questione.
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un papiro egizio del 104 d.C. dove un decreto di Gaio Vibio Massimo prefetto d'Egitto, ordina tutti gli abitanti del distretto di tornare alle case della loro famiglia per essere censite, ma appunto, si parla di case della famiglia, non di paese dell'antenato di secoli prima.
Questo scardina piuttosto l'argomento precedente di Sanders secondo cui un residente in Galilea non sarebbe stato censito in Giudea (!). E legittima la prudenza di Brown nell'escludere la possibilità che l'applicazione di una particolare pratica locale di censimento in Giudea fosse plausibile.
Ciao,
Talità
Edited by Talità kum - 12/12/2012, 19:05