Una questione interessante. Non ho in mente nulla di particolare, ma si può riflettere su almeno due aspetti:
- Nello stesso Occidente, la ricezione della Vulgata come tale (cioè come l'unica versione "ufficiale" del testo sacro) si conclude solo alla metà del XVI secolo. In tutta la tarda antichità e l'alto medioevo, viceversa, sappiamo come convivessero versioni latine (Afra, Itala, Vulgata, e forse versioni miste) con una certa disinvoltura. Non saprei dire, dunque, quanto fosse diffusa (specialmente tra il VI e il XII secolo) una vera e propria consapevolezza dell'esistenza di tutte queste recensioni.
- In Oriente, anche prima della caduta dell'Occidente, si parlava greco. Perché dunque un orientale avrebbe dovuto leggere e/o giudicare una versione latina? Credo sia banalmente questo il (relativo) silenzio delle fonti in tal senso.
Sul personaggio di Girolamo, infine, siamo abbastanza informati. Per quanto mi riguarda vedo Girolamo come un occidentale sotto tutti gli aspetti. Molto più orientale, come mentalità e cultura, il suo avversario Rufino di Aquileia. Ma sono decisamente rufiniano e dunque potrei non essere obiettivo