Studi sul Cristianesimo Primitivo

Ricezione della Vulgata in Oriente

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Argo89
view post Posted on 2/5/2014, 11:10     +1   -1




Ciao a tutti!

un tema che mi sta particolarmente interessando in questo periodo riguarda la ricezione di Girolamo in Oriente. Avendo passato un buona parte della sua vita in Palestina, Girolamo è entrato in contatto con un gran numero di cristiani (vescovi e non) di lingua greca. Che opinione hanno avuto di questo personaggio (evito qualsiasi aggettivazione perchè definire Girolamo è sempre difficile) chi abitava e viveva la cristianità d'Oriente? In particolare cosa ne pensavano della sua traduzione della Bibbia?

Nelle mie ricerche (per il momento solo incipiente) ho notato una certa critica da parte di due importanti autori greci: Teodoro di Mopusetia e Palladio.
Per il primo vedi Fozio, cod. 177 (Link:http://www.tertullian.org/fathers/photius_copyright/photius_04bibliotheca.htm#177 ) ;
per il secondo è lo stesso Girolamo a confermare le critiche di Palladio alla sua versione della Bibbia, vedi Dialogus adversus Pelagianos, prolog. in cui afferma: "Palladius, a slave to villany, tried to revive the same heresy [origenismo] and to add fresh insult to my Hebrew translation". Ho sottomano solo una traduzione inglese e non il testo originale.

Qualcuno è a conoscenza di altri commenti orientali (intendo di autori di lingua greca) alla versione della Bibbia di Girolamo? O di bibliograia che tratta di questo specifico tema?
 
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view post Posted on 2/5/2014, 17:20     +1   -1
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Una questione interessante. Non ho in mente nulla di particolare, ma si può riflettere su almeno due aspetti:

- Nello stesso Occidente, la ricezione della Vulgata come tale (cioè come l'unica versione "ufficiale" del testo sacro) si conclude solo alla metà del XVI secolo. In tutta la tarda antichità e l'alto medioevo, viceversa, sappiamo come convivessero versioni latine (Afra, Itala, Vulgata, e forse versioni miste) con una certa disinvoltura. Non saprei dire, dunque, quanto fosse diffusa (specialmente tra il VI e il XII secolo) una vera e propria consapevolezza dell'esistenza di tutte queste recensioni.
- In Oriente, anche prima della caduta dell'Occidente, si parlava greco. Perché dunque un orientale avrebbe dovuto leggere e/o giudicare una versione latina? Credo sia banalmente questo il (relativo) silenzio delle fonti in tal senso.

Sul personaggio di Girolamo, infine, siamo abbastanza informati. Per quanto mi riguarda vedo Girolamo come un occidentale sotto tutti gli aspetti. Molto più orientale, come mentalità e cultura, il suo avversario Rufino di Aquileia. Ma sono decisamente rufiniano e dunque potrei non essere obiettivo :)
 
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Argo89
view post Posted on 2/5/2014, 17:56     +1   -1




Prendo spunto dal tuo ultimo suggerimento: senza dubbio un orientale (Teodoro, Palladio o altri) non ha letto la Vulgata come testo biblico. Il suo interese è sicuramente polemico. In entrambi i casi. Teodoro, il caso che conosco meglio perchè lo sto attualmente studiando, prende posizione contro il Dialogus adversus Pelagianos di Girolamo. Dunque, la Vulgata mi pare un ulteriore elemento polemico nei confronti di Girolamo. Quanto a Palladio, che conosco ancora poco, la polemica si riallaccia alla controversia origenista. Ma anche in questo caso le critiche di Palladio dubito che siano di carattere filologico (corretta traduzione) o teologico (sulla legittimità di tradurre dal testo ebraico). Credo si tratti anche in questo caso di accumulare strati polemici per screditare il proprio avversario. Se nel caso di Teodoro sono abbastanza sicuro, per Palladio ribadisco che si tratta solo di ipotesi.
 
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view post Posted on 3/5/2014, 00:49     +1   -1
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CITAZIONE (Argo89 @ 2/5/2014, 18:56) 
Prendo spunto dal tuo ultimo suggerimento: senza dubbio un orientale (Teodoro, Palladio o altri) non ha letto la Vulgata come testo biblico. Il suo interese è sicuramente polemico. In entrambi i casi. Teodoro, il caso che conosco meglio perchè lo sto attualmente studiando, prende posizione contro il Dialogus adversus Pelagianos di Girolamo. Dunque, la Vulgata mi pare un ulteriore elemento polemico nei confronti di Girolamo. Quanto a Palladio, che conosco ancora poco, la polemica si riallaccia alla controversia origenista. Ma anche in questo caso le critiche di Palladio dubito che siano di carattere filologico (corretta traduzione) o teologico (sulla legittimità di tradurre dal testo ebraico). Credo si tratti anche in questo caso di accumulare strati polemici per screditare il proprio avversario. Se nel caso di Teodoro sono abbastanza sicuro, per Palladio ribadisco che si tratta solo di ipotesi.

Infatti, a occhio penso anch'io che si tratti di questo. Con Rufino è lo stesso, e le liti hanno perlopiù a che fare con Origene.
Viene il sospetto che Girolamo, oltre ad essere un "traffichino", non fosse proprio un campione di simpatia.
 
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3 replies since 2/5/2014, 11:10   123 views
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