CITAZIONE (maquanteneso @ 9/5/2014, 18:11)
Flavio Giuseppe per "vedere" il passato doveva passare attraverso un filtro simile, però il suo filtro era meno spesso del nostro.
I filtri di Flavio Giuseppe non erano solo più o meno spessi dei nostri, ma erano anche e soprattutto diversi.
Il fatto di essere vissuto più vicino a determinati fatti, non esclude che la sua conoscenza potesse essere di natura leggendaria.
Come esempio estremo, si possono infatti considerare alcuni passi di "Guerra Giudaica" (Libro VI:289-298) nei quali riporta alcuni avvenimenti che precedettero la guerra e la distruzione di Gerusalemme:
<<[...]sulla città apparvero un astro a forma di spada e una cometa che durò un anno
[...] all'ora nona della notte l'altare e il tempio furono circonfusi da un tale splendore, che sembrava di essere in pieno giorno
[...] Durante la festa, una vacca che un tale menava al sacrificio partorì un agnello in mezzo al sacro recinto
[...] Prima che il sole tramontasse, si videro in cielo su tutta la regione carri da guerra e schiere di armati che sbucavano dalle nuvole e circondavano le città>>
E' vero che lui quella guerra Flavio la conobbe bene, quindi - per quanto concerne la conoscenza storica degli avvenimenti - lo spessore dei filtri di cui parli è molto sottile.
Eppure uno storico moderno, coi suoi filtri ispessiti e resi opachi dal tempo, ben difficilmente riporterebbe tali accadimenti su un libro di storia (se a torto o a ragione, lascio a te deciderlo).
Allo stesso modo, è possibile che l'etimologia del nome di Gerusalemme fosse nota a Flavio secondo tradizioni mitiche piuttosto che tramite approfonditi studi archeologici e linguistici - considerando anche l'abisso di tempo che in ogni caso separava Flavio dalla presunta fondazione della città.
Direi quindi che non è buona norma applicare meccanicamente alle testimonianze storiche il criterio "the older the better".
[EDIT: vedo adesso che Hard Rain ed il sottoscritto sono d'accordo]
Ciao,
Talità