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ho già sentito in passato questo tipo di spiegazione, ma non la trovo convincente;
Guarda che quello che sto dicendo è una cosa perfettamente documentabile e documentata. Non è una cosa su cui ci sia dibattito. Grazie al cielo l'evoluzione dal latino ai volgari romanzi è una cosa su cui abbiamo tutta la documentazione che ci serve che ci permette di tenere d'occhio l'evoluzione della lingua in maniera diacronica.
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per esempio, se i casi sono così difficili da tenere a mente, perché sono nate le lingue con i casi? e se l'evoluzione naturale di una lingua è eliminare i casi, perché esistono ancora lingue con i casi?
Scusa ma io non ho detto che l'evoluzione naturale di una lingua è di eliminare i casi. Ho detto che in presenza di una
lingua mista, dove i complimenti siano esprimibili o coi soli casi, o con un sistema analitico alternativo fatto di preposizioni, uno dei due sistemi è superfluo, e dunque il più difficile tende ad essere soppiantato dal più semplice, specie in caso di bassa scolarità. Questo non implica che ciò avvenga in ogni lingua coi casi, infatti non tutte le lingue coi casi hanno il sistema doppio da me descritto, e non tutte le lingue coi casi hanno visto il crollo all'interno della loro storia della compagine statale che garantiva con l'istruzione un mantenimento dello standard. Ci sono lingue coi casi che si sono mantenute di più perché banalmente il sistema scolastico dietro a quella lingua non è andato in crisi come il sistema scolastico romano nell'alto medioevo. Ad esempio il greco bizantino, anche nel parlato, ha tenuto i casi, perché, tra le altre cose, l'impero romano d'Oriente è rimasto in piedi a differenza di quello d'Occidente.
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e ancora: siamo sicuri che il popolo parlasse latino? questi dubbi mi nascono dalla considerazione di esempi relativamente più recenti.
Dipende dalle zone. Sono tutte cose che vengono abbondantemente spiegate nella dispensa di Mondin che ti ho linkato. Ci sono per il latino varianti sia diatopiche, sia diafasiche, sia distratiche. Già i grammatici romani dell'epoca si ponevano il problema della differenza tra l'ideale del latino delle élite cittadine (l'urbanitas), e il latino decentrato (rusticitas) [parr. 91-92 della dispensa di Mondin]
Il latino, nelle sue varianti provinciali ovviamente, s'è diffuso ed ha effettivamente soppiantato facendole sparire altre lingue autoctone, come l'osco o l'etrusco. Questo è stato in gran parte dovuto al sistema scolastico, e al desiderio di integrarsi nella nuova compagine romana. Tutto ciò è ampiamente spiegato nella dispensa di Mondin al par. 77.
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Il primo esempio che vorrei considerare è l'antico inglese: era una lingua germanica e aveva i casi, si è evoluto nell'inglese moderno sotto l'influenza dei normanni che parlavano una lingua romanza senza casi. Quindi mi domandavo se anche le lingue romanze a loro volta potessero essere nata dall'incrocio tra latino e altre lingue (eventualmente quali? da qui la mia domanda).
Ovviamente. E' quello che in linguistica si chiama azione di sostato (cioè gli influssi che il latino ebbe dalle lingue che soppiantò), ed influssi di superstrato (cioè gli influssi che il latino ebbe dalle lingue delle genti che transitarono sui territori dell'impero dopo che il latino s'era già insediato). Ad esempio noi in Italia abbiamo avuto diverse invasioni germaniche, di cui tutti ricorderanno quella longobarda. Abbiamo moltissime parole che sono prestiti da dialetti germanici a causa di queste migrazioni di popoli.
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Il secondo esempio che vorrei considerare è l'italiano moderno: è nato circa 500 anni fa, ma ancora nella prima guerra mondiale la stragrande maggioranza dei soldati non riusciva a capirsi, cioè gli italiani parlavano lingue non mutuamente comprensibili tra di loro (per esempio, il milanese, il piemontese, il napoletano, il sardo, il siciliano, il veneto, il friulano, il romagnolo); eppure l'italiano esisteva, era lingua ufficiale da mezzo secolo e più o meno era sempre quello da 400 anni, e quindi il fatto che il popolo fosse poco istruito ha inciso poco o nulla sul suo uso da parte dei letterati. E allora quello che mi domando è: perché per il latino sarebbe dovuto andare diversamente? e poi siamo sicuri che ai tempi dell'impero romano la gente comune parlasse latino?
Noi abbiamo solo della documentazione scritta, magari epigrafica, su cui basarci per ricostruire. Non parlo ovviamente solo di testi incisi sui monumenti ufficiali, ma su qualsiasi supporto e da chiunque: un incantesimo scritto su un amuleto a Londinium o una frase erotica scritta sulle mura di un bordello a Pompei.
Comunque ci sono mille casi diversi, e ogni zona fa storia a sé: in genere l'oriente è rimasto grecofono, l'Occidente s'è latininizzato. E, ove s'è latinizzato, lo ha fatto spontaneamente, grazie anche al servizio militare, alla volontà di integrarsi, e alla scuola. Ciò non esclude l'esistenza di altre lingue locali parlate insieme al latino (ma come ripeto dipende dalla zona, ad esempio lingue antiche come l'etrusco sparirono)
Ad maiora
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