Studi sul Cristianesimo Primitivo

Chi firmò la bolla di scomunica?

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view post Posted on 23/11/2012, 20:35     +1   -1
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Sul numero n.153 di Archeologia Viva tal Enrico Silverio, in un articolo a sua firma ("1453 Cade l'Impero"), sosteneva che Leone IX fu "protagonista a Roma" dello scisma del 1054. Un lettore, nel numero 156, gli faceva notare che il povero Leone era bello e stecchito nel 1054 e dunque non poteva essere protagonista di niente. Il Silverio, non pago di aver scritto due fesserie (la prima già notata dal lettore, la seconda sul fatto che il suo ruolo fosse esercitato a Roma, città nella quale il poveretto fu un solo mese nel 1054 visto che era prigioniero del normanni a Benevento) scriveva in una lettera di spiegazioni pubblicata a p.2 dello stesso numero:

"È dunque corretto affermare che il pontefice romano sia stato uno dei protagonisti dello scisma in quanto sua era la firma sulla bolla di scomunica"

Ora, a me risulta (una bibliografia esaustiva si può reperire in M.G.D'Agostino, Il Primato della Sede di Roma in Leone IX, Sano Paolo, 2008, pp. 228-234) che la bolla di scomunica al Cerulario non fu affatto firmata da Leone IX ma dai tre delegati Umbero di Silvacandida (probabile autore o coordinatore dello scritto), Pietro Amalfitano e Federico di Lorena. Ciò sembrerebbe del tutto pacifico anche solo dalla lettura del Migne (PL143, col.1004D) senza neppure doversi prendere la briga di consultare i mss. (Bernensis lat. 292; Bruxellensis lat. 9706-25; Vindobonensis 2177; Alexandrinus lat. 169) che riportano il medesimo testo della Patrologia.

Avendo fatto notare la cosa al direttore e allo stesso autore, ho ricevuto da quest'ultimo minacce personali di "accuse di calunnia e diffamazione".

Qualcuno ha notizie diverse dalle mie secondo cui Leone IX firmò la bolla di scomunica?


 
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view post Posted on 24/11/2012, 12:34     +1   -1
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Bibliothecarius Arcanus

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Mi dispiace ma sull'argomento non so praticamente nulla. Ho anche dato un'occhiata in giro ma senza risultati. L'unica a mio avviso è vedere se esiste ancora il documento originale, piuttosto che le copie, e cosa riporta, potrebbe venir fuori un articolo interessante. Ma come detto non ne so praticamente nulla.

Quanto al tizio, la minaccia di querele, espressa in tale modo, è appunto una minaccia e sarebbe anche penalmente perseguibile. Potresti andare dai carabinieri e fare un esposto a tua tutela, spiegando la situazione. Di per se la cosa non ha conseguenze, ma se il tizio ci prova (perchè magari hai scritto un articolo di confutazione), avendo questo come pregresso, lo fai a pezzettini e se hai proprio voglia gli chiedi anche il risarcimento danni. Che razza di gente!
 
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view post Posted on 24/11/2012, 12:43     +1   -1
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CITAZIONE (-Waylander- @ 24/11/2012, 12:34) 
Mi dispiace ma sull'argomento non so praticamente nulla. Ho anche dato un'occhiata in giro ma senza risultati. L'unica a mio avviso è vedere se esiste ancora il documento originale, piuttosto che le copie, e cosa riporta, potrebbe venir fuori un articolo interessante. Ma come detto non ne so praticamente nulla.

Allora, a quanto ne so il testo è perduto, e ne abbiamo informazione solo attraverso i 4 mss. che ho citato. Tutti riportano i nomi dei tre delegati, che apposero la propria firma. Quella del papa non poteva esserci perché il testo fu scritto a Costantinopoli, peraltro quando Leone IX era già morto. Anche l'edizione del Migne non riporta niente di diverso.


CITAZIONE
Quanto al tizio, la minaccia di querele, espressa in tale modo, è appunto una minaccia e sarebbe anche penalmente perseguibile. Potresti andare dai carabinieri e fare un esposto a tua tutela, spiegando la situazione. Di per se la cosa non ha conseguenze, ma se il tizio ci prova (perchè magari hai scritto un articolo di confutazione), avendo questo come pregresso, lo fai a pezzettini e se hai proprio voglia gli chiedi anche il risarcimento danni. Che razza di gente!

No comment!

 
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view post Posted on 24/11/2012, 13:12     +1   -1
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Ma il tizio che fonti ha citato? Controlliamo quelle..

Ciao,
Talita'
 
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view post Posted on 24/11/2012, 16:10     +1   -1
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CITAZIONE (Talità kum @ 24/11/2012, 13:12) 
Ma il tizio che fonti ha citato? Controlliamo quelle..

Nessuna, era una risposta ad una lettera, ha scritto così senza dare spiegazioni.
 
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view post Posted on 24/11/2012, 19:17     +1   -1
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Update sull'aspetto umano e... forense: dopo una googolata ho scoperto che il Silverio è un avvocato (sic!), il che spiega sia le castronerie sia l'anelito alla causa.

Li scelgono bene gli autori ad Archeologia viva!

 
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a_ntv
view post Posted on 25/11/2012, 17:43     +1   -1




Umberto da Silva non era autorizzato a scomunicare Michele Cerulario. ref E. Herman, "I legati inviati da Leone IX nel 1054 a Costantinopoli erano autorizizati a scomunicare il patriarca Michele Cerulario?" in Orientalia christiana Periodica 8(1942), 209-218
Tra l'altro poi ormai è pacifico che la scomunica fu verso Michele Cerulario come persona, non verso un intera chiesa. Scomuniche che all'epoca erano eventi certo non rari.
Insomma, dal punto di vista prettamente storico nel 1054 non successe nulla di sconvolgente per i contemporanei. Solo secoli dopo quella data divenne un simbolo di una separazione che invece avvenne come processo di scollamento durato secoli. Quindi il povero Leone IX non fu proprio "protagonista" dello scisma
 
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view post Posted on 25/11/2012, 22:10     +1   -1
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Non resta che scrivere al Silverio per chiedergli dove abbia letto una tale notizia. Naturalmente penso che abbia semplicemente riadattato al suo immaginario ciò che si trova nei libri di storia del secolo scorso, dal momento che non sono a conoscenza di nessuna fonte che asserisca che Leone firmò la bolla di scomunica.

Least but not last, mi sorge anche il dubbio che si possa lecitamente parlare di "bolla" dal punto di vista diplomatistico, ma su questo interrogherò mia moglie appena possibile, io non capisco niente di diplomatca latina.
 
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view post Posted on 26/11/2012, 11:39     +1   -1
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Ho scritto al Silverio:

CITAZIONE
Preg.mo dr.Silverio,
Mi chiamo ... e sono un filologo bizantinista. Mi occupo spesso di questioni legate all'ecumenismo essendo membro a vario titolo di progetti di studio o lavoro sia di atenei pontifici sia della Chiesa Ortodossa russa. Questa piccola introduzione le renderà più chiaro il motivo della mia perplessità sulla sua affermazione "È dunque corretto affermare che il pontefice romano sia stato uno dei protagonisti dello scisma in quanto sua era la firma sulla bolla di scomunica", resa in un contesto di risposta ad una critica e che pertanto suppongo essere ben ponderata. Senz'altro capirà che dire che la scomunica sia stata firmata (e dunque, si sussume, voluta) dal papa è cosa diversa rispetto all'affermare che fu un gesto impulsivo e non autorizzato dei tre delegati, poiché cambia radicalmente la prospettiva sulla natura di quel gesto e le sue implicazioni, anche con riferimenti attuali. Sebbene infatti tale scomunica – come saprà – sia stata simbolicamente ritirata il 7 dicembre 1965, il radicarsi di clichés storiografici ottocenteschi non giova né alla ricerca storica né a chi faticosamente ogni giorno lavora per il dialogo tra le Chiese.
Per questo le chiedo, a mia informazione, la fonte della sua affermazione, dal momento che in buona sostanza a me risulta una versione radicalmente diversa, come ho già avuto modo di dire.
Scusandomi del disturbo le auguro un buon lavoro e le porgo i miei più distinti saluti,

Firmato

E ora attendiamo...

 
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view post Posted on 26/11/2012, 13:09     +1   -1
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Bravo Teo!
Adesso mandaci la versione che avrestri scritto se *non* fosse stato un avvocato dalla querela facile, bensì un qualunque "non addetto ai lavori"!! :lol:
 
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view post Posted on 27/11/2012, 00:07     +1   -1
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CITAZIONE (Talità kum @ 26/11/2012, 13:09) 
Bravo Teo!
Adesso mandaci la versione che avrestri scritto se *non* fosse stato un avvocato dalla querela facile, bensì un qualunque "non addetto ai lavori"!! :lol:

Intanto il gent.mo avvocato non ha risposto e dubito che non abbia scaricato la posta (tutti i miei amici avvocati hanno 3 telefonini e leggono la posta in maniera compulsiva). Sicché alla faccia della mia "grave inurbanità" (tale il suo commento alla mia lettera al direttore) sembrerebbe che l'incivile non sia propriamente io.

 
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view post Posted on 27/11/2012, 14:32     +1   -1
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Ulteriori aggiornamenti:

Il direttore mi ha proposto di tornare sulla questione (in forma più compiuta) tra due numeri.
A meno che non abbia in mente un articolo questo è inaccettabile: la rettifica va fatta subito, e chiaramente.

Peraltro voglia di fare un articolo su una rivista divulgativa proprio non ne ho, spero che il Silverio deponga la sua alterigia e scriva due righe di rettifica.

Si può seguire la vicenda anche su FB:

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=546...f_t=photo_reply

Edited by Teodoro Studita - 27/11/2012, 16:24
 
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view post Posted on 30/11/2012, 15:23     +1   -1
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Quale estratto dall'articolo cui si riferiva A-ntv:

"la bolla di scomunica, se San Leone l'avesse vista, sarebbe stata profondamente modificata" (1)... Lo Heiler osserva che la bolla di comunica sembra non sia stata né composta né approvata da Leone IX (2) [p.210]

Se si vuole parlare della responsabilità del Papa, essa consisterebbe nel fatto che egli abbia mostrato così grande fiducia nel suo confidente, fiducia non esagerata se si considera e di lui zelo e devozione, ma troppo grande se si tiene conto delle attitudini necessarie per la difficile missione che gli venne affidata.


1) Le Schisme de Michel Cérulaire, Echos d'Orient, t.36 (1937), 462. V. anche E.Amann, Histoire de l'Eglise (A. Fliche - V.Martin), t. VII, 145 scc.
2) Urkirche und Ostkirche, Monaco, 1937, 137.
 
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Diatessaron
view post Posted on 24/11/2015, 17:29     +1   -1




Su questa discussione rimasta impiccata vorrei fare alcune considerazioni.

Mi è capitato di leggere un testo del 1776, “Istoria Ecclesiastica” scritto dal cardinale Giuseppe Agostino Orsi, dell’ordine dei predicatori . Trattandosi di uno scritto di parte va ovviamente preso con un certo beneficio d’inventario, ma sull’argomento riporta molte notizie interessanti.

Innanzitutto conferma quanto sostenuto da Teodoro riguardo al papa Leone IX: quando il 12/03/1054 partì da Benevento era già quasi moribondo; sostò 12 giorni a Capua, poi fu accompagnato a Roma, a palazzo di Laterano, dall’abate di Monte Cassino e quindi, sentendo la morte imminente, si fece accompagnare a S.Pietro, dove ricevette l’estrema unzione e morì poco dopo. Non si trattava certo di un uomo in grado di prendere decisioni, soprattutto così importanti.

La questione con Cerulario inizia già verso la fine del 1053, quando questi scrisse una lettera (insieme a Leone arcivescovo di Acrida) alle chiese dell’Italia meridionale sottoposte al “Greco Augusto”, in particolare a Giovanni, vescovo di Trani e ad Argiro Catapano dei Greci in Italia, nella quale accusa la chiesa di Roma di molte eresie (l’uso di pane azzimo, il digiuno nel sabato di Quaresima, il far uso del sangue nel cibo, il non cantare l’Alleluja nel tempo di quaresima; curiosamente non si fa menzione della questione del filioque) e chiede a queste chiese di venire dalla sua parte. Senonché Argiro, che aveva un buon rapporto con il papa, gli fece avere una copia di questa lettera, poi tradotta in italiano da Umberto di Selva Candida, uomo di notevole cultura, che sarà anche uno dei Legati.

Il papa risponde con una lettera, molto dura, indirizzata sia a Michele Cerulario di Costantinopoli che a Leone di Acrida e Michele Cerulario, di fronte a tanta durezza e considerando che l’appoggio di Roma gli è necessario per conservare quelle poche chiese greche che restavano in Puglia e Calabria e forse spinto anche dall’imperatore Costantino Monomaco (che scrive a sua volta al papa invitandolo ad inviare del Legati a Costantinopoli, per un confronto), scrive una nuova lettera dichiarando di volere l’unità e la pace.

Il papa, visto che c’erano speranze di accomodamento, invia i suoi Legati (il già citato Umberto di Selva Candida, Federico arcidiacono, cancelliere del papa e Pietro, arcivescovo di Amalfi), dando loro due lettere da consegnare una all’Augusto Costantino Monomaco e l’altra a Michele Cerulario (perciò nessuna bolla di scomunica). Nella lettera a Cerulario il papa, pur ringraziandolo per il suo desiderio di unità e pace, che offre anche da parte sua, gli contesta di avere sentito cose molto gravi nei suoi confronti: che essendo neofito sia stato impropriamente promosso alla dignità episcopale, che vuole scavalcare i patriarchi di Alessandria e Antiochia, che si arroga il ruolo di Patriarca universale, che decide cosa sia eretico e cosa no senza confrontarsi con Roma e lo invita a spiegare la sua posizione.

I Legati vengono accolti con ogni onore dall’imperatore, mentre invece Cerulario si nega ad ogni confronto. Inizialmente i Legati incontrano un monaco, tale Niceta detto il Pettorato, che aveva fatto uno scritto in difesa delle idee di Cerulario e Umberto confuta i vari punti, evidentemente in maniera convincente perché, in data 24/06/1054 (quindi ben dopo la morte del papa Leone IX) questi decide di ritrattare pubblicamente il suo scritto.

La confutazione scritta di Umberto viene fatta tradurre in greco dall’imperatore, ma Cerulario continua ostinatamente a sfuggire il confronto, anzi nega anche ai Legati una chiesa per celebrare messa ed interdice le chiese latine in Costantinopoli, definendo spregiativamente Azimiti gli stessi Latini, per cui Umberto decide, nella chiesa di Santa Sofia ed in presenza di tutto il clero di lasciare una carta di scomunica, nei confronti sia di Michele Cerulario che di Leone di Acrida ed il 18 luglio 1054 i Legati lasciarono Costantinopoli, per far ritorno in Italia.

Ci sarà poi un lungo seguito, con i Legati che vengono richiamati a Costantinopoli, la lettera di Umberto che viene tradotta in greco anche da Cerulario (e, secondo l’autore del libro, la traduzione viene opportunamente adulterata dal Cerulario, per ricavarne una immagine negativa dei Latini e sollevare il popolo), con tanto di controscomunica.

“Le prove di queste frodi” dice il testo “si trovano nel carteggio conservato da Pietro Patriarca di Antiochia, pubblicato dal Cotelerio". Vedrò se riesco a trovare qualcosa su questo ultimo punto.

Senza addentrarci troppo nelle questioni di parte, che possono alterare anche non di poco le due posizioni, appare comunque chiaro, per quanto attiene al tema, la pressoché totale estraneità di Leone IX.
 
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view post Posted on 24/11/2015, 22:41     +1   -1
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Infatti.

Cerulario probabilmente era tanto equilibrato quanto il Silvacandida, quindi un mix esplosivo per una situazione già difficile in partenza.
Probabilmente il tuo testo esagera su alcuni punti ma nella sostanza le cose sono andate più o meno così.
 
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16 replies since 23/11/2012, 20:35   659 views
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