CITAZIONE (astroclipper @ 19/4/2017, 15:00)
CITAZIONE (myfriend2 @ 14/4/2017, 16:59)
2- Non più del 10%. In particolare ritengo vere storicamente le frasi di Gesù realtive allo spirito della Legge, al modo di intendere la Legge, quelle relative a lui come Messia, quelle relative alla sua morte e risurrezione (cioè quando predice la sua morte e risurrezione). Stop.
Non mi è chiaro
il criterio che adotti per valutare la storicità dei singoli detti di Gesù. A prima vista mi sembra che la selezione che effettui sia funzionale a sorreggere la tua teoria pseudo-Ehrman della "teologia sbagliata di Paolo" e la sua proiezione nei sinottici. Inoltre non mi è chiaro
come tutto ciò si possa conciliare con la questione sinottica e con le teorie che ammettono l'esistenza di Q.
Saluti
Astro
Ehrman non afferma che la teologia di Paolo era sbagliata. Afferma proprio il contrario.
Ehrman analizza due momenti che - secondo lui - svelano la vera identità di Gesù:
1- il battesimo di Giovanni battista, il profeta apocalittico
2- la predicazione apocalitticista di Paolo
Ehrman dice: "Siccome Gesù inizia la sua attività pubblica da Giovanni battista (che era un profeta apocalittico) e siccome i primi testi in nostro possesso dopo la morte di Gesù (i testi di Paolo) presentano una teologia apocalitticista, è ovvio che ciò che sta in mezzo, cioè il messaggio del Gesù storico, era un messaggio apocalittico". Poi Ehrman afferma che Gesù, quando parlava del Figlio dell'uomo (il Messia apocalittico), non parlava di se stesso, ma parlava di un Messia che sarebbe venuto dopo di lui.
Da qui la conclusione di Ehrman: Gesù era un semplice "profeta apocalittico" che annunciava la venuta del Regno e la venuta di un futuro Messia-apocalittico. Per Ehrman furono i primi cristiani a dire che il Messia era Gesù infatti, secondo Ehrman, quando Gesù parlava del Figlio dell'uomo in realtà non parlava di se stesso.
Secondo Ehrman, quindi, Gesù era un semplice "profeta apocalittico", quindi una figura del tutto simile a Giovanni battista: una specie di "pazzoide" che andava in giro dicendo: pentitevi, perchè tra un po' arriverà la fine del mondo e arriverà il Messia che instaurerà il Regno di dio in terra.
Io invece dico un'altra cosa. E cioè: Paolo ha interpretato la risurrezione di Gesù come l'inizio della risurrezione dei morti e l'inizio del Giudizio finale. Per Paolo era giunta la fine dei tempi e la fine del mondo. E, su questa convinzione, Paolo ha elaborato tutta la sua teologia apocalitticista (il peccato, satana, la salvezza, Gesù il nuovo adamo, Gesù il Messia-apocalittico, la risurrezione dei morti, il ritorno di Gesù imminente, il Giudizio finale, la distruzione del mondo e l'instaurazione del Regno). Questa era la visione di Paolo e questa era la visione ereditata dagli evangelisti che hanno presentato Gesù (e i suoi dialoghi) secondo questa visione: e cioè la teologia apocalitticista Paolina.
Ma questa visione era sbagliata. Era tutto sbagliato.
Il fatto che la visione di Paolo fosse sbagliata non è una "mia teoria", ma è un fatto. Ed è un fatto per il semplice motivo che il ritorno di Gesù, la risurrezione dei morti, la fine del mondo e l'instaurazione del Regno, che Paolo riteneva imminenti, NON si sono verificati.
Come dobbiamo definire la visione di Paolo? Come dobbiamo definire una visione che si basava su un evento ritenuto imminente dallo stesso Paolo e che, in realtà, non si verificò? Non c'è altro modo di definirla: la definizione corretta è ERRORE.
Qualcuno si fa degli scrupoli a dire che Paolo si era sbagliato, per ovvi motivi di fede e per il racconto che la chiesa ha fatto per 2000 anni trasformando le parole di Paolo in "parola di dio". Ma Paolo era un semplice uomo e se il personaggio non fosse Gesù e se l'autore delle lettere non fosse Paolo, nessuno avrebbe dei dubbi a dire serenamente ciò che emerge in modo inequivocabile dalle lettere di Paolo: l'autore si era sbagliato e aveva commesso un colossale errore di interpretazione.
Paolo, dunque, si era sbagliato. Tutta la sua visione teologica, che si fondava su un errore di interpretazione, fu un tremendo e colossale errore, compresi i concetti in essa contenuti. E hanno sbagliato anche gli evangelisti che hanno preso per buona la visione di Paolo e hanno presentato un Gesù storico, nei loro vangeli, secondo la visione ereditata da Paolo.
Il clamoroso errore di Paolo è documentato anche dalle "false lettere" di Paolo, che sono state scritte proprio nel tentativo (goffo) di "correggere" la teologia paolina e di eliminare dalla teologia paolina il concetto della "fine imminente".
Quindi, se la visione di Paolo era sbagliata e se il Gesù dei vangeli venne presentato dagli autori secondo questa visione sbagliata, per comprendere il senso della missione del vero Gesù storico occorre spogliare i vangeli da ogni riferimento "apocalittico-Paolino". E' del tutto probabile (per non dire sicuro), infatti, che tutti i dialoghi di Gesù e i loghia di Gesù di stampo apocalittico-paolino (e cioè i loghia inerenti il Regno, il Giudizio, la fine del mondo, la salvezza, il sacrificio in remissione dei peccati etc etc) presentati nei vangeli siano stati inventati dagli autori per supportare la visione teologica di Paolo.
O è così o, altrimenti, dobbiamo pensare che il Gesù storico si sia sbagliato.
Ma io non penso che Gesù si sia sbagliato. Penso, invece, che si siano sbagliati Paolo e gli evangelisti che hanno messo in bocca a Gesù quella che era la loro interpretazione del Gesù storico; e cioè l'apocalitticismo Paolino.
Per quanto riguarda i Loghia e la fonte Q, non va mai dimenticato il vangelo di Tommaso.
Il vangelo di Tommaso è l'unico vangelo in nostro possesso che si avvicina nella forma (ripeto: nella forma) a quella che doveva essere la fonte Q: e cioè una raccolta di Loghia di Gesù.
Ma proprio il vangelo di Tommaso ci dimostra come i Loghia venivano "aggiustati" per adeguarli a una particolare visione teologica. Infatti i Loghia di Gesù presenti nel vangelo di Tommaso non hanno nulla a che vedere con la teologia apocalitticista-paolina e presentano un Gesù storico completamente diverso da quello immaginato da Paolo.
Quindi, ammesso che fosse esistita una fonte Q, questa era stata redatta presentando i detti di Gesù secondo una visione apocalitticista-Paolina. In altre parole, Paolo, ha creato una teologia sbagliata che ha condizionato i teologi che, dopo di lui, hanno scritto i loghia di Gesù ed i vangeli.
E siccome la teologia di Paolo era sbagliata, per comprendere il Gesù storico è necessario spogliare i vangeli da ogni riferimento apocalitticista-paolino. Quindi occorre eliminare anche i dialoghi e i Loghia che sono stati "inventati" proprio per supportare quella visione teologica.
A questo proposito non va dimenticato il fatto che i primi cristiani erano perseguitati da tutti. Erano perseguitati dagli ebrei che li ritenevano dei bestemmiatori (un Messia-crocifisso era per gli ebrei una cosa inaudita) ed erano perseguitati dai romani (che li ritenevano degli antisociali). E, quindi, la trasformazione di Gesù in un Messia-apocalittico-vendicatore che li avrebbe "vendicati" al suo ritorno-imminente era una visione molto consolatoria. Era proprio la figura che rispondeva al loro bisogno di consolazione; l'idea di un Messia-apocalittico-vendicatore li consolava dal loro senso di frustrazione e alimentava il loro senso di rivalsa. Ed è per questo che ebbe così successo. Più i cristiani venivano perseguitati e più la figura di Gesù Messia-apocalittico-vendicatore si radicava e si consolidava. E più si radicava la concezione del sacrificio come strumento di redenzione e di salvezza.
In sostanza, la visione apocalitticista inventata da Paolo aveva anche una giustificazione psicologica oltre che storica. La figura del Messia-apocalittico-vendicatore era una figura che rispondeva perfettamente al bisogno di consolazione che i primi cristiani avevano. Un bisogno che nasceva dalla frustrazione di dover subire persecuzioni da parte di tutti.
Saluti
Edited by myfriend2 - 20/4/2017, 10:10