Studi sul Cristianesimo Primitivo

I discepoli, i giudeo-cristiani, e la loro Cristologia

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view post Posted on 6/6/2020, 21:25     +1   -1
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Aggiungo solo, che ho detto "Q o comunque tu voglia chiamare la fonte comune di Mt e Lc".
Quindi il mio ragionamento non assume Q, ma assume una fonte comune per alcuni pezzi di Mt e Lc, dunque non vi è alcuna praespumptio de praesumpto, per tornare al problema metodologico. Sul resto sono perfettamente d'accordo con il tuo ultimo post.
 
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view post Posted on 6/6/2020, 21:54     +1   -1

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Oggi leggevo addirittura di presunte differenze stilistiche in Matteo, tra i capitoli della natività e il resto del Vangelo, come se le “mani” non fossero le stesse. Ma non ho trovato riferimenti bibliografici a riguardo e non sono in grado di valutarlo da solo dalle versioni in lingua greca.
 
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view post Posted on 7/6/2020, 13:34     +1   -1
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Sono valutazioni difficili e complesse che si basano sempre sull'analisi del comportamento umano. Sulla genesi dei Vangeli per il momento è ancora prevalente la teoria delle due fonti a cui Teodoro fa riferimento con le dipendenze testuali di Mt e Lc da Marco e fonte Q (che non è necessariamente un vangelo scomparso) e da fonti particolari: questa teoria non spiega tuttavia il problema delle concordanze minori che suggerisce, come fanno notare bene Nicolotti e Gianotto, dipendenze testuali diverse. Per qualche autore Q (o in qualunque modo si voglia chiamare o intendere questa fonte comune di Lc e Mt, scritta o orale, etc...) non esiste o non è necessaria: Barbaglia ad esempio sta andando in questa direzione e, nonostante le perplessità iniziali, credo abbia ragione perché sta usando un approccio che cerca di conciliare aspetti filologici con aspetti storici e ideologici spesso disattesi o forse troppo sottovalutati.
Personalmente, vista l'enorme incertezza, credo che l'atteggiamento nei confronti dell'origine dei Vangeli debba essere all'insegna della prudenza evitando i soliti scoop (che inseguono le solite teorie del complotto che vanno di moda) per cui a me sembra azzardato affermare con eccessiva sicurezza questa o quella ipotesi sui Vangeli in assenza di fonti o prove storiche. In campo storico seguendo questa strada sono stati fatti errori colossali in passato...
L'unico dato certo è che i racconti dell'infanzia non hanno alcun valore dal punto di vista storico... poi che siano stati scritti successivamente, penso che ormai siamo tutti d'accordo perché i Vangeli sono stati composti alla rovescia a partire dal racconto della passione di Gesù. Questo non significa necessariamente che siano stati scritti 70 anni dopo gli ipotetici Ur-Mt o Ur-Lc e da una mano diversa: non ci sono prove definitive per cui il dubbio a mio avviso resta ed è legittimo avere opinioni diverse (dal punto di vista ideologico la nascita verginale di Gesù è perfettamente compatibile, se non indispensabile, con la cristologia alta del cristianesimo originario e con l'ideologia apocalittica che credeva in un messia superumano... pertanto sarei stupito se i racconti dell'infanzia fossero stati scritti a distanza di 70 anni, nella prima metà del II d.C.). Personalmente, da un punto di vista ideologico e storico, mi convinco sempre di più che i Vangeli siano più antichi di quanto pensiamo, forse rimontano a prima del '70... benché razionalmente, come ho già detto altrove, faccia fatica ad accettarlo per via della profezia della distruzione del Tempio (però non occorreva essere indovini per prevedere la distruzione del Tempio visto che c'era già stato un precedente nel 586 a.C. e visto che la situazione tra il 40 ed il 70 d.C. fu veramente difficile). L'ebraismo è una religione della Parola scritta, da sempre, non della memoria, della tradizione orale come nello zoroastrismo. Mi pare strano che subito dopo la morte di Gesù, nessuno abbia pensato di affidare ad uno scritto l'insegnamento del maestro di Nazareth, del nuovo Moshe. Tra le fila dei discepoli di Gesù non c'erano solo persone comuni ma anche sacerdoti, scribi, leviti (ad esempio Barnaba, amico di Paolo e probabilmente il suo parente, Giovanni Marco) che nei momenti più difficili o particolari della storia di Israele rielaboravano gli eventi in chiave teologica per cercare di decifrare i piani divini ed orientare le scelte religiose del popolo verso una maggiore e rinnovata fedeltà a Yhwh (la logica del patto e della promessa secondo Sacchi). Nei Vangeli a me pare di vedere sempre il medesimo spirito per cui questa diffusa convinzione che la redazione dei Vangeli sia avvenuta con gradualità o per stratificazioni successive e da mani diverse, o chissà come (ma dove sono le prove concrete? Dove sono questi protovangeli? Chi ne parla?), non mi convince fino in fondo benché un tempo ci credessi ciecamente. L'accetto con beneficio dell'inventario ma senza darci troppo peso. Ahimé dobbiamo riconoscere che finché non troveremo una "Qumran cristiana", potremo dire molto poco sull'origine dei Vangeli. Ragion per cui sposo l'approccio storico ed ideologico di autori come Sacchi, Boccaccini, Lupieri che mi pare più efficace.

Edited by Giosia - 9/6/2020, 15:36
 
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