CITAZIONE
“No, un concetto di Figlio dell'uomo non c'è nemmeno nei vangeli: il FdU nei vangeli è semplicemente Gesù, il modo in cui egli si riferisce a sè stesso.
Quando Gesù dice "il FdU non ha dove posare il capo", non dice "il giudice escatologico superumano di cui voi attendete la venuta, non ha dove posare il capo", bensì, "un uomo [come me] non ha dove posare il capo".”
Ma vedi che tu stesso, nel parafrasare i detti di Gesù, passi da una citazione con l’articolo determinativo, ad un italiano con l’articolo indeterminativo? Non è stonato rispetto a questa riduzione il fatto che Gesù nei Vangeli si definisca “ὁ υἱὸς τοῦ ἀνθρώπου”, e non “υἱὸς τοῦ ἀνθρώπου”? L’espressione semitica aramaica corrispondente cui fai riferimento e che significherebbe semplicemente “un uomo” è articolata o senza articolo? E se generalmente è senza articolo, perché gli evangelisti lo usano? Non vorrei che si additasse un parallelo aramaico che non esiste.
Suppongo che questa cosa sia già stata notata, quindi ci saranno delle spiegazioni.
Io dico solo che, in linea generale, che non capisco perché Gesù se voleva definirsi “un uomo”, parli di se come “Il figlio dell’uomo”. Quello che sarebbe da ricercare è se altrove qualcuno, pur essendo semplicemente un uomo, parli di se come “il figlio dell’uomo” e non “un uomo”.
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CITAZIONE
E lo stesso vale anche per i detti escatologici: per gli evangelisti, molto semplicemente, FdU=Gesù, tant'è che Matteo - che ama molto la designazione FdU - si sente libero all'occorrenza di sostituirvi pacifcamente il pronome "io": vedi Mt 10,32 rispetto a Lc 12,8(Q).”
Non mi pare che questa sia un’argomentazione, visto che anche nel caso FdU volesse dire il giudice escatologico esso sarebbe identificabile con Gesù e dunque sostituibile con “io”.
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CITAZIONE
No, un concetto di Figlio dell'uomo non c'è nemmeno nei vangeli: il FdU nei vangeli è semplicemente Gesù, il modo in cui egli si riferisce a sè stesso”
Che sia il modo in cui Gesù si riferisce a se stesso è ovvio, il problema semmai è la volontà di intenderlo come corrispettivo di “un uomo” in ogni dove. Tu hai appena scritto che il concetto di Figlio dell’Uomo escatologico non ci sarebbe neppure nei Vangeli (la mia domanda continua a vertere sui vangeli, e non sul Gesù storico) , eppure sono molti i passi dove a me viene più naturale intendere che si parli di una figura superumana, e dove addirittura intenderlo nel senso di “un uomo” stona enormemente.
Ne cito un paio:
“Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.” (Mt 16,27)
“E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.” (Mt 19,28)
“Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria.” (Mt 24,30)
Compare sia il collegamento con Daniele (cosa che tra l’altro non vedo perché sarebbe necessaria), sia l’attività di giudice, e di veniente futuro. Che bisogno c’è di interpretare questi detti come un’espressione idiomatica che si riferirebbe ad “un uomo” in generale?
L’opinione che vede questi detti come creazioni post-pasquali modellate sulla base di Dn 7,13, e che dunque vedono nel NT la creazione di un personaggio escatologico chiamato FdU, mi sembrano assai più probabili di chi neghi che persino nel NT possa trovarsi l’espressione FdU in riferimento ad un personaggio escatologico giudice.
CITAZIONE
““La questione veramente decisiva è quella linguistica. Gesù poteva ben aver in mente Daniele 7 e facciamo anche il Libro delle Parabole di Enoc, e farvi allusione. Spingiamoci pure a dire che egli ne fece un'esegesi nuova e senza analogie, identificando in sé stesso la figura angelica al centro di quelle visioni apocalittiche.
Il punto fondamentale è che, quand'anche egli avesse fatto ciò (e non è molto probabile), egli non sarebbe stato comunque compreso in tutta una serie di detti. E' impossibile che gli astanti di Mc 2,10 e 2,28 (che è gente comune, non discepoli istruiti esotericamente da Gesù) comprendessero bar enasha come la rivendicazione di essere la figura di Daniele o del LP.
Lo stesso vale per i detti sulla passione, morte e risurrezione del FdU: anche qui non v'è nulla che suggerisca che bar enasha sia la figura di Dn o del LP.
Vogliamo stiracchiare l'argomento fino a dire che, dal momento che tali detti erano rivolti ai discepoli, essi potevano aver nelle loro teste il contesto semantico che avrebbe permesso di intendere bar enasha in accezione danielica-enochiana? Argomento stiracchiatissimo, appunto, ma in ogni caso è proprio il Vangelo di Marco a insistere sulla totale incomprensione dei discepoli su questo punto.”
Questa argomentazione innanzitutto si riferisce al Gesù storico, noi ai Vangeli, perché è possibilissimo invece che il pubblico cristiano primitivo avesse cognizione di questa figura elaborata nel periodo post-pasquale, e dunque, se i Vangeli furono scritti per la comunità cristiana primitiva, allora erano un gruppo in grado di capire, sicché i detti sul FdU giudice escatologico potrebbero avere esattamente questa funzione senza bisogno di vedervi un’espressione idiomatica riduttiva.
Parlando invece del Gesù storico e della plausibilità di tali detti sulla sua bocca, questa tua risposta sarebbe decisiva se postulassimo che Gesù volesse farsi capire, o usare per forza categorie non-nuove. Ma nulla vieta di pensare che l’utilizzo sia stato inventato da lui, e che né i suoi discepoli né il pubblico lo capissero. La storia della filosofia e delle religioni è piena di gente che inventa concetti nuovi, e la gente non li capisce di primo acchito. Nel caso di Gesù possiamo addirittura pensare che egli non aveva interesse a che i suoi compagni capissero quello che diceva prima della resurrezione.
Il fatto che ci sia tramandato che i discepoli stessi non abbiano capito in un’occasione temporale X, potrebbe certo essere confermativo del tuo discorso sulla novità di questa figura escatologica, ma nulla vieta che dopo quell’occasione di incomprensione ci siano stati chiarimenti futuri non riportati, e, per chi creda, addirittura chiarimenti post resurrezione. I Vangeli infatti in nessun luogo sostengono di essere un manuale della fede cristiana in sé concluso, questo è l’errore protestante del Sola Scriptura. Dobbiamo anzi pensare che la predicazione cristiana fosse in gran parte orale, e che i Vangeli siano solo dei surrogati scritti da usare in assenza degli apostoli, senza alcuna pretesa di completezza. Anzi, quanto più una dottrina era importante, tanto più probabilmente veniva spiegata faccia a faccia durante catechesi orali, dando per scontato nella lettura degli scritti una catechesi orale già pre-acquisita.
Per di più tutto questo discorso sul FdU nel giudaismo medio si basa sulla letteratura superstite. Nulla vieta di pensare che invece il pubblico potesse capire benissimo perché alcuni testi con la figura del FdU erano già stati scritti, ma non ci sono sopravvissuti. Naturalmente, ipotizzando a caso si potrebbe risolvere qualsiasi problema storico, e dunque questa mia ipotesi non ha alcun peso, tuttavia essa serve a ricordare a coloro che parlano di “impossibilità” che invece le cose non sono mai impossibili, ma solo improbabili.
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CITAZIONE
Dunn pensa che Gesù abbia pronunciato alcuni detti nella comune accezione idiomatica, e poi, a mo' di mashal, abbia giocato sull'idioma per alludere a Dn 7 quale immagine rappresentativa della sua speranza che Dio lo avrebbe infine vendicato - senza però pensare di diventare lui "il Figlio dell'uomo", concetto che per Dunn non esisteva:”
Mi sembra un modo per cercare di togliere di mezzo i detti dove il FdU appare come giudice escatologico senza prenderli seriamente in considerazione. Visti i suoi presupposti, non si vede infatti perché il suo “gioco” avrebbe dovuto essere capito da qualcuno, né perché dovremmo prendere in considerazione la sua idea del gioco più di quella di una creazione ex novo da parte di Gesù di questa figura come riferentesi a se stesso.
CITAZIONE
"In the course of transmission the self-reference in 'the son of man' became more pronounced, and the transition to Greek established the phrase as a formal title 'the Son of Man'). In the same process the initial allusion to Dn 7,13 was made more complex by a succession of elaborations: by incorporations of travel to include the thought of Jesus' return (parousia) from heaven (particulary Matthew), and by development of an allusion to the also-developed use of Daniel's vision in the Similitude of Enoch (Matthew and John)."
E anche questa è una serie di ipotesi impossibile da verificare, e che vale tanto quanto l'ipotesi di chi invece prende in blocco i detti sul FdU giudice escatologico come autentici. Anzi, dire che la II ipotesi risparmia dei passaggi.
Ad maiora