| ||
Allora, innanzitutto poiché la Peshitta dell'AT non è un testo omogeneo, bisogna ragionare a blocchi o addirittura libro per libro. Come pure accade per la LXX, ad es., di solito il Pentateuco è più antico e più stabile rispetto al resto, e più si va avanti nel tempo più diventa probabile che i traduttori siano cristiani e non ebrei.
Uno dei criterî per stabilire se il traduttore sia ebreo riguarda la presenta di riferimenti ai targumim. Come è facile aspettarsi, nella Peshitta ne troviamo in Gn e Dt, mentre in alcuni dei libri dei Profeti e nella Sapienza troviamo collegamenti con la LXX. Nel primo caso abbiamo probabilmente a che fare con traduttori ebrei. In Gn 8,5, ad esempio, l'arca di Noè non si ferma sull'Ararat, ma su "le montagna di Qardu", identificazione comune verso la fine del I sec. d.C. e che si ritrova nei targumim. Un altro libro che probabilmente è stato scritto da ebrei è quello dei Proverbi, dove il targum della mesopotamia ricalca in maniera pedissequa quello della Peshitta, tale da far supporre addirittura una dipendenza testuale. Questo in sintesi, ma se vuoi addentrarti in qualche caso particolare ci si può anche provare, fermo restando che il mio siriaco non è un granché. |