Studi sul Cristianesimo Primitivo

Votes taken by Talità kum

view post Posted: 11/3/2011, 18:27     +1Oltre il riduzionismo Neodarwinista - Teologia e Filosofia
Come alcuni forse dolorosamente ricordano, sono un convinto sostenitore del ruolo di “complessità” ed “emergenza” nei processi evolutivi , e di conseguenza sono convinto che il modello riduzionista su cui è costruita la moderna Sintesi (assimilabile al cosiddetto “neodarwinismo”) sia insufficiente a descrivere i fenomeni macroevolutivi in maniera adeguata.
Non sono un pionere in questo, ho più volte citato S. J. Gould (buonanima) a sostegno di tale argomento, e tuttavia essere bollato come “ottuso creazionista” è stato un attimo <_<

Ho già provato a descrivere i tentativi di applicare i modelli matematici della “teoria della complessità” ai fenomeni evolutivi, così come agiscono nel mondo fisico portando al cosiddetto “order for free”, cioè fenomeni di auto-organizzazione in sistemi lontani dall'equilibrio (vedere a questo riguardo gli studi Ilya Prigogine e, in particolare, di Stuart Kauffman: "At Home in the Universe: The Search for the Laws of Self-Organization and Complexity").

Tali modelli non funzionano con l’approccio riduzionista, ma devono necessariamente lavorare su categorie di complessità “emergenti” che possiedono proprietà nuove e a sé stanti, non direttamente estrapolabili dagli elementi costitutivi soggiacenti.
Le limitazioni dell’approccio riduzionista per descrivere adeguatamente il mondo si palesano nello studio di alcuni sistemi fisici, come dimostrato dal premio nobel P.W. Anderson nel celebre articolo “More is Different” (facilmente reperibile sul web).

Adesso, poichè continuo a seguire gli sviluppi degli studi nel campo dell’evoluzione (convinto come sono che alla fine troveranno successo le intuizioni di Gould e di alcuni altri, confermate da diversi campi della scienza) porto all’attenzione del forum un articolo specializzato da poco pubblicato ( Dicembre 2010 ):

http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/1011/1011.4125v1.pdf

La firma di Carl Woese è autorevole, essendo colui che nel 1977 identifico’ gli organismi procariotici denominati Archea, e nel 2004 ha inferito una importante mazzata alla teoria del LUCA (Last Unique Common Ancestor) peraltro già trabicolante di suo.

Ora, a parte l’appropriata citazione iniziale di Gould:

<<the key to complexity is not more genes, but more combinations and interactions generated by fewer units of code and many of these interactions (as emergent properties, to use the technical jargon) must be explained at the level of their appearance, for they cannot be predicted from the separate underlying parts alone.>> (S. J. Gould, “Humbled by the genome’s mysteries.” New York Times, Feb 21 2001.)

ciò che viene proposto è di avvicinare, nello sviluppo delle teorie evolutive, la Fisica alla Chimica (che ha dominato finora incontrastata), allo scopo di superare il modello della moderna Sintesi ritenuto – ancora e ancora – insufficiente.
Nel capitolo, significativamente intitolato “BEYOND THE MODERN SYNTHESIS”, si afferma chiaramente:

<<not only is the Modern Synthesis afflicted by strong interactions, but its very foundation is questionable. The evident tautology embodied by “survival of the fittest” serves to highlight the backwards-looking character of the fitness landscape: not only is it unmeasurable a priori, but it carries with it no means of expressing the growth of open-ended complexity and the generation of genetic novelty. Thus, the Modern Synthesis is, at best, a partial representation of population genetics, but this on its own is a limited subset of the evolutionary process itself, and arguably the least interesting one.>> (P. 6)


Edited by Talità kum - 20/4/2011, 17:39
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