Studi sul Cristianesimo Primitivo

Don S. Barbaglia vs Cascioli 2.0

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Frances Admin
view post Posted on 14/7/2007, 10:27     +1   -1




E' singolare poi, che molti di questi papiri greci provengono dall'area egiziana. Comunque, l'identificazione del 7Q5 di O' Callaghan e di Thiede ha subito una pioggia di critiche anche per questa variante ipotizzata, con lo scambio delle della delta al posto della tau in tiaperasantes. Anzi, diciamo che i loro detrattori si sono impuntati proprio su questo elemento. Invero, la letteratura greca testimonia molti casi di casi di lezioni che operano uno scambio tra la tau e la delta. Infatti, la tau area palestinese era pronunciata come una delta e quindi era quest'ultima lettera greca ad essere trascritta nei papiri.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 14/7/2007, 10:46     +1   -1




Certo, è una lezione ammessa. Ma dirò di più: esiste una epigrafe, databile al periodo erodiano, che si trovava esposta a Gerusalemme contenente una intimazione agli stranieri a non oltrepassare i limiti del cortile del tempio a loro interdetti. Ebbene questa epigrafe contiene la parola trufakton (che significa steccato, si tratta della cancellata che delimitava il confine) scritta con una delta al posto della tau, perchè il greco vorrebbe drufakton e non trufakton. L'epigrafe nel punto di interesse è intatta e perfettamente leggibile, non c'è nessuna ambiguità. Del resto la puoi vedere nella pagina del mio sito:

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/7Q5/7Q5_2.htm

(guarda la figura 3). L'epigrafe è importante in quanto ben difficilmente trufakton al posto di drufakton è un errore ortografico. Essa infatti era vista quotidianamente da tantissime persone ed era situata in un luogo pubblico importante, dunque non è un documento o una lettera privata. Evidentemente i Giudei, come anche gli Egiziani, tendevano a pronunciare con la delta al posto della tau alcune parole. Una ricerca nei data base tradizionali non ti darà mai conto di queste variazioni al limite tra l'errore e antichissime pronunce. Il greco è una lingua antichissima che oltretutto è stata lingua franca in tante aree del Mediterraneo e del Medio Oriente, non esiste "il greco" ma tante variazioni e dialetti che sono cambiati nel corso dei secoli e delle aree geografiche.

Se leggi il paragrafo 2.1 initolato "Il cambio delta-tau" puoi trovare riferimenti a simili variazioni di pronuncia con alcuni esempi tratti dai manuali di fonologia del greco antico di Mayser (1906) e Radermacher (1925). Tra l'altro questi manuali sono vetusti, con le scoperte papiracee dal 1925 in poi probabilmente occorrerebbe un approfondimento.
 
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Frances Admin
view post Posted on 14/7/2007, 18:00     +1   -1




Ero a conoscenza di questa iscrizione epigrafica in greco. Mi pare che poi quella avvertimento fosse stato inciso anche in altre lingue (?). In Palestina, come in Egitto e in altre aree del medioriente si parlava il greco ellenistico (koinè). Dunque è più lecito aspettarsi che in caso di omofonia con le lingue locali, certe lettere erano trascritte così come venivano pronunciate. Ovvio poi che sia gli evangelisti, sia i padri apostolici e i dotti giudei di cultura e lingua greca scrivevano in greco vernacolare. Però occorre fare una cesura tra il greco dei padri della chiesa anteriori al Costantino e quelli successivi. Dopo l'ascesa di Costantino, la lingua greca entra già in periodo medioevale e diventa il greco bizantino. Solo Erasmo operò un riforma delle pronuncia greca sullo studio dei dialetti con la pretesa di conformarla alla pronuncia del greco antico.
Trovo il punto della critica al Thiede che si basa sullo scambio Tau/Delta abbastanza forzata, per non dire esagerata. Certo, non abbiamo la sicurezza che in quel punto del frammento non più leggibile ci fosse in delta in luogo di una tau, ma questa probabilità non la considero un'ipotesi peregrina, tutt'altro. Ma chi glielo va a spiegare a Cascioli?
Premetto che io non sono una sostenitrice di Thiede, ma nemmeno una sua detrattrice. Quindi, ogni critica non poggiante su argomentazioni solide e frutto di competenza suscita in me una fastidiosa irritazione.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 14/7/2007, 19:15     +1   -1




Del resto è vero che ci sono molti che si sono opposti alla identificazione ma anche tanti altri studiosi che l'hanno sostenuta. In genere l'opposizione si basa sul concetto che è ben difficile pensare a un Vangelo, fosse anche un proto Marco, già scritto in greco prima del 50 d.C. (la datazione massima ammessa da Roberts per 7Q5). Sul piano strettamente papirologico non vi sono grossi ostacoli, anche l'omissione di epi then ghen è perfettamente lecita e possibile. La Montevecchi, una autorità in materia di papirologia, sostiene da molto tempo l'identificazione. Anche a me risulta difficile credere a un proto Vangelo già composto in greco nel 50, tanto più che se la teoria di Carmignac è vera, allora quando sarebbe stato composto il testo ebraico da cui proviene la traduzione in greco? Però sul piano strettamente papirologico è certamente vero che la proposta di O'Callaghan è la migliore che si possa proporre. In alternativa dobbiamo dire che non sappiamo a quale testo appartenesse quel pezzo di papiro, del resto anche il non sapere non costituirebbe un problema perchè esistono altri frammenti greci di Qumran ritrovati nella grotta 4Q e persino nella grotta 7Q che non hanno un testo al quale attribuirli, sebbene abbiano molte più lettere di 7Q5. Io in genere tendo ad utilizzare il 7Q5 in modo estremamente prudenziale, proprio perchè la storia dell'intero cristianesimo non può restare appesa a un pezzettino di papiro così malridotto. L'ipotesi è certamente affascinante e interessante. Sono molto grato al 7Q5 perchè è per mezzo di quel piccolo papiro che ho iniziato a studaire un po' di papirologia e paleografia e questo mi ha aperto la strada ad altri studi. Diciamo che affrontare l'argomento 7Q5 è molto interessante anche da un punto di vista didattico.

 
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Joe d'Arimatea
view post Posted on 15/7/2007, 23:12     +1   -1




Frances ha scritto:

CITAZIONE
Invero, la letteratura greca testimonia molti casi di casi di lezioni che operano uno scambio tra la tau e la delta. Infatti, la tau in area palestinese era pronunciata come una delta e quindi era quest'ultima lettera greca ad essere trascritta nei papiri.

Hard Rain ha scritto:

CITAZIONE
Ebbene questa epigrafe contiene la parola trufakton (che significa steccato, si tratta della cancellata che delimitava il confine) scritta con una delta al posto della tau, perchè il greco vorrebbe drufakton e non trufakton.

Scusate, ragazzi, mi pare che nei casi presi in esame (il 7Q5 e l'epigrafe di epoca erodiana) sia avvenuto esattamente il contrario, è il delta a essere stato trasformato in una tau. Mi sbaglio?

Joe d'Arimatea
 
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Hard-Rain
view post Posted on 15/7/2007, 23:29     +1   -1




In Mc. 6:52-53 greco abbiamo: kai diaperasantes con delta. Diaperasantes è il participio aoristo nominativo del verbo diaperaw (w = omega) che va scritto con la delta nel greco classico. Ma il 7Q5 mostra dopo il kai un tau e uno iota quindi O'Callaghan suppone che ci fosse scritto: kai tiaperasantes. Si chiama cambio delta-tau perchè quella che sarebbe dovuta essere una delta viene cambiata in un tau a motivo della pronuncia. E' lo stesso caso della epigrafe che ho citato: la parola formalmente corretta sarebbe drufakton, con delta, ma sull'epigrafe, come attesta la figura che ho citato, compare trufakton, con un tau al posto del delta. I manuali di fonologia comunque riportano anche il caso inverso, lo scambio di consonanti da tau a delta. E vi sono anche altri tipi di cambio fonetico, un caso classico è il cambio kappa-gamma che peraltro trova applicazione nella datazione del papiro delle epistole paoline P46, proposta da Young Kyu Kim nel 1988.
 
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Frances Admin
view post Posted on 16/7/2007, 09:05     +1   -1




Si Joe, sono io che ho sbagliato scrivendo. Per il 7Q5 e l'iscrizione epigrafica citata da Hard Rain Intendevo lo scambio delta-tau.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 20/5/2009, 21:53     +1   -1




Messaggio dell'utente "gamala" cancellato in ottemperanza al Regolamento, p.ti 6, 8b, 9. Un ulteriore messaggio dello stesso tenore del precedente comporterà immediatamente l'applicazione del Regolamento, p.to 8c.
 
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view post Posted on 20/5/2009, 22:50     +1   -1
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Per Frances Admin

CITAZIONE
Attenzione, Cascioli dopo aver scopiazzato malamente gran parte del materiale del suo primo libro, questa volta ha intenzione di varcare i confini dell'immaginazione. Infatti, questa teoria degli "untuosi" non l'avevo ancora letta da nessuna parte.

So io da dove l'ha presa. L'ha letta in un testo di Ambrogio Donini (1903-1991), lo storico delle religioni marxista. Ovviamente Cascioli fa un collage delle citazioni degli intellettuali che gli fanno comodo in modo del tutto acritico. In questo caso poi siamo di fronte ad un' affermazione che Donini non si sprecava minimamente a giustificare...
 
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view post Posted on 21/5/2009, 11:14     +1   -1
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Ho ritrovato il testo di Cascioli dove cita Donini:

CITAZIONE
Il nome di cristiani con cui veniva indicata questa setta di balordi e di smodati non se l'erano data loro quali seguaci di Cristo, ma bensì gli era stato attribuito da altri e con un senso dispregiativo come sostiene Ambrogio Donini in “Storia del Cristainesimo” Edt. Teti- pag. 29: <<il nome di cristiani è nato in un ambiente non palestinese e veniva usato in senso d'ironico disprezzo (gli “unti”, gli “impomatati”) per distinguere gli ebrei della Sinagoga (ortodossi) dai nuovi convertiti, considerati gente strana, dalla lunga capigliatura, un po' come i nostri capelloni>>.

http://www.luigicascioli.eu/ita_argomenti.php?topic=35

Ovviamente viene da chiedersi da dove l'abbia evinto... Quali testi riporterebbero quest'uso linguistico...
 
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paolina.roma
view post Posted on 21/5/2009, 17:53     +1   -1




Mi risulta che tra i manoscritti di Qumran, secondo la posizione ufficiale, non compaiono i vangeli. Che probabilità ci sono per la presenza di quello di Marco? Io non so cosa è stato trovato nella giara che conteneva il 7Q5, ma penso che non fosse solo polvere con un solo pezzetto di papiro. Penso che vi fossero altri frammenti in qualche modo leggibili e confrontabili per risalire ai libri contenuti. Perché si parla solo del 7Q5?
 
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Hard-Rain
view post Posted on 21/5/2009, 19:18     +1   -1




CITAZIONE
Che probabilità ci sono per la presenza di quello di Marco?

Carissima, se le interessa, inizi con la lettura di questi documenti:

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Il%2...mento%207Q5.pdf

https://digilander.libero.it/Hard_Rain/Fram...0grotta%207.pdf

Le spiegano per bene tutta la questione del frammento 7Q5 e degli altri frammenti della grotta 7Q, con tutte le ipotesi a favore e contrarie. Il dibattito è molto lungo e complesso. Poi, se vuole, le segnalerò altri documenti che però presuppongono la lettura di quello sul 7Q5.
 
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paolina.roma
view post Posted on 21/5/2009, 20:08     +1   -1




Grazie delle informazioni che, sebbene troppo tecniche per i miei interessi, rendono bene la complessità della problematica. Ciò che per me è importante sapere è che il contenitore è stato, molto probabilmente, manomesso nell'antichità e ciò spiega l'esiguità dei resti. Un saluto.
 
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