Dallo scritto di mons. Fusco, di cui al link da te riportato, cito:
CITAZIONE
se si parte dalla pretesa che ogni fenomeno della storia trovi la sua spiegazione esclusivamente a partire dalla storia stessa, una storia chiusa in se stessa, non aperta all'azione rivelatrice e salvifica di Dio, allora siamo di fronte a un apriori razionalistico, che la fede cristiana non può condividere.
Fino a prova contraria l'"apriorismo" è connaturale al dogmatismo della fede mentre, se forzato in un ordine metodologico di tipo razionalistico, genera una "contraddizione in termini" così stridente sul piano definitorio da poter essere ravvisabile in ugual misura in espressioni come l'"ateismo cristiano", il "monoteismo politeista" e via dicendo.
Ciò premesso, passiamo all'arroganza concettuale (che conosciamo bene) ostentata da Fusco nel qualificare come "pretesa" la scelta metodologica (scientifica) di spiegare ogni fenomeno della storia esclusivamente "a partire dalla storia stessa".
A partire da cosa altro Fusco vorrebbe spiegare i fatti della storia?
Perfino la stessa "azione rivelatrice e salvifica di Dio", influenzando i fenomeni della storia al di fuori... della storia, genererebbe comunque eventi storici che, in quanto tali, avrebbero una propria collocazione contestuale nella storia, con la storia dovrebbero essere conciliati, dalla storia dovrebbero essere spiegati o dichiarati "non spiegabili", tra i fatti della storia dovrebbero essere annoverati... insomma, con la storia dovrebbero fare i conti!
Scendiamo nel particolare, perchè è al particolare che Fusco mira facendo finta di tenersene alla larga: Gesù di Nazareth non può essere spiegato come storia perchè deriva direttamente dall'azione rivelatrice e salvifica di Dio.
Mons. Fusco, le posso parlare come se lei mi leggesse (anche se non lo farà mai)?
Bene. Mons. Fusco, è sicuro che sia il razionalismo ad essere aprioristico...?
E' sicuro che è nel razionalismo che sia ravvisabile una "pretesa"?
Per quanto tempo ancora dovremo sopportare l'arroganza della
vostra pretesa di fare storia fuori dalla storia?
L'"azione rivelatrice e salvifica di Dio" avrebbe generato suo "Figlio" in un contesto storico nel quale sarebbe stato lapidato a furor di popolo dopo i primi 2 minuti del primo pubblico discorso.
La storia, quella che conosciamo noi studiandola, non lo conosce (se non in assurde attestazioni palesemente apocrife come quella del Testimonium Flavianum).
La storia che conosciamo noi presenta un quadro martoriato dai fermenti sociali, dalle rivendicazioni messianiche perseguite attraverso agitazioni a carattere insurrezionale e autonomista così gravi da determinare l'esplosione di una guerra disatrosa.
Eppure il suo Gesù si muove su uno scenario edulcorato dove le tensioni sono assenti, gli zeloti non appaiono se non nell'appellativo di un apostolo, gli esseni sembrano non essere mai esistiti.
Nella sua "realtà parallela" il Gesù neotestamentario sparge il seme della pace e il messaggio dell'amore per il nemico senza correre alcun rischio, anzi, conquistando le folle e sorprendendole con straordinari prodigi.
Mons. Fusco, in quale storia siamo?
Probabilmente l'"azione rivelatrice e salvifica di Dio" è stata così prodigiosa da creare un "mondo parallelo" che, narrato solo ed esclusivamente dal Nuovo Testamento, deve essere preso come autentico e sostituito a quello reale che i nostri occhi ci suggeriscono perchè accecati dalla pretesa assurda di spiegare quello che vedono con quello... che vedono.
Dicevo che la sua arroganza, mons. Fusco, non ci giunge nuova perchè ne abbiamo avuto ampi saggi anche leggendo il libro di J. Ratzinger
Gesù di Nazareth, dove (ancora peggio) si sostiene e si difende la metodologia scientifica onorandola, poi, con un postulato sintetizzabile nel seguente modo: il Gesù dei Vangeli fu un personaggio reale perchè la sua figura è "storicamente sensata e convincente".... PUNTO!.... FINE DELLA LEZIONE DI METODOLOGIA SCIENTIFICA!!!!
Ci vogliamo stupire se l'Università La Sapienza, non più tardi di qualche giorno fa, ha opposto un "no grazie" a simili "lezioni di scienza"?
Conosco poche persone che riescono a conciliare la propria fede cristiana con la disponibilità ad affrontarne la fondatezza storica su un piano di effettiva metodologia scientifica e, soprattutto, di onestà concettuale.
Uno di questi è Gianluigi Bastia, persona di straordinaria erudizione che quotidianamente fatica nelle pagine di questo forum per dimostrare, alla luce dei suoi studi seri e apprezzabili, la storicità del Cristo dei Vangeli.
Il suo compito è molto più difficile del nostro (parlo da non cristiano): a noi è sufficiente far valere il silenzio degli storici e l'improponibilità, sul piano della logica e su quello della storia di quella che io definisco come favola neotestamentaria, lui, invece, deve demolire le nostre "evidenze" e costruire sullo studio delle fonti le sue conferme.
Alla fine nessuno convince l'altro... ma nessuno (lui per primo) si è trincerato dietro assiomi che lei, mons. Fusco, può anche far valere: PURCHE' ABBIA L'ONESTA' DI RINUNCIARE A PARLARE DI SCIENZA E DI STORIA!
Cercate di imparare da persone così (che nelle vostre schiere sono delle rarità), oppure smettetela una volta per tutte di parlare di cose che non conoscete!
Ossequi
Giancarlo Tranfo