Buongiorno a tutti.
Non si può dire che Jossa faccia parte di coloro che identificano Gesù in un combattente rivoluzionario.
Tuttavia, pur essendo un cristiano, ha avuto alcune intuizioni storicamente "felici" (dal mio punto di vista)... ma pure tu, Gianluigi, le hai avute.
A tal proposito riporto quanto ho scritto nel mio lavoro in odore di stampa "La Croce di Spine":
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G. Jossa , studioso di fede cristiana, pur sforzandosi di distinguere il movimento di Gesù dai movimenti insurrezionali della Palestina, è costretto ad ammettere quanto segue:
"Giuda è un profeta, un rabbi, che riprende con assoluta urgenza l'attesa messianica nazionale di Israele. Al centro della sua predicazione è l'annuncio della venuta del Regno di Dio e la richiesta di collaborazione del popolo alla sua realizzazione ... Vari elementi sembrano avvicinare le due figure di Giuda di Gamala e Gesù di Nazarethh. Innanzitutto l'origine galilaica e laica, intesa non puramente come elemento geografico e sociologico, ma come espressione di una religiosità diversa da quella dell'ambiente sacerdotale di Gerusalemme ... Giuda e Gesù sono stati chiamati entrambi 'galilei'; fatto che rende talvolta difficile l'identificazione sicura del gruppo religioso indicato nelle fonti con questo nome..."
Per una maledettissima dimenticanza (me ne sono accorto ora) non ho riportato in nota l'opera dalla quale ho tratto quanto sopra (ricordo che era in fotocopia e spero di ritrovarla).
Per avere un'idea compiuta del pensiero di Jossa, secondo me bisognerebbe leggere la sua opera
La verità dei vangeli, Gesù di Nazareth tra storia e fede, Carocci, Quality Paperbacks , dove per metà libro fa il punto della situazione sullo stato della ricerca in merito alla ricostruzione storica di Gesù di Nazareth (partendo come tutti dall'illuminismo) e per l'altra metà svolge un pregevole lavoro di tipo esegetico (con particolare riferimento agli scritti veterotestamentari), giungendo alla conclusione (importantissima dal mio punto di vista), che “il giudaismo non conosce l’idea che il messia (o il Figlio dell’Uomo) debba soffrire” (destino assegnato invece al "servo sofferente") e che, pertanto, essa è stata forzata sul messia cristiano.
Veniamo a ElijahSix.
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Comprendo la tua delusione. Ma affermare che la storia non lo conosca nemmeno di striscio è secondo me andare un po' troppo in là. Considerare tutte le fonti extracristiane invenzioni non è far storia (per nessuno storico confessionale o non): alcuni testi sono stati chiaramente e palesemente manipolati e revisionati, ma da qua arrivare a dire che sono in sé falsi, non è un passo semplice da fare (se si rimane obiettivi).
Ciò non toglie che la storia non ci dice quasi nulla su Gesù.
E' un discorso molto lungo e per questo è improponibile in questa sede.
A mio avviso è vero proprio ciò che tu mi contesti e cioè che "la storia non lo conosca nemmeno di striscio" per il semplice motivo che che non è esistito se non in "panni" molto ma molto diversi da quelli che conosciamo (e quindi la storia conosce semmai le sue "controfigure", visto che- a mio avviso- esse furono due).
Rilevo, poi, una contraddizione in quanto da te affermato: se
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alcuni testi sono stati chiaramente e palesemente manipolati e revisionati
allora si può arrivare (eccome...) a dire
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che sono in sé falsi
.
Intendiamoci bene: se il passo delle persecuzioni neroniane in Tacito è falso, ciò non significa che è falsa l'intera opera degli
Annales, ma che, per quanto di mio interesse, essa non è affidabile. E' questo il senso del "falso". Ti pare poco?
Tutto ciò premesso, a mio avviso non esiste nulla, tra le testimonianze extracristiane, che possa essere ritenuto integralmente autentico (fatta esclusione per il riferimento a Cresto da parte di Svetonio. N.B. per me Cresto è una corruzione di Cristo, ma Cristo, come tu sai, non è il... cognome di Gesù ma un titolo riconosciuto a colui che veniva investito del titolo messianico di davidica memoria).
Sia in te che in molti altri noto, poi, una certa confusione tra testimonianze storiche attestanti il personaggio di Gesù e testimonianze riguardanti l'esistenza di movimenti ben successivi e ritenuti (da noi) cristiani.
Sul primo abbiamo il silenzio assoluto di almeno 40 storici del tempo (Testimonium Flavianum escluso... ma quello è meglio lasciarlo da parte...).
Tutto il resto delle testimonianze riguardano, semmai, i secondi che, almeno a mio avviso, non ebbero nulla a che fare con la fede in Gesù Cristo (non ancora inventato) ma con quel complesso microcosmo, impropriamente definito come cristianesimo o "giudeo cristianesimo" (si trattò in realtà di focolai di giudeo messianismo ancora incentrato sull'attesa e ben lontano, quindi, dall'"appagamento" dell'avvento).
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quasi nessuno reputa Gesù un ribelle rivoluzionario
Scusami ma sei decisamente in errore.
Posso fornirti un bibliografia vastissima (sia italiana che straniera).
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non ci sono le basi per affermare qualcosa del genere
Più che di basi si tratta di un complesso indiziario così articolato e pesante da assumere, praticamente, efficacia probatoria.
Personalmente sull'argomento ho speso 450 pagine, ma ci sono opere più brevi e molto chiare alle quali ci si può riferire (es. le opere di D. Donnini).
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Personalmente trovo diverse critiche, che vengono rivolte alla Chiesa Cattolica, superficiali, basate più su un odio a priori che dà un'analisi equilibrata della situazione.
Non è il mio caso. Ho vissuto per 40 anni sotto l'ombra del campanile e posso assicurarti che non è stato piacevole scoprire di essere stato imbrogliato, eppure in me non c'è odio, magari rabbia... quella si.
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Fatto sta il libro di Joseph Ratzinger mi pare ovvio che non fosse rivolto al mondo accademico, ma in primo luogo ai credenti cattolici. Quindi, io mi chiedo, ma che cosa pretendavate dal Papa? Che scriveva ai fedeli che Gesù è un mito? o cose simili?
No, mi aspetto semplicemente che non vada a stuzzicare quel can che dorme che si chiama storia!
Esordire affermando di voler fare ricorso ai criteri suggeriti dalla metodologia scientifica per poi tradirli con affermazioni assurde (come quella della pertinenza del Gesù storico con il quadro politico di riferimento) senza una riga di spiegazione, significa non avere un'idea (nemmeno pallida) della metodologia scientifica oppure volere approfittare di chi, non avendola, non si accorge di non incontrarla e prende per buona la sua dichiarazione di intenti, finendo per considerare il Gesù dei vangeli come storicamente provato.
Dunque, o ignoranza o disonestà intellettuale (scegli tu).
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Non posso negare che quanto espresso da lui sul metodo critico-storico fa sorridere. Ma pur sempre normale. Se uno ama il metodo critico-storico, si rivolge alla teologia liberale (e non al Papa), per ricevere infos.
Appunto, facesse il Papa e recitasse l'angelus al balcone!
Non ci si può fregiare con la storia e con la scienza per poi trincerarsi dietro l'assioma di fede!
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Abitando tu in Italia, posso capire il motivo per cui affermi una cosa del genere. Anche se a me pare essere più un pregiudizio. Questo lo dico senza conoscere però l'ambiente accademico in Italia nelle facoltà di teologia cattolica.
Ti faccio però presente che in determinate facoltà di teologia protestanti i professori non si fanno alcun problema a dire e sostenere cose come ad esempio: Gesù è nato e morto ebreo e non ha fondato alcuna religione nuova. Gesù aveva fratelli e sorelle carnali, chi sostiene il contrario è... cattolico (sto scherzando, anche se non troppo
). Ecc.
Le frecciatine da parte dei professori contro la Chiesa non mancano di certo (compreso il libro di Benedetto XVI).
Anche in Italia in seno alla cristianità esistono riferimenti di dissenso, studiosi critici e contesti nei quali vengono continuamente messe in discussione le impostazioni più tradizionali del credo cristiano.
Ovviamente, poichè viviamo in una colonia dello stato pontificio (questa è una mia idea), ai "discoli" non vine dato di buon grado il microfono (a noi miscredenti, poi, meno che mai!)
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Rido, perché in realtà ha senso parlare sia di "ateismo cristiano", sia di "monoteismo politeista", se messi nel contesto giusto - chiaramente.
Beh, i primi cristiani venivano accusati di ateismo da parte dei pagani nei confronti chiaramente delle divinità pagane. Questo è almeno quanto riporta ad esempio Giustino nel suo scritto Apologie. Quindi l'apparente ossimoro può lo stesso aver senso.
Passando al secondo ossimoro, mi viene in mente Vivekananda quando presentò l'Induismo - al congresso delle religioni a Chicago - come una sorta di monoteismo, nonostante tutti gli Occidentali - o quasi - considerino l'Induismo una religione politeista (con più divinità). Ma Vivekananda precisò che in realtà una sola è la divinità, mentre le altre sono solo emanazioni di quell'UNO (Brahman).
Quindi, parlare di un "monoteismo politeista" ci può stare.
Si lo so e veniva da ridere anche a me mentre scrivevo.
Aggiungo anche che si può parlare di politeismo monoteista referendosi al paganesimo romano del II secolo che lentamente iniziò ad orientarsi verso l'idea della divinità suprema ed unica (Sole) della quale gli altri Dei rappresentavano singoli aspetti.
Questo terreno si dimostrò fertile per l'attecchimento e la diffusione di culti come quello mitraico (per la verità già abbastanza radicato prima della comparsa del cristianesimo) o quello cristiano.
Più in generale, sulla spinta del platonismo, fu un terreno particolarmente favorevole soprattutto allo sviluppo dell'idea di Logos come principio supremo ed immutabile.
Soffrendo del limite dell'incorporeità, tale principio degenerò poi nell'idea del messia carnale, prendendo a prestito (e a pretesto) la vicenda storica del primogenito del Galileo, in mescolanza con archetipi appartenenti agli antichi culti (maternità virginale, nascita al solstizio d'inverno, miracoli, ultima cena, teofagia eucaristica, sacrificio e resurrezione, promessa del ritorno alla fine dei tempi ecc.).
Le parole di Yeshua (il messia sacerdotale) probabilmente già circolavano da prima ed erano riferite ad un illuminato (a mio avviso il "Gesù vivente" del vangelo di Tommaso). Lo stesso Celso, anch'egli abbastanza disorientato dall'idea già circolante dell'unico Gesù, in alcuni punti della sua confutazione sembra ricordarsi più di Yeshua che di Giovanni (le arti magiche apprese in Egitto, la nascita illegittima che incontriamo anche nelle fonti rabbiniche ecc.).
Non saprei dire con precisione quando avvenne l'"impasto" (anche perchè probabilmente impiegò più generazioni per raggiungere il necessario amalgama) così come non condivido l'idea che tale "confusione" debba essere stata necessariamente indotta da una volontà preordinata.
Non lo escludo ma non lo sostengo e, come credo di aver già detto, lascio la porta aperta a spiegazioni di tipo antropologico.
Passo a Gianluigi:
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Comunque prendete uno di questi santoni, magari un po' bravo, mettetelo in mezzo a dei pastori, beh, è forse facile attribuirgli dei poteri e crederlo onnipotente. Io penso che senza che qualcuno si sia convinto di qualcosa, il fenomeno Gesù non avrebbe attecchito a quel modo e - ricordiamolo - in così poco tempo. Paradossalmente, se Giancarlo ha ragione e la religione cristiana propriamente detta è nata solo alla fine del II secolo, ha avuto ancor meno tempo di quello che io suppongo per formalizzarsi e stabilire di credere in cose paradossali.
Io non ho mai detto che la religione cristiana sia nata "di botto" alla fine del II secolo ma, casomai, che in tale periodo iniziò ad assumere forme a noi note.
Inoltre, a differenza di molti miei "colleghi di pensiero", non vedo nel III secolo il momento del "grande sviluppo" ma nel II.
Celso, infatti, già nel 180, dimostrava, stavolta con riferimento a Giovanni il Galileo, di conoscere i principali aspetti della vita e del messaggio di "Gesù Cristo" (così come sono a noi noti) ma, evidentemente, ne ricordava le origini (colui al quale avete dato il nome di Gesù non era che il capo di una banda di briganti...).
Lo stesso, inoltre, affermò quello che ho sempre pensato in merito ai "continui rimaneggiamenti" effettuati dai cristiani sui propri scritti al fine di porsi al riparo dalle contestazioni attraverso correzioni di tiro.
Comunque, Gianluigi, non pensare che io intenda schiacciare Gesù Cristo nell'identificazione storica con Giovanni di Gamala sostenendo che è ad esso che sia necessario riferirsi principalmente.
Anch'io penso a Yeshua come ad un ad un personaggio ispiratore di eccezionale importanza e nel mio libro ho cercato di dare rilievo a tale figura pur senza inventare nulla (i riscontri nelle fonti rabbiniche sono pochi, confusi e fuorviati dall'astio che a mio avviso spinse i redattori più a "fare il verso" a Gesù di Nazareth che a testimoniarne l'origine con riferimento alla vera figura di Yeshua).
Ora, qualche breve parola sui prodigi: io odio il "mero scientismo", e quindi non nego nè affermo la possibilità che essi siano in parte avvenuti, semplicemente dico che gli stessi non fanno parte del campo di indagine dello storico ma, casomai, dell'esperto di fenomeni paranormali sui quali non sono affatto uno di quelli che si sganasciano dalle risate...
Ora ho ricontrollato tutto (se qualcuno aveva già letto questa mia, la troverà leggermente cambiata.
Chiedo scusa per la digressione ma, d'altra parte, nell'angusto spazio (in senso argomentativo) di una discussione, raramente riusciamo ad esternare la nostra visione completa.
La mia ora l'ho sintetizzata in maniera estrema (e quindi essa è rappresentata in maniera tutt'altro che esaustiva), ma almeno così sarà un pò più chiaro il mio punto di vista che si colloca senz'altro nella corrente "Cascioli- Donnini" (tanto per fare riferimento ad autori recenti e italiani) ma che, rispetto ai sunnominati autori, presenta delle sostanziali diversità.
Ciao
Giancarlo
Edited by G. Tranfo - 18/1/2008, 18:51