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Se leggi Marco ad esempio, potrai notare come Gesù dice sempre a tutti di tacere e di non rivelare quello che è, in modo alquanto convinto e deciso.
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Si ma non per prendere le distanze dal "messianismo davidico politico rivoluzionario" che nell'"universo parallelo" che i vangeli sostituiscono quello storico e reale, sembra non essere nemmeno esistito!
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Tu lo dici.
L'accento va sul "tu", dato che in greco normalmente non ci vuole. Se lo si mette, è per sottolinearlo.
Io non conosco il greco e non faccio mistero di questa mia carenza. Da quanto ho letto, tuttavia, a dire di tutti coloro che non soffrono del mio limite, sembra che l'espressione non indichi con chiarezza il significato da te sostenuto (anzi, spesso se ne sottolinea la natura criptica e ambivalente).
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Comunque prima bisogna stabilire se quella conversazione c'è stata veramente o meno.
Ecco, questo è un discorso che trovo molto saggio...
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Lo storico sbaglia se pensa di avere a che fare con un testo puramente storico, aprendo i Vangeli. Questo non significa che gli scritti non contengano verità storiche, tutt'altro, solo che reputo importante informarsi un pochino sull'esegesi neotestamentaria, prima di voler analizzare il testo.
Infatti, diversamente da te e da molti altri (che stimo sicuramente nonostante la diversità di vedute), io penso (come Eisenman) che essi (i Vangeli) non siano "storia" ma "letteratura".
Nei racconti neotestamentari, pur incontrando decine di personaggi ed eventi documentati dagli storici, ci si muove su uno scenario irreale, storicamente improbabile e non amalgamabile a quello risultante dalle testimonianze extracristiane.
Ripeto, questa è la mia visione (e di molti altri) ma ciò non significa affatto che io non intenda rispettare la tua...
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Cercando comunque di rientrare in tema, personalmente sono dell'avviso che una persona che ha fede non dovrebbe non interessarsi del Gesù storico, considerandolo irrilevante per la sua fede (alla Rudolf Bultmann), come non trovo però nemmeno giusto che si studi il Gesù storico facendosi influenzare dalla propria fede (un po' come fa la Chiesa cattolica, ma non solo).
Questo sano proposito ti fa molto onore. Ritengo che sia lo stesso che anima studiosi cristiani di eccezionale competenza come gli stessi Hard Rain e Frances presenti in questo forum.
Chi fugge dalla storia dimostra di temerla mentre chi la affronta con sbalorditiva superficialità (come Benedetto XVI) dimostra di non conoscerla e di sottovalutarla.
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Le due cose sono insomma da tenere separate: il Gesù storico e il Gesù della fede; ma allo stesso tempo vanno poi unite e confrontate. Eraclito avrebbe parlato dell'unità degli opposti.
In un certo senso anch'io, nella mia trascorsa cristianità, sono partito da quest'idea.
E' stato poi il confronto al quale tu accenni, affrontato con l'onesta metodologica che ti accredito, che mi ha portato(mio malgrado), non tanto a negare storicità a Gesù Cristo, ma ad individuare personaggi ispiratori (di quello che considero il suo mito) ideologicamente diversi se non antitetici al "Salvatore del Mondo" dei Vangeli.
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Questo è quanto penso io: non ci vedo un'incongruenza insuperabile tra il Gesù storico e quello della fede.
Non sono uguali, ma nemmeno totalmente differenti (come alcuni vorrebbero far credere
).
Ecco, qui non siamo dello stesso avviso.
Se tu ti riferisci al Gesù dei Vangeli (come penso) l'incongruenza è proprio insuperabile ed io invidio (in senso buono) chi come te "riesce" a non riscontrarla ed a conciliare la storia con la fede.
Un caro saluto.
Giancarlo