Sig. Hard Rain, prima di tutto grazie della sua risposta, e buona giornataCITAZIONE
Sig. Hard Rain
No, perchè i sicari erano una diversa forma di banditismo, sorta attorno agli anni '50 (verso il 52), come scrive lo stesso Giuseppe, a meno che non si contraddica da solo.
Non è Giuseppe Flavio che si contraddice, ma è Lei che analizza i fenomeno del banditismo in Palestina in quel tempo, in forma troppo rigida, tale da non permetterLe di osservare alcune varianti giustificative.Partendo da Ezechia, il padre di Giuda il Galileo, Giuseppe Flavio lo descrive come un capo bandito, che comandava
una numerosa banda di banditi che infestavano ai confini della Siria. Ant. libro XIV, 159.
Poi ". V’era Giuda figlio del capo bandito Ezechia, che era stato uomo di grande potere e fu catturato da Erode solo con molta difficoltà. Questo Giuda, a Seffori, in Galilea, mise insieme un
numero di uomini disperati e assali il palazzo reale, prese tutte le armi che vi erano immagazzinate,
armò ognuno dei suoi uomini e se ne andò con tutte le proprietà che potè prendere.
Divenuto ormai lo spavento di tutti, depredava quanti incon trava, aspirava a cose sempre più grandi, la sua ambizione erano ormai gli onori reali, premio che egli si aspettava di ottenere non con la pratica della virtù, ma con la prepotenza che usava verso tutti." Ant. libro XVII,271,272.
Ora si deve sottolineare che i banditi e i disperati in quel tempo, non erano solo quelli con a capo gli Asmonei decaduti con volontà di riprendersi quello che loro ritevano gli spettasse per diritto dinastico. ma ce ne furono anche di altri.
Ant. libro XVII, 273 e seguenti.
Quanto scritto nel libro XVIII di Ant. riguardante Giuda il Galileo, è stato censurato dai falsari, ma in parte lo possiamo ricavare da Filone Alessandrino, Legato Alessandrino ""Un tiranno corrotto,(riferito a Pilato) avido e insensibile alle ragioni della giustizia. Orgoglio, prepotenza e insolenza erano la sua regola.
Il paese sotto di lui fu lasciato al saccheggio di bande ribelli che incendiavano le case dei ricchi e la gente veniva uccisa senza il rispetto di alcuna legge " Successivamente operarono con movimenti rivoluzionari e di banditismo, appartenenti allo stesso sangue, nel 36 suo figlio primogenito Giovanni, crocefisso con i
lestaì.
Il termine ladroni» (traduzione italiana un po' a orecchio del latrones latino della Vulgata) è, nell' originale greco, lestài.
Ricordiamo che lestès è, in Giovanni, il termine con cui è indicato Barabba e che va quasi certamente letto pure qui nel senso non di «brigante», di «delinquente comune», ma di «sobillatore politico», di «guerrigliero », di zelota, cioè di militante per la causa della liberazione di Israele dall' occupazione dei romani. I quali non riconoscevano alcuno status ai «partigiani», ai ribelli al loro dominio: per loro, non erano hostes, nemici, ma semplicemente «briganti», «delinquenti» da sopprimere.
nel 45 un altro suo figlio Giuda o Teuda, nel 46 altri suoi due figli Giacomo e Simone, dopo di chè prese il comando del movimento rivoluzionario, dei banditi, dei disperati, dei briganti dei lestaì l'ultimo figlio Giuseppe, trasformato dalla censura in Menaehm.
Il procuratore (dal 60 al 62 d.c.) Antonio Felice fece assasinare il sommo sacerdote Gionata dai briganti che per l'assasinio usarono la strategia dei pugnali nascosti sotto le vesti. Ant. libro XX, 163 e seguenti.
Tale metodo di accoppamento divenne frequente fra tutti i gruppi di banditi, ribelli , rivoluzionari, briganti
che da ora in poi vennero identificati anche con il termine sicari, derivante dal nome dell'arma che usavano in questa strategia. Ant. libro XX, 185.
Quindi i sicari furono la continuazione dei gruppi di briganti, banditi, disperati, lestaì eccetera di antica data che dagli anni 60 circa vennero pure identificati con il nuovo termine di sicari. Si spiega quindi, che Giuda il Galileo non fu associato direttamente ai sicari solo perchè i banditi, i rivoluzionari, i disperati, i briganti, i lestaì vennero chiamati pure sicari solo successivamente alla sua morte.www.storiacristianesimo.itUn caro saluto.