Studi sul Cristianesimo Primitivo

Lezione Gesù Barabba

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Hard-Rain
view post Posted on 29/1/2008, 09:52     +1   -1




Conoscete il riferimento esatto del passaggio di Origene:

“Habebat autem tunc vinctum insignem, qui dicebatur Barabbas [Mt. 27:16]. Congregatis ergo eis, dixit eis Pilatus: quem vultis dimittam vobis Jesum Barabbam an Jesum qui dicitur Christus? [Mt. 27:17] - In multis exemplaribus non continetur, quod Barabbas etiam Jesus dicebatur, et forsitan recte, ut ne nomen Jesus conveniat alicui iniquorum. Et puto quod in haeresibus tale aliquid superadditum est, ut habeant aliqua convenientia dicere fabulis suis de similitudine Jesu et Barabbae.”

Dovrebbe essere uno degli ultimi libri del commento a Matteo, sicuramente dopo il libro 14, si è conservato solo in latino. Ma quale di questi 23 libri del commentario? Boh?!?!?!

In aggiunta a questo, pare esista uno scholium di Origene, in greco, dove cita Matteo 27:17, è riportato da Gallandi (XVIII secolo) a pag. 81, il testo lo si legge nel sito di Wieland Wilker (TCG 2007, commenatario su Matteo). Qualcuno sa qualcosa di questo scholium? E' affidabile? E' di Origine veramente o è un altro testo?

Nota. In rete ho trovato questo vecchi libro:

http://books.google.com/books?id=C0EAAAAAY...MREAY#PPA639,M1

In esso compare lo scholium citato da Wieland Wilker, vedi la pag. 639. Ma mi pare che questa frase provenga dal codice S = Vat. Gk. 354 e non abbia nulla a che vedere con Origene!



_________________________

Sulla questione sinottica: non si deve correre il rischio di ridursi al solo modello delle 2 fonti (Marco e Q). E' vero che è molto in voga ma non spiega molte anomalie. Inoltre contrasta col fatto che nell'antichità era Matteo il testo più utilizzato. Ci sono anche altre soluzioni, per un brevissimo riassunto, vedasi:

http://www.christianismus.it/modules.php?n...=article&sid=53

Ora immaginate un modello come quello ad es. di L. Vaganay (1954). MG (= proto Matteo greco) poteva contenere "Gesù Barabba", recepito da tradizioni palestinesi, gli altri lo avrebbero omesso, in particolare Marco (destinato a un pubblico occidentale). Inoltre: perchè non considerare Marco una epitome di Matteo come fecero alcuni studiosi?

Grazie

Edited by Hard-Rain - 29/1/2008, 13:23
 
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Frances Admin
view post Posted on 29/1/2008, 13:25     +1   -1




CITAZIONE
Conoscete il riferimento esatto del passaggio di Origene:

“Habebat autem tunc vinctum insignem, qui dicebatur Barabbas [Mt. 27:16]. Congregatis ergo eis, dixit eis Pilatus: quem vultis dimittam vobis Jesum Barabbam an Jesum qui dicitur Christus? [Mt. 27:17] - In multis exemplaribus non continetur, quod Barabbas etiam Jesus dicebatur, et forsitan recte, ut ne nomen Jesus conveniat alicui iniquorum. Et puto quod in haeresibus tale aliquid superadditum est, ut habeant aliqua convenientia dicere fabulis suis de similitudine Jesu et Barabbae.”

Si trova in:

Commentariorum series in evangelium Matthaei 121 (Mt. 22.3427.63), della recensione greca.

CITAZIONE
In aggiunta a questo, pare esista uno scholium di Origene, in greco, dove cita Matteo 27:17, è riportato da Gallandi (XVIII secolo) a pag. 81, il testo lo si legge nel sito di Wieland Wilker (TCG 2007, commenatario su Matteo). Qualcuno sa qualcosa di questo scholium? E' affidabile?

Si, si tratta di Scholia in Matthaeum. Il passo si trova nel Volume 17, pag. 308, PG di Migne. Non mi risulta che esistano edizione critiche.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 29/1/2008, 13:41     +1   -1




CITAZIONE
Si, si tratta di Scholia in Matthaeum. Il passo si trova nel Volume 17, pag. 308, PG di Migne. Non mi risulta che esistano edizione critiche.

Francis, sei preziosissima! Se hai tempo... e non è disturbo... cos'è quella citazione che compare in questo libro:

http://books.google.com/books?id=C0EAAAAAY...MREAY#PPA639,M1

alla pagina 639 se leggi c'è lo stesso testo dello scholium di Origene, ma sembra che qui si parli del codice S = Vat. Gk. 354 e il passo cita anche Anastasio di Antiochia, vissuto nel VI secolo. Che roba è? E' Anastasio che cita la frase di Origene nel codice S? Forse il commento di Anastasio che citava Origene è finito per copiature successive in S? Tu ci capisci qualcosa? Che sia una glossa presente nel codice S? Purtroppo il testo è in tedesco!

NA27 non menziona nell'apparato critico il codice S, però so che altri manuali lo citano come caso di VARIA LECTIO, forse a motivo della presenza di questa glossa che potrebbe risalire a Origene e che qualcun altro ha citato anche qui menzionando anche Anastasio di Antiochia?

Grazie!
 
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Frances Admin
view post Posted on 29/1/2008, 14:34     +1   -1




CITAZIONE
alla pagina 639 se leggi c'è lo stesso testo dello scholium di Origene, ma sembra che qui si parli del codice S = Vat. Gk. 354 e il passo cita anche Anastasio di Antiochia, vissuto nel VI secolo. Che roba è? E' Anastasio che cita la frase di Origene nel codice S? Forse il commento di Anastasio che citava Origene è finito per copiature successive in S? Tu ci capisci qualcosa? Che sia una glossa presente nel codice S? Purtroppo il testo è in tedesco!

Il testo dice che si tratta di uno Scholium del codice S. Che tipo di scholium non lo dice, ma immagino che si tratti di una glossa di un copista che ha letto materiale di Anastasio.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 29/1/2008, 14:47     +1   -1




CITAZIONE
Il testo dice che si tratta di uno Scholium del codice S. Che tipo di scholium non lo dice, ma immagino che si tratti di una glossa di un copista che ha letto materiale di Anastasio.

Materiale di Anastasio di Antiochia che riprende lo scholium origeniano però... la citazione è infatti identica a quello dello scholium attribuito a Origene che si trova nella raccolta patristica del Migne (esiste online! fantastico).

Grazie.

Edited by Hard-Rain - 29/1/2008, 17:22
 
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Frances Admin
view post Posted on 29/1/2008, 23:38     +1   -1




CITAZIONE
Materiale di Anastasio di Antiochia che riprende lo scholium origeniano però... la citazione è infatti identica a quello dello scholium attribuito a Origene che si trova nella raccolta patristica del Migne (esiste online! fantastico).

Si, se non sbaglio l'esistenza di questo sito della PG di Migne l'aveva segnalata Pasquale. Però occorre anche non fidarsi troppo del Migne, perché è una raccolta datata e acritica. Io sono costretta ad usarla per alcune opere di cui non possiedo l'edizione critica e di altre per le quali, invece, non è mai stata predisposta un'edizione critica. Un caso clamoroso (e vergognoso) sono le opere di Eusebio, per le quali non esiste un'edizione critica maggiore. Il caso di Scholia in Matthaeum di Origene è diverso, perché credo che questi frammenti non necessitano di un'edizione critica, in quanto spesso sono attestati in un solo codice.

Ciao.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 30/1/2008, 08:14     +1   -1




Il sito che segnalò Pasquale53 in sè è affidabile e completo, infatti ho trovato un sito greco con l'opera di J.P. Migne di cui ti/vi passo il link che concorda, almeno nei passi di Origene che ho consultato:

http://patrologia.ct.aegean.gr/

Mi chiedevo anche se non esistano delle interpolazioni in Origene, cioè qualcuno che abbia integrato con delle spiegazioni dei suoi passi.

Sul passo latino di cui parlavamo:

CITAZIONE
“Habebat autem tunc vinctum insignem, qui dicebatur Barabbas [Mt. 27:16]. Congregatis ergo eis, dixit eis Pilatus: quem vultis dimittam vobis Jesum Barabbam an Jesum qui dicitur Christus? [Mt. 27:17] - In multis exemplaribus non continetur, quod Barabbas etiam Jesus dicebatur, et forsitan recte, ut ne nomen Jesus conveniat alicui iniquorum. Et puto quod in haeresibus tale aliquid superadditum est, ut habeant aliqua convenientia dicere fabulis suis de similitudine Jesu et Barabbae.”

in realtà poi non l'ho trovato nella versione greca del commento a Matteo, infatti probabilmente appartiene a uno degli ultimissimi libri dell'opera di Origene (sono 23 in tutto) che abbiamo solo in latino.

Mi sembrava strano che qui Origene accenni addirittura alla possibilità che degli eretici abbiano introdotto la lezione Gesù Barabba quando nello scholium non è così deciso a condannare il passo. Anche nel passaggio del codice S che probabilmente deriva da Origene non si è così netti nel condannare la lezione.

Mi chiedevo se possano esserci state delle interpolazioni all'interno dello stesso Origene, fatte anche in buona fede, cioè qualcuno ha annotato all'interno di un codice di Origene le sue osservazioni personali e queste sono poi state inglobate nel testo come se le avesse scritte Origene.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 30/1/2008, 20:47     +1   -1




Parlando dello scholium di Matteo, io qui noto una cosa interessante. La frase di mio interesse è:

Παλαιοῖς δὲ πάνυ ἀντιγράφοις ἐντυχὼν, εὗρον καὶ αὐτὸν τὸν Βαραββᾶν Ἰησοῦν λεγόμενον

Io qui comprendo che al tempo di Origene esistevano delle copie molto antiche in cui ricorreva la lezione Gesù Barabba.

Io il πάνυ lo attacco a Παλαιοῖς quindi capisco: copie (ἀντιγράφοις) molto vecchie. Giusto?

Del resto Origene, pur condannandola, non sa spiegare nè filologicamente nè storicamente la provenienza di questa curiosa lezione, per cui doveva esistere da molti anni e al suo tempo ogni traccia era andata perduta.

Nel commento a Matteo insinua che possa essere il frutto di qualche eretico. Ma chi, dove, quando, come, perchè? Se c'era una setta che aveva inventato questa cosa Origene lo avrebbe detto. Di conseguenza la lezione è antica e risale come minimo al II secolo, visto i termini che usa Origene in questo interessante scholium.

Del resto tracce di questo scholium origeniano le troviamo anche nel codice S di cui dicevo.

Da notare che Origene, molto intelligentemente, fa risalire il nome di Barabba a BARAMBAN. Baramban non è una assurdità in aramaico è l'equivalente di Barabban = figlio del nostro maestro, la stessa spiegazione che fornisce anche Girolamo nel Liber.

 
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Frances Admin
view post Posted on 30/1/2008, 21:45     +1   -1




CITAZIONE
Io il πάνυ lo attacco a Παλαιοῖς quindi capisco: copie (ἀντιγράφοις) molto vecchie. Giusto?

Si, l'avverbio "panu" si riferisce ad antigraphois. Il "de" in questo caso agisce come congiunzione coordinante, "allo stesso tempo". Bisogna anche vedere la frase precedente, perché questa frase implica che in quella precedente stesse parlando dello stesso argomento.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 30/1/2008, 22:50     +1   -1




Prima non diceva nulla di importante, la vera frase è questa, secondo cui in copie molto antiche si riscontrava Gesù Barabba. πάνυ lett. significa "completamente", "del tutto", riferito a vecchi, antichi (documenti) io lo interpreto come come molto antichi, molto vecchi, veramente vecchi.

Indubbiamente dobbiamo essere davanti a un ingarbuglio molto antico perchè Origene non sa spiegare la ragione, ricordo che Origene nasce nel 185. La lezione doveva circolare da un bel po' di tempo. E' interessante anche questo uso di πάνυ. Poteva dire semplicemente copie vecchie? Invece mi sembra che voglia enfatizzare il concetto. Aveva davanti dei libri molto antichi, evidentemente. Origene non era uno sprovveduto, aveva una cultura molto vasta e viaggiò molto, conosceva anche l'aramaico. La spiegazione che dà la basa su RAMBAN, notare la finezza, RAMBAN è equivalente a RABBAN per via di un cambio mem nun che, come mi è stato spiegato nel forum biblico ebraico, è perfettamente ammissibile in questo caso. Si vede che era uno del mestiere.

Indubbiamente dobbiamo tenere conto comunque che questo è uno scholium attribuito ad Origene. Se in realtà è di qualcunaltro oppure è un falso storico allora siamo fregati! Metti che qualcuno anche solo per denaro o gloria abbia messo in giro uno scritto falsamente attribuito ad Origene. Ipotizzo che molti sapessero che Origene aveva composto degli scholia di Matteo, ma quali, quanti, dove, in che numero, su quali passi? Diciamo che quell'altro scholium del codice S che ha frasi identiche mi allarma un poco...

Edited by Hard-Rain - 31/1/2008, 08:59
 
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G. Tranfo
view post Posted on 5/2/2008, 07:38     +1   -1




Un saluto ad entrambi.
Posso dire la mai benchè completamente a digiuno di greco (Donnini è professore di tecnica fotografica, io sono un assicuratore... può darsi che venga a dire la sua anche un bancario :lol: )?
Bene, esco un momentino dal greco per puntare dritto sul merito del fatto.
A mio avviso l'interpretazione "più normale" è quella che Gesù e Barabba (figlio o no che sia del padre) arrestati in occasione del medesimo evento che fu di una tale gravità da legittimare un "giudizio per direttissima".
Naturalmente Pilato (a mio avviso) si guardò bene dal sottoporre il giudizio al verdetto popolare (come i vangeli ci fanno credere).
Presso gli storici non c'è alcuna traccia, infatti, di tale strana consuetudine che sembra essere stata creata ad hoc dagli evangelisti per giustificare il rilascio (avvenuto per altri motivi) di un prigioniero a fronte della condanna dell'altro.
Questo episodio nasconde qualcosa: questo lo abbiamo intuito tutti indipendentemente dalle soluzioni che ciascuno suggerisce.
Per me non è che un aspetto (forse il più eclatante) di un complotto nel quale vennero a confluire ruoli ed interessi diversi (oltre che opposti).
Non credo, infine, che la sommossa abbia attinenza con l'episodio dell'acquedotto che personalmente penso più attinente a quello "ventilato" in Lc 13:1-3 (sul quale vedo che è stata aperta un’altra discussione).
La sommossa in questione, infatti, a mio avviso non appare (più…) nelle pagine di Giuseppe, in quanto (ovviamente secondo me) è la stessa che portò l’”erede davidico” a prendere il controllo della città (probabilmente solo per qualche giorno).
A parte le mie idee, la mia domanda è questa: , è possibile pensare, in base all’originale versione greca, ad uno svolgimento dei fatti come sopra ipotizzato (ambedue arrestati in occasione del medesimo grave evento)?

Scusate l’interruzione, un caro saluto.

Giancarlo
 
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Frances Admin
view post Posted on 5/2/2008, 13:32     +1   -1




CITAZIONE
Per me non è che un aspetto (forse il più eclatante) di un complotto nel quale vennero a confluire ruoli ed interessi diversi (oltre che opposti).
Non credo, infine, che la sommossa abbia attinenza con l'episodio dell'acquedotto che personalmente penso più attinente a quello "ventilato" in Lc 13:1-3 (sul quale vedo che è stata aperta un’altra discussione)

è possibile pensare, in base all’originale versione greca, ad uno svolgimento dei fatti come sopra ipotizzato (ambedue arrestati in occasione del medesimo grave evento)?
.

Buongiorno anche a te Giancarlo. Secondo me è possibile che Pilato abbia rilasciato Barabba dietro compenso, ovvero mediante corruzione. Abbiamo testimonianze di procuratori della Giudea che erano stati corrotti dai giudei affinché rilasciassero i prigionieri destinati alla pena capitale. E' anche possibile che la sommossa in cui era stato coinvolto Barabba fosse la medesima in cui era stato coinvolto Gesù. Sappiamo che durante l'arresto di Gesù ci fu spargimento di sangue. Il Testimonium Slavorum parla di una sommossa pianificata dai simpatizzanti di Gesù, alla quale lo stesso non volle aderire. Questi passi della versione slava, inspiegabilmente, non sono stati analizzati con sufficienza. Io stessa quando ho affrontato lo studio del Testimonium Slavorum, mentre ho trovato copiosi riferimenti nella letteratura apocrifa in merito ad altri fatti, non sono riuscita a rintracciare una collocazione letteraria della sommossa che vi è descritta. Quella del TS è indibbiamente un'attestazione monofonte. Mentre altri riferimenti del TS sono riconducibili ad un sostrato letterario ben determinato, la descrizione della sommossa non è supportata dalla documentazione parallela.
Ora, per me non c'è niente di abominevole se i discepoli di Gesù organizzarono una sommossa antiromana. Penso anche che Gesù, suo malgrado, vi sia rimasto coinvolto e come da prassi, a pagarne le conseguenze è sempre il capo riconosciuto di un movimento, anche quando la responsabilità non grava su di lui. Il TS dice anche che i notabili Giudei intervennero prima dell'attuazione della rivolta, riferendo a Pilato quanto stava per accadere. Io ho letto tutta la letteratura disponibile in merito al TS e ho constatato che gli studiosi hanno sorvolato questo particolare, rinunciando ad interpretare sotto il profilo storico-critico. Quei passi, che occupano la parte centrale del TS, sono di una difficoltà e di un imbarazzo impressionanti. Anche ammettendo la loro non autenticità, c'è da chiedersi se provengano dalla creatività letteraria del compilatore o da un documento non più disponibile, che ha offerto lo spunto letterario al compilatore per l'elaborazione del paragrafo su Gesù. Ebbene, secondo la mia analisi, il ruolo del compilatore è del tipo passivo e si è limitato al raffazzonamento di riferimenti disparati prelevati dalla letteratura canonica, evangelica e patristica. Se la sua attività è minima, è corretto ipotizzare che ogni pericope del TS poggia su brandelli di documentazione determinata. Ciò non significa che questa documentazione attestasse il vero e d'altronde, la letteratura apocrifa, presente in quantità abbondante sul TS, lo esclude. Non si tratta quindi stabilire l'autenticità della sommossa presa in considerazione dal TS, ma di fissarne la collocazione letteraria. In base a queste osservazioni, mi premetto di dire che la rivolta antiromana attestata nel TS ha una cornice letteraria definita, ma non più rintracciabile. Escludiamo le fonti talmudiche e anche il riferimento di Lattanzio, dove invece, Gesù è parte attiva di un progetto criminoso: nel TS Gesù è presentato come pacifista e allo stesso tempo si intuisce una contrapposizione crescente tra lui e i suoi seguaci.
Riguardo la tua domanda specifica, a partire dal testo greco, è impensabile tradurre "en th stadis" in "durante una rivolta" (Mc 15:7). La traduzione corretta è "nella rivolta", o "durante la rivolta" in quanto l'articolo determinativo greco preceduto da una proposizione, a parte rarissimi casi, ha sempre valore di determinatezza. Dunque, quella contemplata da Marco non è rivolta qualunque, ma una rivolta specifica.
 
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Hard-Rain
view post Posted on 5/2/2008, 16:19     +1   -1




L'amnistia non era contemplata normalmente nel diritto romano ma è presente in quello greco. Mauro Pesce riporta i riferimenti ad uno studio nel quale si citano diversi casi di rilascio di detenuti in occasione delle festività del tempo. Nota che Pesce è uno che sostiene che Barabba sia un personaggio inventato per fini "poltici" (scaricare la colpa suo Giudei). Gnilka cita il caso di Fibione, condannato alla flagellazione, abbiamo un papiro dell'85 d.C. in cui il prefetto dell'Egitto lo lasciò libero dopo che la folla aveva acclamato la sua liberazione. Pesachim contempla l'eventualità che un detenuto possa essere liberato fino alle ultime ore del 14 di Nisan, in tempo per celebrare la Pasqua. Queste attestazioni non sono certo la prova che le cose andarono così nel caso di Barabba, però contribusicono a non escluderlo totalmente.

Vi faccio poi notare che secondo Marco, Gesù fu crocifisso alle nove del mattino del 14 di Nisan. A mezzogiorno secondo tutte le fonti era già in agonia sulla croce. Giovanni scrive che Gesù fu portato da Pilato all'alba di quel giorno. In quell'esiguo spazio di tempo Pilato avrebbe dovuto giudicare Gesù, Barabba e anche i due ladroni crocifissi con Gesù, forse due componenti del gruppo di Barabba meno fortunati del loro capo. Normalmente si considera che ci sia stato poco tempo per Gesù, figuriamoci se aggiungiamo anche tutta questa gente.

CITAZIONE
Abbiamo testimonianze di procuratori della Giudea che erano stati corrotti dai giudei affinché rilasciassero i prigionieri destinati alla pena capitale

Albino e Gessio Floro.

Però mi viene un dubbio. Se la rivolta era la stessa di Gesù chissà come questo Barabba vi era connesso. Mi sembra strano che fosse un membro del gruppo di Gesù o fosse coinvolto direttamente, come avrebbero potuto lasciarlo libero in quel modo? E poi se Pilato fu corrotto e Barabba era colluso con il movimento di Gesù, mi sembra impossibile che lo abbiano pagato per liberare Barabba ma non Gesù Cristo, è inverosimile, soprattutto in considerazione del fatto che era propenso a liberare proprio Cristo.

Forse varebbe la pena di fare uno studio delle "determinatezze" nelle cose che indica Marco, chissà che non saltino fuori cose strane, è un vangelo che ha molti semitismi e usa spesso il presente storico, come in 6:52-53.

Edited by Hard-Rain - 5/2/2008, 16:46
 
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G. Tranfo
view post Posted on 6/2/2008, 19:19     +1   -1




CITAZIONE
Inoltre i vangeli narrano l'arresto e il processo di Gesù avvenne tramite la mediazione delle autorità giudaiche, ma non sappiamo se i due briganti e lo stesso Barabba furono catturati con la stessa procedura.

Tempo fa ho letto una sconosciutissima opera di un tal D. Nardoni dal titolo "Sotto Ponzio Pilato".
L'autore fa delle considerazioni interessanti su un aspetto di regola trascurato dagli storici.
Gesù (capo carismatico di un movimento rivoluzionario o pacifico profeta che sia) fu un rabbi ebreo di certa popolarità e una mancanza di rispetto nei suoi confronti da parte di uno straniero sarebbe stata vista come un intollerabile offesa allo stesso senso di religiosità del popolo ebraico.
Per questo motivo, secondo il citato autore, il soldato che offrì la spugna con l'aceto a Gesù, ebbe il riguardo di porgergliela dalla cima di una canna anzichè dalle proprie mani impure.
Quindi la croce, che nell'immaginario pittorico di tutti i tempi appare alta e visibile (sublime) e che per Tertulliano fu “tam insigniter” perchè destinata a Cristo (Adv. Marcionem, 3, 19) sarebbe stata in realtà molto più bassa di quanto comunemente ritenuto esclusivamente sulla base di tale errato indizio (l'uso della canna a causa dell'altezza).
Naturalmente questa della croce è una parentesi che può servire per rendere l'idea di quanta "diplomatica cautela"(almeno secondo detto autore) i romani usassero nei rapporti con i prigionieri, quantomeno quelli di una certa notorietà e soprattutto in pubblico laddove un gesto irrispettoso avrebbe potuto scatenare una rivolta (così come accadde con quel soldato romano che, come riferito da Giuseppe, "con mossa indecente, mostrò ai giudei il suo deretano accompagnando il gesto con un acconcio rumore." (Guerra Giud. II, 224). Nota: ogni volta che leggo questa parte rido a crepapelle come se fosse la prima (mi sembra di vedere la scena)...
Arrivo al dunque: probabilmente il citato autore esagera ma se avesse ragione (anche in parte) si spiegherebbe il senso della "mediazione delle autorità giudaiche" almeno per quanto riguarda l'arresto che, se condotto direttamente dall'autorità romana (che non avrebbe nemmeno potuto toccare un ebreo senza contaminarlo) sarebbe apparso irriguardoso ed avrebbe urtato la pubblica suscettibilità (con i conseguenti rischi).
A quel punto il popolo (anche se disorientato, impaurito e anche se non del tutto schierato dalla parte di Gesù), indignato per l'affronto contro le regole della propria religione avrebbe reagito.
Prevengo una vostra osservazione: tutto quanto sopra non vale per quello che è avvenuto in fase processuale o, ancora di più, dopo la condanna: a quel punto l'imputato era diventato reo e Roma, anche di fronte al popolo, poteva esercitare la propria barbara rivalsa con la fustigazione, le offese e le umiliazioni.

Secondo voi è logico e coerente quanto sopra?

Ciao

Giancarlo
 
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Frances Admin
view post Posted on 7/2/2008, 19:20     +1   -1




Salve Giancarlo, questa lettura di Nardoni del processo di Gesù suona molto interessante e mi sembra anche coerente. Cercherò di procurarmi il libro di Nardoni. Grazie per averci fatto conoscere questo studioso.
 
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84 replies since 25/1/2008, 23:04   3945 views
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