CITAZIONE
Inoltre i vangeli narrano l'arresto e il processo di Gesù avvenne tramite la mediazione delle autorità giudaiche, ma non sappiamo se i due briganti e lo stesso Barabba furono catturati con la stessa procedura.
Tempo fa ho letto una sconosciutissima opera di un tal D. Nardoni dal titolo "Sotto Ponzio Pilato".
L'autore fa delle considerazioni interessanti su un aspetto di regola trascurato dagli storici.
Gesù (capo carismatico di un movimento rivoluzionario o pacifico profeta che sia) fu un rabbi ebreo di certa popolarità e una mancanza di rispetto nei suoi confronti da parte di uno straniero sarebbe stata vista come un intollerabile offesa allo stesso senso di religiosità del popolo ebraico.
Per questo motivo, secondo il citato autore, il soldato che offrì la spugna con l'aceto a Gesù, ebbe il riguardo di porgergliela dalla cima di una canna anzichè dalle proprie mani impure.
Quindi la croce, che nell'immaginario pittorico di tutti i tempi appare alta e visibile (sublime) e che per Tertulliano fu “tam insigniter” perchè destinata a Cristo (Adv. Marcionem, 3, 19) sarebbe stata in realtà molto più bassa di quanto comunemente ritenuto esclusivamente sulla base di tale errato indizio (l'uso della canna a causa dell'altezza).
Naturalmente questa della croce è una parentesi che può servire per rendere l'idea di quanta "diplomatica cautela"(almeno secondo detto autore) i romani usassero nei rapporti con i prigionieri, quantomeno quelli di una certa notorietà e soprattutto in pubblico laddove un gesto irrispettoso avrebbe potuto scatenare una rivolta (così come accadde con quel soldato romano che, come riferito da Giuseppe, "con mossa indecente, mostrò ai giudei il suo deretano accompagnando il gesto con un acconcio rumore." (Guerra Giud. II, 224). Nota: ogni volta che leggo questa parte rido a crepapelle come se fosse la prima (mi sembra di vedere la scena)...
Arrivo al dunque: probabilmente il citato autore esagera ma se avesse ragione (anche in parte) si spiegherebbe il senso della "mediazione delle autorità giudaiche" almeno per quanto riguarda l'arresto che, se condotto direttamente dall'autorità romana (che non avrebbe nemmeno potuto toccare un ebreo senza contaminarlo) sarebbe apparso irriguardoso ed avrebbe urtato la pubblica suscettibilità (con i conseguenti rischi).
A quel punto il popolo (anche se disorientato, impaurito e anche se non del tutto schierato dalla parte di Gesù), indignato per l'affronto contro le regole della propria religione avrebbe reagito.
Prevengo una vostra osservazione: tutto quanto sopra non vale per quello che è avvenuto in fase processuale o, ancora di più, dopo la condanna: a quel punto l'imputato era diventato reo e Roma, anche di fronte al popolo, poteva esercitare la propria barbara rivalsa con la fustigazione, le offese e le umiliazioni.
Secondo voi è logico e coerente quanto sopra?
Ciao
Giancarlo